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2. L’INDAGINE STORICA

3.1. Gli esterni

3.1.1. Ovest: la facciata

La facciata principale della Cattedrale.3

All'esterno, sulla piazza San Giovanni di fronte al Battistero, anche la facciata principale si presenta come il frutto di più fasi edilizie: a frontone, con due spioventi laterali che rivelano la larghezza delle navate e l'inclinazione del tetto, è spartita in tre registri sovrapposti da due sottili cornici marcapiano ed è ripartita in campiture regolari da quattro paraste che scandiscono verticalmente la superficie.

Nel registro superiore, gli spioventi laterali sono conclusi da una sequenza di archeggiature in tufo con mensole variamente scolpite, sormontate da una cornice decorata. Al centro delle archeggiature è un oculo bordato da una fascia con intarsi in marmo bianco e verde. Al di sotto della cornice che sottolinea il frontone, il comparto centrale include un grande rosone circolare, che si insinua nella cornice e nel timpano

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51 del registro soprastante: la sua sproporzione fa pensare ad un rimaneggiamento posteriore.

Nel registro intermedio, sei archetti pensili romanico - pisani a destra e altrettanti a sinistra seguono l'inclinazione del tetto. A tal proposito, osservando una stampa che raffigura la Cattedrale intorno al 1800, si può notare come la parte sinistra non presentasse questi archetti. Il motivo può essere riscontrato nel fatto che su questo lato della facciata si trovasse un antico campanile, poi demolito. Probabilmente la decorazione è frutto di un’operazione di “sistemazione” realizzata solo in un secondo momento, in modo che il fronte principale apparisse simmetrico e ordinato.

Veduta della Cattedrale di Volterra tratta dal celebre "Viaggio Pittorico della Toscana"

di Francesco Fontani. L'opera fu per la prima volta pubblicato a Firenze da Giuseppe Tofani, tra il 1801 ed il 1803. 4

4 Immagine e informazioni tratte dal sito <https://www.maremagnum.com/stampe/veduta-della-

52 In corrispondenza delle navate laterali si aprono due piccoli oculi passanti, sostituiti poi nella loro funzione dalle due più ampie aperture del registro sottostante, che risalgono all’epoca del rifacimento delle coperture interne.

L’aspetto dell’attuale facciata è lo stesso descritto dal Leoncini nel 1869: ai lati di

questo prospetto e proprio sulle due linee che rincorrono con gli interni colonnati, sorgon da terra due costoloni o pilastri che si addossano alla facciata fino in sommità, e quivi fiancheggiano una mostra di galleria ad arcate sorrette da otto piccole colonne, che digradano in guisa da formare un frontone ad angolo ottuso. Poco più basso dal piano di questa mostra sei archi a manca ed altrettanti a dritta fan bordo al tetto delle navi laterali, seguendone l’inclinazione: e alcune finestre di forma circolare, orlate a larghe cornici commesse di marmi bianchi e scuri rifiniscono con bell’ordine la decorosa prospettiva.5

È probabile che originariamente le porte che si aprivano nella fronte del Duomo fossero tre, come si potrebbe dedurre da quella piccola che rimane a sinistra e che, per legge di simmetria, doveva avere la sua corrispondente dall'altro lato, secondo un partito decorativo attestato anche da altri edifici medievali, tra i quali la chiesa di Santa Maria a Chianni (Pisa). 6

A tal proposito il Leonicini sostiene che: tre erano forse le porte che si aprivano in

antico nella fronte del nostro Duomo: e sebbene io non conosca memorie di ciò che ne convincano, mi par ragionevole il dedurlo da quella porticciuola che, costruita chissà da quanto tempo, mostreggia a sinistra della facciata, e che per legge di simmetria dovette avere la sua corrispondente dall’altro lato. Non credo anzi improbabile che le tracce di questa terza porta restassero cancellate alla occasione di quei risarcimenti fatti eseguire da Paolo Maffei nel 1538 sul muro della nave destra […]. Vero è peraltro che in questa ipotesi le due anguste porticciuole sarebbero state più un opera d’ornamento che di comodità. – Il dottor Raffaello Paghini, che circa il 1780 tenne la carica di Operaio della Cattedrale, in un suo lavoro MS. sulla medesima, intitolato Opuscolo Patrio, esistente nella pubblica libreria, sostiene che la porticciola in discorso

5 Gaetano Leoncini, Illustrazione sulla Cattedrale di Volterra, Siena, Tipografia sordo-muti Luigi Lazzeri,

1869

6 Franco Alessandro Lessi, La chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo Cattedrale di Volterra – Notizie

Storiche, in “Chiese di Volterra”, a cura di P.G. Bocci, G. De Simone, F. A. Lessi, U. Bavoni, Firenze, Nardini, 2000, pag. 23-32

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era l’ingresso al Nartece Interiore, come portava la struttura propria dei templi dei primitivi Cristiani, e parla diffusamente del nartece anteriore, del lavacro, della porta Specieca e di altre apparenze del Duomo secondo l’antica sua forma. Alcuni poi si sono spacciati d’ogni questione col dire che la detta porta era stata costruita per il passaggio dei morti.7

Facciata della chiesa di Santa Maria a Chianni. 8

7 G. Leoncini, Illustrazione sulla cattedrale, Op. cit.

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Vista della facciata del Duomo di Volterra. 9

Nella parte centrale della facciata emerge il volume del portale duecentesco, con stipiti e architrave in marmo, che spicca sulla cortina muraria omogeneamente apparecchiata in calcare giallastro – la tradizionale arenaria locale, nota come “pietra panchina” o “pietra volterrana” – e tufo.

L’accesso, che reimpiega materiale di età antica, è inquadrato da una coppia di colonne sormontate da capitelli corinzi, sui quali si imposta una lunetta incorniciata da una doppia ghiera intagliata con motivi a ovuli, dentelli e astragali che racchiude al centro disegni geometrici a intaglio bicromo bianco e verde.

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55 A destra del portale figura un accesso più piccolo tamponato, sormontato da un semplice archivolto composto da sottili cunei in pietra e da un architrave liscio.

Una ulteriore apertura, detta porta di Sant’Ugo, per la sua vicinanza con il sarcofago del vescovo Ugo conservato all’interno, era anticamente presente lungo il fianco destro della Cattedrale, dove oggi sorgono l’oratorio della Misericordia e la cappella di San Carlo. Questa fu chiusa nel 1938 e il suo apparato scultoreo fu trasferito nel vicino Museo Diocesano.10

Facciata della Cattedrale volterrana in una stampa del 1890 di Stafforello Gustavo. 11

10 Le basiliche della provincia di Pisa: la Cattedrale di Volterra, il Duomo di Pisa, la Basilica di S. Piero a

Grado, a cura di APT, Pisa, 1999

11 Immagine tratta da: Stafforello Gustavo, La Patria – Geografia dell’Italia – Massa e Carrara, Lucca,

Pisa e Livorno, Torino, Unione Tipografico Editrice Torinese, 1896; ripresa dal sito <

56 In origine sembra che sul lato sinistro della facciata del Duomo sorgesse una torre campanaria innalzata contemporaneamente alla Cattedrale: ad essa fa menzione un capitolo del più vecchio statuto del comune, che prescriveva all’operaio del Duomo di

“turare finestras del campanile”12.

Alla torre si accedeva dall’interno del Duomo stesso tramite una porta vicino alla cappella dell'Annunziata; infatti, come testimoniato dal lascito testamentario di Paolo Inghirami del 1374, egli desiderava che fosse dipinta una immagine della Vergine Maria

“in facie campanilis” all’interno del Duomo, sopra la porta che immette nella cappella

delle Disciplinanti (oggi della Vergine Maria Addolorata). 13 Non sappiamo con esattezza che forma avesse questo campanile perché, minacciando di crollare, venne demolito nel 1493, quando non era più possibile consolidarlo, e ne venne costruito un altro dallo stesso lato, ma al di là della cappella della Vergine Maria14, come ne fa fede

la memoria incisa in quella fascia di marmo, che ad una certa altezza lo ricorre orizzontalmente nelle due facce che guardano la via del Crocefisso e l’ospedale.15 Una volta abbattuto il vecchio campanile si procedette alla ricostruzione della prima campata all’interno della chiesa: la prima colonna sinistra e i due archi di valico ad essa collegati sono lavorati con uno strumento a lama dentata il cui utilizzo è attestato solo in questi elementi architettonici. Nella soprastante porzione di muratura (visibile dal sottotetto della navata laterale sinistra) risulta evidente che per agganciare le nuove strutture fu demolito parte del cleristorio più antico fino circa a metà della seconda campata, tagliando gran parte della prima monofora. In questo punto la muratura è realizzata per lo più in conci di arenaria di reimpiego, posti in opera su filari regolari, allettati con abbondante malta lisciata sui giunti e i letti di posa.

12 Simona Bianchi, Urbanistica Medioevale di Volterra, Tesi di laurea, Università di Pisa, relatore Piero

Pierotti, a. a. 1995-1996

13 Ibidem

14 Enzo Carli, Volterra nel Medioevo e nel Rinascimento, Pisa, Pacini, 1978 15 G. Leoncini, Illustrazione sulla cattedrale, Op. cit.

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57 La demolizione del campanile comportò anche il parziale rifacimento della facciata: la mancanza dell’ingresso laterale sinistro e l’inserimento di un arco di scarico in mattoni nella parte superiore del prospetto, sottolineano l’originaria presenza del corpo di fabbrica e i restauri conseguenti al suo abbattimento.16

Vi sono notizie relativamente all’esistenza di un altro campanile dalla parte del cimitero, di questo ne è testimonianza un frammento dei primi del 1200 secondo cui furono costruite “quod ex parte campanilis veteris fuit pro maiore perte in cimiterio”.17

L’attuale Torre delle Campane è pianta quadrata di sei metri per lato, divisa orizzontalmente in cinque piani di varie altezze individuati da cornici più o meno aggettanti. Per ogni lato, dal basso verso l'alto, si rincorrono lungo la linea assiale della facciata tre bifore ed un occhio. La torre si stacca da un basamento in pietra che si allarga, sui tre lati liberi, a formare una seduta. La prima ripartizione dal basso è costituita da due cornici, tra le quali è interposta una fascia a decorazione bicroma, quasi un'anticipazione della Cattedrale e del Battistero: due bande grigie con una bianca centrale e, su questa, un'iscrizione che gira sui due lati d'angolo.

Originariamente era dotata di un altro piano ed era circa dieci metri più alta rispetto a oggi (misura 44 metri). La demolizione di una parte della sua altezza si rese necessaria per ragioni di stabilità a causa dei pericoli di rovina cagionati più che altro dalle

percosse dei fulmini – uno dei maggiori guasti che sofferse tra gli altri la torre provenne dal fulmine che la percosse il 26 marzo 1581, giorno del sabato santo. Un’altra causa consimile lo danneggiò notabilmente nel 1731.18

Importanti lavori di restauro della copertura furono eseguiti nel 1933, con l’eliminazione della balaustra – documentata dalle stampe del 1800 e del 1890 – e la ricostruzione dell’intero cornicione, determinandone nell'aspetto odierno.19

16 M. A. Causarano, La Cattedrale di Volterra: primi studi sugli elevati, in “VIII Congresso Nazionale di

Archeologia Medievale”, a cura di F. Sogliani, B. Gargiulo, E. Annunziata, V. Vitale All’Insegna del Giglio, Sesto Fiorentino (FI), 2018

17 S. Bianchi, Urbanistica Medioevale di Volterra, Op. cit. 18 G. Leoncini, Illustrazione sulla cattedrale, Op. cit.

19 E. Karwacka Codini, P. Bertoncini Sabatini, La vicenda architettonica e storica del complesso

monumentale del Duomo di Volterra, in “Quaderno del Laboratorio universitario volterrano XIV, 2009/2010”, Pisa, Tipografia di Agnano, 2011

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Il campanile oggi.20 Ingrandimento della stampa Veduta della Cattedrale di Volterra (1800) 21

Vista del Battistero di san Giovanni e del campanile di Volterra in una stampa del 1890 di Stafforello Gustavo. 22

20 Immagine tratta dal sito <http://mapio.net/pic/p-77099138/>

21 Immagine tratta dal sito <https://www.maremagnum.com/stampe/veduta-della-cattedrale-di-

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59 Un campanile simile, fatto costruire al tempo del cardinale Giovanni dei Medici nel 1482 su disegno del Sansovino, si trova a Bolsena nel santuario dei Santi Giorgio e Cristina: è probabile che i volterrani abbiano chiesto il disegno per il loro campanile insieme alla commissione del fonte battesimale che si trova nel Battistero, e che il Sansovino eseguì nel 1502. 23

Santuario Basilica di Santa Cristina a Bolsena (Viterbo). 24

I problemi statici relativamente all’area dove sorgeva l’antico campanile, si erano probabilmente già manifestati all’epoca della sua demolizione e risultano oggi particolarmente evidenti: la parete di controfacciata, infatti, è visibilmente distaccata dal fianco della navata maggiore.

A tale problema si tentò di porre rimedio tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento con l’inserimento di una lunga catena metallica che si andava ad agganciare al fianco nord del cleristorio.

Come risulta evidente anche da queste testimonianze fotografiche, nella prima immagine (fine XIX secolo) non sono presenti i capochiave delle catene metalliche, visibili invece nella seconda (inizio XX secolo) e nell’immagine seguente, del 1925.

22 Immagine tratta da: Stafforello Gustavo, La Patria – Geografia dell’Italia – Massa e Carrara, Lucca,

Pisa e Livorno, Op. Cit. ripresa dal sito <https://territoridel900.wordpress.com/2017/04/05/strafforello- gustavo-volterra-1890-cattedrale-2/comment-page-1/>

23 Informazioni tratte dal sito

<http://www.comune.volterra.pi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/73>

24 Immagine tratta dal sito <https://viaggimedievali.com/2017/09/11/5-meravigliosi-luoghi-spirituali-

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Foto del fronte della Cattedrale risalenti alla fine del XIX secolo – inizio XX secolo.25

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Evidente distacco tra la contrafacciata (a sinistra) e il cleristorio sinistro, con presenza di materiale di riempimento.26

La Cattedrale di Volterra in una cartolina del 1925.27

Benché tale intervento non sia documentato, è probabile che sia stato realizzato anche seguito di alcuni eventi sismici che hanno incrementato ulteriormente lo strapiombo della facciata. A tal proposito, a cavallo del secolo, si possono ricordare i seguenti terremoti che hanno avuto epicentro in zone limitrofe a Volterra.

26 Foto dell’autrice.

27 Immagine tratta dal sito <https://www.subito.it/hobby-collezionismo/volterra-cattedrale-vicenza-

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Anno Area massimi effetti28 Magnitudo

1846 Orciano Pisano 5.7 - 6.1 1848 Tegoia (Siena) 4.8 -5.5 1849 Casaglia (Pisa) 4.8 1853 Siena 4.6 - 4.8 1859 Siena 4.4 - 4.8 1867 Siena 4.1 - 4.8 1869 Siena 4.8 - 5.2

1869 San Gimignano (Siena) 4.9 - 5.2

1871 Guardistallo (Pisa) 5.1

1871 Radda in Chianti (Siena) 4.6 - 5.2

1877 Chianti (Firenze) 4.8

1887 Impruneta (Firenze) 4.4 - 4.8 1890 Colle Val D'Elsa (Siena) 4.5 - 4.6 1890 Colle Val D'Elsa (Siena) 4.5 - 4.6

1894 Livorno 4.1 - 4.6

1895 Impruneta (Firenze) 5.1 - 5.5 1895 Chianti (Firenze) 4.5 - 5 1897 San Gimignano (Siena) 4.2 - 5 1897 Pontedera (Pisa) 4.2 - 4.8 1897 Carmignano (Prato) 4.5 - 5

1897 Pienza 4.8 - 5.2

1899 Valle del Bisenzio 5.1

1901 Colle Val D'Elsa (Siena) 4.7 1906 Colle Val D'Elsa (Siena) 4.3 - 5 1907 Radda in Chianti (Siena) 4.1 - 5.2

1908 Sovicille (Siena) 4.8 1909 Senese 5.3 - 5.6 1911 Chianti (Firenze) 4.3 - 5.3 1914 Livornese 4.3 1915 Marsica (Roma) 7 1917 Val Tiberina 5.2 - 5.9 1918 Corazzano (Pisa) 3.7 - 4.9 1919 Mugello 5.1 - 6.3 1920 Senese 4.1 1925 Colline metallifere 4.3 1925 Abbadia (Siena) 4.6 1928 Montalcino (Siena) 4.8 1929 Mugello 5.1 1930 Marche settentrionali 5.8

28 Le informazioni sono state tabellate incrociando i dati dei seguenti siti internet:

<http://www.firenzemeteo.it/terremoti/terremoti-piu-forti-di-sempre-in-toscana.php> <http://terremoti.ingv.it/it/>

3. L’INDAGINE ARCH ITETTONICA

63 In relazione al famoso terremoto del 1846 di Orciano Pisano, Leopoldo II di Lorena nelle sue memorie scrive che il podestà gli aveva comunicato che a Volterra (che all’epoca contava più di undicimila abitanti) la scossa aveva causato dei danni alle carceri: era caduta la volta di una camerata di detenuti causando otto feriti. Anche qualche altra costruzione vicina aveva subito lesioni. Furono danneggiati l’episcopio, il Duomo, il collegio dei padri Scolopi; gravi lesioni al seminario Vescovile; la chiesa di San Alessandro fu ridotta in rovina così come la chiesa e il convento dei Monaci degli Angioli. Le torri annesse al Palazzo dei Priori e del Pretorio furono gravemente danneggiate; vi fu un morto causato dalla caduta di una pietra dal Palazzo dei Priori. Danni gravi vi furono nelle campagne adiacenti.29

Per quanto riguarda invece il terremoto del 1899, nelle fonti analizzate si fa più volte riferimento alla caduta di "volterrane" (un tipo di volta costruita con mattoni messi di taglio, caratteristica dell’architettura di Volterra). La scossa causò il tremolio di piccoli oggetti e fu avvertita da molte persone allo stato di quiete.30

29 Informazioni tratte dal sito <http://storing.ingv.it/cfti/cfti5/> che si riferisce ai seguenti testi:

Biblioteca Marucelliana di Firenze, Manoscritti, D.10/28, c.278r, Quadro statistico delle Comunità delle Colline pisane, e della Valle di Cecina danneggiate dal terremoto del 14 Agosto 1846, 1846;

Leopoldo II di Lorena, Il governo di famiglia in Toscana. Le memorie del granduca Leopoldo II di Lorena (1824-1859), a cura di F. Pesendorfer, Firenze, 1987;

L. Pilla, Istoria del tremuoto che ha devastato i paesi della costa toscana il dì 14 agosto 1846 (ristampa anastatica, Sala Bolognese 1985), Pisa, 1846;

G. Tabani, Del terremoto accaduto in Toscana il 14 agosto 1846, Pisa, 1846;

C. Tellini, Relazioni storiche dei danni cagionati dal tremuoto nel dì 14 agosto 1846 nelle colline pisane e nelle città di Livorno, Pisa e Volterra, Livorno, 1846;

Tremuoti di Toscana nel mese di agosto 1846, in "Annali universali di statistica, economia pubblica, geografia, storia, viaggi e commercio", a.23, s.II, vol.9, pp.284-290, Milano, 1846;

Biblioteca Marucelliana di Firenze, Manoscritti, D.10/28, cc.284, Lettera all’ingegnere Carlo Martelli, Volterra 20 agosto 1846, 1846

30 Informazioni tratte dal sito <http://storing.ingv.it/cfti/cfti5/> che si riferisce ai seguenti testi:

Archivio dell’Ufficio Centrale di Ecologia Agraria, Cartoline macrosismiche pervenute all’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Roma relative al terremoto del 26 giugno 1899;

A. Cancani, Notizie sui terremoti osservati in Italia durante l’anno 1899, Regio Ufficio Centrale di

Meteorologia e Geodinamica, in appendice al "Bollettino della Società Sismologica Italiana", vol.6 (1900- 1901), Modena, 1900.

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