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Il fortissimo sviluppo urbano che investì le città europee nel XII secolo generò importanti cambiamenti anche nella diffusione della cultura. Fino ad allora il sapere, con poche eccezioni, era confinato (ma allo stesso tempo preservato) nei monasteri; tutti i più grandi intellettuali erano monaci e si erano formati nelle abbazie: bastino come esempi Alcuino di York, Giovanni Scoto Eriugena e importanti cronisti come Beda, Paolo Diacono e Rodolfo il Glabro. L’ultima grande scuola monastica, presso l’abbazia di Bec, ebbe come maggiori rappresentanti Lanfranco di Pavia e soprattutto Anselmo d’Aosta, entrambi poi arcivescovi di Canterbury.

Nel XII secolo non mancarono monaci che furono intellettuali di assoluto rilievo; la cultura rimaneva saldamente nelle mani dei chierici, ma il sapere dai monasteri stava migrando verso le realtà cittadine, il quel periodo in forte sviluppo. Nate nel secolo precedente, si affermarono infatti prima le scuole cattedrali, soprattutto in Francia (le più importanti furono Laon, Chartres e Parigi) seguite dalle università.32

32 Sulla cultura del XII secolo e sui suoi protagonisti cfr. ARNALDI Girolamo (a cura di), Le origini delle

università, Bologna, Il Mulino, 1974; BRIZZI Gian Paolo - VERGER Jaques (a cura di), Le università

dell’Europa. La nascita dell’università, Cinisello Balsamo, Silvana, 1990; DRONKE Peter (edited by), A

History of Twelfth-Century Western Philosophy, Cambridge, Cambridge University Press, 1988; GREGORY

Tullio, Anima mundi. La filosofia di Guglielmo di Conches e la Scuola di Chartres, Firenze, Sansoni, 1955; LE GOFF Jaques, Gli intellettuali nel medioevo, trad. di Cesare Giardini, Milano, Mondadori, 2008 [ed. orig.

La parola d’ordine per l’intellettuale del XII secolo era l’esempio degli antichi. Colui che meglio di chiunque altro interpretò questo pensiero fu Bernardo di Chartres con la celebre immagine riportata da Giovanni di Salisbury nel Metalogicon:

Dicebat Bernardus Carnotensis nos esse quasi nanos gigantum umeris insidentes, ut possimus plura eis et remotiora videre, non utique proprii visus acumine, aut eminentia corporis, sed quia in altum subvehimur et extollimur magnitudine gigantea..33

Le Goff ha descritto così questi nuovi maestri:

Gli antichi sono degli specialisti che trovano il loro posto in un insegnamento specializzato – quello delle arti liberali, delle discipline scolastiche – più e meglio dei Santi Padri e della Scrittura che devono essere piuttosto riservati alla Teologia. L’intellettuale del XII secolo è un professionista, con i suoi materiali, quelli ereditati dagli Antichi, e i suoi metodi, primo dei quali è l’imitazione degli Antichi.34

Mentre la scuola di Chartres tramontò nel corso del secolo, Parigi divenne il centro culturale più importante d’Europa, soprattutto nell’insegnamento di filosofia e teologia, polo d’attrazione di fama internazionale. Nella Francia del XII secolo insegnarono o studiarono i più importanti intellettuali dell’epoca: solo per citare i più importanti, Bernardo e Teodorico di Chartres, Guglielmo di Champeaux, Guglielmo di Conches, Bernardo Silvestre, Pietro Abelardo, Ugo di San Vittore, Gilberto di Poitiers, Pietro Lombardo, Giovanni di Salisbury e Pietro il Cantore. L’appoggio a questi nuovi movimenti intellettuali non fu unanime e numerose furono le voci dubbiose o contrarie alle nuove tendenze culturali: Bernardo di Chiaravalle, convinto sostenitore del ritorno alla purezza e al rigore del monachesimo primitivo, si fece portavoce di un pensiero chiaramente rivolto alla mistica e alla contemplazione; guardò quindi con preoccupazione lo sviluppo delle scuole urbane, soprattutto lo studio parigino, e le tendenze razionalistiche nell’approccio alle questioni di fede e alle Scritture.35

In Italia invece fiorirono gli studi giuridici, spinti dalla riscoperta del diritto romano, con capofila Bologna, anch’essa destinazione di molti studenti stranieri. Quasi leggendaria è la figura di Irnerio che, secondo la tradizione, intorno al 1113 ricevette da Matilde di

Les intellectuels au Moyen Age, Paris, Editions du Seuil, 1957]; POTESTÀ Gian Luca - VIAN Giovanni,

Movimenti religiosi e intellettuali del XII secolo, in Storia del cristianesimo, Bologna, Il Mulino, 2010, p.

197-220; SOUTHERN Richard W., The Schools of Paris and the School of Chartres, in Renaissance and

renewal in the Twelfth Century, p. 113-137.

33 Ioannis Saresberiensis Metalogicon, III, 4 (CCCM 98, p. 116).

34 Le Goff, Gli intellettuali nel medioevo, p. 24.

35 Particolarmente intenso fu infatti lo scontro con Pietro Abelardo che venne condannato ai concili di Soissons e di Sens. Allo stesso modo riuscì a far condannare Arnaldo da Brescia ma nel 1148 non ottenne lo stesso risultato con Gilberto Porretano.

Canossa l’invito a “rinnovare i libri delle leggi”; quello fu l’input grazie al quale vennero poste le basi della futura Alma Mater Studiorum. Tradizione a parte, un lavoro di recupero del testo originario dei codici giustinianei, che all’epoca erano fortemente corrotti, era veramente necessario e il lavoro svolto a Bologna fu notevole. A Irnerio sarebbero succeduti quattro allievi, i cosiddetti quattro dottori: Bulgaro, Martino, Iacopo e Ugo. L’eredità di Irnerio fu ben investita perché in Europa la fama di Bologna negli studi giuridici non ebbe pari e ai suoi giuristi ricorse il Barbarossa cercando supporto per le sue pretese sui comuni italiani. Né le armi né Giustiniano riuscirono a fermare lo sviluppo delle autonomie cittadine, ma il diritto romano formò la base per quel diritto comune dell’Europa cristiana che nei secoli successivi, anche se solo parzialmente, divenne una realtà.36

Parallelamente agli studi civilistici, nel XII secolo anche la canonistica iniziò a darsi una forma più definita: nel 1140 circa Graziano, formatosi presso il monastero dei SS. Felice e Fortunato a Bologna, completò la Concordia discordantium canonum, noto più tardi come

Decretum, che rappresentò il primo tentativo (anche se il testo non ebbe carattere ufficiale)

di dare un ordine al variegato diritto canonico, appianando le tante contraddizioni presenti nella materia. Nel corso del secolo le collezioni canoniche iniziarono a essere testi ufficiali e lentamente andò affermandosi la figura del “papa legislatore” (che in questa attività mise in ombra la tradizionale fonte delle leggi ecclesiastiche, il Concilio), soprattutto con Alessandro III e Innocenzo III che produssero moltissime decretali che vennero aggiunte al Decretum originario.

Le nuove istituzioni culturali diedero impulso a notevoli cambiamenti sociali, soprattutto nelle città, dove il confine tra aristocratico e non aristocratico era più fluido che altrove. L’autorevolezza e il prestigio delle personalità legate agli ambienti accademici divenne nel tempo elevatissimo; ai professori erano spesso richiesti pareri e consulenze (alcuni giuristi divennero ricchissimi con queste pratiche), senza contare le posizioni legate a funzioni pubbliche: fu l’avvio del percorso che portò, alcuni secoli dopo, alla formazione della cosiddetta nobiltà di toga.

36 Sugli studi giuridici nel XII secolo cfr. CORTESE Ennio, Le grandi linee della storia giuridica medievale, Roma, Il Cigno Galileo Galilei, 2000; CORTESE Ennio, Il rinascimento giuridico medievale, Roma, Bulzoni, 1992; GROSSI Paolo, L’ordine giuridico medievale, Roma-Bari, Laterza, 1995; PADOVANI Andrea, Perché

chiedi il mio nome?: Dio, natura e diritto nel secolo XII, Torino, Giappichelli, 1997; RUSSEL Josiah C.,

Gratian, Irnerius, and the Early Schools of Bolohna, in Twelfth Century Studies, New York, AMS Press,