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Le botteghe, i laboratori e gli artisti contemporanei

Capitolo II: Aspetti culturali

2.1 Le botteghe, i laboratori e gli artisti contemporanei

Nei secoli precedenti, il fenomeno delle botteghe artigiane del marmo veniva vissuto dai cittadini carraresi in modo diretto per almeno due motivi: le botteghe, situate nel contesto urbano, erano, infatti, a contatto di gomito e la loro attività sotto gli occhi di tutti. Difficile ignorare il rumore degli attrezzi, la polvere che comunque veniva sollevata e le scaglie accumulate davanti alle porte. In secondo luogo, la consegna della paga, che costituiva il mantenimento per le famiglie: visto che se il lavoratore non era impiegato alle cave era probabile che fosse a lavorare proprio nei laboratori. Rispetto a quel periodo, comunque lungo ed assai importante per la storia soprattutto di Carrara, le cose, certo, sono molto cambiate. Ma il fenomeno esiste ancora, ed è di proporzioni assai superiori a quelle che un osservatore distratto può pensare. Un po’ perché i laboratori, tranne piccole eccezioni, sono stati progressivamente allontanati dal centro storico e dal tessuto cittadino trovando spazi nelle periferie, quando non nelle aree artigianali e industriali. Un po’ perché una mentalità non proprio al passo con i tempi rende alcuni di essi non solo invisibili, ma anche difficilmente rintracciabili. Se alcune aziende, più accorte e sensibili al problema, sanno farsi pubblicità al meglio ed oltre ad una cartellonistica stradale adeguata, sfruttano tutti gli strumenti disponibili per farsi conoscere informando della specificità del loro lavoro, ve ne sono molte, non sempre le più piccole, e quindi a carattere decisamente familiare, che non solo non sanno cosa sia Internet, ma non dispongono neppure di un telefono fisso e quindi non compaiono sull’elenco. Insomma, per scovarle percorrendo labirinti di strade o viottoli privi di qualsiasi indicazione ci vogliono fortuna e molta buona volontà.

Se il numero dei laboratori e degli studi è certo diminuito rispetto al passato, la vitalità di molti di essi tuttavia è forte ed il fenomeno della scultura artigianale ed artistica, delle piccole aziende più specificatamente votate alla produzione di oggetti dell’invenzione (design) e dell’architettura, del tutto rilevante. Con tutti i confronti ed i paragoni che una mentalità piuttosto rinunciataria vede lo stretto comprensorio provinciale in declino, la quantità del lavoro svolto resta rilevante, la qualità degna

147 delle tradizioni, il ritorno in termini economici ben più importante di quanto si possa credere.

Ma addirittura stupefacente e fuori di qualsiasi immaginazione per chi non viva in quel mondo, è il numero di scultori e quindi di artisti che tiene duro nella nostra zona. Giovani e meno giovani di tutte le nazionalità che, richiamati dalla fama di cui Carrara continua a godere nel mondo, vengono per imparare questa antica e nobile arte. Arrivano e ripartono con un movimento continuo e grazie a loro si verifica uno straordinario contatto tra personalità e culture diverse. Ma spesso il fascino della città è tale, l’attrazione per la montagna e quel bianchissimo marmo che se ne ricava tanto forte e duratura, che la partenza di molti di loro diventa un problema, un ritorno a casa molto spesso da rinviare. Ed allora si potrà fare i conti su quanti sono coloro che, americani ed europei, provenienti dal Medio od Estremo Oriente, dagli Stati Uniti e dal Canada, dall’America latina e dall’Africa, dall’Australia hanno scelto Carrara ed i nostri piccoli paesi, un tempo solo di cavatori ed in via di progressivo spopolamento, a loro residenza. Stupisce sapere che ci sono artisti stranieri che vivono in città da dieci ed anche vent’anni, che sono venuti per dare un’occhiata al marmo, fare pratica e tornarsene a casa con un bagaglio d’esperienza in più, e non hanno più saputo andare via. Questi “immigrati” a Carrara hanno messo su famiglia, o la famiglia hanno radunato sotto le Apuane; è un fenomeno che inorgoglisce e fa riflettere.

Le più importanti botteghe collocate oggi nel territorio carrarese sono: Ama-Andrei, Augusto Angeli, Apparatus Sculptoris, Arco Arte, Arte Più, Bardini, Bernardi, Bertagnini, Canalini, Carusi, Cooperativa Lagomarsini, Clam, Corsanini, Paolo Costa, Augusto Danesi, Dalle Luche, Devoti 3D, Gianfranco Diamanti, Dolfi, Donati, Evangelisti, Dino Felici, Gabrielli, Giananti, Gozzani, Gualtieri, Kosmos, Lago’s, Lavorazioni speciali, Lazzeri, Lorenzini, Marble+, Nuova Lim Tenerani, Studio Nicoli, Nuova Marmotecnica, Giorgio Menconi, Studi d’arte Cave Michelangelo, Monfroni, Mario Pedrini, Decorazione marmi Piccioli, Poletti & Ghio, Rocchi, SGF, Spagnoli, Spinetti, Statuaria Arte, Ultima Edizione, Up&Group, Vanelli, Lido Vatteroni.

148 Naturalmente molte altre sarebbero da aggiungere, e servirebbe uno scritto a parte per elencare e descrivere le peculiarità di ognuna di esse, per non parlare poi dei lavori svolti in Italia ed in tutto il mondo381.

Non possiamo, però, trascurare la descrizione dello Studio Nicoli, da quasi 150 anni l’Università della Scultura382.

E’ il laboratorio più importante e glorioso rimasto in città: l’unico che possa vantarsi di aver oltre 150 anni di vita. Sorto nel 1863 per iniziativa dello scultore Carlo Nicoli (1845-1915) e rimasto saldamente in mano alla famiglia: prima passando al figlio Gino (1873-1928), quindi al nipote Ruggero (1898-1953) ed al pronipote ed omonimo Carlo che tuttora, con l’attiva collaborazione delle figlie Carola e Francesca lo guida.

La storia degli studi orgoglio della città, dal 2000 Sito Unesco portatore di un

messaggio di pace, parte tuttavia da prima della fondazione ufficiale perché già il

padre di Carlo Nicoli, Tito, ornatista, aveva un suo laboratorio sulla Carriona nella prima metà dell’Ottocento. Uscito dall’Accademia, vincitore del Pensionato di scultura a Firenze, Carlo dopo aver cominciato a lavorare con il genitore decide di mettersi in proprio trasferendosi nella sede attuale di Piazza XXVII Aprile, dove l’architetto Giuseppe Perugi gli progetta anche una bella casa383.

381In merito alle botteghe del territorio carrarese si veda BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi Editori, 2006, pp. 33-118.

Le monografie di Agorà, Biennale & Dintorni, Supplemento al numero 9/2008 di Agorà Periodico del Comune di Carrara, Grapho Industria Grafica, Carrara, Settembre 2008, pp. 46-51.

CIMORELLI D. – MERLI G., Nient’altro che scultura-Nothing but sculpture. Carrara, 27 luglio-28

settembre 2008, Milano, Silvana Editiriale, 2008, pp. 238-247.

382 In merito alle vicende del Laboratorio Nicoli si veda MASSARI S. (a cura di), Dal masso alla forma viva, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, Torino, Tucano Edizioni, 2002, pp.

125-129.

Le monografie di Agorà, Biennale & Dintorni, Supplemento al numero 9/2008 di Agorà Periodico del Comune di Carrara, Grapho Industria Grafica, Carrara, Settembre 2008. pp. 38-46.

BERTOZZI M., Continuità del talento. Marmorai carraresi alla conquista del mondo in MICHELUCCI M.-BERTOZZI M.- BOGGI R., Tra arte e industria. La tradizione artigiana in

provincia di Massa – Carrara, Carrara, Società Editrice Apuana s.r.l., 1997, pp. 79-88.

BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi Editori, 2006, pp. 87-94.

SEMERARO G., L’uomo di Marmo. Lo studio Nicoli di Scultura in Carrara, Massa, Merattini Editore, 2000.

383 PASSEGGIA L., Carrara e il mercato della scultura. Arte, gusto e cultura materiale in Italia, Europa e Stati Uniti tra XVIII e XIX secolo, Milano, Federico Motta, 2005, p. 57.

149 Si lavora su basi abbastanza inedite per l’epoca. Maestranze abbastanza abili, fin dall’inizio Nicoli si circonda di scultori di razza, dal professor Scipione Biggi a Alessandro Costa, Emanuele Tavarelli, Garbato Azzari (amico e primo collaboratore di Carlo Fontana per il quale esegue i monumenti a Pietro Tacca ed a Garibaldi); e Caffaro Cacciatori ornatista capace di ottenere dal marmo effetti in chiaroscuro, il professor Giuseppe Biggi e Giuseppe Rocchi, gli smodellatori Cesare Faggioni, Andrea Valli, Carlo De Veroli, Arcole Andrei, Nandino Lattanzi, Girolamo Bardi, Decimo Franceschi, Ceccardo Andrei. Leonardo Bistolfi, uno dei tanti artisti che con Nicoli stabilì un rapporto proficuo e duraturo voleva che fosse Aristide Menchini a rifinire tutte le sue opere, e il grande Arturo Martini affidava a Ceccardo Andrei la fedele esecuzione dei suoi progetti.

Figura 12) Un blocco di marmo statuario arriva allo Studio Nicoli

Fonte: archivio di famiglia

Non c’è dubbio che le fortune prime dell’atelier discendessero comunque dal nome che Carlo Nicoli aveva saputo conquistare personalmente attraverso opere di rilievo come la Statua di Cervantes, il Monumento alla Regina Vittoria d’Inghilterra che

150 fronteggia Buckingam Palace, i ritratti di varie personalità del mondo della politica e della cultura. Altre opere Il Mendicante e l’Angelo sorvegliatore nate dalla sua fantasia furono replicate, dietro un’insistente committenza, in vari esemplari. Una collaborazione con Giovanni Dupré, di cui era stato allievo, che scolpisce a Carrara il monumento funebre per il Camposanto di Pisa, ma anche importanti lavori a Firenze in Santa Croce ed in San Lorenzo, rappresentarono un altro evento importante. Inizia la collaborazione con vari artisti: Ettore Ximenes, Carlo Fontana, Cipriano Godebski, Francesco Jerace, Giovanni Nicolini. I Nicoli sono gente di mestiere, se Carlo è un artista che si fa valere in Italia e all’estero, il figlio Gino è pure uscito dall’Accademia dove si è guadagnato il Pensionato di scultura a Roma. Il nipote Ruggero, laureato in Economia e commercio, procede piuttosto alla riorganizzazione dell’azienda su basi industriali potendo contare su una trentina di abili operai- scultori. Bistolfi, dunque, realizza da Nicoli varie opere fra le quali il Monumento ai

caduti di Casale Monferrato e il Monumento a Giosuè Carducci per Bologna, Arturo

Martini il Ritratto di Viani che si trova a Viareggio, nel palazzo comunale. Fausto Melotti vi realizza alcune opere di grandi dimensioni, per esempio, una gigantesca

Maternità. Fanno riferimento allo studio Nicoli Carlo Sergio Signori, che vi realizza

il suo Monumento ai Fratelli Rosselli, e Il Messaggero collocato davanti al palazzo comunale, Alberto Viani, Francesco Messina, Mario Sironi, Arturo Mazzacurati, Marcello Mascherini. In seguito, da Nicoli arriva Giuliano Vangi, e poi tutta la schiera, difficile da elencare in modo completo, di artisti italiani e stranieri delle più diverse tendenze: Antoine Poncet, Francois Sthaly, Augustin Cardenas ed il brasiliano Bruno Giorgi, chiamato da Oscar Niemeyer ad abbellire con le sue sculture la nuova capitale Brasilia. Nicoli diventa l’ONU della scultura: in una confusione di lingue si trovano fianco a fianco il russo Ernst Neyzvestny e l’indiano Krishna Reddy, lo svedese Gert Marcus e i giapponesi Tojofuko, Fujbe e Hitoshi Ito, la francese Aline Bienfait, allieva di Siqueiros, e Edwine Sandys Churchill, nipote del più famoso premier britannico. Ma, insieme o mancandosi di poco, si sono affacciati lavorando qui anche Ipousteguy e Henry Moore, Hans Rucker e Mike Noble, Dany Karavan, Peter Rockwell, Jay Lefkowitz, Ralph Penele, Jenny Holzer, Anish Kapoor.

Qui Cesar Baldaccini, il francese di origini lucchesi, cura il suo primo Pollice (alto 6 metri) che troverà, in dimensioni diverse, varie repliche restando il più famoso quello

151 eseguito per l’allora principe ereditario e poi Re Fahd, che porta le sue impronte digitali, collocato in Arabia Saudita. Louise Bourgeois, una vita artistica particolarmente lunga, è una fedelissima.

Né mancano gli italiani: Arturo Carmassi, Michelangelo Pistoletto, Carmelo Cappello, Pietro Cascella, Antonio Baggio, Mario Rossello. Lunga ed intensa la collaborazione con Floriano Bodini che fra le altre opere vi ha anche eseguito il

Monumento agli invalidi del lavoro situato proprio nella piazza antistante.

E poi Joaquin Roca Rey, Rudi Wach, Gigi Guadagnucci, Ilya Kabakov, Stephen Cox ed ancora molti altri. Negli studi premiati dall’attenzione dell’Unesco che li ha definiti bene culturale dell’umanità, sono “nati” i giganti del salernitano Bartolomeo Gatto: otto sculture astratte, bianchissimi totem collocati in altrettante colline-vette della Magna Grecia. E in studio si affaccia anche uno degli architetti più estrosi e famosi del mondo: Santiago Calatrava, per il quale vengono eseguite sculture audacissime per quanto tecnicamente è stato richiesto al marmo in un gioco di leggerezza e trasparenze, che nel gennaio 2005 hanno suscitato ammirazione al Metropolitan di New York.

Questo e molto altro è il laboratorio Nicoli. La forza e la vitalità dei Nicoli stanno nella rinnovata energia impressa ai laboratori, alla fitta rete mai venuta meno dei rapporti internazionali, al ringiovanimento della squadra di ornatisti e smodellatori a disposizione con un’età media intorno ai 35 anni. Insomma, gli studi più antichi con il personale più giovane.

Dall’ornatista e poi socio dello Studio Nicoli, Carlo Andrei, era nato, nel 1962, il laboratorio AMA, Artistici Marmi Apuani384. Da Nicoli, Carlo ed anche suo padre Ercole, avevano lavorato a lungo con Duprè, Sironi e con Arturo Martini, meritandone la fiducia. Poi era stata la volta di Henry Moore, Hans Arp, Jean Robert Iposteguy, Alberto Viani, Cardenas e molti altri. Molti di questi artisti avevano seguito Carlo Andrei nel nuovo laboratorio dove la tradizione della scultura artistica

384Le monografie di Agorà, Biennale & Dintorni, Supplemento al numero 9/2008 di Agorà Periodico

del Comune di Carrara, Grapho Industria Grafica, Carrara, Settembre 2008, p. 46.

BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi Editori, 2006, pp. 35-36.

CIMORELLI D. – MERLI G., Nient’altro che scultura-Nothing but sculpture. Carrara, 27 luglio-28

152 continua nel segno di un primato dell’insegnamento artigianale. Fin dal 1985 questa preziosa tradizione è stata raccolta dal nipote Carlo, che ripropone, non solo nel nome ma anche nella professionalità, le orme del nonno. Agli artisti già citati, nel corso del tempo, se ne aggiungono altri: Daniel Kafri, Antonio Di Tomaso, Maria Rucker, Gheorghi Filin, Francesco Siani, Luigi Mainolfi, David Tremlett, Dominique Rayou…e l’elenco potrebbe continuare.

Da validi scultori con un percorso formativo analogo, Silvio Santini, Paolo Grassi e Mario Fruendi, le cui iniziali formano il nome della ditta, è nata, nel 1971, a Torano, la S.G.F., nota come “Scuola di Torano”385. L’idea era maturata lavorando a stretto contatto nel laboratorio Nicoli. Silvio Santini vi aveva lavorato da sempre, Mario Fruendi ci arrivava dopo l’esperienza vissuta presso Fedele Andreani e Anselmo Olding, Paolo Grassi dopo quattro anni passati a Basilea. Quasi subito l’attività della ditta si orienta verso la traduzione in marmo dei modelli realizzati dagli artisti che si muovevano nell’ambito dell’Astrazione, secondo l’esperienza maturata dai tre soci a contatto con la sensibilità di quel linguaggio e si apre a considerare la dimensione monumentale. Sono state realizzate presso S.G.F Continuità II di Max Bill, l’opera collocata nella piazza antistante la sede centrale della Deutsche Bank di francoforte,

Passage di Richard Erdman, posta nei giardini della Pepsi Cola a New York ed altre

opere monumentali di Julio Silva e Lerry Kirkland con il suo monumento a Martin

Luther King.

L’attività prosegue con le opere di Max Bill, Michel Esbin, Richard Erdman, Larry Kirkland, Julio Silva, Richard Deutsch, Mary Jo Andersen, Mercedes Jiménez, Eleonore Sachs, Kobe, Francesca Bernardini, Maki Nakamura, Caterina Grimaldi, Ian Dries, Graziano Pompili e degli stessi Silvio Santini e Mario Fruendi.

385 Le monografie di Agorà, Biennale & Dintorni, Supplemento al numero 9/2008 di Agorà Periodico

del Comune di Carrara, Grapho Industria Grafica, Carrara, Settembre 2008, pp. 46-47.

BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi Editori, 2006, pp. 104-106.

CIMORELLI D. – MERLI G., Nient’altro che scultura-Nothing but sculpture. Carrara, 27 luglio-28

153 Anche Luigi Corsanini, dopo aver lavorato nei laboratori Nicoli e AMA, apriva, nel 1973, un laboratorio autonomo, lo Studio d’Arte Corsanini386, con sede ad Avenza. Luigi trasferiva al figliolo Leonardo i segreti della lavorazione artistica del marmo ed oggi l’antico mestiere non ha subito trasformazioni violente dovute all’avvento delle tecnologie come si è verificato in altri settori del lapideo. Nardo Dunchi ha qui realizzato le sue opere, così Sibylle Pasche e Kazuto Kuetani con il suo “collina della

pace” di Hiroshima. Ed ancora: Manel Alvarez, Bonaventura Anson, Mark Deeker,

Jonas Kuper e molti altri.

Proseguendo l’elenco di artisti, artigiani e laboratori, analizziamo ora esperienze recenti che sono nate nell’ambito di realtà industriali consolidate o che sono legate alla pratica dell’estrazione. Esse sono state avviate con lo scopo di voler far rinascere, ai piedi delle Apuane, la tradizionale lavorazione del marmo secondo i modi che erano stati della grande utopia dell’Henraux, quando la grande segheria industriale di Querceta aveva saputo collegare impresa ed arte, industrializzazione e processi artigianali per venire incontro alla perdita di identità del marmo, nella convinzione di non disperdere un patrimonio che deve andare di pari passo, per poter sopravvivere.

Così, con lo scopo di offrire agli artisti luoghi adatti alla creatività anche in spazi dedicati abitualmente alla lavorazione industriale del marmo, sono nati gli Studi

Telara387. A partire dal 2001 essi ospitano all’interno degli stabilimenti Carlo Telara srl, azienda che opera nel settore del marmo dal 1925 con sede ad Avenza, giovani scultori o artisti di più consolidata esperienza. Gli ambienti che un tempo erano la falegnameria e l’officina per la segheria diventano i luoghi della sperimentazione e il

386Le monografie di Agorà, Biennale & Dintorni, Supplemento al numero 9/2008 di Agorà Periodico

del Comune di Carrara, Grapho Industria Grafica, Carrara, Settembre 2008. Pag. 47

BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi Editori, 2006, pp. 53-55.

CIMORELLI D. – MERLI G., Nient’altro che scultura-Nothing but sculpture. Carrara, 27 luglio-28

settembre 2008, Milano, Silvana Editiriale, 2008, pp. 238-247.

387Le monografie di Agorà, Biennale & Dintorni, Supplemento al numero 9/2008 di Agorà Periodico

del Comune di Carrara, Grapho Industria Grafica, Carrara, Settembre 2008, p. 48.

BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi Editori, 2006, p. 39.

CIMORELLI D. – MERLI G., Nient’altro che scultura-Nothing but sculpture. Carrara, 27 luglio-28

154 grande piazzale, dove è stato ricavato uno spazio attrezzato per la realizzazione delle opere monumentali, si aprono all’installazione e ad altre ricerche non convenzionali sul marmo ed accoglie esperienze d’avanguardia che prendono forza dalla contaminazione dei linguaggi. Il laboratorio è punto di riferimento di vari scultori: Pier Giorgio Balocchi, Dan Istrate, Krystof Bednarsky, Jeung Boung Ki, Matteo Peducci e naturalmente molti altri.

Dal Gruppo Cave Michelangelo di Barattini, attive dal 1996, una realtà industriale che fornisce materiale statuario tra il più pregiato del bacino apuano, sono nati, nel 2000 gli Studi d’arte cave Michelangelo388. Il progetto è quello di incentivare negli artisti la curiosità di confrontarsi con il marmo, offrendo loro un ambiente adatto per la realizzazione delle opere con lo scopo di mantenere viva la conoscenza dei metodi della scultura che altrimenti andrebbero perduti. Organizzato come un vero e proprio laboratorio, le offerte sono diverse. Vi sono maestranze che traducono le opere in marmo, altre che fanno modelli e formature in creta, in resina e in altri materiali utili a fornire un servizio completo all’arte contemporanea. Gli artisti di “casa” sono: Maurizio Cattelan, Daniel Spoerri, Dany Caravan, Robert Morris, Daniel Buren, Pablo Atchugarry, Luciano Massari, Roberto Bricalli, Paul Nagel, Claudio Parmiggiani, Jean Hamilton Finley, Sol Le Witt, Ilia ed Emilia Kabacov, Bene Tuki, Giò Pomodoro, Franz Breidenburg, Luigi Mainolfi e Anna Chromy.

Dai bianchi statuari di famiglia prende le mosse il progetto di Fiammetta e Gualtiero Vanelli che ha aperto nel 1998, a Carrara, Statuaria Arte389 nell’ottica di offrire a scultori consolidati e a giovani scultori, con particolare attenzione agli allievi dell’Accademia di Belle Arti, un luogo dove poter realizzare le opere. Negli ampi

388Le monografie di Agorà, Biennale & Dintorni, Supplemento al numero 9/2008 di Agorà Periodico

del Comune di Carrara, Grapho Industria Grafica, Carrara, Settembre 2008, p. 48.

BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi Editori, 2006, pp. 95-98.

CIMORELLI D. – MERLI G., Nient’altro che scultura-Nothing but sculpture. Carrara, 27 luglio-28

settembre 2008, Milano, Silvana Editiriale, 2008, pp. 238-247.

389Le monografie di Agorà, Biennale & Dintorni, Supplemento al numero 9/2008 di Agorà Periodico

del Comune di Carrara, Grapho Industria Grafica, Carrara, Settembre 2008, pp. 48-49.

BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi Editori, 2006, pp. 108-109.

CIMORELLI D. – MERLI G., Nient’altro che scultura-Nothing but sculpture. Carrara, 27 luglio-28

155 locali del laboratorio è stata ricavata una sala vendita dove si trovano opere di artisti che vi hanno lavorato.

Nel corso degli anni si sono alternati i seguenti scultori: Pietro Cascella, Pier Giorgio