• Non ci sono risultati.

Figura 8: Isole della Laguna Veneta

Fonte: Atlante della Laguna: il geoportale della laguna, del territorio e della zona costiera di Venezia (www.silvenezia.it)

Per poter capire chiaramente come è formata Venezia bisogna innanzitutto dire che sorge in un sito dalle caratteristiche molto particolari, infatti essa sorge sulla laguna. La città si è sviluppata su terre insulari emergenti dalla laguna, tutte separate da canali e da ampie superfici acquee che solo in un secondo momento sono state unite da ponti; tuttavia sicuramente le terre emerse nel loro insieme sono ancora oggi meno estese rispetto alle superfici acquee che separano la città al suo interno. Nei primi periodi Venezia è poco più di un ―pugno‖ di isole edificate, ben separate le une dalle altre, ma sicuramente non tanto da non potersi identificare nel loro insieme. In ogni caso non c‘era solo questo esempio di nucleo di urbanizzazione, perché, già prima che si iniziasse a formare l‘attuale centro storico, in alcune isole della laguna come Torcello e Malamocco c‘erano dei nuclei abitativi (Mancuso, 2009).

La laguna di Venezia si estende oggi lungo un arco che va dalla foce del Sile (a Nord Est) sino a quella del Brenta, per una lunghezza massima di circa 55 chilometri e una larghezza variabile dagli 8 ai 14. Essa è formata da vasti specchi d‘acqua, attraversati da canali i quali molto spesso sono immediatamente individuabili in quanto sono delimitati da terre emerse (isole oppure, specie nella Laguna Nord, barene), mentre altre volte sono impercettibili in quanto le terre emerse si sono gradatamente ridotte. Inoltre la laguna si articola in tre bacini: il bacino del Lido, il bacino di Malamocco e il bacino di Chioggia, i quali sono assai diversi tra loro. (Mancuso, 2009)

Il centro del bacino centrosettentrionale è costituito ormai da paludi, che hanno cancellato le antiche saline di San Felice e di Bossolaro, altre contengono invece tracce di insediamenti insulari, in genere disabitati e completamente abbandonati (l‘Ossario, la Cura, Sant‘Arian, Motta dei Cunicci, Motta di San Lorenzo, la Salma). Solo l‘isola di Santa Giustina fa eccezione: su di essa è sorta una moderna azienda agricola.

Anche la gronda lagunare orientale, con gli insediamenti di Treporti, Lio Piccolo e Lio Maggiore, non è più abitata ormai da molti secoli; a testimonianza di questo sono rimasti alcuni edifici religiosi e pochi reperti archeologici (Mancuso, 2009).

Dove invece si possono trovare isole ancora abitate in questo bacino è lungo il canale che prolunga il corso del fiume Dese dove c‘è il complesso delle isole di Burano, Mazzorbo e Torcello, composte da caratteri morfologici e funzionali molto diversi tra loro ma strettamente integrati, quasi complementari.

In realtà Mazzorbo è congiunta a Burano da un ponte di legno; essa è semplicemente composta da alcune isole che si trovano lungo il canale che collega l‘intero insieme a Murano e a Venezia. Negli ultimi anni Mazzorbo si è relativamente estesa, assorbendo parte della domanda di nuove abitazioni di Burano stessa; in antichità comunque questa isola sicuramente raggiunse dimensioni considerevoli, infatti possiamo trovare ancora il Convento di Santa Caterina e alcuni edifici di epoca tardo- gotica. L‘isola di Burano ora è famosa in tutto il mondo per i suoi merletti39

e per le sue case colorate40; infatti il turista che visita il centro storico di Venezia per più giorni, difficilmente non fa una tappa sull‘isola di Burano.

A Nord troviamo l‘isola di Torcello, abitata da poche decine di persone (al suo massimo splendore era arrivata a 3.000 residenti) che si localizzano tutte attorno alla piazzetta dove è presente la Cattedrale di Santa Maria Assunta dell‘anno 639, la Chiesa di Santa Fosca (in tempi passati c‘erano ben sette chiese) e due palazzetti gotici ora adibiti a museo. Questo è il residuo di un centro urbano che era sede vescovile e godeva addirittura di una propria autonomia istituzionale ed amministrativa. Dal XV secolo Torcello inizia il suo declino, viene abbandonata e comincia a scomparire per l‘impaludamento provocato dai fiumi (Mancuso, 2009).

Allo stesso insieme appartiene anche l‘isola convento di San Francesco del Deserto, vicino all‘isola di Sant‘Erasmo. Essa è stata fondata nel XIII secolo assieme a San Lazzaro degli Armeni, ed è ormai l‘unica in tutta la Laguna a conservare la sua funzione originaria, mentre sul canale che unisce Burano a Murano si incontrano Madonna del Monte e San Giacomo in Palude che ormai sono in completo abbandono.

In questa parte di Laguna si trovano riunite tutte le diverse e superstiti forme di insediamento che storicamente hanno modellato il paesaggio lagunare.

Altre due isole, relativamente abitate, considerate sempre in un certo senso periferiche ma molto importanti per l‘agricoltura dei veneziani, sono Sant‘Erasmo e Vignole (le due isole assieme comprendono poco più di 700 abitanti) (Mancuso, 2009).

Se prendiamo in esame la Gronda di terraferma, il paesaggio è dominato dalle zone industriali di Marghera e dai quartieri residenziali di San Giuliano che anticipano la presenza di Mestre.

39 La lavorazione del merletto si diffuse nella Repubblica di Venezia nel 1500. Una forte spinta alla sua

espansione fu data dalla dogaressa Morosina Morosini (www.martinavidal.com/merletto-burano.php).

Un ulteriore centro urbanizzato presente nella Laguna di Venezia è il Lido, molto importante a livello turistico per i suoi stabilimenti balneari.

Al centro della laguna ci sono altri paesaggi urbani: oltre il centro storico di Venezia, troviamo l‘isola della Giudecca e Murano (Mancuso, 2009).

L‘isola di Murano è formata da cinque isole separate da un grande canale e da rii minori, collegate tra loro da ponti; è rinomata in tutto il mondo per la lavorazione del vetro, in particolar modo per il vetro soffiato. Questa isola, come le isole di Burano e Torcello, viene visitata da molti turisti ogni anno, i quali solitamente sono tutti turisti che hanno prima visitato il centro storico di Venezia.

Più a Sud si trovano i due bacini di Malamocco e Chioggia che formano l‘altra metà dell‘invaso lagunare e presentano una struttura morfologica e insediativa più semplice.

Infine sul litorale di Pellestrina ci sono alcuni centri litoranei che hanno conservato i caratteri del tessuto urbanistico ed edilizio originario e sono San Pietro in Volta, Portosecco e Pellestrina (F. Mancuso, 2009).

IV 2.1. I flussi turistici nel centro storico, a Murano e nelle isole della