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Le strategie di comunicazione delle banche centrali sono soggette a sfide continue. L’ultima sfida posta dall’evoluzione della tecnologia, e che la comunicazione deve sostenere, è l’utilizzo di Internet e dei social media, in particolare Twitter83. La fruizione di Twitter rappresenta un nuovo modo di comunicare per le banche centrali, le quali hanno la possibilità di raggiungere molti destinatari (interlocutori istituzionali e grande pubblico), instaurando con essi un rapporto diretto.

Uno studio, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Tor Vergata (Alessandro Carretta, Vincenzo Farina e Lucrezia Fattobene) e pubblicato sul mensile Novembre 2016 dell’Associazione Bancaria Italiana, ha analizzato il contenuto, in lingua originale del Paese di riferimento della banca centrale e in inglese, dei messaggi (tweet e retweet) degli account ufficiali Twitter delle Banche centrali (Bc) europee e

82 Blinder ed al (2017)

83 (dall’inglese ‘to tweet’= cinguettare) è una piattaforma digitale di micro-blogging, che consente agli

utenti di comunicare attraverso messaggi brevi, detti ‘tweet’, con lunghezza massima di 280 caratteri (fino a novembre 2017 la lunghezza massima era 140 caratteri).

92 della Bank of England, nel periodo casuale 1° marzo 2016 – 7 marzo 2016, rilevandone le tematiche fondamentali e ricorrenti e alcuni gruppi di destinatari riconoscibili. Questo studio è stato il primo ad effettuare un’analisi testuale della comunicazione istituzionale delle Bc europee sul micro-blogging Twitter.

L’attendibilità di Twitter ha permesso ai ricercatori di esaminare il flusso di informazioni fra Bc europee e destinatari finali; di osservare, in tempo reale, i dibattiti che si sono generati attorno alle comunicazioni delle Bc; di distinguere le diverse categorie di stakeholder che possiedono un account su tale piattaforma, come i singoli individui, i mass media e altri soggetti istituzionali (finanziari e non).

L'obiettivo dello studio è stato quello di analizzare la rete degli attori coinvolti nel traffico di comunicazioni delle Bc europee, per poter individuare i soggetti che hanno acquistato maggiore importanza all’interno della rete.

I ricercatori hanno impiegato una metodologia, la Social Network Analysis in quattro passaggi: nel primo passaggio hanno esaminato le menzioni (@) per individuare i destinatari delle comunicazioni delle Bc europee e della Bank of England; nel secondo, hanno analizzato gli hashtag (#) digitati dalle Bc per individuare le tematiche principali e di tendenza delle loro comunicazioni pubbliche; nel terzo, hanno ricostruito l’intero network delle interazioni tra gli attori (destinatari e mittenti); nel quarto, hanno quantificato, attraverso la nozione di centralità, la rilevanza dei singoli attori all’interno della rete, definendo un criterio di rilevanza degli stessi in base ai livelli più alti di centralità.

@Menzioni. I destinatari principali della comunicazione delle Bc europee su Twitter erano la Banca centrale europea (Bce), la Banca mondiale, la Banca europea per gli investimenti (Bei) e altri stakeholder, quali la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), la Direzione generale degli affari economici e finanziari (Dg Ecfin), il Fondo monetario internazionale (Fmi), l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (Eiopa). Si rivolgevano anche a giornali, agenzie di stampa e canali di notiziari televisivi, per ottenere il retweet del proprio tweet, raggiungendo un’audience maggiore; infatti, gli utenti di Twitter, per continuare ad essere informati in tempo reale, seguono (come “follower”) gli account ufficiali dei giornali; e se una notizia viene twittata dall’account di un giornale, questa ha più probabilità di essere letta e diffusa: il “Wall Street Journal” ha 10,8 milioni di follower

93 contro i 330.000 della Bce, oppure “Reuter” ha 12,9 milioni di follower contro i 18.900 della Deutsche Bundesbank. Si rivolgevano anche a destinatari in grado di influenzare gli investitori, come il Moody’s Investors Service, che fornisce giudizi di rating creditizio e di valutazioni di rischio di credito, e l’Eurobarometro, che a sua volta comunica alle Bc informazioni su interviste e sondaggi fatti a cittadini degli Stati membri. Si rivolgevano a enti in grado di influire sull’economia, sulla politica, sull’accademia e sui leader mondiali, come il Worl Economic Forum (Wef), in cui si discutono situazioni urgenti, e l’Euromoney Conferences; le Bc, attraverso la citazione di conferenze, accademie e forum, hanno instaurato un rapporto bilaterale con queste istituzioni: da un lato offerta di informazioni, dall’altro lato acquisizione di nuove riflessioni fornite da studi nell’area economico-finanziaria.

#Hashtag. Analizzando tutti gli hashtag usati dalle Bc nei loro messaggi, i ricercatori hanno estrapolato la tematica più usata relativa all’inflazione e individuato altre parole inerenti a questo argomento, quali #trasparenza, #tassi, #interesse e #indipendenza (#transparency, #rates, #interest and #independence); tema comprensibile visto che l’obiettivo principale del Sebc è quello di mantenere la stabilita dei prezzi, salvaguardando il valore dell’euro Art. 105(1) del Trattato. L'analisi ha evidenziato un altro sottoinsieme di concetti relativi all’area euro, quali l’unione monetaria e l’integrazione economica europea: due concetti strettamente interrelati. Le Bc hanno annoverato tra i propri obiettivi futuri anche la sostenibilità nel tempo dei mercati finanziari, modelli e prodotti, come hanno indicato le parole #prospettive, #proiezioni, #finanzasostenibile, #ursi (=responsabilità sociale d’impresa), #etica e #reportditransizione (#outlook, #projection, #sustainablefinance, #csr, #ethics and #transitionreport). L'esistenza di parole relative alla crisi finanziaria hanno ricordato le conseguenze ancora presenti di tale crisi. Dagli hashtag #corpgov, #visco, #dombret, #villeroydegalhau e #draghi si è evinto il tema della corporate governance. Altri hashtag hanno rivelato l’intenzione delle Bc di assicurare una meticolosa supervisione bancaria (#singlesupervisorymechanism, #bankingsupervision, #learnsupervision), stabilità (#financialstabilityreport, #financialstabilityreview) e monitoraggio del rischio (#risk, #systemicrisk).

I risultati dell'analisi hanno inoltre evidenziato differenze tra le varie Bc riguardo alla loro attività/inattività sul micro-blogging e alla loro preferenza di un’audience

94 internazionale/nazionale. I tweet in inglese hanno rivelato che le Bc belga, francese, danese, lettone, lituana, rumena, slovena e svedese non sono molto attive, mentre quelle austriaca, cipriota, ceca, estone, finlandese, tedesca, irlandese, italiana, olandese, polacca e britannica sono più attive. Considerando i tweet in lingua originale, le Bc belga, danese, lituana e slovena continuano a non essere molto attive; quelle francese e lettone sono più dinamiche; altre banche si trovano in una posizione intermedia, come la Romania e la Svezia.

Dal social network analysis, i ricercatori hanno rilevato le seguenti informazioni: la Bce rappresentava il punto centrale della rete; la Bce manteneva legami con le Bc europee; a loro volta, queste ultime avevano legami con altri attori. La Bce aveva una intensa relazione con Osterreichische Nationalbank, Narodowy Bank Polski, De Nederlandsche Bank, Bank of England, Latvijas Banka, Eesti Pank, Finlands Bank e Central Bank of Cyprus. Le ultime due banche avevano forti collegamenti con istituzioni internazionali, testate giornalistiche e accademie. La Banque de France, la Czech National Bank e la Banque Nationale Belgique, seppure non essendo state molto attive su Twitter e non avendo avuto molte relazioni con altre istituzioni, costituivano sempre punti della rete. La Deutsche Bundesbank non aveva legami individuali ma rientrava nella rete. Queste informazioni hanno evidenziato che le strategie di comunicazione delle varie Bc europee erano diverse e si distinguevano a seconda del numero di destinatari, dei temi trattati e della rilevanza delle Bc all'interno del network.

4.4 Conclusioni

Le banche centrali hanno un’ampia disponibilità di strumenti di comunicazione in grado di influenzare le aspettative del mercato, quali i comunicati stampa, le dichiarazioni, i discorsi, i report e i verbali. Tuttavia, al giorno d’oggi, non esiste un reale consenso su quali siano i livelli ottimali di trasparenza né su quale sia la migliore strategia comunicativa da adottare.

Uno studio empirico, che ha esaminato le diverse strategie di comunicazione di tre banche centrali (Fed, BCE e BoE), ha rivelato che esse seguono diversi modelli di comunicazione o strategie comunicative: la Fed adotta un approccio individualista; al

95 contrario, le strategie di comunicazione della BCE e della BoE seguono un approccio collegiale. Per quanto riguarda l’efficacia delle strategie comunicative, dall’analisi è emerso che le imminenti decisioni di politica monetaria della Fed e della BCE sono molto prevedibili, mentre la BoE ottiene una bassa prevedibilità delle proprie decisioni. Inoltre, i discorsi e le interviste rilasciati dai membri del Consiglio Direttivo e dal FOMC hanno provocato un maggior impatto sui mercati finanziari rispetto ai discorsi e alle interviste rilasciati dai loro colleghi del MPC. Le diverse strategie di comunicazione adottate dalla Fed e dalla BCE si sono rivelate efficaci, ciò ha suggerito quindi che non esiste una strategia ottimale per tutti ma ne esistono diverse.

La strategia ottimale dipenderà da molti fattori, tra i quali le condizioni dell’economia. Abbiamo visto come la crisi economica ha cambiato il modo di comunicare delle banche centrali, infatti, esse sono state costrette a comunicare di più con il pubblico, al fine di adempiere al meglio il loro compito di guidare le aspettative e le condizioni economiche. Le banche centrali hanno ampliato i loro canali di comunicazione: la Fed, dal 2011 tiene regolarmente conferenze stampa; la Banca d’Inghilterra non ritarda più il rilascio dei verbali, ma li pubblica insieme all’inflation report e alle decisioni di politica monetaria; e la BCE, a partire dal 2015, pubblica i resoconti delle decisioni di politica monetaria. In più, durante la crisi, gli istituti centrali hanno adottato un nuovo strumento di comunicazione, la forward guidance, sotto diverse forme.

La crisi, inoltre, ha accentuato l’importanza e il potere delle parole utilizzate nella comunicazione: un esempio è il discordo “whatever it takes” di Mario Draghi, che riuscì a calmare la speculazione sui mercati.

Le strategie di comunicazione devono far fronte a molte sfide pressanti, come l’uso di Internet e dei social media. Attraverso la fruizione dei social media, in particolare Twitter, le banche centrali hanno la possibilità di raggiungere un vasto pubblico e di instaurare con esso un rapporto diretto. Twitter quindi si rivela un nuovo strumento di comunicazione per poter influenzare le aspettative e le condizioni economiche.

In conclusione, non esiste una strategia di comunicazione ottimale per tutti. La scelta del modo di comunicare e dell’implementazione della strategia dipenderà da molti fattori: politici, istituzionali, ambientali, economici e tecnologici.

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Note conclusive

Questo elaborato mostra due aspetti che hanno assunto crescente importanza negli ultimi due decenni. Una questione rilevante per la conduzione della politica monetaria è rappresentata dalla comunicazione delle banche centrali con il pubblico. La seconda questione riguarda l’implementazione da parte degli istituti centrali di una diversa strategia di comunicazione, tenendo conto di una molteplicità di fattori.

Il presente lavoro ha condotto una rassegna delle teorie alla base dell’evoluzione della comunicazione bancaria. La letteratura sostiene che le aspettative del settore privato hanno un impatto crescente sul processo di trasmissione della politica monetaria, di conseguenza la gestione delle aspettative risulta essenziale. A tal fine, una comunicazione chiara ed efficace consente ai banchieri centrali di ancorare le aspettative inflazionistiche su livelli in linea con la propria definizione di stabilità dei prezzi, mantenendo la stabilità dei prezzi e riducendo la volatilità dei rendimenti anche in presenza di shock e di potenziali rischi inflazionistici. Al fine di plasmare le aspettative del settore privato, l’istituto centrale deve essere anche percepito come credibile, ossia essere capace e determinato a realizzare i propri obiettivi.

Inoltre, la trasparenza sul processo decisionale e la spiegazione delle ragioni sottostanti tali decisioni migliorano la comprensione da parte del pubblico del mandato, delle strategie e delle decisioni della banca centrale; gli operatori capiscono meglio la funzione-reazione della banca centrale; e quindi le azioni delle autorità monetarie diventano più prevedibili. La prevedibilità della politica monetaria è importante, perché permette di incorporare rapidamente nelle variabili finanziarie qualsiasi cambiamento atteso di politica monetaria, incrementando la sua potenziale efficacia. Per questi motivi, la trasparenza e il suo principale strumento, la comunicazione, sono considerati componenti vitali negli assetti di politica monetaria degli istituti centrali.

Ho esaminato le connessioni esistenti tra la comunicazione delle banche centrali e i mercati finanziari. In particolare, ho esaminato la strategia di

97 comunicazione della Banca centrale europea e dei sui effetti sui mercati finanziari sulla base della letteratura esistente, la maggior parte di essa empirica.

Essendo una istituzione giovane, la BCE ha dovuto essere trasparente sin dagli inizi, adottando e annunciando, nell’ottobre del 1998, una definizione quantitativa di stabilità dei prezzi e una strategia di politica monetaria a due pilastri per l’analisi dei rischi per la stabilità dei prezzi.

La principale sfida che gli esperti della BCE hanno dovuto affrontare nell’implementazione della strategia di comunicazione esterna è stata la diversità culturale e linguistica dell’eurozona, assegnando un ruolo essenziale alle banche centrali nazionali, nel trasmettere e spiegare il messaggio comune a livello regionale e nazionale. A tal fine, sono stati implementati una grande varietà di strumenti di comunicazione, quali conferenze stampa, bollettini, interventi, resoconti, forward guidance ed altri.

La ricerca empirica ha rilevato che durante i primi anni di vita della BCE, la comunicazione ha contribuito a migliorare la prevedibilità delle decisioni imminenti di politica monetaria, e che questa prevedibilità è migliorata nel tempo, suggerendo l’efficacia della comunicazione e la progressiva comprensione da parte del pubblico dell’assetto di politica monetaria. Inoltre, dal confronto con altre importanti banche centrali emerge che la prevedibilità della BCE è molto simile alle maggiori banche centrali e presenta livelli alti. Tuttavia, non è chiaro quale tipo di comunicazione contribuisce in particolare a migliorare la prevedibilità.

Per quando riguarda gli effetti della comunicazione della BCE sui mercati finanziari, gli studi empirici mostrano che la comunicazione impatta particolarmente sui tassi di interesse di breve periodo, sul mercato obbligazionario, sul mercato azionario e sul mercato degli swap.

In più, la volatilità dei mercati aumenta in corrispondenza degli annunci e comunicazioni sulla politica monetaria, e tale aumento resta fino ai primi 20 minuti successivi alla conferenza stampa: un aumento di breve durata, la quale suggerisce che le decisioni di politica monetaria della BCE sono state piuttosto prevedibili.

98 Tra i diversi strumenti di comunicazione a disposizione della BCE, la conferenza stampa costituisce il principale strumento. Infatti, le dichiarazioni introduttive del Presidente della BCE alle conferenze stampa mensili influenzano maggiormente le aspettative sulle future politiche monetarie.

La reazione dei mercati finanziari alle conferenze stampa è in media più forte rispetto agli annunci delle decisioni di politica monetaria; ciò indica che le conferenze stampa aggiungono nuove informazioni rispetto alle decisioni di politica monetaria e alle variabili macroeconomiche. Per quanto riguarda la tipologia di informazione, le informazioni relative allo sviluppo dell’inflazione e le risposte alle domande riguardanti le discussioni sul tasso di rifinanziamento hanno un impatto maggiore sui mercati finanziari. La sessione di domande e risposte non aggiunge nuove informazioni; tuttavia, essa gioca un ruolo importante in condizioni di elevata incertezza. In queste condizioni, i mercati finanziari aspettano ulteriori chiarimenti in seguito ai quali reagiscono.

Per analizzare se l’impatto della comunicazione è nella direzione desiderata, i ricercatori utilizzano, nel quantificare le dichiarazioni, una griglia ristretta tra -1 e +1 oppure una griglia più ampia tra -2 e +2. Alle dichiarazioni percepite come dovish o accomodanti i ricercatori assegnano valori negativi, mentre per le dichiarazioni hawkish o restrittive vengono assegnati valori positivi, e zero per le dichiarazioni neutrali. I risultati di queste ricerche mostrano che i mercati finanziari rispondono alle dichiarazioni della BCE nella direzione desiderata, dichiarazioni restrittive portano ad un aumento dei tassi e dichiarazioni accomodanti portano ad una diminuzione dei tassi, ciò provoca cambiamenti significativi nelle aspettative di mercato riguardo il futuro sentiero dei tassi d’interesse. I banchieri centrali europei hanno la capacità di muovere i prezzi delle attività anche in giorni diversi, rispetto alle giornate in cui il Consiglio direttivo si riunisce per prendere le decisioni di politica monetaria, e con il semplice uso delle parole.

I discorsi e le interviste dei membri del Consiglio direttivo della BCE impattano su quasi tutta la curva dei rendimenti, e si rileva un maggior impatto, in media di 1.2- 2.5 punti base, sui tassi con scadenze brevi fino a cinque anni.

99 Quello che le autorità monetarie europee comunicano provoca un impatto non marginale e immediato sui mercati finanziari, in linea con le intenzioni della BCE. La comunicazione si rivela quindi uno strumento cruciale ed effettivo nel guidare le aspettative sulle azioni imminenti di politica monetaria.

Inoltre, la comunicazione della BCE sui rischi per la stabilità dei prezzi e sull’impegno di mantenere l’inflazione in linea con l’obiettivo di stabilità dei prezzi, sotto certe condizioni, è in grado di stabilizzare le aspettative del settore privato, senza la necessità di un intervento.

La comunicazione della BCE si è dimostrata dunque uno strumento chiave nella conduzione della politica monetaria nell’Eurozona. Importante, quindi, si rivela l’implementazione di una strategia di comunicazione che tenga in considerazione diversi fattori: istituzionali, politici, economici e soprattutto tecnologici.

L’importanza della comunicazione nella conduzione della politica monetaria ha posto un problema di scelta per quanto riguarda il modello di comunicazione da adottare, presidenziale oppure collegiale, e se esiste una strategia di comunicazione ottimale per tutti. L’analisi delle strategie di comunicazione di tre importanti banche centrali (Fed, BCE e BoE) ha mostrato che non esiste una strategia ottimale uguale per tutti.

La crisi ha cambiato il modo di comunicare delle banche centrali. Gli istituti centrali hanno dovuto comunicare di più, fornendo obiettivi, strategie e decisioni ad un pubblico vasto e diversificato. L’adozione delle diverse tipologie di forward guidance e l’ampliamento, in modo diverso, dei canali di comunicazione mostrano che anche in tempi di crisi non esiste un'unica strategia ottimale.

Vorrei concludere con due osservazioni: la comunicazione significa fiducia e la comprensione consente di ampliare l’utenza.

Né i singoli individui né gli enti, privati o pubblici, devono riconoscere le banche centrali come istituti inaccessibili, bensì considerarle come partner di fiducia, perché organi politici indipendenti, in grado di garantire la stabilità dell’economia. Le banche centrali devono abbattere le barriere invisibili tra loro e il pubblico, promuovendo la comprensione delle loro comunicazioni.

100 Anche se non esiste un modello strategico di comunicazione ritenuto pienamente soddisfacente, il fenomeno relativamente recente dei social network ha permesso alle banche centrali di raggiungere un vasto pubblico, consentendo di stabilire un rapporto diretto con gli utenti.

Occorre investire nella comunicazione bancaria, perché innovare il settore può risultare efficace nella prevenzione delle crisi economiche, o almeno di contenerne i danni.

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