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Il previsto monitoraggio INPS attesta che alla data del 13 maggio 2019 per Quota 100 erano state presentate 131.843 domande, così ripartite: poco meno di 54.200

P ARTE SECONDA

13. Il previsto monitoraggio INPS attesta che alla data del 13 maggio 2019 per Quota 100 erano state presentate 131.843 domande, così ripartite: poco meno di 54.200

da dipendenti del settore privato (41 per cento); quasi 43.700 da dipendenti pubblici (33 per cento); circa 25.400 da lavoratori autonomi (19 per cento); infine, oltre 8.500 da lavoratori in regime di cumulo (6,5 per cento). Con riferimento all’età degli interessati, il 35 per cento ha fino a 63 anni, il 45 per cento si colloca nella fascia fra 63 e 65 anni, il restante 20 per cento ha più di 65 anni. Quasi i tre quarti dei richiedenti “Quota 100” è di sesso maschile.

GRAFICO 9

EVOLUZIONE DELLE DOMANDE PRESENTATE PER QUOTA 100

(11 FEBBRAIO 2019-13 MAGGIO 2019) - MIGLIAIA

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati INPS

La Tavola 6 dà conto della distribuzione regionale delle domande presentate ed evidenzia come esse provengano in primo luogo dalla Lombardia (12,7 per cento) e poi, nell’ordine la Sicilia (9,5 per cento), il Lazio (9,4 per cento) e la Campania (8,7 per cento). Nel pannello di destra sono stati riportati due parametri che consentono di

“relativizzare” il raffronto tenendo conto della distribuzione del numero di pensioni liquidate per vecchiaia e della popolazione residente di età compresa fra 62 e 66 anni. È immediato riscontrare il generale allineamento con entrambi i parametri, in particolare con il numero di pensioni liquidate per vecchiaia nella medesima Regione. In realtà sembra fare eccezione proprio la Lombardia, che tenuto conto di tali parametri sembrerebbe aver risposto relativamente meno delle altre Regioni all’opzione offerta da Quota 100.

Per quel che riguarda i possibili esiti delle nuove norme nel loro primo anno di vigenza, pur se una mera proiezione al 31/12/2019 dei valori fin qui registrati14 mostrerebbe un sostanziale allineamento dei valori effettivi con quelli stimati, a cui ci si è sin qui riferito, una lettura dei dati svincolata dai parametri di stima sembra suggerire che, per l’anno 2019, il maggior numero di pensioni per Quota 100 riferite ai dipendenti pubblici potrà essere più basso di quanto ipotizzato nella relazione tecnica15.

TAVOLA 6

DISTRIBUZIONE PER REGIONE DELLE DOMANDE PRESENTATE

PER “QUOTA 100” AL 13 MAGGIO 2019

Regione Domande presentate al 13.5.2019 % sul totale Residenti di età compresa tra 62 e 66 anni(1) % sul totale Pensioni di vecchiaia liquidate nel 2017(2) % sul totale Abruzzo 3.811 2,9 2,3 2,4 Basilicata 1.786 1,4 1,0 1,1 Calabria 5.034 3,8 3,3 3,9 Campania 11.498 8,7 9,2 8,6 Emilia Romagna 9.413 7,1 7,3 7,7 Friuli-Venezia Giulia 4.198 3,2 2,1 2,1 Lazio 12.353 9,4 9,6 8,9 Liguria 4.114 3,1 2,7 2,9 Lombardia 16.741 12,7 16,0 16,0 Marche 3.799 2,9 2,6 3,0 Molise 1.079 0,8 0,6 0,7 Piemonte 8.734 6,6 7,6 6,3 Puglia 9.438 7,2 6,7 6,8 Sardegna 5.293 4,0 3,1 2,8 Sicilia 12.577 9,5 8,3 8,7 Toscana 8.787 6,7 6,3 6,9 Trentino-Alto Adige 1.776 1,3 1,6 1,5 Umbria 1.909 1,4 1,5 2,1 Valle d'Aosta 281 0,2 0,2 0,2 Veneto 9.222 7,0 8,1 7,4 TOTALE 131.843 100,0 100,0 100,0

(1) Popolazione residente all'1.1.2018, di età compresa tra 61 e 65 anni.

(2) Pensioni di vecchiaia liquidate nel 2017 (INPS ed ex INPDAP).

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati INPS e ISTAT

14 La proiezione viene fatta eliminando dall’insieme dei dati disponibili, che sono a frequenza irregolare, quelli ridondanti e concentrandosi su osservazioni settimanali.

15Al riguardo si tenga conto che: 1) il comparto del pubblico impiego assomma 3 milioni e 243 mila dipendenti (ultimo dato disponibile: 31.12.2017), di cui circa 517 mila lavoratori del comparto sicurezza-difesa-soccorso pubblico (esclusi dal provvedimento) e circa 1.134 mila dipendenti (un terzo del totale) del comparto scuola e conservatori. Per quest’ultima categoria di lavoratori i termini per la presentazione della domanda per il pensionamento sono scaduti nel mese di febbraio (circa 20 mila richieste, poco meno della metà delle domande pervenute al 13 maggio per il complesso del pubblico impiego).

la metà delle domande pervenute al 6 maggio per il complesso del pubblico impiego); 2) le domande presentate entro maggio conferiscono il diritto a pensione a partire da novembre, quindi entro il mese di giugno il numero delle domande presentate indicherà il numero definitivo delle pensioni in pagamento entro l’anno. Sembra difficile che in un solo mese tale numero possa passare da 40 a 100 mila; 3) tale ultima considerazione è suffragata anche dalla progressione del rapporto fra domande presentate rispetto alla stima delle pensioni in pagamento per il 2019.

Come si vede nel Grafico 10, a pochi giorni dall’apertura dei termini, le domande presentate si attestavano, sia per i dipendenti pubblici che per quelli privati, intorno al 12-16 per cento rispetto alla stima. Al 1° marzo, si osserva una forte crescita per i dipendenti pubblici (da 11 a 30 per cento), percentuale senz’altro assorbita dai dipendenti della scuola, per i quali la scadenza era fissata a febbraio. Le domande sono, a quella data, circa 30 mila (di cui 20 mila insegnanti). A partire da quel momento, il bacino dei dipendenti pubblici è dimezzato, perché perde il comparto scuola. Al 13 maggio, la percentuale si attesta al 43,7 per cento di domande presentate rispetto alla stima, con un aumento di 13,4 punti a fronte, per i dipendenti del settore privato, di una crescita dal 1° marzo di 23,4 punti.

GRAFICO 10

PERCENTUALI DI DOMANDE PRESENTATE PER QUOTA 100:

CONFRONTO CON LE STIME DELLA RELAZIONE TECNICA PER IL 2019

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati INPS e Relazione tecnica al DL n. 4 del 2019

Il Grafico 11 mette a confronto le stime ufficiali a cui si è fatto riferimento, o, se non disponibili, stime basate sul già citato campione INPS, con i dati effettivi. Vi si mostra che le domande effettivamente presentate corrispondono alle caratteristiche risultanti dalla potenziale platea di beneficiari valutabile ex-ante: la distribuzione per genere conferma, dati i requisiti richiesti e la tendenziale sotto contribuzione delle donne, che la misura attrae soprattutto assicurati uomini (73 contro 27 per cento), poco più di un terzo di lavoratori pubblici e nell’ambito dei lavoratori privati, all’incirca per metà lavoratori dipendenti e per metà lavoratori autonomi (soprattutto artigiani e commercianti e poi coltivatori diretti). Anche la distribuzione per età appare in linea con le stime basate sul campione evidenziando un 30 per cento di persone fino a 63 anni, oltre il 40 per cento tra i 63 e i 65 ed il restante 30 per cento oltre i 65 anni. Dal complesso delle evidenze fin qui disponibili, emerge come le nuove norme dovrebbero generare nuovi pensionamenti per Quota 100 di un ordine di grandezza un po’ inferiore a quello stimato nella Relazione tecnica mentre sul piano della composizione (per genere, comparto, età, ecc) la platea dovrebbe essere sostanzialmente in linea con

quanto stimato. Ciò rilevato, e rinviando, per aspetti di maggiore dettaglio, a quando saranno disponibili informazioni più analitiche e a carattere definitivo, è opportuno passare ora a un giudizio complessivo sul riorientamento in atto nell’ambito delle politiche pubbliche in campo previdenziale.

GRAFICO 11

CARATTERISTICHE DEI PENSIONATI DI “QUOTA 100”:

CONFRONTO TRA STIME E DATI AL 13 MAGGIO 2019(QUOTE % SUL TOTALE)

Fonte: elaborazione e stime Corte dei conti su dati MEF e INPS

Una valutazione

14. Un apprezzamento delle misure sulla previdenza non può prescindere da una

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