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4. IL RILIEVO MATERICO

5.1. Fenomeni e cause del degrado

5.1.4. Cause del degrado

Un’altra importante distinzione per ciò che riguarda le cause del degrado, è tra fattori

ambientali e fattori antropici.

Le cause di degrado dei materiali lapidei dovuti all’ambiente, sono principalmente da porre in relazione alla penetrazione di acqua ed umidità e a particolari o sfavorevoli condizioni di esposizione agli agenti atmosferici. L'entità del degrado è comunque funzione sia dell'ambiente in cui il manufatto è inserito, sia della composizione e delle caratteristiche del materiale di cui è costituito: ogni materiale, infatti, tende ad adattarsi all’ambiente in cui è inserito.6

DEGRADO PER FATTORI AMBIENTALI

CAUSE AGENTI EFFETTI

Agenti meteorici Vento Pioggia Insolazione Erosione Disgregazione Dilavamento Alterazione cromatica Sbalzi termici Dilatazione termica

differenziale Disgregazione Soluzioni di continuità Gelo-disgelo Umidità Basse temperature Decoesione Disgregazione Fessurazione Fratturazione

Cristallizzazione salina Umidità Sali solubili Decoesione Disgregazione Polverizzazione Fessurazione Fratturazione

108 Per ciò che riguarda le alterazioni di origine antropica, queste possono essere distinte in azioni dirette e azioni indirette: le prime comportano in genere un’aggiunta o una sottrazione di materiale del manufatto, e sono dovute all’usura e alla fruizione del bene; mentre le seconde sono provocate dall’immissione di agenti inquinanti nell’aria o nel terreno, che accelerano i meccanismi di degrado naturale dei materiali lapidei.

DEGRADO ANTROPICO A Z IO N I D IR ET TE

Usura Normale fruizione

Uso improprio Usura Disgregazioni Fratturazioni Distacchi Interventi diretti sul manufatto Interventi di modificazione sul manufatto Restauri errati Efflorescenze Alterazioni cromatiche Distacchi Disgregazioni Mancata o errata manutenzione

Mancata gestione della flora Interventi di manutenzione non adeguati Efflorescenze Fratturazioni Distacchi Disgregazioni Vandalismo

Immissione di rifiuti vari Asportazioni vandaliche

Furti

Perdita di materiale storico Fratturazioni Distacchi A Z IO N I IN D IR ET TE Inquinamento Immissione di sostanze inquinanti nell'aria Immissione di sostanze

inquinanti nel terreno

Dilavamento Efflorescenze Alterazioni cromatiche

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5.2. La facciata

Al fine di elaborare un programma di manutenzione per la Cattedrale di Volterra, è stato condotto un rilievo del degrado della facciata e del prospetto laterale sud. Fondamentale, è stata la collaborazione con l’architetto Federica Fernandez, specialista nel restauro dei materiali lapidei.

L’elaborato grafico relativo al rilievo del degrado è presente negli Allegati 3A e 3B.

Il rilievo del degrado sulla facciata della Cattedrale inizia osservando i fenomeni di alterazione. Innanzi tutto si può riscontrare la presenza di una alterazione cromatica dovuta all’inserimento della catena metallica: in particolare, la colatura di ruggine è evidente sul capochiave sinistro, mentre a destra non si mostra lo stesso problema. Un’altra colatura dello stesso tipo si ha in corrispondenza del piccolo rosone della navata destra: la rete metallica a protezione dell’apertura ha rilasciato ossidi di ferro sulla cornice in pietra panchina.

Fig.1 e 2. Alterazioni cromatiche dovute al rilascio di ossidi di ferro.7

In generale i fenomeni di degrado su questo prospetto, si combinano e si sovrappongono: si evidenziano incrostazioni e patine biologiche piuttosto diffuse sia sugli elementi lapidei in pietra panchina o tufo, che sui giunti di malta, questi ultimi visibili solo in alcuni punti.

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Fig.3. Patina biologica diffusamente presente Fig.4. Incrostazione sul cornicione dovuta al

sulle superfici esterne della Cattedrale.8 ruscellamento dell’acqua piovana,

in corrispondenza della mancanza (rottura) del manto di copertura.9

Fig.5. Incrostazioni e patina biologica sulla Fig.6. Incrostazioni sul capitello del portale

cornice in tufo e sulla muratura adiacente marmoreo. Si vedono tracce rossastre, al rosone in facciata.10 probabilmente riconducibili a una antica

tinteggiatura.

8 Foto dell’autrice. 9 Foto dell’Ing. Gino Cenci.

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111 I fenomeni della patina biologica e dell’incrostazione sono particolarmente sviluppati negli elementi decorativi in tufo sul timpano della facciata: soprattutto nelle zone modanate e nelle parti più intromesse, dove il dilavamento è meno attivo, le incrostazioni diventano più scure e tenaci.

Fig.7. Capitello in tufo delle colonnine Fig.8. Mensola in tufo degli archetti pensili in

presenti sulla sommità del timpano.11 corrispondenza delle navate laterali.12

Fig. 9 e 10. Vista delle colonnine e archetti sul timpano: sono presenti numerosi

fenomeni di degrado: deposito superficiale, patina biologica, incrostazioni, presenza di vegetazione, oltre che distacco degli elementi.13

11 Foto dell’autrice. 12 Foto dell’autrice. 13 Foto dell’autrice.

112 Ulteriori fenomeni di degrado con apporto di materiale sono quelli relativi al deposito superficiale, colonie di licheni bianchi, neri e arancioni e vegetazione superiore.

Il deposito superficiale si colloca soprattutto al di sopra dei cornicioni: pulviscolo e guano ne sono la causa principale.

Fig.11 Deposito superficiale al di sopra del cornicione in facciata.14

Fig.12 Dettaglio della presenza di colonie di licheni in facciata.15

Fig.13 Dettaglio della presenza di efflorescenze saline nei giunti di malta.16

Come si vede dalle foto di dettaglio, colonie di licheni sono state riscontrate diffusamente sulla muratura della facciata, mentre l’efflorescenza si presenta esclusivamente in prossimità di interventi eseguiti con malta cementizia: il cemento, infatti, contiene ettringite e thaumasite, due sali a reticolo molto espandibile che quando evaporano si cristallizzano sulla superfice.

14 Foto dell’autrice. 15 Foto dell’autrice. 16 Foto dell’autrice.

5. IL RILIEVO DEL DEGRADO

113 Infine si riscontra la presenza di vegetazione superiore in diverse zone della facciata.

Fig. 14 e 15. Vegetazione presente sulla sommità del timpano.17

Per quanto riguarda i fenomeni di degrado con asporto di materiale, uno dei più diffusi è l’alveolizzazione: in alcuni punti interessa il singolo blocco, in altri, zone più ampie. In certi casi il fenomeno prende origine da piccole cavità già presenti naturalmente nei blocchi lapidei, che possono essere ricondotte alla presenza di resti di conchiglie fossili: talvolta questi sono ancora presenti e ben visibili.

Fig.16. Alveolizzazione diffusa sulla facciata.18 Fig.17.Reperti fossili in un blocco lapideo.19

17 Foto dell’autrice. 18 Foto dell’autrice. 19 Foto dell’autrice.

114 In alcuni punti delle cornici sono state riscontrate delle mancanze.

Mentre per quanto riguarda le lesioni individuate, queste si sviluppano principalmente nei giunti di malta e sono legate ai problemi strutturali del monumento.

Le fessurazioni che riguardano il materiale si presentano essenzialmente in presenza delle scagliature, infatti, molte aree del prospetto sono interessate dal fenomeno della scagliatura: sotto minime sollecitazioni meccaniche al tatto, questo tipo di degrado nasconde la disgregazione e polverizzazione del materiale. Talvolta la formazione delle scaglie è preceduta da un rigonfiamento dello strato superficiale.

Fig.18. Rigonfiamento e scagliatura del materiale lapideo.20

Fig.19. Scagliatura negli elementi dell’arco Fig.20.Materiale lapideo polverizzato al di a sinistra del portale. sotto delle scaglie.21

20 Foto dell’autrice. 21 Foto dell’autrice.

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5.3. Il prospetto laterale Sud

L’analisi del prospetto laterale Sud ha evidenziato l’assenza di fenomeni di alterazione, ma, come tutti gli elementi lapidei sottoposti alle azioni ambientali di elevata umidità, è diffusa la formazione di incrostazioni e patine di origine biologica – tra cui colonie di licheni.

Sebbene i fenomeni di degrado siano tra loro sovrapposti, è necessario sottolineare che la parete della Cattedrale prospicente via Turazza, si trova orientata a Sud-Est e quindi è particolarmente esposta ai fenomeni ventosi di Libeccio. Questo fatto ha determinato un forte deterioramento delle superfici: i fenomeni di degrado più diffusi si collocano, quindi, tra quelli con asporto di materiale: alveolizzazione, scagliatura e erosione eolica.

L’elaborato grafico relativo al rilievo del degrado è presente negli Allegati 4A e 4B.

Fig.1 Licheni alla base di una colonna del prospetto.22

Fig.2 Patina biologica sull’epigrafe in marmo sul fianco destro.23

22 Foto dell’autrice. 23 Foto dell’autrice.

116 Come nel caso della facciata principale, è stata riscontrata la presenza di numerose colonie di licheni, i quali danno al prospetto un aspetto grigio-verde. Nelle zone più intromesse, in cui si ha maggiore ristagno di acqua, è probabile che si abbia la formazione anche di muschi.

Fig.3 Compresenza di dei fenomeni di scagliatura, incrostazioni, patina biologica.24

Fig.4 Deposito superficiale alla base del prospetto, con presenza di vegetazione.25

24 Foto dell’architetto Giorgio Bascià. 25 Foto dell’autrice.

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Fig.5 Patina biologica diffusa sulla superficie, colonie di licheni e alveolizzazione.26

Fig.6 Cavità in un blocco, probabilmente Fig.7Fenomeno di alveolizzazione su di riconducibile alla presenza di reperti fossili.27 un blocco in pietra panchina.28

Fig.8 Erosione di un blocco in pietra serena.29

26 Foto dell’autrice. 27 Foto dell’autrice. 28 Foto dell’autrice.

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Fig.9 Alveolizzazione diffusa.30 Fig.10 Scagliatura di un elemento in pietra serena.31

Fig.11 Fenomeni di scagliatura e alveolizzazione diffusi sulla parete.32

29 Foto dell’autrice. 30 Foto dell’autrice. 31 Foto dell’autrice. 32 Foto dell’autrice.

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