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Capitolo II. Il danno da contagio per via ematica: aspetti general

II.5. Le possibili cause della scarsità di pronunce italiane sul danno da contagio nel panorama

II.5.1 Cenni sull’esperienza statunitense

Negli USA, per esempio, la giurisprudenza si è lungamente impegnata a chiarire se la fornitura di sangue caratterizzi la prestazione di un service ovvero la fornitura di un product ai fini dell’applicazione della product liability267.

In effetti, anticipando un’analisi che sarà compiutamente svolta a tempo debito, i quasi cinquant’anni trascorsi dal landmark Perlmutter v.

Beth David Hospital268, – in occasione del quale, quando la Section

402A del Restatement Second of Torts del 1965 non aveva ancora portato sugli scudi la product liability, si ragionò in termini contrattuali

lega il giurista alla necessità dello studio e della comprensione dei momenti anteriori della nostra vita giuridica: quelli per avventura più squisitamente “nostri”, i quali debbono essere rivendicati (ma, prim’ancora, conosciuti) non per condurre verso isolazionismi o improbabili protagonismi, ma precisamente per la ragione opposta: per meglio dialogare con i flussi giuridici che ci vengono dal di fuori”.

267 L’esperienza statunitense in tema di danno da trasfusione e da emoderivati

infetti è al centro dello studio di DI COSTANZO, Il danno da trasfusione ed emoderivati

infetti, op. cit., la quale afferma subito che “il contenzioso più ampio in materia si è

svolto negli Stati nordamericani, là dove è nata e si è sviluppata l’intera problematica” (id., 13).

268 308 N.Y. 100, 123 N.E. 2d 792 (1954).

agio non possa

re che assicurano il funzi

per sancire l’inapplicabilità della implied warranty liability al sangue infetto somministrato ad una paziente durante un ricovero ospedaliero, sul presupposto che la fornitura di sangue infetto da agenti virali dall’ospedale alla paziente non potesse venire autonomamente considerata nell’ambito di un normale rapporto di compravendita (con l’effetto di rendere applicabile la implied warranty of fitness contemplata nella Section 2-315 dello Uniform Commercial Code, per l’inidoneità del bene alienato allo scopo per il quale il compratore lo aveva acquistato, confidando nel fatto che il venditore, conoscendo tale intento, gli fornisse un bene atto a soddisfarlo), ma integrasse una prestazione strumentale al (ed al tempo stesso inscindibile dal) contratto di cura corrente fra la paziente e la struttura ospedaliera, onde evitare l’applicazione di uno standard di responsabilità oggettiva alla fattispecie269 – e la nutrita litigation che dal 1954 ad oggi non ha mai smesso di esprimere il desiderio di giustizia compensativa e retributiva dei tanti cittadini americani che hanno seguitato ad essere contagiati da trasfusioni di sangue infetto, inducono a condividere l’idea che l’occhio del comparatista interessato al problema del danno da cont

fare a meno di soffermarsi sull’esperienza statunitense.

Tuttavia l’analisi diacronica del case-law d’oltreatlantico in tema di danno da contagio, specie se posta a confronto con l’altrettanto ricca (e, peraltro, ancor più risalente) casistica giurisprudenziale francese sull’argomento, autorizza a ritenere che in questo caso la più volte celebrata (e coraggiosa) capacità del legal process statunitense di distillare soluzioni concettualmente innovative per la gestione sociale del danno - si pensi, per fermarsi ai primi esempi utili, alla stessa

product liability o alle innovative soluzioni (il pensiero corre alla market share liability) escogitate in tema di mass tort litigation - sia

stata in questo caso messa in crisi dall’adozione di una public policy ispirata all’imperativo di evitare l’allocazione sistematica del costo sociale delle trasfusioni infette alle struttu

onamento del sistema sangue statunitense.

269 Sul punto il resoconto di DI COSTANZO, Il danno da trasfusione ed

emoderivati infetti, cit., 14 ss. 122

Dopo essersi consolidata nell’arena politica con l’emanazione dei c.d. blood shield statutes (provvedimenti legislativi ad hoc attraverso cui quasi tutte le assemblee legislative statali statunitensi hanno positivizzato la soluzione giuridica avallata nel leading Perlmutter, stabilendo che il sangue fornito dai blood bankers non possa essere considerato un prodotto, ma un servizio di natura professionale), questa

policy mirante a schermare gli operatori del blood system statunitense

dagli effetti della strict liability ha impedito alle corti di rinegoziare i termini della soluzione operazionale iniziale (ch’esse stesse in un primo tempo avevano enucleato per fare in modo che il danno da contagio restasse là dove era caduto), sì da tener conto dell’innovazione scientifica e tecnologica che negli anni ha modificato l’attività trasfu

nel su

ancor più dal rifiuto di riconoscere al sangue la natura economica (e la qualificazione giuridica) di prodotto270, il sistema sangue statunitense (o sionale, del potere di prevenzione dei soggetti agenti in questo settore e, di riflesso, delle caratteristiche stesse del rischio trasfusionale.

Come si vedrà meglio nel corso della nostra indagine, ciò fa ipotizzare che il risultato tenuto fermo dal legal process statunitense nel corso degli anni – implementare una regola di responsabilità che non accolli sistematicamente il costo sociale del danno da contagio ai soggetti privati no-profit che curano la fornitura del sangue – trovi giustificazione guardando alle peculiari caratteristiche istituzionali dell’American Blood System: la ragione di public policy opposta all’inasprimento delle regole di responsabilità applicabili ai fornitori di sangue ha sempre coinciso con la volontà di non turbare i fragili equilibri istituzionali di un settore gestito esclusivamente da operatori privati (ed in maggioranza non profit), secondo un modello di mercato reso imperfetto dall’ambigua natura giuridica assunta nell’ordinamento statunitense dal sangue, un prodotto distribuito a prezzi di mercato, che

o costo veicola la remunerazione per i suoi costi di produzione, ma che non internalizza il costo dei danni che può provocare.

Si vedrà in seguito come, operando secondo la logica di un mercato imperfetto, segnato dalla natura no-profit dei suoi agenti ed

270 E’ questo uno dei problemi sottesi alla circolazione giuridica dei doni, v.J.

L.SCHROEDER, Pandora's Amphora: The Ambiguity of Gifts, 46 UCLA L. Rev. 815

(1999); M.J.RADIN, Contested Commodities, Cambridge, Mass., London, 1996, 107;

meglio: la sua struttura istituzionale) abbia imposto al legal process (qui inteso nella sua accezione più vasta, comprendente l’interazione fra corti e legislatori con la mediazione della dottrina) di ancorare l’assetto della responsabilità del fornitore di sangue ad un modello valutativo - lo standard di professional care – idoneo ad impedire che il sistema si facesse carico dei costi sociali potenziali connessi all’impiego della peculiare risorsa distribuita dal sistema stesso.