«Sulla collina tufacea tra due strette vali solcate dal fosso Chiarano e della Mola, - scrive Cesare Panepuccia (1990) - rivolta a meridione e sviluppata a fuso intorno alla Rocca, è la cittadina di Castelnuovo di Porto, nell’alta Campagna Romana dominata dal profilo del Monte Soratte». Insediato forse sul luogo di un
oppidum capenate, poi divenuto colonia di veterani romani, l’insediamento antico
nacque lungo la Via Campana vetus, vale a dire la traversa, citata anche da Vitruvio, che metteva in comunicazione la Tiberina con la Flaminia, a cavallo tra due territori contigui dell’Etruria Meridionale: l’Ager Faliscus e l’Ager Capenas. Non è certa l’epoca del primo incastellamento, che si fa risalire ad opera del principe Alberico figlio di Marozia, che scacciato da Roma Ugo di Provenza resse la città da tiranno dal 932 al 954, facendo l’anno seguente eleggere Papa suo figlio, col nome di Giovanni XII. Effettivamente il toponimo di Castelnuovo fa ragionevolmente presumere l’esistenza di un insediamento preesistente che, distrutto, fu dunque ricostruito nell’XI secolo, quando citato come Castrum novum compare per la prima volta in una bolla di Gregorio VII a favore del Monastero di San Paolo fuori le mura, datata 1074, al quale spettava per metà. Del resto, proprio ai Benedettini sono da ascrivere le opere di presidio per il controllo e la difesa di queste terre. Solo più tardi fu aggiunto il nome di Porto, quando Castelnuovo entrò a far parte della Diocesi di Porto e Santa Ruffina, così chiamata per il grande scalo fatto costruire da Traiano, a sud-ovest di quello di Claudio divenuto allora inadeguato. Fu poi feudo dei Colonna: nell’ultimo decennio del XIII secolo la rocca risulta posseduta da Giacomo detto Sciarra, che vi fece eseguire opere fortificatorie. Nel 1453 Nicolò V promosse lavori di restauro alle muraglie del castello e al principio del Cinquecento Alessandro VI, a maggior difesa del luogo, lo guarnì di artiglierie. La Comunità ebbe i suoi Statuti per Sciarra Colonna figlio di Alessandro, i quali regolarono, tra le altre cose, il mercato, i tribunali e la giustizia. Nel 1581, cessato il principato, passò alla Reverenda Camera Apostolica. Il capoluogo è dominato dal fortilizio, di impianto quadrilatero, eretto su uno sperone tufaceo e protetto dal degradare naturale delle scarpate, dotato di un mastio che tuttora svetta a settentrione, e di un rivellino presso il vertice occidentale, andato perduto. Fatto edificare da Giacomo Colonna sul finire del Duecento, fu alla metà del XVI secolo riadattato a palazzo baronale. Intanto nel corso del Quattrocento opere di difesa erano state realizzate sul perimetro esterno dell’abitato, ora dotato di torrioni circolari collocati ai vertici della cinta, collegati da una spessa cortina muraria atta ormai ad assorbire gli attacchi delle nuove armi da fuoco. Si apre sul lato nord la Porta Maiori, segnata dall’emblema colonnese: ingresso per quanti giungono da Roma, è tuttora corredata della torre di guardia, mentre è stato demolito l’annesso corpo di difesa. Tra il castello e la porta si affaccia la collegiata di Santa Maia Assunta, integralmente
ricostruita tra il 1753 e il 1756, avviandone i lavori il cardinale Raniero Delci che molto vi contribuì con sue risorse, sul sito della fabbrica medievale della quale rimane soltanto la torre campanaria del XIII secolo. Dalla parte di ponente e di levante si ergono, rispettivamente, il Palazzo Paradisi ora Sede Municipale, e il Palazzo Miselli, barocco anch’esso, dove una targa commemora il soggiorno fattovi nel 1734 da Carlo III di Borbone, mentre andava alla conquista di Napoli. Prima di lui, Papa Clemente VIII fece la sua prima stazione a Castelnuovo di Porto, durante il viaggio per Ferrara, città che la Santa Sede rivendicava; ed ancora Giulio II della Rovere visitò questo paese nel settembre 1509, accompagnato da dieci cardinali. Vi pernottò anche Clemente VII il 5 ottobre 1529, recandosi incontro a Carlo V di Spagna, e vi ritornò il 18 novembre 1532 con quattordici cardinali e diciotto vescovi. Vi si fermò anche Paolo III il 3 settembre 1535, diretto a Perugia. In tempi più recenti, Pio VI fu ospitato da monsignor Miselli, commissario generale della Camera Apostolica, il 13 giugno 1782, tornando da Vienna dove si era portato per moderare l’iniziativa riformista dell’imperatore Giuseppe II d’Asburgo, mirata a provocare uno scisma1. Di Castelnuovo di Porto fu Giuseppe Miselli2, «Corriere maggiore delle Poste Pontifizie, che con generosa pietà hà fatti a questa sua patria molti benefizj»3. Fuori le mura, a pochi passi dal castro e sulla via di collegamento con la Flaminia, merita in ultimo di essere menzionata la chiesa della Madonna della Virtù, edificata a croce greca tra il 1672 e il 1674 su commissione di Antonio Degli Effetti, sul luogo in cui era venerata una immagine della Madonna col
Bambino e San Giovanni Battista: si presenta con un elegante pronao sostenuto
da tre esili colonne d’ordine tuscanico, ed un campaniletto a vela a due campate. Nell’annessa Sagrestia Nuova sono conservate le spoglie di San Giovanni, soldato e martire, rinvenute nel cimitero di Priscilla in Roma e qui traslate dal Degli Effetti per concessione di Clemente X. Recita una lapide, datata 1681: «Da virtutem contra
hostes tuos donec ponam scabellum pedum tuorum/ in die e virga virtutis tuae. Anno Domini MDCLXXXI A». Protettori del Comune sono Sant’Antonio abate, San
Filippo Neri e San Sebastiano martire4.
Riano
Il capoluogo di Riano, sito nel territorio già dell’Agro Capenate e collocato a metà strada fra la Flaminia e la Tiberina, è costruito su di una propaggine tufacea isolata, eccetto che dalla parte nord, da profondi scoscendimenti, dai colli che lo circondano e dal Prato di Santa Pace5. Il toponimo deriva forse dal gentilizio
romano Raius; si ha menzione del castrum Reiani nel 1159, allora ceduto dai fratelli
1 R. Clementi e C. Panepuccia, Castelnuovo di Porto: Città e territorio, Roma, Edizioni Kappa, 1990, pp. 13-15; 22-23; 25; 27; 31-32; 43; 48; 87-88; 102-103; 106; 108; 122.
2 Il viaggiatore moderno, Venezia, Presso Francesco Locatelli, 1775, pag. 12.
3 C.B. Piazza, La gerarchia cardinalizia, Roma, Nella Stamparia del Bernabò, 1703, pag. 108.
4 Clementi e Panepuccia, Castelnuovo, cit., pp. 54; 65-68.
5 Giorgio da Riano, Riano: Provincia di Roma: Notizie Storiche, Roma, Tip. Mura, 1968, pp. 8; 32.
Bernardo e Giovanni Roncioni al Papa Adriano IV, parte di un sistema difensivo del territorio di Castelnuovo di Porto6. Nel XIII secolo alla prima metà del XVI appartenne al monastero di San Paolo fuori le mura; passò quindi ai Cesi nel 1571 e ai Ruspoli nel 1710, quindi nel 1818 ai Boncompagni Ludovisi, principi di Piombino, che lo detennero fino al secolo scorso. «Politicamente i rianesi hanno sempre accettato il governo di coloro che hanno dominato in Roma e nello stato. Quando Napoleone I conquistò l’Italia - registra il padre Giorgio da Riano (1968) - anche in Riano il suo potere fece la sua apparizione». E così dopo il 1870, nel maniero che fu l’abitazione del signorotto e della sua famiglia, prese posto la nuova sede del Municipio. L’impianto del nucleo storico risale al Cinquecento. Il castello è in gran parte ancora cinto delle mura, sulle quali si apre, presso il versante nord-orientale, l’unica porta urbica, eretta nel 1713 da Francesco Maria Ruspoli, con arco di grossi massi bugnati e sovrapposta torre merlata. Vi è pure una stretta uscita, a metà di Via Regina Margherita, prima intitolata Via della Pietà a motivo di un’immagine della Madonna dinnanzi alla quale una compagnia di giovani ragazze, ogni sabato sera, cantavano le Litanie Lauretane. All’estremità opposta si erge il possente fortilizio, attestato fin dal XII secolo, ma a più riprese rimaneggiato: si presenta ora con la sua struttura a base quadrangolare, con torri circolari agli spigoli, eccezione fatta per l’austero torrione rettangolare che occupa il cantone di sud-est. Sulla prospiciente Piazza Piombino si attestano, quali quinte settentrionale e meridionale, rispettivamente la chiesa parrocchiale dell’Immacolata Concezione, integralmente ricostruita sul luogo dell’antica, atterrata nel 1738, per opera dello stesso Francesco Maria, e il Palazzo baronale, risalente alla fine del Cinquecento, sensibilmente manomesso7. Nel caseggiato compreso tra la porta e la piazza si aprono tre assi viari, già denominati, semplicemente, come Vicolo di Sotto, Vicolo di Mezzo e Vicolo di Sopra. All’esterno della cinta muraria si trova il Fontanone, settecentesco, con mascherone a testa leonina. Prende avvio da qui la strada che conduce alla Statale 3, dove si osserva una serie di vani scavati nel costone tufaceo che stringe la via dalla parte di mezzogiorno, ora usati come cantine o magazzini8. Lungo il tragitto, risalendo il percorso di crinale, presso l’odierno Cimitero si apprezza la chiesa di San Giorgio, patrono del Comune, che il Piazza (1703) ricorda «antichissima, […] su la sommità del Colle; che fù prima la Chiesa Parrocchiale»9. Poco più avanti, sulla cima del Colle Rosta non lontano dall’innesto sulla Consolare, si ergeva in passato il Convento della Madonna di Loreto, fabbricato dal cardinale Pier Donato Cesi nella seconda metà del Cinquecento: «il primo e l’unico istituto religioso di tutto il territorio»10.
6 A. Carbonara e G. Messineo, Via Flaminia, Roma, Libreria dello Stato, 1993, pag. 56.
7 Giorgio da Riano, Riano, cit., pp. 23-26; 33; 39-41; 92; 99.
8 Carbonara e Messineo, Via Flaminia, cit., pag. 58.
9 Piazza, La gerarchia, cit., pag. 97.
Il tracciato
Tav. 1: Google earth. Malborghetto di Roma (RM). Lat 42.052337° Lon 12.486914° elev 109 m alt 3,14 km (2018). Rosso: tracciato storico (punteggiato: tracciato perduto) - blu: tracciato attuale.
Tav. 2: Google earth. Osteriola di Riano Romano (RM). Lat 42.102477° Lon 12.498412° elev 209 m alt 3,14 km (2018). Rosso: tracciato storico - 1. Osteria del Fico - 2. Ex convento dei Cappuccini.
Tav. 3: Google earth. Castelnuovo di Porto (RM). Lat 42.125589° Lon 12.500615° elev 235 m alt 3,14 km (2018). Rosso: tracciato storico - blu: tracciato attuale - 3. Mola Paradisi - 4. Mola di mezzo - 5. Mola di sopra - 6. Torre di Belmonte - 7. Osteria del Pino - 8. Osteria dell'Angelo - 9. Chiesa dei SS. Agostino e Antonio abate - 10. Ospedale di Castelnuovo - 11. Ex chiesa di San Giovanni - 12. Stazione di Posta - 13. Memoria di Clarice Colonna.