• Non ci sono risultati.

Codici a barre bidimensional

Espositore !Visitatore!

REALTA’ AUMENTATA

4.3.3 Strumenti Data Capture (Tecnologie innovative di interazione e raccolta dati)

4.3.3.3 Codici a barre bidimensional

I codici a barre sono stati creati circa cinquant’anni fa per monitorare lo stato delle spedizioni sui vagoni dei treni. La seconda generazione di questi è rappresentata dai codici bidimensionali.

Il codice a barre QR Code, chiamato “Quick Response” proprio in virtù della sua attitudine a rispondere velocemente ai dispositivi di lettura, si presenta come un codice a barre bidimensionale a matrice, composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata. Simili a questi sono i Tag Microsoft e gli SnapTags.

I codici QR sono stati brevettati nel 1994 da Denso Wave Inc., società del gruppo Toyota Motor Corp., per implementare le attività di controllo del magazzino ricambi della casa automobilistica. Questa tipologia di strumento permette infatti di memorizzare molte più informazioni rispetto ai tradizionali codici a barre, ovvero circa 7.089 caratteri numerici e 4.296 alfanumerici. Queste prestazioni sono dovute alla struttura bidimensionale e alla codifica delle informazioni tramite un algoritmo di correzione degli errori. La possibilità di immagazzinare molte informazioni ha permesso di codificare dentro di essi informazioni come immagini, messaggi di testo, biglietti da visita e link di siti web. La peculiarità che ha reso famosa questa categoria di codici consiste nella possibilità di accesso alle informazioni contenute in essi sia attraverso un lettore dedicato, sia mediante un telefono cellulare dotato di fotocamera e di un programma di decifrazione. Da questo punto di vista i codici QR si collocano come anello di congiunzione tra il mondo fisico e quello virtuale.

Alternativi al brevetto della società Denso Wave, i Tag Microsoft, sono stai lanciati sul mercato nel 2009, e rappresentano forse la migliore alternativa agli ormai molto diffusi codici a risposta rapida. Essi sono stati utilizzati da aziende di notevole importanza come Kraft Foods, il che ha contribuito alla loro affermazione. Questi supporti permettono di svolgere gli stessi compiti dei codici prima illustrati, sostituendo però i moduli neri con forme triangolari, fornendo inoltre la possibilità di essere personalizzati

differenza, che limita il loro uso, risiede nella necessità di possedere il software originale Microsoft per poter accedere ai contenuti multimediali archiviati in essi.

Figura 4.8 percentuali di utilizzo dei codici

Fonte: Nellymoser 2012

Il consenso che questa categoria di codici ha riscosso nel pubblico ha portato inoltre allo sviluppo di una terza alternativa. I codici SnapTags114 sono stati introdotti sul mercato nel 2011 e impiegano un unico cerchio, invece di più rettangoli, per poter codificare i dati. All’interno di questo anello, le aziende possono inserire il loro logo o un’altra immagine, il che incrementa l’orientamento promozionale e commerciale a cui si fa riferimento con questa categoria di prodotti. Essi infatti sono stati utilizzati nelle campagne pubblicitarie da importanti aziende del calibro di Coca

Cola Co. e AnheuserBusch Cos Inc.115 e come gli altri codici, quando vengono scansionati dai dispositivi, permettono di accedere a siti web, video, file audio, testi, e simili.

La diffusione del QR code avviene a ritmi molto sostenuti: le ricerche di settore indicano una crescita globale del 300%116 tra il 2010 e il 2011. Ulteriori ricerche indicano che tra le 500 aziende di successo indicate dalla rivista Fortune nel 2012, il 22% di esse utilizza i codici bidimensionali all’interno delle proprie strategie di comunicazione. Dal punto di vista del consumatore, si stima che l’utilizzo delle applicazioni per la decifrazione delle informazioni dei codici è incrementato con un tasso pari al 500% dal 2010 al 2011.

Figura 4.9 Utilizzo del QR code

Fonte: Nellymoser 2012

115uno dei principali importatori americani, operante nel settore delle bevande alcoliche, in

particolare della birra

116 40%! 19%! 18%! 14%! 12%! 7%! 5%!4%!4%! 1%!

Utilizzi(del(Qr(code(

Video! Iscrizione! Social!Media! Acquisti!OnLine! Posizionamento!Geogra_ico! Punti!Vendita! Campagne!di!Sconto! Contenuti!Multimediali! Download! Informazioni!di!varia!natura! Voto!

“L’utilizzo di tali codici negli spazi espositivi si pensa possa aggiungere maggiore valore all’offerta fieristica, permettendo ai partecipanti di raccogliere più informazioni in modo più conveniente, dinamico e veloce” 117 . L’utilizzo racchiude interessanti sviluppi a partire dall’economicità derivante dall’adozione di tale tecnologia, che permette di espandere l’offerta, senza aggiungere personale o incrementare lo spazio espositivo.

Durante l’evento “Digital Solutions Cooperative Annual Conference 2011” svoltasi a Chicago, la società Wilmington ha adottato una strategia comunicativa basata sull’utilizzo del QR code. Lo spazio espositivo presentava una stampa di circa un metro quadrato di un codice bidimensionale, con sotto le indicazioni per accedere ai contenuti che esso racchiudeva. In particolare attraverso la decodifica di questo era possibile visualizzare, sul proprio telefono cellulare o Tablet, un video del project manager della società che accoglieva i partecipanti e illustrava le novità che l’azienda desiderava esporre all’evento .

Tutto gli operatori dello stand della società erano inoltre vestiti con una maglietta con un codice QR stampato, che permetteva di accedere al sito internet di Wilmington, ottimizzato per la navigazione da dispositivo portatile.

Allo stesso modo Portland, un fornitore di software per la sicurezza, ha messo in atto una strategia comunicativa, basata sull’interazione tramite QR code durante la “RSA Conference 2011” a San Francisco. Essa si basava sulla distribuzione di volantini con impresso un codice bidimensionale su entrambi i lati. Il primo permetteva l’accesso alla mappa dell’evento e ad alcune informazioni sui propri prodotti, presentando una utilità informativa, mentre il secondo dava l’accesso ad un concorso ad estrazione che si sarebbe tenuto durante la manifestazione. Inoltre quando i visitatori si sarebbero recati all’interno dello spazio espositivo di circa 50 metri quadrati, un proiettore avrebbe visualizzato un codice QR

117 ha dichiarato Robert Sneed, vice presidente di tecnologie multimediali per

che, se scannerizzato, avrebbe mostrato il gadget vinto dal visitatore. Ogni individuo che visitava lo stand, avrebbe vinto quindi almeno una maglietta. Al contempo dopo aver scannerizzato il codice, oltre al premio, compariva uno slogan dell’azienda, in un meccanismo volto ad aumentare la brand awareness aziendale.

I software utilizzati per definire le statistiche di utilizzo dei codici hanno mostrato a fine evento che circa 4.300 persone, quasi il 25% dei visitatori dell’intera fiera, aveva partecipato alla scansione del codice inserito all’interno dello spazio espositivo, dimostrato un risultato comunicativo rilevante, soprattutto se considerato in relazione alle dimensioni dell’area espositiva e all’economicità del mezzo.

La possibilità di creare un codice QR è, infatti, gratuitamente a disposizione di qualsiasi soggetto, sia esso un professionista o un utente privato.

Il QR code si configura come lo strumento che ad ora presenta le maggiori capacità di impatto sulle dinamiche fieristiche: il costo praticamente irrisorio per la sua creazione e distribuzione presso gli spazi espositivi si coniuga con un alto livello di interazione derivante dalla sua adozione. L’evoluzione dei tradizionali meccanismi di raccolta dati incidono in modo marcato sulla possibilità di valutazione dell’evento fieristico e risponde alla necessità di identificare il concreto apporto che la partecipazione alle fiere rappresenta per le aziende. Queste infatti, mediante l’analisi delle informazioni derivanti dall’interazione possono implementare le loro strategie, sia a livello espositivo che a livello aziendale. A livello di organizzazione, i dati possono essere utilizzati per massimizzare l’efficacia e l’efficienza dello strumento fiera nelle strategie comunicative aziendali, con la possibilità di ridefinire gli spazi affittati durante gli eventi, poiché comprendendo le abitudini e le preferenze dei consumatori è possibile articolare un’offerta più “personalizzata” in base alle esigenze dei consumatori. il QR code infatti permette di monitorare e raccogliere con più efficacia le informazioni che prima venivano raccolte con difficoltà attraverso questionari o sondaggi, ma al contempo offre la possibilità di

rendere tangibili ed osservabili, quei dati che hanno una valenza fondamentale per l’azienda, ma contemporaneamente era impensabile osservare. Preferenze, aree di competenza, numero di accessi ai contenuti vengono collegati all’identificazione che si opera mediante il codice. La facilità di utilizzo di questo, in collegamento anche allo sviluppo di dispositivi, per esempio tablet e smartphone, che riescono ad interagire rapidamente e in maniera intuitiva, rappresenta un fattore chiave nell’affermazione di questo.

Il QR code si configura infatti come punto di collegamento tra il mondo reale e digitale, e proprio questa caratteristica lo rende uno strumento di fondamentale importanza. Esso è una “interfaccia” di connessione a cui possono essere associati una ampia tipologia di informazioni. Come si è visto negli esempi precedenti, può essere usata per l’accesso ai contenuti dell’azienda, quindi come passe-partout per l’accesso ai servizi multimediali, ma anche come evoluzione del tradizionale codice a barre dall’incredibile capacità di archiviazione dati.

L’utilizzo a cui si può associare risulta quindi talmente ampio che si delinea come trasversale nei processi aziendali. Può infatti permeare sia l’ambito comunicativo che quello della distribuzione o dell’organizzazione dei sistemi di produzione. Finora i più comuni usi sono rappresentati dall’acquisizione di dati, connessione con i social media e l’integrazione nei processi dimostrativi, ma le innate potenzialità racchiuse in esso e lo sviluppo della tecnologia delineano la potenzialità di pervadere molti più ambiti applicativi.