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Il cinema alle cave di Carrara

Capitolo II: Aspetti culturali

2.4 Il cinema alle cave di Carrara

Le cave sono state protagoniste di alcuni film, comunque meno numerosi di quanto la singolarità e lo splendore degli scenari naturali avrebbero suggerito, ma pur sempre significativi. Cominciarono, nel 1937, due registi Curt Alexander e Carlo Ludovico Bragaglia che firmarono in coppia La fossa degli angeli. Gli interpreti principali Amedeo Nazzari e Luisa Ferida; alla sceneggiatura collaborò il giovanissimo Roberto Rosellini.

Nel 1951 è la volta de I figli di nessuno, dramma di Raffaele Matarazzo con Amedeo Nazzari, che dunque tornava per la seconda volta a Carrara, Yvonne Sanson e Folco Lulli.

Nel 1960 un personaggio all’epoca molto popolare soprattutto per le sue apparizioni televisive, Chelo Alonso, é la protagonista de La strada dei giganti di Guido Malatesta. La sceneggiatura del film, anch’esso a forti tinte drammatiche come i precedenti, prevedeva il deragliamento della locomotiva del treno per le cave, e, purtroppo, con totale realismo giù dai Ponti di Vara fu fatta precipitare una delle superstiti locomotive a vapore della “Marmifera”466.

Figura 13) La locomotiva cade nel vuoto ai Ponti di Vara

Fonte: archivio di famiglia

466 BETTI CARBONCINI A., I treni del marmo. Ferrovie e tranvie della Versilia e delle Alpi Apuane, Salò, ETR, 1984.

181 Del 1987 è Good morning Babilonia di Paolo e Vittorio Taviani con Vincent Spano, Joaquim De Almeida, Greta Scacchi.

Nel 1992 Carlo Verdone firmava e impersonava uno dei protagonisti di Al lupo, al lupo, con Francesca Neri e Sergio Rubini. I tre fratelli Sagonà, cercando di dimenticare le reciproche incomprensioni, si mettono insieme alla ricerca del padre Mario, misteriosamente scomparso di casa. Lo ritroveranno immerso nel bianco delle cave.

Nel 1995 è Fabrizio Cattani, appartenente alla vecchia famiglia di marmisti di Colonnata, a cimentarsi nella regia di Vicino al cuore, mediometraggio di 45 minuti, Cattani è anche interprete del film, insieme a Rossana Mortara.

Ancora Cattani dirige nel 2002 Quelle piccole cose recitando a fianco di Giulia Weber.

C’è anche un altro film, risalente al 1991, girato alle cave, non destinato però alle sale cinematografiche, ma esclusivamente al piccolo schermo. Uno sceneggiato intitolato La primavera di Michelangelo che ebbe notevole successo. Se non tutto il pubblico lo ricorderanno sicuramente quei cavatori che, indossati adeguati costumi, vi fecero le comparse. Girato anche per il pubblico anglosassone l’edizione inglese si chiamò The Season of Giants. Molti gli attori impiagati: Alessandro Gassman, Daniela Poggi e il protagonista Murray Abraham, celebre anche per aver interpretato il ruolo dell’odioso Salieri nell’Amadeus di Milos Forman467.

Nel maggio 2008 si sono svolte le riprese del film di James Bond, Quantum of solace, il 22esimo episodio della saga dell’agente segreto 007, proprio nelle cave di marmo di Carrara. Il protagonista è ancora l’attore Daniel Craig.

A Fantiscritti la location dove sono stati girati gli inseguimenti mozzafiato, rocambolesche capriole di auto che cadono a precipizio dai ravaneti, sparatorie e acrobazie ad alta quota. Circa 300 persone della Mestiere Cinema, la produzione italiana, e la B22, la produzione inglese, si sono alternate al lavoro sotto il sole per consegnare al montaggio i primi 15 minuti di film. Così nel quartier generale ai piedi di Canalgrande si è allestito uno spicchio di Hollywood con tutto quanto serve per un film al cardiopalma. Oltre una ventina i TIR per le luci e gli impianti audio, i cavi e le macchine da presa, 34 fuoristrada, una quarantina di auto, accanto ad un elicottero

182 sempre pronto nel caso qualche stuntman osasse troppo. “Il marmo vince sempre”, ha aggiunto Anthony Waye, produttore esecutivo, padre di 11 dei 22 episodi della saga di Fleming, e le jeep e i pezzi di Aston Martin accartocciati sulle bianche bancate ne sono una prova. Così le cave hanno dopo il 7 novembre, data di uscita mondiale del film, un fascino ancora più importante468.

Se il cinema ha approfittato meno di quanto sarebbe stato immaginabile dello straordinario scenario delle cave, non così è stato per i documentari. Da sempre registi e troupe italiane e straniere si sono arrampicate per i tornanti delle cave per riprenderne l’incomparabile panorama ed insieme le fasi della lavorazione del marmo. Non c’è rivista di informazione o specializzata che non abbia dedicato impegnativi reportage alle nostre montagne. Ma pochissimi sano che esse sono legate addirittura alle origini della cinematografia, infatti, furono niente meno che gli inventori del cinema, i fratelli Lumière469, a venire a Carrara per riprendere una scena poi divenuta famosa, ma fino a poco tempo fa dalla misteriosa collocazione. La scena della locomotiva che esce sbuffando da una galleria. Nessuno, osservando la forza straordinaria del mostro d’acciaio che avanza verso la macchina da presa dando l’impressione di investire e travolgere insieme all’operatore il pubblico in sala, si era preoccupato di sapere dove Louis Lumière l’avesse girata. Si deve a studi recentissimi, alla passione, all’abilità ed alla pazienza di un giovane cineasta belga, Fabio Wuytack, se il confronto dei fotogrammi, gelosamente custoditi dalle Associazioni che in Francia, a Lione e Parigi, tutelano le immagini lasciate in eredità dai Lumière, ha permesso di datarne e fissare i luoghi della ripresa. La locomotiva era quella della “Marmifera”, la galleria da cui usciva affaticata e minacciosa in una nuvola di fumo nero, quella che collegava Ravaccione a Fantiscritti470.

468 AGORA’, Mensile del Comune di Carrara, Carrara, Società Editrice Apuana, Anno IV, n.13,

ottobre 2008, p. 2.

469BAVASTRO R., Gli Eroi del Marmo, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi, 2004, p. 248.

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PARTE SECONDA

I bacini marmiferi carraresi:

185 Il territorio di Massa – Carrara confina con due zone turistiche note in tutto il mondo: la Versilia e la Liguria con le sue Cinque Terre. Carrara possiede tuttavia la “Montagna” e tutto quello che si può definire l’esperienza storica del marmo, una dotazione unica ed affascinante che aiuta ad aumentare il richiamo nei confronti del turista sia da parte della Versilia che da parte di zone della Liguria e della Toscana a noi vicine. Carrara contribuisce, quindi, alle loro qualità turistiche aggiungendo l’attrazione della natura e il fascino dell'antica cultura della lavorazione del marmo e dell’arte.

Al momento, purtroppo, lo scopo del turista è la visita alle cave di Carrara, non a Carrara, evidenziando quindi un maggiore interesse verso il soggetto cave rispetto alla città. Il visitatore non ha la comprensione che Carrara è la sua montagna, né che la storia della montagna stessa, le sue cave, i suoi operai, artigiani, il suo materiale, sono la vera identità della collettività carrarese. Insomma, tutto quello che per i Carraresi è la propria identità per i turisti è altro471.

Per i visitatori le cave sono una ricchezza della montagna, appartengono ad essa, mentre per gli abitanti di Carrara esse riferiscono una ricchezza di una comunità. La prerogativa dei Carraresi stabilisce che la montagna è la città stessa ed il suo

popolo, e le tracce che si osservano sui versanti della montagna sono i segni del suo

passato, e che questi si possono individuare sia nelle parti dei monti come all’interno del centro abitato. Se al monte ci sono vita, vivacità e dinamicità, il merito è solo della città e dei suoi abitanti che nel corso dei secoli hanno iniziato con esso un rapporto inseparabile fatto di lavoro, morte, sostentamento e ricchezza.

Quindi, nel pensiero degli abitanti di Carrara i monti senza la città non sarebbero altro che un'anonima catena di montagne, ognuna conosciuta solo grazie al nome proprio che porta e non con quello delle cave di Carrara che le racchiude e qualifica tutte.

Allo stato attuale la condizione reale non è così, infatti, il visitatore è portato a dividere le due realtà: montagna e città.

Alla luce di tutto questo, l’idea da sviluppare deve incentrarsi sull'integrazione

montagna-città tentando di portare in superficie il rapporto storico-economico che

471 GAMBASSI R. - IOZZI G., Turisti alle cave. Passato, presente e futuro, Servizi Statistico Informatici Siena, Comune di Carrara, Carrara, 2006.

186 esiste da secoli e cercando di dare risalto all’enorme potenziale che unitamente hanno i due elementi472.

Appare, quindi, fondamentale iniziare un percorso di sviluppo dell’abbinamento Carrara – Cave, un bene prezioso a tutt’oggi mal interpretato. Il primo passo da fare è portare a conoscenza dei potenziali turisti la vera natura “carrarina”, senza di questa non avremmo nessun valore aggiunto che vada a far comprendere totalmente quello che si vuole promuovere, e tutto risulterebbe scollegato dalla storia della collettività di cui le montagne fanno parte.

Inoltre, dopo anni di difficoltà sembra finalmente giunto il tempo per ritornare a parlare di Carrara utilizzando uno sguardo nuovo.

Il progetto comunitario PIC Urban II 2000 – 2006 e il “PIUSS di Carrara e Massa

– un territorio da rivivere” 2007 - 2013, rappresentano, grazie ai numerosissimi

interventi di riqualificazione urbana pianificati e portati a termine con successo, un buon motivo per proporre Carrara in una forma migliore, una città più ordinata ed accogliente.

472 COMUNE DI CARRARA, Studio preliminare di sviluppo e marketing territoriale di Carrara, Carrara, Società CIVITA, 2004.

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Capitolo III: Le cave di marmo e il movimento turistico