• Non ci sono risultati.

La gestione preventiva della disabilità

Capitolo Quinto

5.1 La gestione preventiva della disabilità

Come evidenziato nel capitolo precedente, il disability management (DM) può essere definito come un approccio che provvede ad attivare misure preventive per migliorare la salute dei lavoratori e ridurre l'impatto e i costi della disabilità, e misure successive di gestione della disabilità in azienda. Si tratta di un processo che mira a minimizzare il numero di infortuni e l'impatto della disabilità sulle capacità dei lavoratori, e a garantire agli stessi un'assistenza di alta qualità. La disabilità infatti, se non adeguatamente gestita, comporta per le aziende costi finanziari e costi umani rilevanti90, che verranno trattati nei successivi paragrafi.

La conoscenza del fenomeno infortunistico, insieme alla valutazione dei rischi, rappresenta il primo passo per attuare una efficace politica di prevenzione. La disponibilità di informazioni precise su dove, in quale misura, con quali modalità e secondo quali dinamiche si verificano gli infortuni sul lavoro consente infatti di indirizzare gli interventi sui settori più a rischio, in modo tale da massimizzare il successo degli interventi di prevenzione.

La prevenzione della disabilità pertanto prende avvio dalla valutazione degli infortuni verificatisi in passato, per individuare eventuali casi di negligenza aziendale su cui intervenire e l'esistenza di settori o categorie esposte ad un rischio maggiore.

I lavoratori, che hanno diritto ad un luogo di lavoro sicuro e rispettoso delle 90 La Torre G., De giusti M., Mannocci A., De Waure C., Agostinelli A., Schena S., Capelli G., Ricciardi W., Boccia A. and Disability management italian collaboration group, Disability Management: the application of preventive measures, health promotion and case management in Italy

norme, hanno il dovere di partecipare attivamente alla formazione relativa all'ambito della sicurezza, di rispettare le norme dettate dal datore di lavoro in materia e utilizzare i dispositivi di sicurezza che gli vengono messi a disposizione, oltre ad essere tenuti a comunicare eventuali carenze del sistema ed possibili soluzioni da apportare.

Tale forma di partecipazione si traduce in una maggiore responsabilizzazione del lavoratore che, attraverso il coinvolgimento diretto non solo sviluppa modelli di comportamento maggiormente orientati alla prevenzione, ma inoltre gode di maggiore riconoscimento e di conseguenza sviluppa un più ampio senso di appartenenza all'azienda91.

5.1.1 I costi della prevenzione

La prevenzione che viene spesso percepita esclusivamente come un costo da sostenere, è da considerarsi invece come un vero e proprio investimento, essendo il vantaggio economico che ne deriva superiore all'impegno finanziario prevenzionale. Come affermato dall'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, una strategia di SSL efficace, in termini di redditività degli investimenti riesce a rendere anche dodici volte l'investimento iniziale, ossia dodici euro di profitto per ogni euro investito. I costi della sicurezza possono essere ricondotti a tre tipologie:

 i costi di conformità, per adeguare gli impianti e le attrezzature;

 i costi per l'eliminazione dei rischi residui connessi alle macchine e agli impianti;

 i costi per l'informazione, la formazione, addestramento, aggiornamento del personale92.

91 Angeloni S., Il disability management integrato, nota 175 pag 65, Rirea, 2011 92 Angeloni S., Il disability management integrato, pag.68, nota 186, Rirea, 2011

I costi relativi agli investimenti comprendono:

1. investimenti in apparecchiature specifiche per SSL o costi addizionali o altri investimenti connessi con SSL;

2. investimenti addizionali in beni strumentali al fine di facilitare il buon funzionamento delle apparecchiature SSL, come ad esempio la ricostruzione di immobili;

3. costi di progettazione, consulenza e pianificazione degli investimenti; 4. costi addizionali per l'acquisto di prodotti di sostituzione;

5. costi per l'acquisto delle attrezzature di protezione;

6. costi del lavoro straordinario speso per riunioni, interventi di formazione, incentivazione alla partecipazione;

7. attività di gestione delle risorse umane e promozione della salute93. Il raggiungimento di adeguati livelli di prevenzione sul lavoro rappresenta un investimento per le seguenti ragioni:

1. Lavoratori sani producono di più ad un livello di qualità migliore;

2. Meno malattie indotte dal lavoro significano meno assenze per malattia, e questo porta costi inferiori e meno interruzioni nel processo produttivo; 3. Apparecchiature e ambiente di lavoro ottimali per le necessità lavorative portano una produttività maggiore, una qualità migliore e meno rischi per la sicurezza e la salute;

4. La riduzione di infortuni e di malattie significa meno danni e rischi più bassi dal punto di vista della responsabilità.94

93 OMS, Valutazioni economiche a livello aziendale, Documento n.2 della serie Tutela della salute dei lavoratori, 2002 reperibile al link: http://www.iacp.it/prosalute/documenti/Valutazione%20Costi %20Benefici% 20HPWP%20italiano.pdf

5.1.2 I Costi della non sicurezza

Una buona politica in materia di salute e sicurezza sul lavoro può essere un fattore determinante per aiutare le imprese a mantenere e migliorare il proprio rendimento economico95, oltre a gravare meno sulle risorse pubbliche.

Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali gravano sulle spalle dei lavoratori, che sono soggetti al rischio di subire infortuni, delle aziende e del resto della società.

L'Eurispes ha stimato che la riduzione del numero degli infortuni genererebbe un risparmio economico di 438 milioni di euro, nell'ipotesi di una diminuzione dell'1%.

Nel Rapporto Italia 2010 il numero di infortuni sul lavoro ammonta a 874.940, che corrisponde a circa 43 miliardi di euro, pari al 2,79% del PIL del 200896.

I costi derivanti da una scorretta gestione della sicurezza e della salute sul lavoro si distinguono in costi diretti, calcolabili con buona approssimazione, e costi indiretti, sottoposti ad una stima variabile.

I primi sono rappresentati da:  spese ospedaliere;  consulti medici;  riabilitazione;

 medicinali per la cura;

 perdita di produttività del lavoratore infortunato, una ristabilito il suo stato di salute.

95 Agenzia Europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, Aspetti economici della sicurezza e della salute sul lavoro, reperibile al link: https://osha.europa.eu/it/topics/business-aspects-of-osh/index_html

96 Da: Conquiste del lavoro-Quotidiano della CISL, Gli incidenti sul lavoro costano quasi il 3% del Pil reperibile al link: http://www.conquistedellavoro.it/cdl/it/Italia/Accordi_e_contratti/info1269576418.htm

 danni ai mezzi di produzione;

 incidenza delle interruzioni del lavoro sulla produzione;  sanzioni legali di vario genere;

 integrazione dei salari per la quota non coperta dalle assicurazioni. In Italia il datore di lavoro è obbligato a pagare al lavoratore infortunato l'intera retribuzione per la giornata nella quale è avvenuto l'evento lesivo e il 60 per cento nei tre giorni successivi. L'Inail corrisponde il 60 per cento della retribuzione media giornaliera fino al novantesimo giorno di malattia; il 75 per cento della retribuzione media giornaliera dal novantunesimo giorno fino alla guarigione clinica. L'azienda quindi è tenuta a integrare la retribuzione nei suddetti periodi per garantire all'infortunato il 100 per cento della retribuzione stessa97.

I costi indiretti fanno riferimento a quei costi non direttamente riferibili all'evento infortunistico, ma che incidono comunque in maniera rilevante:

 lariduzione della produttività della forza-lavoro dovuta all’infortunio;

 costi di sostituzione per l'assenza del lavoratore infortunato;  le ore di straordinario per recuperare il lavoro accumulato;

 costi delle attività di indagine, compilazione di verbali e rapporti con le autorità di controllo;

 costi di rieducazione, nel caso in cui il lavoratore venga assegnato ad una nuova mansione98.

97 Inail.it: Indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta. Ottenere e calcolare la prestazione. 98 Marconi S., Dirigente Inail Mantova, I costi della mancata prevenzione, 2011

Documenti correlati