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Proprio adesso che avevo mangiato un wafer. Dunque io farò un intervento brevissimo cioè nel senso che naturalmente mi riporto come si direbbe negli atti di carattere giudiziario a tutto quello che avevo dedotto e ritenuto da un anno e mezzo a questa parte in tutte le interrogazioni, ben tre interrogazioni in un anno e mezzo sulla parafarmacia, però mi viene da dire che rispetto al dibattito che si è svolto che in qualche modo le proposte che si sono elevate dai banchi della maggioranza mi viene da dire che insomma errare è umano ma perseverare diventa diabolico, cioè nel senso faccio riferimento ad esempio al collega che riferiva che le

parafarmacie, per le parafarmacie bisogna approfondire l’analisi, si sosteneva che rappresentano il 4 o il 5 per cento delle quote di mercato, si diceva che ci hanno un andamento comunque nazionale decrescente, cioè va beh, la conclusione è che dobbiamo chiuderla perché se questi sono i presupposti, anche perché il 4 o il 5 per cento, scusa, delle quote di mercato se noi andiamo a verificare quello che io dicevo il 17 dicembre del 2009 dove assumevo che i volumi diciamo delle farmacie andavano dai 71 mila ai 130 mila Euro se noi ragioniamo del 4 o il 5 per cento già lì vediamo che i margini di sopravvivenza della parafarmacia sono bassissimi. Non posso neanche assentire al discorso diciamo relativo alla proposta di legge di carattere nazionale perché in questo senso basterebbe andarsi a leggere l’emendamento, dunque l’emendamento è il 2. 0, così lo andate a verificare 103 per il quale, nel quale è stato inserito adesso una proposta di decreto, diciamo della proposta normativa, è stata inserita ad esempio la necessità di chiudere tutte le parafarmacie entro dieci anni, è stata inserita la necessità di creare una lista unica per i farmaci da banco disponibili per le

parafarmacie ed è stato sostanzialmente previsto un blocco dell’apertura delle parafarmacie cioè per intenderci siccome si è sollevato su questo argomento un polverone incredibile da un punto di vista politico di tutti gli addetti ai lavori, io dico insomma fare riferimento alle normative nazionali nella speranza che le parafarmacie possono svilupparsi oltremodo, cioè è una cosa che proprio non sta né in cielo né in terra.

Nella realtà quello che io vedo è che questa parafarmacia sta diventando diciamo una palla al piede dell’azienda e siccome proviene questo investimento da una assenza assoluta dall’analisi di mercato, quella stessa che chiedeva lui, o meglio a me risulta esserci una analisi di mercato, molto sommaria inizialmente alla apertura per cui il tecnico a cui era stato chiesto una sua osservazione aveva detto non l’aprite perché sennò perderete un sacco di soldi, cosa che poi è puntualmente accaduta. Ora la soluzione, la soluzione naturalmente non può che essere la chiusura della parafarmacia perché, perché si è comunque dimostrato anche adesso che non è che la parafarmacia abbia una funzione sociale in quanto tale, il servizio che, cioè

non si può peraltro pensare di surrogare il servizio necessario in alcuni quartieri di Civitanova come quello di Fontespina e Quattromarine con una parafarmacia, lì c’è bisogno di una farmacia, cioè il resto è tutta una toppa che viene messa su questa cosa.

Peraltro io ricordo, ricordo a tutti che una delle motivazioni per cui era stato detto che la parafarmacia doveva essere aperta e che doveva mantenere la sua apertura era appunto che dalla maggioranza si sollevava l’osservazione che aveva appunto un valore di carattere sociale, la parafarmacia avente valore di carattere sociale dislocata nel corso di Civitanova, di fianco sostanzialmente a due diverse farmacie che sicuramente garantivano qualsiasi valore sociale al servizio.

Quindi diciamo che oggi io posso solo constatare a consuntivo che c’è una grandissima confusione su questo argomento, una confusione che dà l’idea di un certo dilettantismo nell’impostare queste cose che comunque hanno, sono molto importanti per la nostra città, primo perché comunque impegnano risorse di tutti e quindi non possiamo giocarci tanto sopra, e perdere 40 – 50 mila

Euro all’anno a fronte della parafarmacia secondo me insomma non è una cosa bellissima.

Secondo, non si possono creare delle aspettative inutili tipo ovviamente le funzioni sociali o tipo la necessità che sicuramente andremmo a identificare nel momento in cui andiamo a fare una analisi di mercato perché sono spese ulteriori che si fanno nel cercare di giustificare una ulteriore scelta negativa. Teniamo conto che ci sono dei costi anche per il trasferimento delle parafarmacie, cioè giusto per dire, non è solo un risparmio, perché io ricordo ancora che nel dibattito iniziale della mia prima interrogazione si diceva ma sai quest’anno abbiamo speso parecchi soldi perché le abbiamo dovute allestire, abbiamo dovuto anche fare una certa operazione di marketing per cui doveva essere conosciuta dalla cittadinanza, perfetto, queste spese che noi abbiamo fatto due anni fa, sono stati due o tre anni fa, le dovremmo andare comunque a riprodurre in qualsiasi posto che noi oggi andiamo a identificare nella apertura delle parafarmacie. Direi di valutare come è stato suggerito da qualcuno dai banchi dell’opposizione invece una diversa dislocazione, una

diversa geografia delle farmacie. Io ho notato, però correggetemi perché io con i numeri non ci so molto fare, che ad esempio la farmacia via Ginocchi numero 5 è quella che praticamente fattura, cioè ricava meno di tutte le altre, mi sembra di verificare, anche forse perché la zona potrebbe essere considerata servita da altre farmacie e quindi rivedere la geografia di queste farmacie per avere una copertura territoriale migliore e quindi andare ad assecondare quelle esigenze anche di carattere sociale diciamolo così anche se non sono convinto, comunque potrebbe essere il vero, la vera scelta che comunque questa amministrazione dovrebbe fare, grazie.

PRESIDENTE

Grazie al Consigliere Ghio. La parola al Consigliere Ripa.

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