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La casa come bene strumentale al diritto alla salute

Nel documento Il diritto alla casa (pagine 51-53)

L’ ABITAZIONE COME DIRITTO SOCIALE

4. I diritti sociali rispetto ai quali la garanzia del diritto all’abitazione è funzionale

4.3. La casa come bene strumentale al diritto alla salute

Un ambiente idoneo a costituire un’abitazione degna della condizione umana del singolo o della famiglia viene poi in considerazione in relazione a ulteriori fini107, tra i quali spicca in modo particolare la tutela della salute di cui

all’art. 32 Cost108. Un’abitazione malsana, oppure sovraffollata e priva degli

elementari standard igienici, configura senza dubbio un pericolo per la tutela di questo diritto fondamentale109.

106 In tal senso Corte cost. 30 luglio 2008, n. 308, ove si richiamano anche i precedenti di cui alle sentenze 13 maggio 1998 n. 166 e 21 ottobre 2005, n. 394. Sulla base di questo percorso argomentativo la Corte arriva a sostenere che «l’art. 155-quater c.c., ove interpretato, sulla base del dato letterale, nel senso che la convivenza more uxorio o il nuovo matrimonio dell’assegnatario della casa sono circostanze idonee, di per se stesse, a determinare la cessazione dell’assegnazione, non è coerente con i fini di tutela della prole, per i quali l’istituto è sorto. La coerenza della disciplina e la sua costituzionalità possono essere recuperate ove la normativa sia interpretata nel senso che l’assegnazione della casa coniugale non venga meno di diritto al verificarsi degli eventi di cui si tratta (instaurazione di una convivenza di fatto, nuovo matrimonio), ma che la decadenza dalla stessa sia subordinata a un giudizio di conformità all’interesse del minore».

107 Alcune ricerche, in quest’ottica, rivelano che assicurare il diritto all’abitazione a favore dei malati di HIV e AIDS provoca riscontri positivi sulle loro condizioni di salute. Infatti, si è dimostrato che i servizi igienici, l’uso di un refrigeratore in cui poter conservare adeguatamente i farmaci, la protezione dagli agenti atmosferici, un indirizzo fisso ove richiedere visite e assistenza medica costituiscono fattori che facilitano il trattamento di questo tipo di patologie. Si vedano in tal senso V.SHUBERT,N.BERNSTINE, Moving from

Fact to Policy: Housing is HIV Prevention and Health Care, in «AIDS Behav», n. 11, 2007, pp.

172 ss.; B.THIELE, The Human Right to Adequate Housing. A Tool for Promoting and Protecting

Individual and Community Health, in «American Journal of Public Health», vol. 92, 2002, n. 5,

p. 712.

108 Sul fondamento costituzionale del diritto alla salute si rinvia a M. LUCIANI,

Diritto alla salute – dir. cost., (voce) in «Enciclopedia Giuridica», Roma, Treccani, XXXII,

1994, pp. 1-14; R.BALDUZZI, Salute (diritto alla), in CASSESE S., Dizionario di diritto pubblico, vol. VI, Milano, Giuffrè, 2006, pp. 5393-5402; C. TRIPODINA,Articolo 32, in R. BIN, S.

BARTOLE (a cura di), Commentario breve alla Costituzione, Padova, Cedam, 2008, pp. 321-332;

A.SIMONCINI,E.LONGO,Art. 32, in R.BIFULCO,A.CELOTTO,M.OLIVETTI (a cura di),

Commentario alla Costituzione, vol. I, Torino, Utet, 2006; R.BALDUZZI, D. SERVETTI, La

garanzia costituzionale del diritto alla salute e la sua attuazione nel servizio sanitario nazionale, in R.

BALDUZZI,G.CARPANI (a cura di), Manuale di diritto sanitario, Bologna, Il Mulino, 2013, pp. 13-87.

109 Così T. MARTINES, op. cit., p. 15, il quale sottolinea altresì come la tutela del diritto alla salute si affidi, oltre che al “tipo” di abitazione, anche a una idonea disciplina urbanistica che preveda non solo gli indispensabili servizi pubblici ausiliari, ma che dia agli

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Se la salubrità dell’ambiente è ormai pacificamente riconosciuta quale condizione propedeutica alla tutela del diritto alla salute110, allora anche la

salubrità dell’abitazione dovrebbe esser considerata come tale, in quanto essa rappresenta l’ambiente nel quale l’uomo come singolo, oppure il nucleo familiare, trascorre gran parte della propria vita.

La strumentalità di un’abitazione “propria” rispetto alla tutela della salute degli individui e delle loro famiglie emerge poi, in modo ancora più evidente, in materia di occupazione abusiva di immobili a uso abitativo, punita dall’art. 633 c.p. 111, e di eventuale applicazione dell’esimente dello stato di necessità, ai sensi

dell’art. 54 c.p. L’emergenza abitativa che, specie negli ultimi anni, conduce sempre più nuclei familiari a ricorrere all’occupazione illegittima di immobili per procurarsi una casa, e i processi penali che inevitabilmente conseguono al fenomeno, hanno prodotto una grande mole di argomentazioni circa la possibilità di applicare alla fattispecie la causa di giustificazione, consistente nell’aver commesso il fatto «per esservi stato costretto dalla necessità di salvare

insediamenti urbani un assetto armonico rispetto ai fini che la Repubblica si propone di raggiungere in base all’art. 32 Cost.

110 Così P.CARETTI, I diritti fondamentali. Libertà e Diritti sociali, cit., pp. 432-440. Si vedano anche Corte cost. ord 22 giugno 1983, n. 184, ord. 20 marzo 1985, n. 94, 21 dicembre 1985, n. 359, 3 marzo 1986, n. 39, 28 maggio 1987, n. 210. In particolare, in quest’ultima la Corte costituzionale parla di «finalità di protezione di valori costituzionali primari (artt. 9 e 32 Cost.)», vale a dire l’ambiente e la salute. Sul punto si veda anche C. TRIPODINA, Articolo 32, p. 323 che evidenzia come, dalla fine degli anni Settanta del

Novecento, il profilo del diritto all’integrità psico-fisica dell’individuo venga approfondito e sviluppato da dottrina e giurisprudenza sino a includere il diritto a un ambiente salubre come ineludibile premessa per un’effettiva realizzazione del diritto alla salute. Le condizioni di salute di un uomo dipendono strettamente, infatti, dalle condizioni della sfera ambientale in cui egli vive, lavora e si muove, tanto che un ambiente insalubre o degradato ha riflessi immediati sullo stato di salute di chi lo abita. La protezione costituzionale del diritto alla salute, pertanto, si ricollega immediatamente alla disciplina costituzionale del diritto all’ambiente, inteso come habitat naturale dell’uomo.

111 Il reato che si configura in questi casi è quello rubricato “Invasione di terreni o edifici”, punito all’art. 633 c.p. in base al quale «chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da euro 103 a euro 1.032. Le pene si applicano congiuntamente, e si procede d’ufficio, se il fatto è commesso da più di cinque persone, di cui una almeno palesemente armata, ovvero da più di dieci persone, anche senza armi». Il concetto di “invasione” di cui all’art. 633 c.p., come precisato dalla giurisprudenza, non presuppone necessariamente il compimento di atti violenti o tumultuosi essendo sufficiente che il soggetto attivo, privo del diritto di accesso, ponga in essere un comportamento contra ius introducendosi arbitrariamente nell’edificio. Si veda, per tutte, Cass. Pen. Sez. II 25 settembre, n. 37139.

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sé o altri dal pericolo attuale di un “danno grave alla persona”»112. La Corte di

Cassazione inizia ad applicare l’esimente dello stato di necessità ai reati di occupazione abusiva a partire dagli anni Settanta, interpretando il concetto di pericolo di “danno grave alla persona”, come coincidente con quelle situazioni in cui si profila un possibile danno alla salute degli individui. In altre parole, il reato viene scriminato ogni qualvolta alle condizioni di indigenza dell’imputato si affianca la necessità di procurarsi un alloggio per tutelare la salute propria e dei familiari113.

Nel documento Il diritto alla casa (pagine 51-53)

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