• Non ci sono risultati.

La colonna destra nei due pannelli del Grafico 2 evidenzia come le prestazioni in natura oltre ad essere destinate per il 48 per cento a contrastare l’esclusione sociale e la

P ARTE SECONDA

3. La colonna destra nei due pannelli del Grafico 2 evidenzia come le prestazioni in natura oltre ad essere destinate per il 48 per cento a contrastare l’esclusione sociale e la

povertà, sono indirizzate per il 27 per cento a famiglie e minori - prevalentemente attraverso assistenza di asilo nido - per il 12 per cento agli invalidi, per il 10 per cento agli anziani, e vanno, per la modesta parte residua, per disoccupazione e abitazione.

Il Grafico 3 colloca in una retrospettiva di lungo periodo le dinamiche registrate nel 2018 e per quanto riguarda le prestazioni in denaro raggruppa la spesa complessiva in tre componenti: una prima, riferibile alle pensioni e agli assegni sociali; una seconda riferibile a prestazioni per invalidità nelle quali sono accorpate le indennità di invalidità civile e ai non vedenti e non udenti ed infine, e molto importante per l’analisi qui condotta, una terza componente (“altri assegni e sussidi”) che rappresenta quella che meglio registra l’esito delle politiche pubbliche a contrasto dell’esclusione e del disagio sociali. Mentre per le prime due componenti si rinvia, e non solo per gli aspetti dell’analisi della dinamica della spesa, ai Riquadri 4 e 5 in Appendice, conviene qui concentrare l’attenzione sugli andamenti della terza componente. Il Grafico ben evidenzia infatti la discontinuità

2 Il complesso delle risorse disponibili per il RDC e la pensione di cittadinanza, a valere sull’apposito Fondo creato con la legge di bilancio per il 2019 è pari a 7,1 miliardi per il 2019, 8,1 miliardi per il 2020 e 8,3 miliardi per il 2021, di cui tuttavia rispettivamente 2,5 (2019) e 2,7 (dal 2020) miliardi già compresi a copertura del REI. Inoltre, va considerato che una parte di tali risorse andrà a finanziare spesa connessa con il RDC, ma non relativa al beneficio in senso stretto e quindi non spesa assistenziale. Le risorse riferibili alla sola spesa per l’erogazione del beneficio economico sono pari a 5,9 miliardi nel 2019, 7,2 miliardi nel 2020 e 7,4 miliardi nel 2021 (7,3 miliardi a decorrere dal 2022).

49,1 12,5 32,0 27,9 15,8 10,1 0,2 1,5 0,8 1,0 1,1 46,9 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Prestazioni sociali in denaro

Prestazioni sociali in natura

esclusione sociale n.a.c. abitazione disoccupazione superstiti vecchiaia famiglia invalidità 48,8% 12,2% 33,1% 27,3% 15,0% 9,9% 0,9% 0,0% 0,2% 1,5% 0,8% 1,0% 1,1% 48,1% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Prestazioni sociali in denaro

Prestazioni sociali in natura

esclusione sociale n.a.c. abitazione disoccupazione superstiti vecchiaia famiglia invalidità

registrata nel 2014 a seguito dell’erogazione del “bonus 80 euro” e poi, sempre sul fronte delle prestazioni in denaro, il successivo impulso incrementale, sia in termini assoluti che in quota di Pil e spesa primaria, esercitato dalla crescita delle risorse per il contrasto dell’esclusione erogate sotto forma di Reddito di inclusione.

GRAFICO 3

PRESTAZIONI ASSISTENZIALI: LA DINAMICA DI LUNGO PERIODO

IN DENARO –MILIONI DI URO IN DENARO –% DI PIL

IN DENARO -% DI SPESA PRIMARIA TOTALI (DENARO+NATURA - VAR % ANNUE

NOMINALI E REALI)

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati ISTAT

4. La profondità ed estensione della crisi conosciuta dal nostro Paese ha prodotto, non diversamente da (ma più che in) altri paesi, una forte domanda di protezione sociale. I dati di fonte ISTAT ed Eurostat (Tavola 2) indicano che tra il 2008 ed il 2017 i

principali indicatori di disagio sociale sono cresciuti in misura significativa: in Italia la percentuale di cittadini in condizioni di povertà assoluta3 è passata dal 3,6 all’8,4 per cento, mentre quella delle persone a rischio di povertà o esclusione sociale è passata dal 25,5 al 28,9 per cento e quella delle persone in condizioni di grave deprivazione

3 L’ISTAT definisce la soglia di povertà assoluta come quel valore di spesa minima necessaria per acquisire un certo paniere di beni e servizi che garantisce uno standard di vita minimamente accettabile (considerati dunque, essenziali).

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000 40.000

pensioni e assegni sociali prestazioni per invalidità altri assegni e sussidi

0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5

pensioni e assegni sociali prestazioni per invalidità altri assegni e sussidi

0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0

pensioni e assegni sociali prestazioni per invalidità altri assegni e sussidi

-10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0

materiale4 dal 7,5 al 12,1 per cento nel 2016 (per poi scendere al 10,1 e all’8,4 per cento nel 2017/18, rispettivamente). Nell’Area dell’euro questi due ultimi indicatori sono passati dal 21,7 al 23,1 (e poi al 22,1 nel 2017) per cento il primo e dal 5,9 al 6,6 (e poi al 5,4 nel 2018) il secondo5. In definitiva, la lettura incrociata del Grafico 3 e della tavola 2 mostra che all’acuta crisi economica e sociale le politiche pubbliche di natura assistenziale hanno risposto, da un lato, concentrando l’attenzione sui redditi bassi- cioè di fasce di popolazione a “disagio relativo” - per l’appunto con il trasferimento del bonus e, dall’altro, ma in misura insufficiente rispetto ai fabbisogni, avviando un lento processo di contrasto della povertà e dell’esclusione sociale con l’introduzione del REI.

TAVOLA 2

CICLO ECONOMICO E INDICATORI DI DISAGIO SOCIALE:ITALIA ED AREA DELL’EURO

(2008-2018; VALORI %)

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

ITALIA

Pil reale (2007=100 ) 98,9 93,5 95,1 95,7 93,0 91,3 91,4 92,3 93,3 94,9 95,7

Output gap 1,4 -3,8 -1,9 -1,4 -3,1 -4,6 -4,4 -3,3 -2,0 -0,5 -0,1

Tasso di povertà assoluta 3,6 3,9 4,2 4,4 5,9 7,3 6,8 7,6 7,9 8,4 (1)

Tasso di grave deprivazione materiale 7,5 7,3 7,4 11,1 14,5 12,3 11,6 11,5 12,1 10,1 8,4

Persone a rischio di povertà o esclusione sociale 25,5 24,9 25,0 28,1 29,9 28,5 28,3 28,7 30,0 28,9 (1)

AREA DELL'EURO

Pil reale (2007=100 ) 100,5 95,9 97,9 99,5 98,7 98,4 99,8 101,9 103,9 106,4 108,4

Output gap 1,7 -3,5 -2,2 -1,2 -2,3 -3,1 -2,6 -1,8 -1,0 0 0,5

Tasso di grave deprivazione materiale 5,9 6 6,1 6,9 7,8 7,5 7,4 7 6,6 5,9 5,4

Persone a rischio di povertà o esclusione sociale 21,7 21,6 22,0 22,9 23,3 23,1 23,5 23,1 23,1 22,1 (1) (1) Dato non disponibile.

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati ISTAT ed Eurostat

È in tale quadro, anche contabile, che viene a collocarsi il Reddito di cittadinanza, uno strumento che è opportuno analizzare nelle sue diverse sfaccettature tanto sotto il profilo quantitativo quanto sotto quello qualitativo, profili per l’apprezzamento dei quali è utile tener presente il quadro più aggiornato degli esiti delle politiche finora messe in campo, che rappresenta, fondamentalmente, il punto di partenza del nuovo corso ora avviato.

4 L’indicatore è dato dalla percentuale di persone che vivono in famiglie che sperimentano almeno quattro tra i seguenti nove sintomi di disagio economico: 1) non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione; 2) non poter sostenere una spesa imprevista (il cui importo, in un dato anno, è pari a 1/12 del valore della soglia di povertà rilevata nei due anni precedenti); 3) non potersi permettere un pasto proteico (carne, pesce o equivalente vegetariano) almeno una volta ogni due giorni; 4) non potersi permettere una settimana di vacanza all’anno lontano da casa; 5) non potersi permettere un televisore a colori; 6) non potersi permettere una lavatrice; 7) non potersi permettere un’automobile; 8) non potersi permettere un telefono; 9) essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o prestiti d’altro tipo.

5 L’Istat definisce povera una famiglia di due componenti con una spesa per consumi inferiore o uguale alla spesa media per consumi pro-capite. Per definire le soglie di povertà relativa per famiglie di diversa ampiezza si utilizzano coefficienti correttivi (scala di equivalenza Carbonaro) che tengono conto dei differenti bisogni e delle economie/diseconomie di scala che è possibile realizzare al variare del numero dei componenti. Nel 2017 tale spesa è risultata pari a 1.085,22 euro.

5. I dati della Tavola 3 riassumono le informazioni più aggiornate e riferite alla fine

Outline

Documenti correlati