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Ciao Mario! Ricordo di un incontro

Nel documento Mario Verdone. Lo sguardo oltre lo schermo (pagine 127-131)

Ho conosciuto Mario a metà anni ’90. La mia testimonianza consiste in una lettera di saluto, un ripercorrere l’amicizia che è nata dopo quel primo incontro.

45 anni di differenza, io un giovane editore senese, lui già vegliardo e famoso. Ma quei 45 anni – chi lo conosceva sa perfettamente di cosa parlo – non si face- vano sentire. «Ricordo nitidamente il timore reverenziale quando ti ho telefonato la prima volta, quasi 15 anni fa: un piccolo editore di provincia che chiedeva una prefazione a un originale lavoro fotografico1 sulla città a un grande personaggio

della cultura italiana! Come non essere emozionati? E ricordo quando ci incon- trammo, per la prima volta, la sensazione di trovarmi di fronte a un vecchio amico. Fu allora che mi invitasti a un rapporto meno formale, a darti del ‘tu’, nonostante la differenza di età che – curiosamente – non si faceva sentire per il tuo spirito giovanile»2.

Nelle fotografie di Carletti Verdone aveva trovato e messo in evidenza la sua Siena, «l’arte non solo dei costruttori ma anche dei lavoratori del ferro, i Franci, gli Zalaffi» quel gusto antico che porta alla «luce che strapiomba, allevia il buio e regala forme scultoree agli spigoli, alle finte colonne, illumina un fregio (...) che quasi sembra, in partenza, che non abbia voluto tendere a un risultato d’arte».

Poi Mario riuscì a spiazzarmi: mi chiese con la semplicità di un autore ‘qua- lunque’ che si avvicina a un editore se sarei stato disponibile a pubblicare la sua raccolta di pièces teatrali; naturalmente accettai con entusiasmo, e nacque Teatro di Contrada3. In quell’occasione la ‘sua’ Selva allestì un piccolo palcoscenico du-

rante la presentazione del libro. E poi la nostra collaborazione proseguì con la riedizione di Città dell’uomo4, curata dal comune amico Carlo Fini e dalla pubbli-

cazione dei ricordi sugli eventi della liberazione dal fascismo e dall’occupazione tedesca in Siena liberata e altre storie5, che Mario Ascheri inserì orgogliosamente

1 c. caRletti, La luce chiusa, Siena, Betti, 1998.

2 Ciao Mario! Omaggio a Mario Verdone, allegato al «Corriere di Siena», 1° luglio 2009. 3 M. VeRdone, Teatro di Contrada, Siena, Betti, 1999.

4 M. VeRdone, Città dell’uomo, a cura di C. Fini, scritti di C. Fini, S. Moscadelli e P. Nardi,

Siena, Betti, 2003 (I edizione con disegni di T. Duna [Piero Sadun], Siena, GUF-Tipografia ex-cooperativa, 1941).

nella sua collana «Documenti di Storia». Di quest’ultimo ricordo la fierezza con cui mi portò la fotografia per la copertina. Di fronte a un caffè, vicino al duomo, mi mostrò quella fotografia che lo vede di spalle, poco più che venticinquenne, mentre si sporge per stringe- re la mano al liberatore della città, il generale francese de Monsabert, di fronte al Palazzo pubblico. E mi fece notare con malcelato or- goglio un dettaglio importante ma poco vi- sibile, il moschetto che portava a tracolla. E con la stessa fierezza mi raccontò di come, costretto ad aderire al GUF, era riuscito spes- so a prendere in giro la censura fascista: nel 1941 aveva fatto illustrare il suo Città dell’uomo – pubblicato proprio a spese del GUF – da Piero Sadun, ebreo e quindi inviso al regime, facendogli firmare le opere con

lo pseudonimo T. Duna. Poi vi furono altre collabo- razioni e suoi contributi alle mie pubblicazioni, anche se con l’età le sue visite si erano dira- date. Ma non le sue telefonate, quasi sempre in tarda serata, che avevano un potere forse taumaturgico: riuscivano imme- diatamente a restituirmi il buon umore che spesso manca a un imprenditore dopo una lunga

giornata di lavoro. E altre idee, come quella di ripubblicare il suo Siena, la città del palio6, testo che ormai era esaurito e che avrebbe voluto ristampare. Insieme a suo

figlio Luca, siamo riusciti a ridare vita a questo suo omaggio alla Festa della città il quale raccoglie testimonianze letterarie che spaziano da Mario Bussagli a Fede-

6 M. VeRdone, Siena, la città del palio, Siena, Betti, 2017 (I edizione Roma, Newton Compton,

1986).

Mario Verdone alla presentazione di Teatro di Contrada nella Selva

Mario Verdone stringe la mano al generale francese De Monsabert

rigo Tozzi, da Aldo Palazzeschi a Luigi Bonelli, da Giuliano Catoni a Alessandro Falassi e Roberto Barzanti.

La sua ultima collaborazione, che purtroppo per pochi giorni non è riuscito a vedere stampata, riguarda l’unico quadro futurista sul Palio. Quello Splendore simultaneo di Corrado Forlin che mostra la Piazza del Campo durante il Palio. Mario – che aveva colto il valore artistico del quadro pochi anni dopo la sua re- alizzazione – ne dà una descrizione entusiastica: «colma di folla (...) bombardata dalle mille anime che sovrastavano la corsa dei dieci cavalli scatenati nell’arena»7.

Stavo rientrando dalla legatoria, soddisfatto e con le prime copie del lavoro, sotto un forte temporale di giugno. Una telefonata mi dice che Mario non c’è più.

Oggi, a quasi 10 anni dalla sua scomparsa, lo vedo, Mario. Lo vedo nelle posture dei personaggi interpretati da Carlo. Lo vedo nel tono della voce e negli atteggiamenti di Luca. Lo vedo nei fogli dattiloscritti che portano i segni della carta carbone dei racconti della sua Siena liberata che conservo nel mio «piccolo museo del cuore».

7 M. VeRdone, Futurismo a Siena. Ricordo personale di un apprendistato futurista, in Splendore simul- taneo del Palio di Siena, Siena, Pinacoteca Nazionale (24 giugno-4 ottobre 2009), a cura di G.

Nel documento Mario Verdone. Lo sguardo oltre lo schermo (pagine 127-131)