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Allora, innanzitutto vorrei, è doveroso ringraziare il Presidente, i membri del Consiglio di amministrazione precedenti per il lavoro che hanno svolto e l’impegno profuso in questa azienda, allo stesso tempo auguro un buon lavoro al nuovo Presidente, al vice Presidente, e all’intero Consiglio di amministrazione nella guida delle farmacie comunali, dando continuità alla gestione dell’amministrazione fino ad ora svolta. Vorrei per iniziare porre l’attenzione sulla questione ultima che abbiamo trattato che è quella della parafarmacia, sottolineata anche dal precedente Presidente nella sua relazione dove evidenzia la necessità di approfondirne l’analisi che ovviamente condivido, e di valutare l’opportunità di continuare l’apertura di tale punto vendita che però non mi sento di condividere e al termine della mia relazione capirete perché. L’analisi del settore parafarmacia va fatta innanzitutto partendo da alcuni dati generali al riguardo del settore, è senza dubbio che le farmacie si confermano come punto preferito degli utenti per l’acquisto di specialità medicinali senza obbligo di prescrizione ed infatti è proprio al canale farmacia che va il 92 per cento delle

vendite tra l’altro il 100 per cento dei farmaci venduti ammonta a 330 milioni quindi credo che a quei dati bisognerà togliere tre zeri, sono tre zeri di troppo. Il resto delle vendite è appannaggio delle parafarmacie con il 4 e mezzo per cento e il 3 e mezzo per cento è la quota di mercato della grande distribuzione, quindi supermercati, ipermercati. Però è da notare un fatto, che dal 2008 al 2009, sono dati Anifa, quindi non dati ufficiali, c’è stato un aumento del 35 per cento delle farmacie, delle parafarmacie con un trend simile anche per i primi mesi del 2010. Nel valutare questi dati che ho appena detto e il settore parafarmacie bisogna tenere conto innanzitutto che la completa liberalizzazione del settore dei medicinali senza obbligo di ricetta è avvenuta a partire dal 2007 quindi di recente nell’ambito degli interventi del cosiddetto pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni e comunque in questi anni, in questo breve lasso di tempo le parafarmacie hanno eroso una consistente quota di mercato alle farmacie, tutto ciò assume un rilievo ancora più interessante se si considera che la presenza sul territorio delle parafarmacie sono delle assolute

novità per la popolazione mentre le farmacie della grande distribuzione sono presenti e conosciute e consolidate su tutto il territorio, in special modo le farmacie che hanno operato fino a ieri in regime di monopolio. Bisogna anche considerare Consiglieri che il trend economico di questi ultimi anni è stato senza dubbio decrescente e ha influenzato in maniera negativa i consumi della popolazione, fatto che ha pesato gravemente sulle parafarmacie in quanto la parafarmacia non può contare come le farmacie sullo zoccolo duro e sicuro del sistema sanitario nazionale.

Un altro tipo di analisi va invece fatta sulle caratteristiche specifiche della nostra parafarmacia utilizzando anche strumenti di strategia aziendali come ad esempio iniziare a effettuare, questo è l’invito che faccio al nuovo Consiglio di amministrazione, iniziare a effettuare una serie di analisi di mercato, possiamo partire come già anticipato dalla collega Bolzicco, dalla posizione della farmacia, certo che la presenza di altri tre esercizi commerciali a 200 metri uno dall’altro e la spinta alla liberazione avvenuta nel settore, quindi la vendita dei prodotti

parafarmaceutici nei supermercati ed ipermercati ha generato comunque una situazione di anaelasticità della domanda ed è quindi difficile per la farmacia comunale in quella posizione ottenere buoni risultati. Per questo chiedo al Presidente di valutare una eventuale collocazione diversa dall’attuale, quindi vedendo che ad esempio non è presente nei quartieri di San Gabriele, non è presente nessun esercizio *** di Fontespina e delle Quattromarine dove invece la presenza quindi di altri esercizi è pressoché nulla.

Poi bisognerà anche analizzare vice Presidente, mi scusi, i vari prodotti venduti e magari puntare e potenziare come elemento di distensione un settore specifico come ad esempio i prodotti per l’infanzia tenendo sempre conto dell’offerta dello stesso bene nelle zone interessate, bisogna anche notare come in alcune farmacie private sono apparsi in vetrina passeggini, cullette, lettini. Quindi qualcuno il privato ha fiutato che lì c’è una fetta di mercato da dove si può attingere. Inoltre così una operazione di marketing potrebbe essere anche quella di sottoscrivere delle convenzioni con i centri termali, i centri

termali di rilievo nazionale per la vendita diretta dei prodotti che inducano comunque il cliente ad avvicinarsi sempre più alla parafarmacia. Ma l’elemento, e concludo, da tenere più in considerazione per il quale mi trovo in disaccordo con la chiusura della parafarmacia è il disegno di legge numero 20 /79 presentata al Senato e attualmente in esame della Commissione competente. Il disegno di legge si è reso necessario in quanto siamo in presenza di una indiscriminata ed incontrollata apertura di nuovi punti vendita facendo presagire una scarsa tenuta del settore. Per questo il disegno di legge viene presentato in attesa di una legislazione puntuale e prevede la sospensione della apertura di nuove farmacie o comunque prevede la apertura di nuove farmacie in rapporto di una ogni 20 mila abitanti quindi a Civitanova ci aspetteranno due parafarmacie di cui una di proprietà del Comune e credo che disperdere una attività come la parafarmacia sia diseconomica in considerazione di quanto appena detto e che debba per essere almeno mantenuta.

Un’ultima considerazione, *** potrà rispondere il responsabile amministrativo, vorrei sapere a che punto è la, è che punto è arrivata, forse magari anche per colpa mia per il lavoro che mi toglie parecchio tempo nel controllare gli atti, anche delle farmacie stesse.

A che punto è la carta della qualità dei servizi, carta che indica i livelli qualitativi e quantitativi del servizio erogato che l’utenza può legittimamente attendersi dalla società secondo quanto istituito dalla legge 273 del ’95, ma soprattutto nell’ottica della recente riforma quindi del comma 461 della legge 244 /2007 che prevede per chi gestisce il servizio pubblico determinati obblighi.

PRESIDENTE

Grazie Garbuglia. Prego Berdini.

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