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Terzo capitolo

3.5 Le categorie protette

Il positivismo giuridico riconosce ai soggetti deboli una tutela più ampia, con lo scopo di garantire loro il diritto fondamentale all’uguaglianza.

Il termine categorie protette è stato elaborato in ambito giuridico e viene utilizzato per indicare quelle categorie di soggetti caratterizzati da una particolare debolezza nel rapporto di lavoro dovuta a particolari condizioni fisiche o sociali, e quindi considerati meritevoli di una protezione più ampia che l’ordinamento garantisce e promuove attraverso la formulazione di misure

specifiche.

Il concetto di “soggetto protetto” in ambito lavorativo ha subito gli effetti di un atteggiamento più sensibile da parte degli ordinamenti nei confronti di numerosi soggetti definiti “deboli”. L’estensione di tale termine è venuta a comprendere coloro che hanno un impedimento fisico, includendo prima soggetti con evidente minorazione fisica, i ciechi e sordomuti, e garantendo infine la protezione ad ampie categorie, definite proprio per questo motivo "protette".

La legge-quadro del 1992 individua i soggetti aventi diritto, stabilendo che: “è persona handicappata colui che presenta una minorazione

fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione”38.

Si evince una marcata attenzione all’entità dello svantaggio sociale come principio di valutazione dell’handicap (cfr. cap.1). Si stabilisce inoltre, all’interno dello stesso articolo, che la persona handicappata ha diritto alle prestazioni stabilite in suo favore in relazione alla natura e alla consistenza della minorazione, alla capacità complessiva individuale residua e alla efficacia delle terapie riabilitative.

Si definisce la connotazione di gravità, che si presenta:

“qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia

personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo o globale nella sfera individuale o in quella di relazione”39.

38 Legge 5 febbraio 1992, n. 104, Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. Pubblicata in G. U. 17 febbraio 1992, n. 39, S.O. Art. 6. Reperibile al link http://www.handylex.org/stato/l050292.shtml

In tal caso viene riconosciuta priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici.

L’accertamento dell’handicap di cui all'art. 4, compete alle unità sanitarie locali mediante commissioni mediche di cui all’art. 1 della legge 15 ottobre 1990, n.29540, integrate da un operatore sociale e da un esperto dei casi da esaminare, in servizio presso le unità sanitarie locali, come sancito dall’art. 4 co.1.

La legge 68 del 1999 sancisce all’art.1 la sua applicazione con riferimento ai seguenti soggetti:

· Persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45 per cento, accertata dalle commissioni competenti per il riconoscimento dell’invalidità civile in conformità alla tabella indicativa delle percentuali di invalidità per minorazioni o malattie invalidanti approvata, ai sensi dell’art.2 del d. lgs. 23 novembre 1988, n.50941, dal Ministero della Sanità sulla base della

classificazione internazionale delle menomazioni elaborata dalla

Organizzazione mondiale della sanità (cfr. cap.1).

Bisogna osservare che la scienza medica individua nei portatori di handicap intellettivo coloro che costantemente sono affetti da un ritardo di tipo mentale, mentre distingue coloro che sono affetti da minorazioni psichiche e che, pur disponendo di una normale capacità di apprendimento, solo in alcuni momenti sono esposti a reazioni patologiche che ne rendono problematica la vita

40 Legge 15 ottobre 1990, n.295, "Modifiche ed integrazioni all'articolo 3 del D.L. 30 maggio 1988, n. 173 , convertito, con modificazioni, dalla L. 26 luglio 1988, n. 291, e successive modificazioni, in materia di revisione delle categorie delle minorazioni e malattie invalidanti", reperibile al link http://www.handylex.org/stato/l151090.shtml

41 Decreto legislativo 23 novembre 1988, n.509, Norme per la revisione delle categorie delle minorazioni e malattie invalidanti, nonché dei benefici previsti dalla legislazione vigente per le medesime categorie, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della legge 26 luglio 1988, numero 291, reperibile al link: http://www.handylex.org/stato/d231188.shtml

lavorativa.

· le persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33 per cento, accertata dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (INAIL) in base alle disposizioni vigenti.

· alle persone non vedenti o sordomute, di cui alle leggi 27 maggio 1970, n. 38242 e successive modificazioni, e 26 maggio 1970, n. 38143 e successive modificazioni; si definiscono non vedenti i ciechi assoluti, o coloro che hanno un residuo visivo non superiore a un decimo in entrambi gli occhi, con eventuale correzione, mentre sordomuti sono coloro i quali sono colpiti da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata.

· le persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio con minorazioni ascritte dalla prima all'ottava categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 91544, e successive modificazioni45.

Si rilevano trattamenti differenziati in base al tipo di disabilità presentata dal soggetto: le persone invalide dal lavoro infatti risultano più tutelati rispetto a quelle del primo sottogruppo, ossia gli invalidi civili per i quali è prevista una soglia di invalidità più alta46.

42 Legge 27 maggio 1970, n. 382, Disposizoni in materia di assistenza ai ciechi civili, reperibile al link: http://www.handylex.org/stato/l270570.shtml

43 Legge 26 maggio 1970, n. 381, Aumento del contributo ordinario dello Stato a favore dell'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza ai sordomuti, e delle misure dell'assegno di assistenza ai sordomuti, pubblicata nella GU 23 giugno 1970, n.156, reperibile al link: http://www.handylex.org/stato/l260570.shtml

44 DPR 23 dicembre 178, n. 915, Testo unico in materia di pensioni di guerra, reperibile al link: http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:presidente.repubblica:decreto:1978;915

45 Limena F., L'accesso al lavoro dei disabili, pgg. 28-39, Cedam, Padova, 2004

46 Angeloni S., L'aziendabilità. Il valore delle risorse disabili per l'azienda e il valore dell'azienda per le risorse disabili, pagg. 62-68, Franco Angeli, 2010

Per le categorie di orfani e dei coniugi di coloro che siano deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio, all'art. 18 si legge che:

“In attesa di una disciplina organica del diritto al lavoro degli orfani e dei

coniugi superstiti di coloro che siano deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio, ovvero in conseguenza dell'aggravarsi dell'invalidità riportata per tali cause, nonché dei coniugi e dei figli di soggetti riconosciuti grandi invalidi per causa di guerra, di servizio e di lavoro e dei profughi italiani rimpatriati, il cui status è riconosciuto ai sensi della legge 26 dicembre 1981, n. 763, è attribuita in favore di tali soggetti una quota di riserva, sul numero di dipendenti dei datori di lavoro pubblici e privati che occupano più di cinquanta dipendenti, pari a un punto percentuale e determinata secondo la disciplina di cui all'articolo 3, commi 3, 4 e 6, e all'articolo 4, commi 1, 2 e 3, della presente legge”47.

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