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La politica ambientale dei Paesi nordici

2. Il “Nordic Model” e la “Nordic Co-operation”

2.1. La politica ambientale dei Paesi nordici

Le innumerevoli dichiarazioni d’intenti e l’atteggiamento posto in essere dai governi dei Paesi del Nord Europa hanno evidenziato le c.d. “buone pratiche” messe in essere nel corso degli anni da tali governi. Ad oggi, tuttavia, non si rinvengono studi che possano indicare in maniera scientifica in che misura il modello nordico abbia effettivamente influenzato le politiche ambientali messe in atto nei paesi di riferimento o se al contrario l’interesse dell’Organo sovrastatale per la politica ambientale sia solo uno dei tanti ambiti in cui si è deciso di operare di comune accordo. Quello che però può essere sicuramente affermato è come la cooperazione tra i Paesi della regione del Nord Europa abbia favorito l’ideazione e la messa in pratica di una politica volta alla tutela dell’ambiente di ampio respiro e non invece riguardante un singolo stato e/o una problematica contingente.

347 Cfr. NORDIC COUNCIL OF MINISTERS, Nordic Co-operation, Copenhagen, Nordic Council of Ministers, Copenhagen, 2011, p. 11.

151 Ad aiutare il grande sviluppo delle politiche riguardanti la protezione della natura è stata poi la conformazione stessa dei territori scandinavi, costituiti da grandi distese, spesso disabitate. L’intento è sempre stato quello di mantenere incontaminati tali spazi, soprattutto in seguito al maggior sfruttamento del suolo dovuto all’aumento dell’industrializzazione, conseguenza anche della globalizzazione. Al di là della stretta realizzazione delle politiche ambientali, gli scandinavi hanno anche adottato da tempo uno stile di vita molto sano, ponendo in essere piccole buone pratiche, come ad esempio quella di spostarsi in bicicletta, di avere grande attenzione allo smistamento e riciclaggio dei rifiuti, utilizzare costruzioni ecologiche ed energie rinnovabili. Ciò deriva dall’amore degli abitanti di tali terre per la natura, dimostrato anche dalla legge chiamata “Allemansrätten” (che letteralmente significa “diritto d’accesso alla natura”), la quale permette ad ogni cittadino di accedere ai fondi – anche privati - ed usufruire dei suoi spazi e dei suoi frutti348.

Prendendo in esame quanto avvenuto nel Nord Europa nel corso degli ultimi quaranta anni, ci si avvede immediatamente come i Paesi nordici abbiano raggiunto risultati significativi, grazie anche al lavoro sinergico volto a tutelare l’ambiente. L’intento comune di tali Stati è sempre stato quello di coniugare lo sviluppo ecosostenibile della società alla crescita economica e al benessere della stessa, attuando così un’ambiziosa politica ambientale che contribuisca a migliorare non solo lo stato della natura nella regione nordica ma anche il livello di vita delle rispettive popolazioni. La necessità di uno sviluppo della società in un’ottica di sostenibilità è fortemente sentito, tanto da portare all’adozione della “Declaration on a Sustainable Nordic Region” nel novembre del 1998 da parte dei Primi Ministri dei paesi nordici, nella quale si dichiara: “Noi, i Primi

Ministri di Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia, il Prefetto delle Isole Faroe, il Prefetto della Groenlandia e del Prefetto delle isole Åland, in accordo sul fatto che la promozione dello sviluppo sostenibile è una delle sfide chiave del il 21° secolo, e di essere pienamente consapevoli dell’importanza del nuovo Trattato di Amsterdam; delle conclusioni raggiunte nel corso della riunione del Consiglio europeo di Cardiff del 1998

348 Ai fini del presente lavoro basti dire che secondo tale principio la collettività ha il diritto di accedere ai fondi privati per passeggiare, raccogliere frutti o fiori selvatici e soggiornare in tenda per un periodo limitato con l’unica condizione di non cagionare danni materiali al fondo né violare la sfera personale del proprietario. Questa prospettiva è del tutto rovesciata rispetto a quella di civil law e di common law, dal momento che il potere di esclusione dei terzi può avvenire solo nel caso in cui questi ledono un interesse concreto. Per una più approfondita analisi sul punto cfr. F. VALGUARNERA, Accesso alla natura tra ideologia e diritto, Torino, Giappichelli Editore, 2014.

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sullo sviluppo sostenibile dell’Unione europea; del lavoro svolto in connessione con la dimensione settentrionale della politica dell'UE; di un’Agenda 21 per la regione del Mar Baltico (Baltic 21); delle attività dei AEPS (ora il Consiglio artico); della dichiarazione del Barents Euro-Arctic Council e della cooperazione emersa dalla nostra dichiarazione congiunta rilasciata a Bergen sulla fornitura di energia sostenibile nei paesi che si affacciano sul Mar Baltico, concordano sul fatto che i seguenti obiettivi dovrebbero servire da base per lo sviluppo di una regione nordica sostenibile e lo sviluppo sostenibile nelle nostre immediate vicinanze: 1 . Alle generazioni presenti e future deve essere assicurata un’esistenza sicura e una vita sana. 2. Una società sostenibile deve essere basata sulla democrazia, sulla trasparenza e sulla partecipazione alla cooperazione locale, regionale e nazionale. 3. La biodiversità e la produttività degli ecosistemi devono essere preservati. 4. Le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti nell’aria, nel suolo e nell’acqua non devono superare la capacità di auto-regolazione dell’ambiente naturale, cioè i livelli di carico critico sugli ecosistemi. 5. Le risorse naturali rinnovabili devono essere utilizzate e protette efficientemente tenendo conto della loro capacità di rinnovarsi, cioè l’utilizzazione delle risorse naturali rinnovabili non deve superare il loro tasso di rigenerazione a lungo termine. 6. Le risorse naturali non rinnovabili devono essere utilizzate in modo tale che siano tutelati i cicli naturali e che le alternative rinnovabili siano sviluppate e supportate. 7. Sforzi devono essere compiuti per promuovere e mantenere un elevato livello di consapevolezza pubblica della misura e dei processi necessari per conseguire uno sviluppo sostenibile. 8. Costanti sforzi dovrebbero essere fatti per promuovere il principio di sviluppo sostenibile. 9. Deve essere sottolineato il ruolo dei popoli indigeni nel determinare lo sviluppo sostenibile. 10. Nel corso del tempo, sforzi dovrebbero essere fatti per vietare l’uso di sostanze xenobiotiche e sostanze nocive per le persone e la natura. 11. Dovrebbero essere adottati i necessari approcci innovativi per incoraggiare l'utilizzo più efficiente di energia e delle risorse naturali. Rispetto a tali obiettivi, con la presente Commissione, il Consiglio nordico dei ministri elabora una strategia intersettoriale per lo sviluppo sostenibile nella regione nordica e delle aree adiacenti. La strategia dovrebbe concentrarsi su aree di interesse comune per i Paesi nordici, dove questi ultimi sono particolarmente attrezzati per contribuire allo sviluppo sostenibile e in cui la cooperazione nordica crea uno speciale valore aggiunto. L'incarico dovrebbe essere completato entro il 2000”349.

349 [Traduzione mia] Cfr.: “We, the Prime Ministers of Denmark, Finland, Iceland, Norway and Sweden, the Prefect of the Faroe Islands, the Prefect of Greenland and the Prefect of the Åland

153 I dati dimostrano come questi Stati siano riusciti a conseguire riduzioni significative delle principali fonti inquinanti oltre a stabilire netti miglioramenti della qualità ambientale locale e regionale, nonostante abbiano mantenuto un tasso di crescita economica al pari di altri paesi.

Dopo un inizio in cui furono impiegati principalmente strumenti di “command and control”, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, oltre a mettere in essere tali pratiche in maniera più flessibile, si è optato al contempo sia per l’uso di politiche economiche, quali ad esempio tasse sulle fonti inquinanti o l’emission treading, sia per un incremento significativo delle attività d’informazione ai consumatori e produttori, dalla sponsorizzazione delle eco-etichette e dei c.d. appalti verdi.

Era stato notato come lo strumento economico non sempre riusciva a coprire in maniera sufficiente o, a maggior ragione, risolvere tutte le problematiche ambientali e ad incentivare significativamente comportamenti ecosostenibili. Al contrario, spesso sono risultati necessari l’utilizzo di altri mezzi per far fruttare al massimo gli sforzi messi in atto in campo ambientale, strumenti che sono stati principalmente individuati negli Islands, in agreement that the promotion of sustainable development is one of the key challenges of the 21 st century, and being fully aware of the importance of the new Treaty of Amsterdam; of the conclusions reached at the meeting of the European Council in Cardiff in 1998 on the sustainable development of the European Union; of the work undertaken in connection with the Northern Dimension of eu policy; of an Agenda 21 for the Baltic Sea region, (Baltic 21); of the activities of th e aeps (now the Arctic Council); of the Barents Euro-Arctic Council declaration; and of cooperation resulting from our joint declaration issued in Bergen on sustainable energy supply in the countries bordering the Baltic Sea, agree that the following objectives should serve as a basis for the development of a sustainable Nordic region and sustainable development in our immediate vicinity: 1. Present and future generations must be assured a secure existence and a healthy life. 2. A sustainable society must be based on democracy, openness and participation in local, regional and national cooperation. 3. Biodiversity and the productivity of ecosystems must be preserved. 4. Emissions and discharges of pollutants into air, soil and water must not exceed the self -regulating capability of the natural environment, i.e. critical load levels on ecosystems. 5. Renewable natural resources must be utilised and protected efficiently within their capacity to renew themselves, i.e. the utilisation of renewable natural resources must not exceed their rate of regeneration in the long term. 6. Non-renewable natural resources must be utilised in such a way that natural ecocycles ar e safeguarded and renewable alternatives are developed and supported. 7. Efforts must be made to promote and maintain a high level of public awareness of the measures and processes necessary to achieve sustainable development. 8. Continued efforts should be made to mainstream the principle of sustainable development. 9. The role of indigenous peoples in bringing about sustainable development must be emphasised. 10. Over time, efforts should be made to ban the use of xenobiotic substances and substances harmful to people and nature. 11. The necessary innovative approaches should be adopted to encourage more efficient energy and natural resource utilisation. In pursuance of these objectives, we hereby commission the Nordic Council of Ministers to draw up an intersectoral strategy for sustainable development in the Nordic region and the Adjacent Areas. The strategy should focus on areas of common interest to the Nordic countries, where the latter are especially equipped to contribute to sustainable development, a nd where Nordic cooperation creates special added value. The assignment should be completed by 2000”. Cfr. Declaration on a Sustainable Nordic Region, adottata dai Primi Ministri della Danimarca, Finlandia, Svezia e Norvegia il 9 novembre 1998.

154 accordi volontari e nelle eco-etichette. Più specificamente, queste ultime si dimostrano essere particolarmente efficaci poiché contribuiscono facilmente ad aumentare la consapevolezza dei consumatori e dei produttori circa i comportamenti che possono tenere per favorire uno sviluppo ecosostenibile dell’intero Pianeta.

Con la crisi economica iniziata nel 2008, poi, il focus sullo sviluppo sostenibile e sulla necessità di mettere in pratica comportamenti che implichino un oggettivo risparmio di risorse è aumentato in maniera esponenziale, tanto da incentivare la ricerca e gli investimenti per la creazione di una società più ecosostenibile350.

Attualmente tali Paesi stanno lavorando energicamente per aumentare l’efficienza delle risorse, delle tecnologie verdi e ambientali, sia a livello di singoli stati che tramite l’attuazione del piano d’azione per l’eco-innovazione europeo (EcoAP)351, oltre che

ponendo grande impegno nella sponsorizzazione dell’uso più proficuo delle risorse e delle tecnologie ecocompatibili già presenti sul mercato.

L’idea alla base dello sviluppo sostenibile nei Paesi nordici risulta essere quella di un intervento a 360°, il quale richiede che tutti i settori della società siano coinvolti e prendano in considerazione il problema della salvaguardia dell’ambiente naturale. L’intento è, infatti, sia quello di mitigare i cambiamenti climatici, attraverso la promozione delle fonti energetiche locali e rinnovabili, la riduzione della dipendenza dalle importazioni e il miglioramento della sicurezza energetica, sia quello di aumentare la consapevolezza dei cittadini circa le questioni ambientali anche per il tramite di iniziative locali volte a promuovere un consumo sostenibile, come quelle lanciate dalle aziende municipalizzate, ampiamente presenti su questi territori. Ad esempio vengono dati incentivi per l’uso di energie pulite, mentre sono scoraggiati gli usi di combustibili fossili e gasolio attraverso l’introduzione di tasse. Altre pratiche sono volte invece a favorire la ricerca volta all’individuazione di nuovi mezzi produttivi che possano dimostrarsi più eco-friendly352. Le aziende municipalizzate hanno messo a punto azioni

con il fine di a promuovere la partecipazione dei cittadini alla definizione ed attuazione

350 Cfr. J. M. SKJELVIK, A. BRUVOLL, K. IBENHOLT, op. cit., pp. 23-24.

351 Il Piano di azione per l’eco-innovazione (ECOAP), è stato adottato dalla Commissione Europea nel dicembre 2011 e si basa sull’esperienza maturata fino a quel momento, relativa in particolare alla promozione dello sviluppo e dell’adozione dell’eco-innovazione in tutta Europa. Cfr Comunicazione della Commissione del 15 dicembre 2011, "Innovazione per un futuro sostenibile - Piano d’azione per l’ecoinnovazione (Eco-AP)", COM(2011) 899 def.

155 della politica di sviluppo sostenibile e assicurare l’integrazione dei problemi di sostenibilità ambientale con i processi di pianificazione locale353.

È però da aggiungere come, inevitabilmente, lo sviluppo della politica ambientale sia influenzato sempre più da quanto deciso a livello europeo, data l’appartenenza di alcuni Paesi della regione nordica all’Unione europea, e più in generale di come i rapporti con gli altri paesi comportino di relazionarsi e adeguarsi a quanto accade a livello internazionale. Oggi giorno, infatti, i paesi di tutto il mondo sono strettamente legati da rapporti commerciali che incidono sullo sviluppo delle strategie relative alla salvaguardia del clima e della società, senza poi contare che, come visto, le pratiche messe in atto dai Paesi scandinavi hanno una forte incidenza anche nei paesi limitrofi354.