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Alla fine di tale percorso in cui è stato studiato il The Nordic Ecolabel anche in comparazione con l’Ecolabel UE, si vuole terminare con un breve focus sull’operatività dei due schemi di certificazione nel territorio della Finlandia. Per comprendere appieno quanto di seguito riportato, risulta necessario delineare alcuni profili socio-economici di questo Stato.

La Finlandia è caratterizzata da un ambiente incontaminato, il cui popolo ha sempre messo un grande impegno nella salvaguardia della natura e del territorio in cui vive. Ciò nonostante, l’economia di questo Paese si caratterizza per un’industria della cellulosa relativamente grande ed un sistema produttivo basato sulla lavorazione dei metalli, attività che per la loro natura sono state spesso oggetto di preoccupazione relativamente alla questione del degrado ambientale, soprattutto per quel che riguarda il problema dell’inquinamento dell’acqua.

Prendendo in esame come la Finlandia si pone nei confronti del suo territorio, ci si avvede che questa ha una lunga tradizione circa la tutela dell’ambiente, tanto che fin dai

440 Cfr. ivi, p. 64. 441 Cfr. ivi, p. 109.

194 tempi remoti ha avuto cura di costituire aree protette di vario genere per salvaguardare la biodiversità e il clima in generale, essendo stata una delle prime ad istituire una tassa relativa all’emissioni di CO2. Seppur tale atteggiamento è da sempre parte della cultura

finnica, solo con l’ingresso nell’Unione europea, la politica ambientale della Finlandia ha riscontrato una repentina svolta verso una direzione più “green”. Fino a quel momento, pur essendo centrale la questione ambientale, lo sviluppo sostenibile non aveva acquisito un posto preminente all’interno delle agende portate avanti dai diversi governi che si erano succeduti nel corso degli anni442.

A livello mondiale la Finlandia è stata classificata come uno dei paesi leader per quel che riguarda la normativa ecologica, stante la sua regolamentazione che si è sempre dimostrata di ampio respiro ma allo stesso tempo dettagliata, la quale è stata portata aventi con competenza da parte di personale esperto. Ben visibili sono a tal proposito i frutti che tale politica ha portato con sé, dato che molti fiumi e laghi che prima erano inquinati risultano ad oggi bonificati, così come la qualità dell’aria è migliorata notevolmente negli ambienti industriali dopo la riduzione in modo significativo delle emissioni degli impianti e una gestione in maniera più sostenibile rispetto al passato delle foreste.

La preoccupazione ambientale del Governo finlandese è principalmente legata a problematiche che si riferiscono all’emissioni di agenti inquinanti sia nell’aria che nell’acqua, oltre ad ulteriori questioni riconducibili all’inquinamento acustico e alla salvaguardia della biodiversità.

I dati raccolti nel tempo dimostrano che la Finlandia ha raggiunto i suoi obiettivi di riduzione delle fonti tradizionali d’inquinamento atmosferico, tanto che le esposizioni di ozono e PM10 sono più basse rispetto agli standard europei. Tuttavia, le emissioni per unità sono relativamente elevate rispetto alla media europea e il livello di acidificazione è alto in comparazione con gli altri paesi dell’area nordica443.

Il programma nazionale finlandese per promuovere un consumo ed una produzione sostenibile si concentra particolarmente sullo sviluppo di progetti innovativi di fabbricazione, i quali tentano di ridurre l’incidenza sul clima del processo produttivo.

442 Per un’analisi più approfondita cfr. A. LINDHOLM, Finland in Eu. Environmntal Policy, Finnish Environment Institute, 2002, consultabile al sito http://hdl.handle.net/10138/40412.

443 Cfr. J. M. SKJELVIK, A. BRUVOLL, K. IBENHOLT, op. cit., p. 162 e OECD, Environmental Performance Reviews – FINLAND, Paris, Organization for Economic Cooperation and Development, 2009.

195 L’intervento si esplica principalmente in quei settori chiave individuati in quello delle costruzioni, dei prodotti alimentari e dei trasporti.

La Finlandia si è dimostrata apripista nella pianificazione a livello nazionale di misure che facilitino l’adattamento ai futuri cambiamenti climatici, predisponendo misure che permettono di valutare cosa sia necessario per combattere i problemi ambientali e stabilendo norme sulla responsabilità che in alcuni ambiti permettono di intervenire in misura anticipatoria444.

In questo Paese gli ecolabel sono considerati uno strumento importantissimo, i quali offrono la possibilità di informare i consumatori circa le qualità ambientali di un prodotto/servizio in maniera più o meno semplice. Per tale motivo si percepisce molto forte la volontà di preservare ed incrementare maggiormente questi schemi di certificazione, come dimostra la grande quantità di etichette ambientali adottate nel territorio, anche se il The Nordic Swan e l’Ecolabel UE sono sicuramente i più diffusi e rinomati all’interno di tutto il territorio finnico.

Il Governo finlandese ha adottato il The Nordic Swan a partire dal 1990 e due anni dopo, nel 1992, ha inserito nella propria politica ambientale anche l’uso del Ecolabel UE. Questi due schemi certificati sono amministrati da un’organizzazione non governativa, il Motiva Services Oy445, che però risulta essere strettamente connessa sia con il Ministero

dell’Lavoro e dell’Economia che con il Ministero per l’Ambiente, i quali coprono con i propri fondi una parte dei costi amministrativi e di gestione.

L’organizzazione nazionale per gli ecolabel è composta da esperti che si occupano dei vari problemi relativi alle certificazioni ecologiche, oltre che da un membro che si dedica specificamente delle questioni relative al marchio di qualità ecologica Ecolabel UE. I dati dimostrano come nonostante i due schemi di certificazione ambientale di prodotto sono stati inseriti pressoché contemporaneamente, il Cigno Nordico ha assunto un ruolo primario nel mercato finlandese e presso il pubblico in generale. L’Ecolabel UE, infatti, non ha molta visibilità risulta essere poco conosciuto tra i consumatori, con la conseguenza che i produttori non ne fanno un grande uso di tale certificazione.

In riferimento a tale aspetto, è stato messo in luce come le aziende si servano dell’etichetta ecologica riconosciuta a livello europeo principalmente nel caso in cui

444 Cfr. F. WEAVE, op. cit., p. 12.

445 Fino al 2010 il corpo responsabile era il SFS Eco-labelling (The Finnish Standards Association SFS), mentre a partire dal 01 gennaio 2011 questo è stato sostituito dal Motiva Services Oy.

196 decidano di esportare le proprie merci verso gli altri Paesi europei dove l’Ecolabel UE e meglio conosciuto e diffuso.

Alcuni hanno affermato che se un domani la diffusione del Fiore europeo aumentasse nel mercato finlandese, potenzialmente questo fatto potrebbe portare addirittura alla soppressione del Cigno Nordico, come un atto di semplificazione dello scenario delle certificazioni ambientali446. Vi sono, tuttavia, diverse incertezze legate allo sviluppo della

notorietà della certificazione ambientale europea e sulla circostanza che le due etichette possano coesistere nello stesso mercato per un lungo periodo, considerando anche che il The Nordic Ecolabel ha una posizione molto forte sul mercato.

Da notare è poi che l’Ecolabel UE dipende molto più dai finanziamenti pubblici rispetto al Cigno Nordico, che come visto sopra, riceve invece buona parte delle risorse dai diritti che vengono pagati dai titolari della licenza. Di conseguenza lo sviluppo del Fiore europeo è in gran parte influenzato da quanto gli Stati membri sono disposti a stanziare per l’incremento di tale strumento, mentre nei Paesi scandinavi ciò dipende principalmente dal numero di licenze concesse447.

Le richieste per entrambi gli ecolabel risulta avere un trend positivo che aumenta di anno in anno anche in relazione alle altre licenze presenti nel territorio nazionale, anche se comparato con i numeri degli altri paesi appartenenti all’area geografica del Nord Europa la crescita del numero di prodotti certificabili ha tuttavia un livello relativamente basso.

Si prevede, inoltre, che in futuro il volume e la visibilità degli ecolabel accresca notevolmente anche in relazione ad un incremento della consapevolezza dei produttori e dei consumatori circa il problema della salvaguardia ambientale.

Per quel che riguarda l’integrazione del marchio di qualità ecologica The Nrdic Swan con altri strumenti di tutela ambientale, in Finlandia il Cigno Nordico ha dimostrato avere un grande potenziale nel favorire una crescita del Paese in chiave ecosostenibile. Tra queste, lo sviluppo della sinergia con la normativa degli appalti pubblici ha una notevole importanza, stante l’ampiezza del raggio di azione che l’apparato pubblico può avere. Tale necessità è evidenziata anche dalla maggior parte dei soggetti coinvolti, i quali riconoscono l’importanza della condivisione dei valori ambientali già raggiunti a livello privato con la dimensione pubblica.

446 Sui motivi della pressoché irrealizzabilità di ciò v. supra, pp- 179 e ss.

197 L’integrazione tra la politica ambientale portata avanti tramite la sponsorizzazione degli ecolabel e quella degli appalti pubblici è una questione fortemente sentita, tanto che già nel 2009, il Consiglio di Stato finlandese ha stabilito che entro il 2010 almeno il 70% di tutti gli acquisti pubblici tenessero in considerazione aspetti ambientali, ed addirittura raggiungere il 100% entro il 2015. Inoltre, ha raccomandato che entro il 2010 almeno il 25% degli acquisti effettuati alle aziende municipalizzate fossero green, percentuale che veniva portata al 50% entro il 2015448.

Da ciò si deduce che anche se non è possibile indicare il marchio di qualità ecologica come requisito per poter partecipare alle gare pubbliche, in pratica i criteri del Cigno Nordico sono ad oggi utilizzati spesso per la redazione delle offerte di tali appalti pubblici.

La certificazione ambientale di prodotto europea è invece stata individuato come potenziale punto di contatto tra le altre etichette ecologiche e la direttiva europea sull’Ecodesign.

A conclusione di questa analisi, si rileva infine come il problema ambientale sia attualmente preso in maggiore considerazione nei comuni finlandesi di medio-grandi dimensioni e in cui sono presenti unità centralizzate che si occupano di appalti pubblici449.

448 Cfr. VNP, Valtioneuvoston periaatepäätös kestävien valintojen edistämisestä julkisissa hankinnoissa. (Council of State’s decision in principle on the promotion of sustainable decisions in public procurements) 8.4.2009.

198

CONCLUSIONI

Il tema della sostenibilità ambientale è divenuto sempre più centrale nel panorama pubblico tanto da interrogare tutte le parti sociali sulle modalità per ridurre l’impatto ambientale dell’azione umana e conciliarlo con la possibilità di creare uno sviluppo economico. Nel corso degli anni si è andata sempre di più diffondendo la convinzione che il coinvolgimento della collettività alla tutela ambientale e la crescita economica non siano per forza esigenze contrapposte. Al contrario, l’attuazione di comportamenti e pratiche volte a minimizzare l’impatto ambientale dei prodotti, razionalizzare l’uso delle risorse naturali e ridurre gli sprechi, anche attraverso l’ottimizzazione del ciclo produttivo, garantirebbero sia la salvaguardia della natura e della salute umana che la significativa diminuzione dei costi di produzione. Affinché ciò avvenga è necessario che tutte le parti interessate abbiano chiari non solo gli obiettivi ma anche le modalità per poterli raggiungere. In questa prospettiva, il diritto ha il compito di individuare norme chiare ed omogenee, valide in molteplici Stati, così da rendere facile l’accesso al mercato dei prodotti verdi sia ai produttori che ai consumatori.

La difficoltà di individuare una definizione comunemente accettata di “sviluppo sostenibile” e di “green”, sia nell’accezione di “green marketing” che “green product”, ha ingenerato molta confusione sull’individuazione dei prodotti ecocompatibili. Nel rilevare tale gap definitorio, il mondo accademico si è interessato sempre più alla ricerca di una nozione che potesse stabilire in maniera inequivocabile cosa sia “green”, ma l’analisi della letteratura ha fatto emergere come in questo ambito ci sia ancora molta confusione.

Manca ad oggi una disciplina uniforme, a livello internazionale, che individui quegli elementi che debbono essere presi in considerazione per poter affermare che un’economia o un prodotto sia realmente “verde”, oltre a stabilire la metodologia utilizzabile per l’individuazione di ogni singolo valore rilevante. Fermo restando la possibilità per ogni Stato di determinare regole applicative sue proprie, la base comune di valutazione dovrebbe essere compiuta su un’analisi comparativa che analizzi l’intero ciclo di vita del prodotto, così da poterne valutare in maniera complessiva le sue qualità ecologiche.

199 In questo contesto, le certificazioni ambientali forniscono un contributo importante alla valorizzazione dei prodotti ecocompatibili e alla incentivazione di comportamenti e scelte ecosostenibili, sia da parte dei consumatori che da parte delle imprese. Il diritto in materia di certificazioni ambientali assume pertanto un ruolo determinante nel processo di trasformazione del ciclo produttivo dell’impresa e dell’economia in senso ecosostenibile.

Nonostante sia ancora aperto il dibattito circa gli effettivi benefici che l’ambiente ha tratto dall’applicazione degli ecolabel, grazie a tali schemi di certificazione è possibile perseguire obiettivi di sostenibilità e di diffusione di prodotti a ridotto impatto ambientale, in quanto e se questi comunichino informazioni certe ed affidabili. In particolar modo, le certificazioni ambientali di tipo I permettono alle imprese di rivolgersi ad un ente terzo ed imparziale per qualificare e certificare i propri prodotti che rispettano i principi di sostenibilità ambientale e conseguentemente di comunicarlo ai consumatori. Dal lato di questi ultimi poi, la presenza sul prodotto di un ecolabel concesso da un’istituzione terza li aiuta a riconoscere i prodotti a ridotto impatto ambientale, fornendogli garanzie circa l’attendibilità delle informazioni divulgate.

Per questi motivi, i marchi di qualità ecologica di tipo I hanno accresciuto la loro fama in tutto il mondo, ponendosi come utili strumenti di mercato per promuovere la prevenzione dell’inquinamento e la sostenibilità dell’economia. Dal momento che ogni programma nazionale o interregionale riflette le diverse sensibilità ambientali, per evitare potenziali barriere commerciali e per facilitare la produzione più sostenibile a livello mondiale, è apparsa la necessità di sviluppare programmi di riconoscimento reciproco e di stabilire criteri base comuni.

Da quanto sopra riportato si può evincere che nella teoria gli ecolabel garantiscono un grande potenziale circa l’efficacia economica ed ambientale. Tuttavia, nella pratica molti sono i fattori che vanno considerati al fine di comprendere se le certificazioni ambientali svolgono un ruolo effettivo nel favorire il divulgarsi di uno sviluppo in chiave sostenibile.

Nello specifico, lo studio comparatistico ha fatto emergere come sia di fondamentale importanza che gli schemi di certificazione ambientale abbiano un elevato grado di credibilità. Senza tale caratteristica, infatti, i consumatori non saranno indotti all’acquisto di prodotti certificati come ambientalmente preferibili e ugualmente le aziende non avranno nessun interesse nell’investire capitali in un aspetto che non ha un