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Le Biennali internazionali

Capitolo II: Aspetti culturali

2.2 Le Biennali internazionali

Le Biennali Internazionali di Scultura “Città di Carrara” nascono nel lontano 1957391. Fu Antonio Bernieri392 a realizzare la prima edizione su suggerimento del grande 390 Le monografie di Agorà, Biennale & Dintorni, Supplemento al numero 9/2008 di Agorà Periodico

del Comune di Carrara, Grapho Industria Grafica, Carrara, Settembre 2008, pp. 50-51.

391BORGIOLI M. – GEMIGNANI B., Carrara e la sua gente. Tradizioni, ambiente, valori, storia, arte, Carrara, Stamperia Editoria Apuana, 1977, p. 58.

392In merito alla figura di Antonio Bernieri si veda Le monografie di Agorà, Biennale & Dintorni,

Supplemento al numero 9/2008 di Agorà Periodico del Comune di Carrara, Grapho Industria Grafica, Carrara, Settembre 2008, pp. 15-19.

156 scultore catalano Apelles Fenosa, e nel suo intento Bernieri fu aiutato da tutte le forze politiche cittadine. Per il finanziamento si deliberò una spesa di 5 milioni e 100 mila lire a carico del Comune potendo contare su altri tre milioni promessi dalla Provincia e dall’Ente del turismo.

L’iniziativa tendeva a restituire a Carrara la centralità della scultura del marmo. Il marmo che, dopo l’innamoramento celebrativo attuato nel Ventennio fascista, nel dopoguerra era stato isolato ai margini dell’arte.

Non volendo d’altra parte inaugurare una semplice rassegna di scultura fu redatto un regolamento, di ben 33 articoli, ispirato a quelli della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma.

Segretario generale della manifestazione fu nominato, dunque, Antonio Bernieri, inoltre, furono costituite una Commissione d’invito ed accettazione ed una giuria (Ossip Zadkine, G. Carlo Argan, Pericle Fazzini, Renato Guttuso ed Enzo Carli)393. I tempi stretti per l’organizzazione dell’evento, insieme al desiderio di non fallire il primo appuntamento determinarono perfino un eccessivo numero di partecipanti alla rassegna articolata in tre settori: opere di scultura senza limiti di dimensioni realizzate in qualsiasi materia; bassorilievi concepiti in modo da potersi tradurre in marmo; opere d’incisione.

Alla fine furono ben 231 gli espositori, 188 dei quali scultori, oltre 350 le opere esposte.

Il bilancio fu solo in parte positivo. La volontà di richiamare un pubblico numeroso e di non scontentare troppo anche i concorrenti consigliò alla Commissione di non essere troppo selettiva.

Purtroppo, avendo rinunciato, per non scoraggiare soprattutto gli scultori stranieri, al vincolo che le opere dovessero essere in marmo, si dovette riscontrare che quelle in marmo erano davvero troppo poche. A parziale compensazione la scelta, che diversi artisti avevano fatto, di realizzare le loro opere nella pietra nobile delle nostre montagne presso i locali laboratori.

393 AGORA’, Mensile del Comune di Carrara, Carrara, Società Editrice Apuana, Anno IV, n.6,

157 In ogni caso di grande rilievo i vincitori della prima edizione: per le opere di scultura premio ex aequo a Mirko Basaldella e Marcello Mascherini. Il Premio speciale della Società Montecatini andò ex aequo ad Augusto Perez394 e Raffaello Salimbeni395. Nel 1959, potendo contare sugli stessi introiti, la Commissione inviti riduce sensibilmente il numero dei presenti che concorrono tuttavia solo nei due settori di scultura ed incisione, essendo stato abolito il settore dedicato al bassorilievo. Si deve prendere atto che le finalità delle origini, vale a dire avvicinare quanto più possibile gli artisti al marmo, non è sempre coronato da successo. Specialmente gli artisti stranieri non erano interessati al materiale e vincolandoli con precise norme per la partecipazione se ne rischiava la rinuncia. Il primo premio ex aequo va ad Alberto Viani396 e Oscar Gallo. Il secondo ad Agenore Fabbri, Quinto Ghermanti, Emile Gilioli, Miklos Borsos.

Da rilevare che l’entusiasmo che aveva preceduto la prima edizione svanisce e si creano le prime contrapposizioni. In particolare, il presidente della Camera di commercio Gastone Dazzi respinge la proposta di Bernieri di istituire un ente autonomo per la gestione della Biennale indirizzato ad investire anche il campo dell’architettura e degli usi funzionali del marmo. L’ente camerale è già proiettato in quella direzione397.

Non per caso la biennalità prevista viene rimandata di un anno, si passa così al 1962. La rassegna trova nella politica qualche ostacolo, infatti, svanito il progetto di affidarne la gestione ad un ente autonomo, essa deve anche affrontare difficoltà finanziarie. In ogni caso, inserendo nel regolamento la clausola che le opere in concorso debbono essere di recente esecuzione, non anteriore al 1959, le opere pervenute ed esposte furono numerose: 269. Purtroppo ancora una volta ci si trovò a

394In merito alla figura di Augusto Perez si veda GIUMELLI C., VIII Biennale di Internazionale di Scultura Città di Carrara, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1996, pp. 143-148.

395 BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi

Editori, 2006, pp. 251-252.

396In merito allo stretto rapporto fra Alberto Viani e Carrara si veda GIUMELLI C., VIII Biennale di Internazionale di Scultura Città di Carrara, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1996, pp. 200-209. 397 BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi

158 contare i lavori in marmo: solo 10 fra quelli stranieri, 17 gli italiani. Il critico Franco Russoli elogiò gli sforzi dei volenterosi carraresi, che avevano promosso la Biennale indicandola come una delle rare manifestazioni in grado di rilanciare la scultura in Italia, ma non poté fare a meno di rilevare come la scultura stessa, che all’estero suscitava consensi ed attenzione con richieste di opere per musei e collezioni private, in patria fosse piuttosto maltrattata e trascurata. La giuria assegnò il primo premio per la scultura in marmo a Carlo Sergio Signori398 per l’opera Colomba nera, il primo premio per la scultura in materia libera a Mario Negri per il bronzo Corale399. Il 1963 segna una data importante per la manifestazione che, criticata all’interno, passata quasi inosservata dalla stampa nazionale, si indebolisce e trova sempre meno credito. A tal punto che Antonio Bernieri valuta l’ipotesi di ritirarsi400. Si ritiene che a convincerlo a desistere dal proposito sia stato un articolo apparso su un’autorevole rivista dell’epoca: Selearte. L’autore, Piero Pierotti, insegnante del Liceo Artistico, è assistente all’Università di Pisa di Carlo Ludovico Raggianti.

Egli coglie nella Biennale quanto di buono rappresenta e muove osservazioni utili per una più abile e mirata gestione. Successivi incontri permisero di delineare il nuovo percorso della rassegna, da svolgersi in collaborazione con l’Istituto presieduto da Raggianti che si sarebbe assunto l’onere di selezione degli artisti guidando la Commissione inviti.

Inoltre, anziché nella sede dell’Accademia si decise di allestire la rassegna a Marina di Carrara nei giardini dell’area di levante del porto.

Così, nel 1965 furono invitati 55 scultori stranieri e 47 italiani; abolita la sezione incisione, si decise di rinunciare anche al metodo del concorso. Tra gli espositori

398In merito alla figura di Carlo Sergio Signori si veda AGORA’, Mensile del Comune di Carrara,

Carrara, Società Editrice Apuana, Anno II, n.6, luglio 2006, pp. 20-21.

399 BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi

Editori, 2006, p. 253.

400Le monografie di Agorà, Biennale & Dintorni, Supplemento al numero 9/2008 di Agorà Periodico

159 alcuni artisti che avevano partecipato anche alle precedenti edizioni: Cascella, Fabbri, Gallo, Mascherini, Minguzzi, Negri, Chadwick, Mirko401.

Per la quinta edizione, nel 1967, la novità, riguardava la decisa apertura da attuarsi verso le forze giovanili. Gli inviti furono 90: 47 gli scultori italiani, 43 gli stranieri. La Commissione suggerì di acquistare per il Comune l’opera denominata La barca dello scultore Ruzic e di trattare le opere di Koper, Roca-Rey, Pierluca, Bodini e Pisani. Fu scelta l’opera in paonazzo Alma Mater dello scultore polacco Tadeus Koper402. In più, su richiesta di Bernieri il Comune si accollò l’onere per la traduzione in marmo di due bozzetti (Sole in Versilia di Pietro Cascella e il

Messaggero di Carlo Sergio Signori) donati dagli artisti alla città. Commentando la

V Biennale il critico Mario De Micheli, anche in considerazione della ripetuta presenza dei maggiori scultori italiani e stranieri, la giudicò la più importante rassegna italiana di scultura403.

La sesta edizione della Biennale, svoltasi nel 1969, tornò a svolgersi nella sede dell’Accademia, dopo che le ultime due edizioni furono allestite a Marina di Carrara. Ad essa parteciparono 80 scultori, 38 italiani e 42 stranieri in un clima di progressivo disinteresse, quando non di aperta polemica, come nel caso dello scultore Nardo Dunchi404 favorevole a sostituire la rassegna con simposi in cui chiamare artisti importanti per poi trattenere le opere destinandole al museo del marmo in fase di costituzione.

La Commissione addetta segnalò per l’acquisto Uomo seduto 2 di Giuliano Vangi e

Plage e falaise di Jean Ipousteguy, l’una modello in gesso che nel corso dell’anno

401 BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi

Editori, 2006, pp. 252-253.

402 DE MICHELI M., Quinta Biennale internazionale di scultura città di Carrara, Ortonovo,

Grafiche Sanguinetti, 1967.

403 BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi

Editori, 2006, p. 254.

404Per una ressegna sulla vita dello scultore partigiano Nardo Dunchi si veda AGORA’, Mensile del Comune di Carrara, Carrara, Società Editrice Apuana, Anno V, n.9, maggio-giugno 2010, pp. 22-25.

160 verrà tradotto in marmo, l’altra già in bianco statuario405. In più, venne anche acquistato il bassorilievo Dalla parte del muro di Joachim Schmettau406: marmo bianco con parti colorate a vernice.

La scarsa sensibilità verso la manifestazione insieme ai consueti problemi per il suo finanziamento fanno sì che la VII edizione in calendario per il 1971, fu svolta solamente nel 1973. Antonio Bernieri si appellava al nuovo sindaco Sauro Dalle Mura che, casse comunali sempre al lumicino, chiedeva alla Regione di inserire la Biennale fra le manifestazioni di interesse regionale così da poter beneficiare di qualche contributo fiorentino. Estremamente difficile da capirsi all’esterno, di fatto si stava verificando una decisa concorrenza – solo possibile in una città contro come Carrara – fra la Biennale, creatura della giunta social - comunista e la Mostra del Marmo iniziativa del repubblicano ente camerale.

Il risultato fu che dopo l’edizione del 1973 la Biennale fu soppressa. Stessa sorte subì la Mostra del Marmo, che nelle ultime edizioni si svolgeva nel nuovo edificio di Viale XX Settembre, adiacente lo stadio comunale, progettato da Carlo Scarpa e Pier Carlo Santini407.

Nel 1973 comunque la Biennale infine si tenne: la Commissione invitò 80 artisti, 40 italiani ed altrettanti stranieri. La mostra fu allestita nella sede dell’Accademia e presentò opere di molti autori che già in passato avevano preso parte alla manifestazione: Armitage, Basaldella, Cascella, Fabbri, Guadagnucci, Koper, Signori, Tognini, Vangi, Viani. Un’edizione con opere ed artisti di tutto rilievo ma che lasciò intendere un certo clima di smobilitazione408.

La Biennale in ferie forzate rimarrà nell’incertezza per ben 23 anni, fino al 1996, prima di riaffacciarsi nelle piazze cittadine. A prendere in mano le redini dell’VIII

405 BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi

Editori, 2006, p. 254.

406In merito alla figura di Joachim Schmettau si veda GIUMELLI C., VIII Biennale di Internazionale di Scultura Città di Carrara, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1996, pp. 174-177.

407CIMORELLI D. – MERLI G., Nient’altro che scultura-Nothing but sculpture. Carrara, 27 luglio- 28 settembre 2008, Milano, Silvana Editiriale, 2008, pp. 276-277.

408 BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi

161 edizione è l’Accademia di belle arti, il cui presidente Enrico Bogazzi coinvolge nell’iniziativa la Fondazione e la Cassa di Risparmio di Carrara, sponsor bancario unico, e quale supporto operativo può contare sulla neonata Associazione Amici dell’Accademia presieduta da Lina Cannizzaro Sicari. In questo modo, attorno alla Biennale che risorge si genera molto entusiasmo. Il curatore Maurizio Calvesi ne garantisce ai livelli più alti qualità ed importanza. Claudio Giumelli è l’elemento di raccordo con la realtà locale nonché il responsabile della bellissima retrospettiva dedicata ad Alberto Viani409, uno dei protagonisti della scultura del Novecento. Nel ruolo di finanziatori, oltre alla banca locale, sono coinvolte le aziende Vittorio Bogazzi & Figli, Gaspari Menotti, Porto di Carrara, Red Graniti. L’Internazionale Marmi e Macchine contribuisce curando l’organizzazione delle numerose manifestazioni collaterali. Un panorama della scultura contemporanea scelto tra le professionalità più rappresentative della ricerca plastica, nel nostro paese e oltre i suoi confini. Anche se parlare di artisti “stranieri” a Carrara è quasi improprio dal momento che nessuno che pratichi seriamente la scultura può sentirsi straniero nella patria di questa arte. Soprattutto per gli artisti che trattano il marmo, e di ogni nazionalità, questa città è una meta quasi obbligata. Fin da quando l’unificazione dell’Europa era lontana, Carrara è sempre stata un centro “europeo”, anzi del mondo, teatro di ricerche, anche, tra le più avanzate e pionieristiche.

Rendono giustizia a questo pensiero i nomi degli artisti presenti: Alviani, Bodini, Borghi, Bourgeois, Brook, Cardenas, Cascella, Castagna, Cox, Cucchi, Finotti, Gozzi, Guadagnucci, Guerrini, Lorenzetti, Mastroianni, Mitoraj, Morris, Papa, Perez, Arnaldo e Giò Pomodoro, Poncet, Rucker, Schmettau, Somaini, Tarabella, Uncini, Vangi, Cordelia Von den Steinen410.

Una rassegna di numeri uno che ha il conforto di una notevole partecipazione di pubblico in buona parte forestiero411.

409GIUMELLI C., VIII Biennale di Internazionale di Scultura Città di Carrara, Cinisello Balsamo,

Amilcare Pizzi, 1996, pp. 199-210.

410Per una rassegna di tutti gli scultori presenti si veda CIMORELLI D. – MERLI G., Nient’altro che scultura-Nothing but sculpture. Carrara, 27 luglio-28 settembre 2008, Milano, Silvana Editiriale,

2008.

411 BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi

162 La IX Biennale, svoltasi nel 1998, ha un nuovo curatore, Enrico Crispolti, che avvalendosi della stretta collaborazione di Luca Massimo Barbero, si dà un tema da svolgere: Scultura, Architettura, Città. Tutti concordi sull’impostazione della rassegna che promuove un confronto fra la scultura e lo spazio urbano, chiamando in causa artisti fra loro assai diversi ospitati in più sezioni. Funzionali due retrospettive di grande valore artistico e documentario: la prima dedicata ad Arturo Martini, uno dei padri riconosciuti della scultura moderna, che ebbe con Carrara un lungo e proficuo rapporto; la seconda riservata a Giovanni Michelucci, architetto e docente autore di alcuni dei progetti più innovativi ed interessanti dell’architettura del dopoguerra. La mostra, variamente articolata, dispone per la sezione Grandi

realizzazioni di scultura ambientale opere di grande suggestione di Carrino,

Cascella, Castagna, Dompè, Karavan, Kuetani, Giò Pomodoro, Somaini, Haugen, Staccioli, Theimer. Per le Presenze di ricerca in piazza Casciello, Catania, De Marchi, Egger, Nagasawa, Nannucci, Spoerri, Trafeli, Vangi. Le Sculture nello

spazio urbano sono di Carrino, Cascella, Castagna. Catania, Corno, De Marchi,

Dompé, Habicher, Kuetani, Metzler, Nannucci, Pepper, Giò Pomodoro, Roca-Rey, Somaini, Haugen, Staccioli, Theimer, Trebbiani412. Sembrò funzionale in questo contesto allargato all’architettura coinvolgere l’iniziativa dell’Internazionale Marmi e Macchine con i suoi preziosi Marble Architectural Awards annualmente assegnati alle più belle, audaci, innovative realizzazioni in marmo nei vari continenti413.

La X Biennale, tenutasi nel 2000, ha un titolo: Il Primato della scultura e una chiave di lettura Il Novecento a Carrara e dintorni414. La coordina Antonio Paolucci storico

dell’arte, già Ministro dei beni culturali e che, da presidente dell’Accademia di belle arti, si avvale della collaborazione del direttore Carlo Bordoni, e di una docente, la storica dell’arte Anna Laghi. Gli spazi espositivi all’interno dell’Accademia sono le 412 CRISPOLTI E.-BARBERO L.M., IX Biennale Internazionale di Scultura Città di Carrara,

Milano, Electa, 1998.

413 BAVASTRO R., Artigiani & Artisti nella Carrara del 2000, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi

Editori, 2006, p. 258.

414 LAGHI A. V. - PAOLUCCI A., X Biennale Internazionale Città di Carrara/Il Primato della Scultura, Montespertoli, Mascchietto&Musolino, 2000.

163 stesse aule dell’insegnamento liberate dagli arredi, l’Aula magna e la Biblioteca. Infine, piazza Mazzini e piazza del Duomo dove le presenze monumentali esistenti vengono isolate.

Il percorso che parte dall’Accademia prosegue nel Palazzo Caselli e scende nei pressi della Chiesa del Suffragio, entra nel Vicolo dell’Arancio, attraversa piazza del Duomo e giunge a Piazza delle Erbe. Quindi, risale lungo la via Carriona e punta all’ex ospedale San Giacomo, dove sono esposte le opere dei professori dell’Accademia: Balocchi, Bigi, La Bruna, Balderi, Mendoza, Cremoni, Massari, Tacchini, Triglia. Oltre si accede al Parco della Padula. Il percorso cittadino è tutto dipinto di bianco ed in prossimità dell’acqua che sgorga dalle molte fonti della città vengono poste alcune delle opere più significative: Ogata con i suoi Cerchi d’acqua, Botero con il grande Cavallo, Pomodoro con La colonna del viaggiatore, l’Angelo di Giglioli sul sagrato del Duomo, Moore con il Guerriero con scudo a difesa dell’Accademia. Il percorso della Villa Fabbricotti, anziché nel bianco si snoda nel verde: vi si accede attraverso la Porta Mediterranea di Somaini415, consente di imbattersi nell’Uccello di Canuti; l’Icaro Alato di Mitoraj416 è all’imbocco di un ponte come nel mondo classico. Poi la Stanza del silenzio di Poiret in mezzo ad un piccolo oliveto, le opere di Yasuda vicine al torrente, la Donna con albero di Vangi che sembra chiedere al visitatore come liberarsi dal masso che la tiene prigioniera. Ma il corso del Novecento è lungo e l’inizio del titolo della Biennale 2000 comincia dunque da lontano: così come la rassegna intende documentarlo. Ed ecco allora una serie di capitoli ben delineati: La linea della figuratività tra la tradizione ed il rinnovamento (1900-1920) contempla Fontana417 (la Quadriga del Vittoriano) e Bistolfi (Armonia è il titolo di un particolare della decorazione del Teatro dell’Opera di Città del Messico). Il primo Novecento (1920-1935) attinge a Dazzi418 (titolare nel

415In merito alla figura di Francesco Somaini si veda GIUMELLI C., VIII Biennale di Internazionale di Scultura Città di Carrara, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1996, pp. 178-181.

416 In merito alla figura di Igor Mitoraj si veda GIUMELLI C., VIII Biennale di Internazionale di Scultura Città di Carrara, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1996, pp. 128-132.

417 In merito alla scultura di Carlo Fontana si veda BERRESFORD S., Carrara e il mercato delle scultura II, Bergamo, 24 ORE Motta Cultura, 2007, pp. 42-44.

418 In merito alla scultura di Arturo Dazzi si veda BERRESFORD S., Carrara e il mercato delle scultura II, Bergamo, 24 ORE Motta Cultura, 2007, pp. 44-46.

164 1929 della Cattedra di scultura all’Accademia di Carrara), Andreotti, Maraini, Griselli. Nel Foro Italico (1927-1937) Carrara svolge la prestazione più importante del secolo in quanto ad uso del suo marmo, impiego di risorse finanziarie, impiego dei laboratori di scultura non meno che dei suoi artisti. Per volontà di Renato Ricci su progetto di un altro carrarese, Enrico Del Debbio, furono quattro e di valore, gli scultori carraresi all’opera: De Veroli, Morescalchi, Gregori, Buttini. Oltre a tradurre nel marmo i propri modelli, essi curarono anche la corretta esecuzione delle opere degli altri artisti pure realizzate a Carrara. Il periodo designato Tra le due guerre (1935-1946) include una presenza a Carrara fondamentale: quella di Arturo Martini che vi rimase per una decina d’anni portando un soffio di novità. La sua riflessione (“la statuaria è morta ma la scultura è viva”) è stata variamente letta, interpretata e talvolta anche stravolta. Martini lavora nel laboratorio Nicoli, dove già opera Fausto Melotti e immediatamente prima Francesco Messina; tutti questi grandi maestri sono ben rappresentati. Il Secondo Novecento, il periodo post bellico (1947-1958) per il marmo nella scultura è il periodo più critico. L’abuso che se ne è fatto con criteri e finalità celebrative durante il fascismo induce molti artisti ad ignorarlo preferendogli il bronzo od altri materiali. La mancanza di una fonderia a Carrara favorisce dunque quell’esodo verso la Versilia che farà la fortuna della vicina Pietrasanta pronta, come sappiamo, a rispondere a qualsiasi esigenza anche per interessi di ritorno sul fronte della pietra. E’ il caso di Giacomo Manzu’, di Emilio Greco che pure rileva (1952) da Arturo Dazzi, che va in pensione, la cattedra di scultura dell’Accademia. Marino Marini all’Henraux è invece fra i primi a far uso nella scultura del granito. Verso

Nuove forme di Espressione: per il rilancio del marmo nell’arte scultorea si

attribuiscono ruoli importanti a Carlo Sergio Signori per il suo monumento ai Fratelli Rosselli a Bagnoles de l’Orne, ad Alberto Viani ed alle prime Biennali carraresi che