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Caratterizzazione sociale delle FMA

L’IDENTITÀ RELIGIOSA E OPERATIVA DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

DA RELIGIOSE EDUCATRICI NELLA SOCIETÀ ITALIANA

1. Caratterizzazione sociale delle FMA

Non siamo ancora in grado di delineare in modo sufficientemente esaustivo la fisionomia sociale di provenienza delle religiose italiane del ventennio considerato, poiché mancano studi analitici di tipo socio-religioso da parte degli istituti, a tutt’oggi poco inclini a interrogare pa-zientemente le poche fonti utili, magari solo per riconoscerne l’insuffi-cienza e circoscrivere le potenzialità. Il Langlois per la Francia ha sche-matizzato globalmente il cambio col termine «democratizzazione». Per l’Italia G. Rocca individua delle linee di tendenza generali, che alludono a una parabola simile, ma siamo ancora lontani da una quantificazione pre-cisa delle religiose distribuite per regioni di provenienza, per fasce socia-li, per grado di istruzione e per professioni o occupazioni prima del-l’entrata nei diversi Istituti. Tra le FMA non appare alcun cambio di rotta nell’estrazione dei membri, essendo un Istituto già nato con un recluta-mento non discriminante in base alla dote.

1.1. Estrazione socioculturale delle FMA italiane

Non si dispone di dati trattabili statisticamente per illustrare le caratte-ristiche socio-economiche dell’ambiente di provenienza delle FMA ita-liane nell’arco di tempo studiato, in primo luogo perché si tratta di un Isti-tuto con una sola classe di religiose, nel quale cioè i membri rinunciano alle distinzioni e a riferimenti allo status familiare.1

1 Cf Regole... 1878, tit. XVI Regole generali, art. 11. Le Regole... 1885, tit. XVIII, art. 9. Le Costituzioni... 1906, nella nuova impostazione, sotto il tit. II, art. 5

154 Parte I: L’identità religiosa e operativa delle FMA

Alcuni elementi possono essere ricavati dagli elenchi e dai registri del personale, ma solo uno di quelli ispettoriali esaminati è più preciso sia per la registrazione delle doti, che per il pagamento delle pensioni nel postu-lato e noviziato. Emerge come, oltre alla preparazione delle segretarie, anche le vicende del trasferimento del noviziato e l’erezione canonica delle ispettorie abbiano influenzato la qualità delle informazioni, in rap-porto all’esattezza, alla completezza, alla cronologia. Incrociando questi dati con quelli reperibili nei verbali dei consigli ispettoriali e del consiglio generale si ricava qualche altro indizio, ma più di ordine generale o rela-tivo a casi specifici.2

Una fonte parzialmente utile sono le biografie e i profili biografici di ogni FMA.3 La scelta della memoria di tutte senza eccezione sembra promettente, tuttavia lo scopo della pubblicazione incide sulla qualità del-le informazioni in senso limitativo. I cenni biografici deldel-le prime decadi si soffermano più sulla qualità della preparazione alla morte e sulle virtù religiose, che su una descrizione completa della vita; i volumi pubblicati fino al 1960, hanno uno stile edificante e solo raramente fanno riferimen-to alla famiglia. Con la ripresa delle pubblicazioni nel 1984 si coglie

no: «Tutte le Suore costituiscono nell’Istituto una sola categoria. I meriti personali, i natali, gli uffici sostenuti, o le occupazioni presenti non portano con sé distinzioni di sorta». Questo testo non accenna al divieto di parlare della provenienza familiare, che costituisce comunque un appiglio per eccezioni, riecheggiando le esperienze monasti-che.

2 Nella denominazione delle ispettorie, mi attengo a quella dell’erezione canonica, poiché mancano dati sicuri anteriori, in quanto l’organizzazione della segreteria e dei consigli ispettoriali è legata a tale erezione.

3 Per rintracciare i dati iniziali per la ricerca di ogni profilo di FMA, occorre rife-rirsi all’ultima edizione del necrologio, accuratamente rivisto dall’archivista sr. Anna Costa. Cf ISTITUTO FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE,Figlie di Maria Ausiliatrice defun-te dal 1874 al 1995, Roma, [Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice] 1996. Dalla data di morte si risale al corrispondente volume di cenni biografici, prima periodici, poi rac-colti in trienni e dal 1919 annuali.CfFerdinandoMACCONO, Cenni biografici delle Fi-glie di Maria Ausiliatrice defunte nel 1° decennio dell’Istituto (1872-1882), Torino 1917; ID., Cenni... 1883-1892, Torino 1920. Cenni... (1893-1897), Torino 1923; Cenni...

(1898-1902), Torino 1925; Cenni... 1903-1905, Torino 1933; Cenni... 1906-1908, Tori-no 1938; Cenni... 1909-1911, ToriTori-no 1941; Cenni... 1912-1914, ToriTori-no 1946; Cenni...

1915-1916, Torino 1954. Cenni... 1917-1918, Torino 1959. Dopo una lunga pausa, ri-prende la serie, rinnovata, prima con autrici FMA anonime: Facciamo memoria. Cenni biografici delle Figlie di Maria Ausiliatrice defunte nel 1919, Roma, Istituto FMA 1984;

Facciamo memoria... [1920-1930], Roma 1985-1991. Dagli anni 90 appaiono i nomi delle biografe FMA: Emilia Anzani, Carmela Calosso,esoprattuttoMichelina Secco.

Cap. II: Da religiose educatrici nella società italiana 155

qualche notizia in più, ma sempre irregolarmente, in base alle testimo-nianze raccolte nelle ispettorie e pervenute alle redattrici o residenti a Roma o che comunque si avvalgono della documentazione pervenuta, senza diretti riscontri locali.4

Con le debite puntualizzazioni, si possono esplorare gli indizi reperiti negli archivi ispettoriali di Torino, Catania e Roma.

1.1.1. Dati dell’Ispettoria Piemontese «Maria SS. Ausiliatrice»

Nell’archivio ispettoriale delle FMA di Torino, più vicino al controllo delle superiore e pertanto tendenzialmente più completo ed esemplare, si trovano alcuni registri con segnalazioni significative, ma purtroppo in-completi, e dunque col valore limitato di campioni per un sondaggio. Non si posseggono, in sede, registri con questo tipo d’informazioni anteriori al 1911, sebbene l’erezione canonica dell’ispettoria sia del 1908, col novi-ziato a Chieri,5 successivamente trasferito ad Arignano (TO, 1913) e la sede del postulato inizialmente poco fissa, pur indicata a Giaveno e Chie-ri.

Il Registro delle domande di accettazione al postulato 1911-1918,6 contiene le informazioni anagrafiche sulle candidate, luogo di residenza,

4 La bibliografia relativa alle biografie delle FMA in Bibliografia sull’Istituto, pp.

73-108: biografie pp. 73-89; raccolte di profili pp. 89-91, profili singoli pp. 91-108.

Per evitare eccessivi riferimenti bibliografici sulle FMA citate in questo lavoro, tranne casi particolari mi limiterò a indicare la data di morte. In assenza di tale data, si sup-pone che la novizia o professa sia uscita dall’Istituto, oppure che non ho potuto appu-rarne l’identità, per discrepanze irrisolte nella grafia del nome.

5 Dal momento che il noviziato era inizialmente a Chieri si potrebbe supporre che qualche elenco fosse rimasto lì, in analogia con la Sicilia, dove il più antico elenco del personale non è a Catania, ma ad Alì Terme, sede del primo noviziato. Le ricerche nella casa di Chieri, invece, sono state infruttuose, come pure a Giaveno.

6 ISTITUTO DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE.ISPETTORIA PIEMONTESE MARIA

AUSILIATRICE, Registro - Domande di accettazione al postulato 1911-1918, in AIT.

Un attento riscontro tra nomi e numeri mi ha permesso di rilevare i motivi del-l’incongruenza delle cifre: 321 è il totale effettivo delle candidate, sebbene il numero d’ordine giunga fino a 392, per un errore di segreteria. I dati sono completi per 303 giovani; a volte manca la data delle richieste, ma si segnala l’accettazione: ciò avviene in 14 casi, mentre in altri 4 c’è solo il nome, senza data né di richiesta, né di ammis-sione. Qualche volta la risposta non è data subito, ma dopo un anno e a volte due, spesso negativa. Segretaria ed economa ispettoriale dal 1908 al 1919 era sr. Caterina Arrighi († 1946), successivamente economa generale. La segretaria successiva è sr.

Rosina Bianchi († 1932).

156 Parte I: L’identità religiosa e operativa delle FMA

data della domanda, scuola percorsa e condizione o professione, condi-zione di accettacondi-zione, documenti presentati, persona che raccomanda, ri-sposta, indirizzo dei genitori o benefattori. Su 317 richiedenti (includendo quelle di cui non si è potuta accertare la data di richiesta), le 248 accettate come postulanti ammontano al 78,23%. Sono esposte le informazioni sul-la professione di 228 candidate su 321, con il silenzio su quasi un terzo del totale. Nello stesso gruppo di candidate si può individuare il grado d’istruzione, verosimilmente conseguita negli anni a cavallo tra i due se-coli e per lo più entro il primo decennio del Novecento, quando i comuni piemontesi si impegnarono maggiormente per agevolare anche nei piccoli centri e per le bambine il compimento dell’obbligo scolastico, e le nuove richieste del mercato del lavoro diversificavano l’acquisizione di compe-tenze pratiche e professionali. Su 284 candidate al postulato di cui si han-no i dati scolastici, più della metà (158) ha frequentato fihan-no alla III ele-mentare; 33 la IV; 49 la V, 9 la VI. Solo una ha la II elementare. Oltre l’obbligo, 7 hanno la licenza commerciale, una decina la scuola tecnica;

una ragioniera, una «professora», e altri corsi scolastici.

Questi dati vanno intersecati con quelli provenienti dal registro delle postulanti candidate alla vestizione dal 1912 al 1916:7 nella maggior parte dei casi si riferiscono alle stesse persone del precedente registro, eccettua-te quelle non accettaeccettua-te o uscieccettua-te duraneccettua-te il postulato, che durava alcuni me-si. Il totale ammonta a 266 giovani, delle quali non tutte hanno fatto effet-tivamente vestizione, e, tra le novizie, altre sono uscite.

7 Cf ISTITUTO FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE.ISPETTORIA PIEMONTESE MARIA SS.

AUSILIATRICE, Registro - postulanti e candidate proposte per la vestizione anno 12-13-14-15-16, in AIT. Le voci sono specificate con qualche differenza rispetto al primo registro, ad esempio circa la soddisfazione delle condizioni di accettazione.

Cap. II: Da religiose educatrici nella società italiana 157

Tabella n. 4. Condizione prima di entrare nell’Istituto: postulanti candidate al-la vestizione (1912-1916); Ispettoria Piemontese «Maria SS. Ausiliatrice»

Condizione Numero % sul totale

Casalinga 114 42,85

Operaia/tessitrice 39 14,66

Persona di servizio8 3 1,12

Figlia di casa 15 5,63

Contadina 2 0,75

Commessa 1 0,37

Ragioniera 1 0,37

Impiegata 9 3,38

Sarta 23 8,64

Cucitrice, lingerista, orlatrice, stiratrice 13 4,88

Ricamatrice 9 3,38

Legatrice/tipografa 3 1,12

Contabile 1 0,37

Prof. Francese 1 0,37

Maestra [le diplomate sono di più] 5 1,8

Musicista 1 0,37

Infermiera 1 0,37

Agiata/benestante 15 5,6

Studente 3 1,12

Diplomata/ licenza superiore alla VI elemen-tare

26 9,77

Totale 266 106,92

Tra le candidate si nota una certa varietà e anche disparità di prepara-zione culturale e occupaprepara-zione: le tre categorie attinenti al cucito e al ri-camo coprono il 16,91%; più delle operaie e tessitrici (14, 66%); le due di studenti e diplomate il 10,90%. Nell’insieme (42,47%), quasi pari alle ca-salinghe dichiarate (42,85%), che costituiscono da sole quasi la metà del totale, in consonanza con le medie cittadine.9

8 Le denominazioni «persona di servizio» e «figlia di casa» compaiono solo alla fine del periodo considerato.

9 Nel 1911 l’Unione Donne Cattoliche intraprese un’inchiesta sul lavoro a domici-lio, per richiedere al governo dei miglioramenti economici, infatti le lavoratrici sfug-gendo al controllo erano anche escluse dai primi riconoscimenti legislativi. Cf Maria Grazia BODINI, Per una storia dell’Unione delle Operaie cattoliche di Torino, in AA.VV.,Movimento cattolico in Piemonte = Quaderni del Centro Studi «Carlo Tra-bucco», Torino 1989, pp. 25-52. In genere si nota molta cura dell’abbigliamento femminile e della biancheria, in consonanza con la belle époque che, a Torino,

158 Parte I: L’identità religiosa e operativa delle FMA

Tabella n. 5. Formazione scolastica delle candidate alla vestizione (1912-1916); Ispettoria Piemontese «Maria SS. Ausiliatrice»

Classe frequentata Numero % sul totale

II elementare 2 0,75

III elementare 147 55,26

IV elementare 32 12,03

V elementare 40 15,03

VI elementare 8 3

II complementare 3 1,12

Lic. Complementare 2 0,75

Ginnasio inferiore 1 0,37

II tecnica 1 0,37

Licenza tecnica 8 3

Licenza commerciale 6 2,25

II normale 1 0,37

Scuola normale 8 3

Diploma ragioneria 1 0,37

Insegn. /Dipl. in francese 2 0,75

Totale 266 98,42

Fino alla VI elementare è compreso l’86,07%; quelle che hanno supe-rato tale tetto, anche se non sempre conseguendo un diploma, sono il 12,40% circa. Resta un piccolo margine di incertezza per alcune, ma il quadro generale non muta. Trattandosi di un istituto educativo, si auspi-cava nei membri almeno l’istruzione essenziale, tuttavia le lacune tra le candidate rispecchiano le situazioni regionali e provinciali contempora-nee. Il Piemonte non era davvero tra le aree meno alfabetizzate.10

Dallo stesso registro si ricavano le caratteristiche delle candidate alla vestizione in possesso di un titolo di studio superiore al livello elementare e il nesso con l’ambiente familiare: non di rado erano entrate a 25 anni o dopo; talora erano impiegate o maestre, anche orfane; provenivano da famiglie modeste o agiate. A queste informazioni frammentarie si

pos-tuava le esigenze dell’eleganza.

10 Xenio Toscani ha ricostruito la situazione dell’alfabetismo in Italia provincia per provincia, distinguendo per sesso e per fasce d’età, mentre Ester De Fort si è ad-dentrata nel Novecento, cogliendo i nessi tra istruzione e contesto socioeconomico, regione per regione. Cf in particolare, Ester DE FORT,Scuola e analfabetismo nel-l’Italia del ’900, Bologna, Il Mulino 1995; Xenio TOSCANI,Alfabetismo e scolarizza-zione dall’Unità alla guerra mondiale, in PAZZAGLIA (a cura di), Cattolici, educazio-ne, pp. 283-340.

Cap. II: Da religiose educatrici nella società italiana 159

sono aggiungere quelle relative al corredo e alla dote, che formavano una richiesta espressa delle Costituzioni, ma nella pratica dell’Istituto delle FMA mai una conditio sine qua non. Esse sono certamente un indizio del-l’estrazione socio-economica delle candidate, le cui famiglie condi-videvano le fortune o le crisi economiche della società del tempo. Il cor-redo richiesto all’entrata nell’Istituto consisteva essenzialmente nel ve-stiario e nella biancheria personale, includendo lenzuola, coperte e mate-rasso, asciugamani, tovaglie.11

Tabella n. 6. Corredo delle postulanti candidate alla vestizione (1912-1918);

Ispettoria Piemontese «Maria SS. Ausiliatrice»

Corredo o doti equipollenti Numero % sul totale

Corredo completo 77 28,94

Quasi completo/alquanto ridotto 30 11,27

Ridotto/un po’ ridotto 79 29,69

Molto ridotto/ridottissimo 13 4,88

Condizioni eccezionali 16 6,01

Doti equipollenti 2 0,75

Non specificato 49 18,42

Totale 266 99,96

In vari casi la mancata specificazione lascia supporre una carenza che da temporanea poteva mutarsi in definitiva. C’è una certa oscillazione eu-femistica di linguaggio tra «alquanto ridotto» e «quasi completo». Le prime due categorie, più regolamentari, costituiscono insieme il 40,21%, poco più dei due quinti del totale.

Accanto al corredo, il Registro individua il contributo economico ver-sato dalle famiglie.12 Spesso si parla di L. 200 per la pensione spettante al

11 Cf Costituzioni... 1906, tit. II Ammissione nell’Istituto e Postulato, art. 9 § 1. E simile espressione era già nelle Regole... 1878, tit. VII Condizioni di accettazione, art.

3; nelle Regole... 1885, tit. XI. Dopo la professione, nei primi decenni, la biancheria era messa in comune: cf Regole... 1878, tit. XVI Regole generali, art. 17. Dopo la di-scussione nel Capitolo generale del 1905, le Costituzioni... 1906, art. 44-45 prevedono l’uso personale, confermato nel Manuale... 1908, art. 83-84.

12 Le Regole... 1885, tit. XI, art. 3 sanciscono: «Le Postulanti pagheranno la pen-sione di fr. 30 mensuali pel tempo di prova, in preparazione al Noviziato, la qual pro-va sarà almeno di 6 mesi». Le Costituzioni... 1906, art. 12 precisano: «Prima che la Postulante entri nell’Istituto, si dovrà convenire con essa o coi parenti o tutori di lei circa la dote, le spese occorrenti durante il Postulato e il Noviziato fino alla Professio-ne». All’art. 110, in caso delle dimissioni, affermano che si restituirà la dote intera,

160 Parte I: L’identità religiosa e operativa delle FMA

postulato, L. 50 per l’abito, alla vestizione. A questo si aggiunge un depo-sito di qualche centinaio di lire, ma poco si parla esplicitamente della do-te.13 Tralascio le altre voci, e mi soffermo su questa, spesso versata in due tempi, per la vestizione e la professione, e a volte era arrotondata dalla promessa che, a suo tempo, cioè in eredità, sarebbe stato aggiunto dalla famiglia quanto spettante.14

Tabella n. 7. Doti delle postulanti candidate alla vestizione (1912-1918);

Ispettoria Piemontese «Maria SS. Ausiliatrice»

Riferimento alla dote Numero % sul totale

Dote superiore a L. 1000 32 12,03

L. 1000 29 10,90

Inferiore a L. 1000 23 8,64

A suo tempo, quanto spetta 12 4,51

Doti equipollenti 1 0,37

Accettata gratuitamente 16 6,01

Non specificato 153 57,51

Totale 266 99,97

Nella stragrande maggioranza dei casi (che costituiscono quasi i tre quinti del totale) il fatto di non aver specificato significa che la dote non sarebbe stata versata, essendo associato ciò, spesso, a un corredo ridotto.

La dote non sempre era versata in denaro liquido, ma talvolta in cartelle, azioni, terreni, reddito di fabbricato o su un conto messo su libretto di ri-sparmio. A volte si tratta di una carta assicurativa, quasi a testimoniare piccole forme di investimento fruttifero.

Il confronto tra i dati non specificati per il corredo e per la dote (ri-spettivamente 49 e 153 su 266), mostra come un notevole numero di can-didate recasse con sé il corredo, ma non la dote, a testimonianza delle precarie condizioni economiche, ma anche di una mutata mentalità rispet-to al modello monastico. La sussistenza è ora basata sul lavoro, come per

senza i frutti, col corredo e le suppellettili portate nell’Istituto nello stato in cui si tro-vano, o l’equivalente.

13 Cf F. CUBELLI -G.ROCCA, Dote, in DIP III, col. 968-972.

14 Già le Regole... 1878, tit. VII, art. 3 e quelle del 1885, tit. XI art. 3 avevano fis-sato una dote «non minore di lire Mille», con l’aggiunta: «La Superiora Generale col consenso del suo Superiore può modificare questo articolo, quando si giudichi tornare a maggiore gloria di Dio». La stessa cifra resta confermata nelle Costituzioni... 1906, art. 9 § m, che completa «a meno che la Postulante non abbia qualità equipollenti».

Cap. II: Da religiose educatrici nella società italiana 161

la gente comune che passa gradualmente dalla sicurezza riposta nei beni fondiari alla mobilità degli investimenti diversificati. Inoltre lo status re-ligioso non era ormai una condizione particolarmente stimata, nel senso che le famiglie avvertissero un obbligo particolare di contribuirvi per as-sicurarle stabilità e immagine sociale. Sempre più spesso, invece, la deci-sione era ostacolata.

Un altro registro15 informa sulle postulanti degli anni successivi (1919-’23) nella stessa ispettoria, nonostante uno iato di due anni, durante la guerra. In totale le postulanti sono 187, con notizie sull’eventuale im-piego, condizione anteriore all’entrata, grado di frequenza scolastica, cor-redo e dote.

Tabella n. 8. Attività svolte prima dell’entrata - condizione (postulanti 1919-1922); Ispettoria Piemontese «Maria SS. Ausiliatrice»

Attività/Condizione Numero % sul totale

Campagnuola 23 12,29

Persona di servizio 5 2,67

Abile nei lavori di casa 8 4,27

Sarta 11 5,88

Cucitrice/stiratrice 7 3,74

Ricamatrice 6 3,20

Figlia di casa 18 9,62

Operaia 30 16,04

Impiegata 11 5,88

Studente 2 1,06

Maestra 5 2,67

Figlia di negozio 3 1,60

Cuoca 2 1,06

Infermiera 3 1,60

Agiata 5 2,67

Imprecisato 48 25,66

Totale 187 99,91

Le informazioni si riferiscono a 139 postulanti su 187, pertanto al 74,33% del totale. Di un quarto, cioè, non è specificata alcuna attività.16

15 Il registro s’intitola: Generalità postulanti dal 1919 al 1923. [Dunque c’è una lacuna relativa al 1917-’18].

16 Delle 139 più documentate, 17 non hanno fatto vestizione; di altre tre non si evince con certezza l’uscita, ma si arguisce, poiché manca sia la data di vestizione che quella di uscita. E di un’altra candidata manca quella di ammissione e quella di

162 Parte I: L’identità religiosa e operativa delle FMA

Emerge una certa oscillazione rispetto alle attività tradizionali, e la comparsa di duplici qualifiche, sollecitate dalle condizioni belliche. Sono aumentate in particolare le impiegate e le «figlie di casa», espressione quest’ultima che gradualmente indica addette ai servizi domestici nelle case delle FMA; le prime per necessità di manodopera, e le seconde per mancanza di personale. Le FMA selezionano le incombenze ritenute me-no qualificanti per religiose educatrici, in un clima d’emergenza. L’aiuto delle «figlie di casa» si era sperimentato in un primo tempo nelle missioni d’America; in Italia si ricorre ad esse più tardi, ma non sostituiscono mai totalmente le religiose, poiché il lavoro anche manuale alimenta lo spirito di famiglia e di appartenenza alla casa.

Tabella n. 9. Formazione scolastica delle ammesse al Postulato (1919-1922);

Ispettoria Piemontese «Maria SS. Ausiliatrice»

Classe frequentata Numero %

II elementare 2 1,43

III elementare 57 41

IV elementare 33 23,74

V elementare 13 9,35

Licenza elementare 10 7,19

VI elementare 10 7,19

III perfezionamento 1 0,71

Licenza Normale 4 2,87

II Commerciale 1 0,71

Istituto Commerciale 1 0,71

Licenza tecnica 1 0,71

II anno di Università 1 0,71

Non specificato 5 3,59

Totale 139 99,91

Si nota che 130 è il totale delle giovani con preparazione elementare, supponendo tale anche quella delle 5 non specificate, cioè il 93,52%.17 Davvero non poco! I postumi della guerra si avvertono anche in questo

zione. Dopo la vestizione, su un nome (Binelli Teresa) non è indicata l’uscita, attesta-ta tutattesta-tavia dall’assenza nel necrologio.

17 In 10 casi, oltre ai 10 segnalati come «licenza elementare» senza aggiunta, è specificato «diploma di maturità», accanto a classi diverse, corrispondenti all’obbligo scolastico che variava dalla III alla V elementare secondo i mutamenti legislativi, su cui si tornerà in seguito.

Cap. II: Da religiose educatrici nella società italiana 163

rallentamento culturale. Qualcuna si era munita di qualche corso com-merciale serale, di un attestato per dattilografa, o aveva frequentato la VI elementare apprendendo un po’ di tedesco, oppure aveva elevato la III elementare con una IV privata. Piccoli tentativi di promozione culturale, per aumentare le chances occupazionali.

Le caratteristiche anagrafiche dei singoli nominativi consentono alcu-ni rilievi incrociati tra età, condizione o attività svolta e formazione cul-turale. È decisamente basso il numero delle candidate agiate, inferiore ad altri contesti regionali, e delle poche solo una resta nell’Istituto; molto più significativa, al contrario, la cifra delle postulanti con esperienza di

Le caratteristiche anagrafiche dei singoli nominativi consentono alcu-ni rilievi incrociati tra età, condizione o attività svolta e formazione cul-turale. È decisamente basso il numero delle candidate agiate, inferiore ad altri contesti regionali, e delle poche solo una resta nell’Istituto; molto più significativa, al contrario, la cifra delle postulanti con esperienza di