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E CERIMONIALE SECENTESCO

So m m a r i o : I. F iere di mercanzie e Fiere di cambio. — II. La F iera di Lione e Carlo V : origine e disciplina delle Fiere di cambio genovesi di Besançon (1537-1577). — II I. Trasferimento dei banchi di cambio a Piacenza e p ri­

vilegi concessi dai Farnesi (1579-1621). — IV. Gli « assenti » di Spagna. — V. Le F ie re « di Besanzonc » a Novi (1622) ; crisi dell’attiv ità bancaria ge­

novese. — VI. Nuove Fiere di cambio a Piacenza ed accordi per restituirvi quelle genovesi. — VII. La polemica sui cambi. —· V ili. Provvedimenti della Repubblica per le Fiere e forzato ritardo della loro riconvocazione a Piacenza. — IX. Organizzazione delle Fiere di cambio. — X. La F iera « di P asqua » del 1641 : il Duca Odoardo rifiuta l’onore « del cappello » al Magi­

stra to di F iera. — XI. Uno scrittore genovese alla Corte ducale. — XII. Vi­

cende del contrasto fra il Magistrato di Fiera e il Farnese. — X III. Abban­

dono definitivo di Piacenza da parte delle Fiere della Repubblica. — XIV. Le F iere rista b ilite a Novi : loro attività. — XV. Nuovo vano tentativo dei F arn esi per restituire le Fiere di cambio a Piacenza (1651). — XVI. Sin­

tom i di decadenza ; le ultime vicende delle Fiere e strascichi della polemica sui cambi.

I.

L ’episodio che qui si rievoca (LV da una p arte conferm a la p re ­ p o n d e ra n te a u to rità che esercitò lungam ente Genova n ell’am bito

<lelle F ie re d i cambio in E u ro p a ; dalP altro m ostra come il fo rm ali­

sm o d e lla v ita politica del seicento non mancò di fa r sentire il suo peso p e rsin o nel campo degli affari, che sembrerebbe il più lontano d a influenze di ta l genere.

Le F ie re di cambio derivano da quelle di m ercanzia. D apprim a i due fenom eni sono fusi nella reciprocità delle loro funzioni, in

quan-(!) I docum enti sono in Archivio di Stato in Genova, L itterarum , filza 29/1986. L ’episodio non è del tutto sconosciuto: un breve cenno ne dà il

Ca s o n i negli Annali. Qui sì vuole illustrarlo e chiarirlo, precisando anche al­

cune notizie sulle Fiere di cambio genovesi conosciute in modo incompleto o a d d irittu ra inesatto.

110 O N O R A T O P A S T I N E

to lo scambio dei p ro d o tti im plica il g ir o d e lla m o n e t a ; m a c o n l ’i n ­ tensificarsi degli affari, di fro n te a l m o ltip lic a r s i d e l l e s p e c ie d e l numerario e al con tin uo v a ria re del lo ro v a lo re , il f e n o m e n o s i f a sempre più complesso.

L’evoluzione della vita econom ica te n d e a d e m a n c ip a r e i l f a t t o r e denaro dal fatto economico gen erale v e rso u n a f o r m a d i c o m m e r c i o di puri valori : le F ie re di cam bio si s g a n c ia n o così d a q u e l le d i m e r c i.

Giustamente il S apo ri, tr a t ta n d o d e ll’eco n o m ia m e d io e v a l e , c r i ­ tica nel Sombart l'a v e r tra s c u ra to il coefficiente n o te v o lis s im o d e lle Fiere, di cui il n o stro econom ista rile v a l a n o n p ic c o la i m p o r t a n z a come organi economici che d is c ip lin a ro n o e in p a r i t e m p o d ie d e r o impulso allo sviluppo e alla te cn ica d e g li scam b i i n t e r n a z i o n a l i .

Anche attrav erso la loro sp ecia liz zazio n e r iv o l ta a l l e o p e r a z i o n i del cambio, le F iere divennero fo n te e fo n d a m e n to d i i s t i t u t i , c h e si definirono e perfezionarono con il p r o g r e d ir e e l ’a l l a r g a r s i d e i r a p ­ porti economici.

Ora, in tu tto quel vasto njovim ento b a n c a rio e f i n a n z i a r i o n e l l a cui organizzazione l ’I ta lia , dal XV secolo a l p r in c ip io d e l X V I I , f u esempio e guida — come in ogni a l t r o c am p o — a t u t t e le n a z i o n i , un posto eminente sp e tta a ll’a t tiv i tà d el c a p ita le g e n o v e s e .

Nel quattrocento, ostaco late le re la z io n i con l ’o r i e n t e d a l l ’a v a n ­ zata ottomana, m entre in Genova si c e rc a d i a t t i n g e r e n u o v e f o n t i d i ricchezza dalle in d u s trie e da· a l tr e fo rm e d i tr a f f ic i, p r e n d e u n o sviluppo particolare il com mercio d el d a n a r o .

11 fenomeno risa le p e ra ltro ad e p o c a a s s a i p iù r e m o t a . L ’a t t i v i t à bancaria propriam ente d e tta , in p ie n a ev o lu zio n e a G e n o v a n e l d u e ­ cento, è con ogni· p ro b ab ilità in via d i s v ilu p p o fin d a l s e c o lo p r e c e ­ dente, secondo qu an to hanno d im o s tra to R . D i T u c c i e M is s M a r g a ­ ret Winslow H a ll; e p u r volendo a c c e tta r e le l i m i t a z i o n i s o s t e n u t e dal Sajous, resta sem pre a c c e rta ta l a vivace f u n z io n e d i c a m b i a ­ tori dei « bancherii » genovesi della se c o n d a m e tà d e l X I I s e c o lo (2i-Nel duecento, poi, accan to a lla v ig o ro sa v i t a l i t à m e r c a n t i l e d e l glorioso Comune ligure, esten den tesi a t u t t o il M e d i t e r r a n e o e n o n solo ad esso, si p ra tic a n o da suoi c i t t a d i n i , con le v a r i e n e g o z i a ­ zioni bancarie, quelle pro p rie del c am b io .

In generale, il cam bio m anuale e q u e llo t r a i e t t i z i o v e n i v a n o e s e r ­ citati da parte di banchieri p rim a in q u ei g r a n d i m e r c a t i p e r i o d i c i che sono le Fiere, poi, con c o sta n te r e g o la r ità , nei p r i n c i p a l i c e n t r i del traffico. Così cam bisti-banchieri g en o v esi, in s ie m e c o n a l t r i i t a ­ liani, partecipavano attiv am en te a lle a n tic h e F ie r e d i C h a m p a g n e e in particolare a quelle di B arsu rA u b e , dove si p r a t i c a v a n o i c a rn

-(2) Vedi la bibliografia in V . Vi t a l e, E c o n o m ia e c o m m e r c io a G en o va - n e i hcc. X1I-X1I1, in R ivista Storica Ita l., 1937, IV.

r t E R l i d i c a m b i o e c c. I l i bi in e re n ti ag li affari con i paesi del continente, m entre in Genova avevano luogo quelli relativi ai rap p o rti con i paesi m a rittim i.

E a ttr a v e r s o l ’espansione dell’a ttiv ità ligure in F ra n c ia , che si fa p iù v iv a n ella seconda metà del secolo X III con il finanziam ento delle c ro c ia te d i Luigi IX, a· cui Genova fornisce navi, am m iragli e denaro , e n elle sempre più intense operazioni delle F iere dello C ham ­ pagne, s a n d a v a « form ando e sviluppando la tecnica finanziaria e b a n c a ria del m ondo » (3).

D opo la decadenza d i dette Fiere determinante®' nel trecento, il m ercato p iù im p o rtan te nella seconda metà del XY sec. fu quello di Lione (“) ; m a P a d re Tom maso da Vio Gaetano nel 1499 ricordava come celebri, insiem e con questo di F rancia, anche i m ercati di cam ­ bio di B ru g e s e di Londra. Nel secolo seguente sorgevano poi le F ie re di A n versa e quelle genovesi.

Col secolo XYI, unitam ente alle cambiali di denaro fino allo ra esclusivam ente in uso, vengono in tro d o tte nella circolazione quelle di c red ito , fo n d a te sul p restito ed im plicanti la questione d ell’u su ra : in to rn o a qu este ultim e si aggirano appunto tu tte le notizie giunteci fino al X V II sec. sul tito lo in parola.

O ra le F ie re di cambio costituivano precisamente la sede dove si effettuav an o il commercio e la circolazione delle lettere di cambio, con una in te n s ità che si p ro trae a tu tto il seicento, affievolendosi prog ressiv am en te col secolo X V III.

I I .

Il f a tto economico assumeva pure una eminente funzione p oli­

tica, in q u a n to il denaro alimentava, la potenza· di m onarchie e re­

pubbliche. P e r questo l ’attivissim o emporio di Lione, grandioso m er­

cato di m erci e di denaro, era largam ente protetto dal Re, per il quale riu sc iv a di sommo giovamento, negli urgenti bisogni delle g u erre co n tin u e, il poter disporre di tu tti i mezzi finanzia ricche di là gli e ra le cito attin g ere, con la. possibilità di effettuare versam enti in ogni p a r te d ’E uropa.

D i ciò si doleva Carlo V, il quale, desiderando vivam ente di togliere al nem ico un sì cospicuo vantaggio e procacciarlo invece a se stesso, nel 1537 « consilio ac au cto ritate persuasit Ita lia e m erca­

to rib u s, u t d eserto Lugduno, ferias predictas, saltem quod com utatio- nes p e c u n ia ria s, alio tra n sfe rren t », facendo loro considerare quanto fosse a ta l uopo convenientissima la posizione di Besançon nel suo

( 3 ) R . Ι />γ ε ζ, Le relazioni commerciali tra Genova e la Francia nel medio evo. in Coopcrazione intellettuale, VI. Roma, 1937. Cfr. la recens, all'opera dello Sc h a u b e, in Giornale Ligustico, XXIII, 30S.

(4) Vi partecipavano con Fiorentini, che aspiravano a prevalervi. Geno­

vesi, Lucchesi ed altri.

dominio della F ranca. C ontea. E g l i o tte n n e ben t o s t o i l s u o lin e ,

« adnitentìjfeus p rese rtim G enu en sibu s » (5), c o n t i n u a n d o a r i m a n e r e a Lione le Fiere di m ercanzie ed a n c h e , sebb ene s c e m a t e n e l l a lo r o attività, quelle di cam bio (e). « E v e ra m e n te — s c r iv e il P e r i — s i può affermare, che dal suolo de’ n e m ic i n el p r o p r io l a s i c u r a m i n i e r a dell’oro, e delle v itto rie tr a p ia n ta s s e » i 7).

Il merito e l ’a u to rità p rin c ip a le in t a le t r a p a s s o e r a n o d o v u ti senza, dubbio ai b anchieri genovesi. « C u iu s ta m p r e c l a r a e o p e r a e Im peratori navatae, praem ium G e n u e n s ib u s f u it , n o n q u id e m a b

Imperatore trib u tu m , sed a c a e te ris m e rc a to r ib u s u l t r o c o n c e s s u m , et propriis viribus u s u rp a tu m ; U t C o n s u lis , ac C o n s i l i a r i i a l t e r i u s electio, qui summum ius in te r M e rc a to re s o m n es, f e r i a r u m t e m p o ­ re, haberent e G enuensibus esset, fe ria e q u e to t a e a R e p u b l i c a G e- nuensi penderent » (8).

In tal modo avevano origine le fam o se F ie r e d i c a m b i o g e n o v e s i dette poi sempre di Besanzone, a n c h e q u a n d o v e n n e r o t r a s f e r i t e in Italia. Di esse la R epubblica ste s s a a s s u n s e u n a c u r a , p a r t i c o l a r e , in conformità di q u an to avveniva p u r e p re s s o g li a l t r i S t a t i . T u t t i i Governi interessati, in fa tti, e ste se ro ben to s to il p r o p r i o c o n t r o l l o sui cittadini dediti a siffa tta fo rm a d i a t t i v i t à e c o n o m ic a , e s s e n d o questi ultimi tra m ite essenziale nel co m p lesso m e c c a n is m o d e i p a g a ­ menti e della circolazione del d e n a r o ; a n z i f in ir o n o p e r c e r c a r e d i togliere ai priv ati ta li funzioni d e lic a te , d e v o lv e n d o le a b a n c h e s t a ­ tali, anche in vista delle pubbliche o c c o rre n z e f i n a n z i a r i e .

Ciò accadde in Genova nel 1586 co n la riform a· d e l B a n c o d i S . Giorgio, derivato d alla Casa f o n d a ta n e l 1407, s e g u e n d o a d e s s o in Venezia il Banco di R ia lto (1587) e a M ila n o q u e llo d i S . A m b r o g io

112 O N O R A T O P A S T I N E

(5) Raffaele Della Torre, Tractatus de cavibns,. G en uae, e x c u d e b a t P e t r u s Joannes Calenzanus, 1641, pag. 22.

(6) Rapporti speciali si mantennero p er lungo tem po t r a l e F i e r e d i L io n e e quelle genovesi nei riguardi del prezzo reciproco fissato r i s p e t t i v a m e n t e in scudi del Sole e scudi di marche, come spiega il Pe r i n ell’u l t im o c a p ito lo d e lla quarta parte del suo 'Negotia/rite, pubblicata n ella seconda m e t à d e l se c . X V II.

S'intende che banchieri e m ercanti genovesi s ’in co n tra n o a n c o r a a L io n e , d o v e troviamo nel seicento case di negozio come ad es., q uella d e i G io v o .

(7) Gio. Domenico Pe r i, Il N egotiante, p a r te II , 7i). 11 f a t t o è in n a t u r a l e rapporto anche con la situazione politica ra d ic a lm e n te m o d if ic a ta d o p o l a defezione di Andrea D ’Oria dalla F ran c ia e il passaggio d i G e n o v a a l l a p a r t e imperiale (1528). Si spiega quindi come si sia p u re p a r la to i n e s a t t a m e n t e d i un’espulsione dei Genovesi da Lione (cfr. So m b a rt), la q u a l e n o n è l a c a u s a del costituirsi delle F iere finanziarie d i B esançon.

Certo è che esse si riunirono a C ham béry p rim a che a B e s a n ç o n , l a c u i Comunità iniziò le tra tta tiv e per lo s ta b ilirsi colà dei b a n c h i d i c a m b io g e n o ­ vesi, con la partecipazione anche di F io re n tin i, M ilanesi ed a l t r i « m e r c a t o r e s eampsores », solo nel febbraio del 1535, a q u an to asserisce A . Ca s t a n, in R e v u e Historique, 1876, I.

(8) D e l l a T o rre , op. d t . , ib .

F I E R E DI CAMBÌO ECC. 113 (1593), f a tto , come è detto nelle sue stesse leggi, ad im itazione di quello d i S. Giorgio.

Ma a n c h e le F iere di cambio continuarono a pro sp erare e fr a di esse quelle genovesi, nelle quali finì per accentrarsi la m assim a p a r ­ te del m ovim ento creditizio di quell’epoca.

E sse esercitaro n o in fa tti u n a vasta funzione internazionale come m e d ia tric i nel complesso traffico del credito e specialm ente per la loro c a p a c ità di fo rn ire p re stiti Ingenti ai diversi S ta ti. T u ttav ia s iffa tti i s t i t u t i fon dati sul cambio e sul deposito, con il loro p rev a­

lere non giovarono direttam ente allo sviluppo dèli’econom ia d i scam ­ b io ; d on d e le lagnanze in proposito di molti m ercanti del tem po. In via in d ir e tta , però, la loro azione fu utile anche sotto questo rig u a r­

do. I l S o m b a rt (9), esam inando la questione in rapporto alla form azio­

ne del ca p italism o moderno, riassum e così tale concetto : « M ediata - m ente an ch e questo traffico stimolò certam ente l ’espansione del mo­

dern o siste m a economico 1° in quanto che esso servì a fa cilitare Γ utilizzazio n e ai fini dello S tato moderno delle masse d ’arg ento im ­ p o rta te (10) ; 2° in quanto che esso accelerò la formazione della ric ­ chezza n e lla cerchia del mondo com merciale; 3° in quanto che esso con la su a tecn ica influì sulla circolazione «Ielle cam biali nelle fiere di m erci ».

D elle F ie re genovesi di Besanzone si occupò p artico larm en te Gio.

D om enico P e ri nelle sue istituzioni sul negoziante, tra tta z io n e della quale egli a ragione rivendica a se stesso la p rio rità i 11).

A nche d a lla sua opera si vede come fin da principio le no stre F iere venissero o rd in a te ed attentam en te vigilate dal Governo della R e­

pub blica. « C apitoli » e « O rdini » furono a ta l fine elab o rati per la- loro d iscip lin a , venendo in seguito modificati, c o rre tti ed in te g ra ti m an m ano che le circostanze lo richiedevano, allo scopo di assicurare il m iglio r funzionam ento di questi im portanti organi della v ita eco­

nom ica.

Così, chiusa la guerra civile dei due P ortici, u n a generale riform a di d e tti « C ap ito li » veniva ordinata dal Senato nel 1577.

( 9) W . So m b a r t, Il capitalismo moderno. Vallecchi, Firenze, pag. 323.

( i° ) S i r if e r is c e a ll’in terp reta zio n e d e ll’EHRENBERG circa i l sis te m a di ta li n e g o z ia z io n i, « m eccan ism o com p licato per cui si r iu sc iv a in q u elle fiere a r e a liz z a r e ed a m o b ilizza re il carico d e lle flotte d e ll’argento d e lla S-pagna » (ib .).

(n ) La prim a parte dell’opera di Gio. Domenico Pe r i, Il Negotiante (C a - lenzani, Genova) è del 163S. Anche in questa materia l’Italia, che offrì due secoli prim a gli scritti sulla Pratica delia mercatura di Balducci Pegolotti (il quale parla pure dei cambi delle Fiere di Champagne) e d e ll ’UzzAXi, precorre le altre nazioni. L’importante manuale del Savary è soltanto del 1675. V. pure il T ra tta to (1619) di S. Caccia, ritenuto dal Goldschmidt genovese.

L ’a s p e t to g iu r id ic o e quello econom ico d elle nostre F ie r e fu ro n o s t u d ia ti r i­

s p e t t iv a m e n t e d a ll’E x d e m a n N e d a ll’EHRENB]ERG (cfr. So m b a r t, c it.).

O N O R A T O P A S T I N E

I I I .

Ma in questi an n i, fosse per le tu r b o le n z e d ’o l t r a l p e , e s s e n d o il vicino Regno di F ra n c ia ag ita to d a lle g u e r r e d i r e l i g i o n e e le F i a n ­ dre in piena rivoluzione; fo s se 'p e r i d is s a p o r i con S p a g n a r i g u a r d o gli « assenti » ed anche la question e d e l F in a le che p r o p r i o n e l 1 5 7 7 l ’im peratore dava in deposito a l R e C a tto lic o c o n g r a n d i s p e t t o di Genova; in ogni modo, certo p e r r a g io n i d i m a g g i o r ç o m o d i t à dei banchieri e m e rc a n ti ita lia n i, i q u a li e r a n o , o l t r e c h e g e n o v e s i, specialmente m ilanesi, veneziani, f io r e n tin i e b o lo g n e s i, l a R e p u b ­ blica trasferiva le sue F ie re dal d o m in io s p a g lin o lo d i B e s a n ç o n , in Italia ad Asti e q uin d i a P ia c e n z a (12).

Nel 1579 il duca di P arm a , O tta v io F a r n e s e , c o n c e d e v a a m p i p r i ­ vilegi per lo stab ilirsi di dette F ie r e n e ll’i m p o r t a n t e c i t t à d e l s u o Ducato, la quale, per la posizione g e o g ra fic a e la f a c i l i t à · d e l l e c o ­ municazioni con i p rin cip ali S ta ti in t e r e s s a ti, si m o s t r a v a a c iò s o m ­ mamente adatta.

A ltri privilegi concesse il D u ca A le s s a n d r o il 7 g i u g n o 1 5 8 7 e il 14 ottobre 1588; e certo i F a rn e si a v e v a n o o g n i c o n v e n ie n z a c h e n e l proprio dominio un così vasto m o v im e n to d i a ffa ri t r o v a s s e s e d e e incremento; per cui, come si esp rim e u n c r o n is ta l o c a l e ( 13), « f e ­ cero ad essi Banchieri e T rafficanti i p o n ti d ’o r o » c o n e s e n z i o n i e onori molteplici. Così anche R an u ccio I a c c o rd ò n u o v i v a n t a g g i il 15 gennaio 1593, e in p a rtico la re, s c riv e il D ella T o r r e ( 14), « c o n ­ sulibus nostrae gentis (qui feriis in illis su m m u m i u s h a b e n t ) t r i ­ buerit summum ac m erum im p eriu m , e tia m illu d , q u o d i n a n i m a d ­ versione in facinorosos homines v e r s a tu r , d e n e g a ta q u a c u m q u e q u o ­ quo modo dam natis etiam ad ip su m m e t P rin c ip e m p r o v o c a t i o n e ».

Intanto le successive m odificazioni in t r o d o tte n e g l i « O r d i n i » riformati nel 1577 avevano d ato lu o g o a d a m b ig u ità e c o n t r a d i z i o n i che portarono, nella celebrazione d e lle F ie r e del n o v e m b r e 1 5 9 3 , a spiacevoli disordini, i quali in d u sse ro il G o v ern o g e n o v e s e a n o m

i-(12) Nel 1575 Filippo II, istigato dai nem ici dei G enovesi, a v e v a n e g a to d i effettuare i pagamenti a questi dovuti, ca u sa n d o d issesti e lu n g h i c o n t r a s t i .

Una supplica all’Im peratóre di banchieri d i B esançon, p a r l a n d o d e lla c o n ­ cessione del « privilegium nundinarum in c iv ita te im p eriali V e s u n t i n e n s i , p rò exercitio cambiorum et recambiorum », ric o rd a il p e rs is te re d e lla d e n o m in a ­ zione di u feria di Bisançone » e il tra sfe rim e n to d i q u esta a P i a c e n z a << ob bellorum tumultus obsque alias incom m od itates» . Π d o c u m e n to è d el 1609;

il trasferimento a Piacenza è però del 1579 ( Giornale L ig u s tic o , 1876, 168). R i­

sulta inoltre che Emanuele Filiberto il 23 giugno e il 26 a g o sto 1575 a c c o r d a v a privilegi ai banchieri genovesi per le loro fiere cele h ran tisi nel d o m in io s a b a u d o

( Abch. St. Torino, Protocolli).

( 13) C risto fo ro P o g g i a l i , Memorie sto rich e dello; città d i P i a c e n z a . P i a ­ cenza. 1757-1766. Ristampa a cura di F. B o r o t t i , 1927-33, to m o X , 110.

( “ ) Op. cit., fol. 3.

F I E R E D I CAMBIO ECC. * 1 1 5

n a re u n a deputazione di q u attro Magnifici C ittadin i, che diedero a llo s ta t u to in vigore un nuovo assetto in 39 capitoli, ap p ro v ati dai

S er.m i S ig n o ri con decreti del dicembre 1594 e ap rile 1595 (15).

A P ia c e n z a , poi, il 2 maggio 1595, in occasione delle F iere di P a sq u a , il n o taio e cancelliere Gio. Mario Pinceto dava le ttu ra delle leggi u ltim a m e n te riform ate ai Banchieri e T r a tta n ti riu n iti con i C o n sig lie ri n e lla casa del Console delle Fiere stesse. E poiché erano am m essi nei pagam enti soltanto gli scudi d ’oro così d e tti delle c in ­ que stam p e (Spagna, Genova, Venezia, Firenze e N apoli), i Ser.m i Collegi d e lla Repubblica con decreto del 17 novembre 1595 o rd in a ­ vano, a is ta n z a del D uca di P arm a, « che li scudi che si stam p e­

ra n n o in la zecca di Piacenza, p u r che siano di liga, bontà, e peso d elli scud i d e ll’a ltre cinque stam pe et etiamdio, che sieno differenti di stam p e d e ll’a ltr i scudi fin qui in detta zecca di Piacenza, stam ­ p a ti, possino servire in fa r pagam enti in le Fiere ».

In ta l m odo questo im portante istitu to genovese si fissava s ta b il­

m ente a P iacen za, dove continuò ad essere convocato fino al 1621 (16).

IV.

Col secolo XVII l ’Ita lia perdeva ormai il prim ato n ell’organizza­

zione fin an z iaria. Si costituiva nel 1609 il potente Banco di A m ster­

dam ed a l t r i ne sorgevano ad Amburgo (1619), a N orim berga (162l·) ed a ltro v e ; fiorivano le Fiere di cambio di a ltri paesi europei.

M a an ch e d u ran te questo periodo e specialmente nei prim i de­

cenni del secolo si conserva l ’importanza- di Genova in siffatta sfera di a ttiv ità . In g en ti patrim oni privati accum ulati nelle e tà prece­

d en ti con tin u av an o ad essere im piegati, specialmente per p a rte della vecchia n o b iltà , in larghe operazioni finanziarie in I ta lia e fuori.

Genovesi sono sempre i banchieri di Madrid. La finanza di quel­

la m o n a rc h ia era alim en tata dal denaro ligure, e quando nelle estre­

me n ece ssità, a conseguirne l ’invocato concorso, non bastavano con (15) Sono questi i Capitoli et Ordini delle Fiere di Bisenzone, pubblicati da Gio. Do m e n i c o Pe r i, in appendice alla prima parte del suo NegotUmte con l ’aggiunta delle deliberazioni successive fino al i63S> epoca della pubblicazione del libro. Avverto che le opere del Pe r i cito sempre dall’edizione veneziana

del 1682, presso Gio. Giacomo Hertz.

(16) A nteriorm ente al 1621 le Fiere di cambio genovesi si riunirono tu ttav ia qualche volta anche altrove come a Chambéry, prima ancora che a Besançon, e più ta rd i a Ivrea, alla Spezia, inì Bisagno e in Albaro. Il Ro c c a t a g l ia t a

(AnnaU) n a rra che nel 1588 i banchieri vennero convocati alla Spezia e che in siffatta occasione mercanti genovesi avevano trattato con quelli di Firenze per fa re « certe fiere in Pisa ». Il Senato però non consentì perchè « non si poteva a meno (li disgustare il Duca di Parm a » ; e noi sappiamo che nel suo Stato in questo tempo si riunivano ordinariamente le Fiere della Repubblica.

P e r tale fa tto e per altre ragioni il Granduca si adirò non poco.

1 1 6 O N O R A T O P A S T I N E

il profitto gli onori e le cariche, il R e si u m ilia v a a s c r i v e r e i n p e r ­ sona agli assentisti ed a p riv a ti c i t t a d i n i in G e n o v a . N è m a n c a v a n o - contrasti a ll’in te rn o ; m a f r a a l le tta m e n ti e r e c r i m i n a z i o n i , v is to s e fortune e crisi, p erd u rav a la s in g o la re s itu a z io n e — c o m e f u a c u t a ­ mente osservato — di un « piccolo p o p o lo d ’u n p i c c o l o S t a t o c h e impone il proprio dom inio a ll’eco n o m ia d el p iù g r a n d e I m p e r o d e l mondo mentre quasi tu t ta l ’I t a l i a è p ie g a ta s o tto i l d o m i n io s t r a ­ niero » (17).

Ancora nel seicento gli « a sse n ti » d i S p a g n a , g r o s s i p r e s t i t i f a t t i a quella. Corona, vengono c o n s id e ra ti « l a m a g g io r n e g o z i a z i o n e d e ’ cambij, che segua nella C h ris tia n ità » (18), e so n o p r a t i c a t i in m a s ­ sima parte da Genovesi resid en ti a l la C o rte del R e C a t t o l i c o . Q u a n ­ do poi nel 1627 il C onte D uca d ’O liv a re z , v e n u to i n a s p r o c o n f l i t t o con costoro, volle escluderli da o g n i in te r v e n to n e g li a f f a r i d e l suo*.

Re. affidandosi invece a P o rto g h esi, q u e s ti, nel t e n t a t i v o d i i n t r a ­ prendere d irettam ente siffatte o p e ra z io n i f in a n z ia r ie , d o v e t t e r o in definitiva ricorrere ai banchieri g en o v esi p e r p o t e r l e c o n d u r r e a compimento.

Degli « assenti » eran o o rd in a ri q u e lli fis s a ti o g n i a n n o p e r p a r ­ tite di molti m ilioni di scudi e d e s ti n a ti a s o p p e r i r e a l l e s p e s e normali per gli eserciti, le galere, i p r e s id i, le f r o n t i e r e , le C ase- Reali, gli am basciatori, ecc. ; e s t r a o r d i n a r i q u e lli s t a b i l i t i d u r a n t e · l ’annata- a seconda delle occorrenze, s p e c ia lm e n te p e r i b i s o g n i d e l ­ le Fiandre o per quelli d ’I ta lia o d i a l t r e p a r ti .

Ai banchieri genovesi, che co llo cav an o a l tr e s ì l a r g h i d e p o s i t i in Venezia, Milano ed altrove, anche i P a p i r ic o rr e v a n o f r e q u e n t e m e n t e ..

Orbene, le F iere di cambio, com e si d isse, e ra n o s e d i q u a s i i n d i ­ spensabili alle g ran d i operazioni d i p r e s tito (19). A q u e l le l i g u r i ,

Orbene, le F iere di cambio, com e si d isse, e ra n o s e d i q u a s i i n d i ­ spensabili alle g ran d i operazioni d i p r e s tito (19). A q u e l le l i g u r i ,