• Non ci sono risultati.

2. L’INDAGINE STORICA

2.2. Lo sviluppo della Cattedrale

2.2.5. I restauri Ottocenteschi

Nel secolo XIX, più precisamente negli anni 1842-1843, la Cattedrale subì altri interventi e lavori di restauro sia in relazione alla statica dell’edificio, che alla ripresa degli apparati decorativi: i lavori furono affidati al giovane architetto Francesco Mazzei, designato Ingegnere Comunitativo di Volterra, coadiuvato dall’architetto volterrano Aristodemo Solaini53.

Il vescovo, Monsignor Gaetano Incontri, sul disegno del Solaini fece costruire a proprie spese il presbiterio in marmo e la gradinata attraverso cui accedervi (come già detto in precedenza); fu, inoltre, messo in opera il monumento al vescovo Francesco Gaetano Incontri, sulla controfacciata destra della Cattedrale.

I cassettoni delle navate minori, ormai intarlati e pericolanti –guaste e cadenti soffitte laterali54 - furono abbattuti e sostituiti con le attuali volte in muratura, e gli stemmi che vi erano rappresentati furono riprodotti dal fiorentino Gaetano Gori sopra gli intercolumni della navata centrale, dove si osservano ancora oggi. Il Gori dipinse, inoltre, in un mese, a finte bozze bianche e grigie imitanti il marmo tutte le pareti della chiesa, secondo la tipica bicromia del gotico toscano, tranne il coro, la cui volta per mezzo di piccole contro volte fu ridotta a cupola.

Fu rifatto il pavimento del transetto e delle navate, sostituendo all’antico in cotto che, ormai indecente e corroso, non permetteva il passeggiarvi con piè sicuro55, ambrogette di marmo bianche e grigie.

Si rinnovarono le basi delle colonne, le quali per esser composte con moli di pietra

commesse con poca regolarità e proporzione, furono alquanto corrette e coperte, dal

tirolese Martinetti, di una scagliola che finge il granito rosso orientale56 e furono risarciti i capitelli in stucco che dovevano aver perduto la doratura, lasciandoli bianchi a gesso.

53 T. Callai, Indice Generale delle materie, Op. cit. 54 A. Cinci, Guida di Volterra, Op. cit.

55 T. Callai, Indice Generale delle materie, Op. cit.

2. L’INDAGINE STORICA

27 Si eliminò una antica balza in pietra che correva lungo le pareti della chiesa, come ricorda Callai, infatti: lungo le muraglie eravi un marciapiede e serviva ancora di scalino

agli altari, ma rendeva più anguste all’occhio le navate laterali. Questo fu giudiziosamente demolito. 57

Una curiosità riguarda il fatto che, al di sotto della quota del pavimento, furono rinvenute delle preesistenze: in particolare Repetti riferisce che dovendo ricostruire i

fondamenti del presbiterio si trovarono le tracce di un semicerchio smaltato in mosaico a colori molto simile a quello delle tre navate ch’era stato trovato un braccio sotto al pavimento attuale e si pensò che potesse essere la traccia dell’antico recinto corale.58

È interessante, inoltre, sottolineare come, durante i lavori del restauro ottocentesco, si poterono apprezzare le caratteristiche dei materiali e le tecniche costruttive del corpo basilicale. A tal proposito infatti il Callai racconta che nel 1842, epoca in cui fu messo

mano al restauro della Cattedrale, vi fu luogo di osservare minutamente il tutto e fu riscontrato che tutto il corpo della chiesa fu costruito con bozze esattamente levigate e scarpellate - destinate a rimanere quindi in vista - gli archi soprapposti alle colonne sono anche essi pure di pietre dello stesso genere. Mole di pietra soprapposte l’une all’altre forman le colonne, ed il piedistallo non consiste che in collare di pietra di Fiesole sovrapposto ad un piedistallo di simil materia, e ciò per sostituzione all’antico, divenuto oltremodo mostruoso; lo zoccolo è interrato di un braccio sotto l’attual pavimento avendo riscontrato nella suddetta epoca che alla surriferita profondità ve n’era un altro a mosaico, ed è opinione che fosse alzato il piano del corpo della chiesa, al tempo in cui fu riunita colla chiesa di San Ottaviano, ad oggetto di rendere meno vistoso il diversivo del piano dell’una coll’altra.59

Nello stesso periodo si notò la particolare tendenza delle colonne del lato sinistro della chiesa a pendere verso est e si vide che esse non posavano direttamente sullo zoccolo, mentre dal lato opposto mostravano una ampia fessura. Terzo Callai attribuisce questa situazione ad un movimento della chiesa primitiva, infatti scrive: è da notarsi che la

57 T. Callai, Indice Generale delle Materie, Op. cit.

58 Emanuele Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Firenze, Coi tipi di A. Tonfani,

1833

28

chiesa primitiva fece una mossa (forse nel primo tempo della costruzione) ed è questo il motivo per cui molte colonne pendono verso Levante-Scirocco, e ciò confermasi dall’essersi osservato nel 1842 che dette colonne, specialmente quelle dalla parte del pulpito, non posavano totalmente sul piedistallo o zoccolo sottoposto al pavimento più moderno, ma da parte di Tramontana-Maestro lasciavano un’ ampia fessura, quale fu creduto bene doversi riempire più che altro con zeppe di ferro.60

Grazie alle indagini svolte recentemente è stato possibile notare che il rivestimento in stucco è più spesso (fino a 8-9 cm) nel lato dove l’inclinazione è meno pronunciata, e più sottile dalla parte opposta: un evidente tentativo di correzione ottica condotto durante i restauri.

Sempre durante questi lavori fu riscontrato, cosa veramente singolare, che tra la terza

e quinta colonna della navata a contatto colla canonica, vi era un arco solo assai magnifico, esso pure costruito alla foggia romana, e ridotto quindi a due archi malfatti di pietre informi61, il che porterebbe a pensare alla presenza in questa area del

pergamo o anche di un organo, poi soppresso. L'arco in questione è quello che si vede tutt’oggi nel sottotetto della navata laterale sinistra; qui si possono vedere anche le tracce delle monofore che nelle impianto romanico si aprivano sulla navata maggiore e, sul lato opposto, verso l'esterno della stessa navata, si notano parti di affresco che evidentemente facevano parte della decorazione delle pareti nella stessa epoca, in quanto sono all'altezza delle mensole dove poggiavano le travi di copertura.62

È probabile che i lavori eseguiti in Cattedrale in questi anni siano stati interessati dagli effetti degli eventi sismici di quell’epoca: in particolare, è interessante ricordare come nel 1846 si scatenò un violento terremoto, di magnitudo 6.1 con epicentro Orciano Pisano (circa 50 km a Nord-Ovest di Volterra), che determinò notevoli danni anche negli altri edifici della città.

In vari documenti dell’epoca viene descritto che in città, dove vivevano più di undicimila abitanti, furono danneggiate le carceri (cadde la volta di una camerata di detenuti causando otto feriti), l’episcopio, il Duomo, il collegio dei padri Scolopi, anche il seminario Vescovile subì gravi lesioni, mentre la chiesa di Sant’ Alessandro e la chiesa

60 T. Callai, Indice Generale delle Materie, Op. cit. 61 Ibidem

2. L’INDAGINE STORICA

29 e il convento dei Monaci degli Angioli furono ridotti in rovina. Le torri annesse al Palazzo dei Priori e del Pretorio furono gravemente danneggiate: la caduta di una pietra dal Palazzo dei Priori provocò anche un morto. Danni gravi vi furono anche nelle campagne adiacenti. 63

Allo stesso periodo va attribuita l’edificazione della cappella della Misericordia, costruita in appoggio al fianco meridionale della chiesa, sul luogo dell’antico cimitero.

Costruzione della cappella Della Misericordia sul fianco destro della Cattedrale lungo Via Turazza: questa configurazione corrisponde a quella attuale.

30

Documenti correlati