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3.1 La prevedibilità della BCE

3.1.1 Confronto internazionale

Uno studio, pubblicato sul bollettino mensile BCE gennaio 2006, confronta la prevedibilità della BCE con quella di altre importanti banche centrali.

Sulla base delle informazioni ricavate dalle variazioni del tasso di interesse del mercato monetario, in corrispondenza dell’annuncio delle decisioni di politica monetaria, viene calcolato il tasso di anticipazione, che indica la percentuale di decisioni correttamente previste. Esso è una misura di prevedibilità di breve periodo e si ottiene dal rapporto tra il numero di giornate in cui la componente sorpresa è stata

52 inferiore a una certa soglia e il numero totale di giornate in cui sono state adottate le decisioni di politica monetaria.

A valori più elevati di tale indicatore corrisponde una maggiore prevedibilità. Inoltre, le giornate di adozione delle decisioni di politica monetaria si riferiscono sia alle riunioni programmate che a quelle straordinarie in cui vengono prese decisioni sui tassi.

Nel caso specifico della BCE, nel calcolare il numero totale di giornate in cui sono state adottate decisioni di politica monetaria, vengono incluse le riunioni mensili del Consiglio direttivo57 e quella straordinaria del 17 settembre 2001.

Nella figura 2.3, presa dal bollettino soprammenzionato, sono stati utilizzati due valori soglia per calcolare diverse misure del tasso di anticipazione: Il tasso di anticipazione 1 è definito come una variazione giornaliera di 12,5 punti base, corrispondente a una probabilità del 50 per cento che sia effettuata una modifica di 25 punti base del tasso di rifinanziamento; mentre il tasso di anticipazione 2 è definito come il doppio della normale volatilità delle variazioni giornalieri. Nonostante la scelta dei due valori soglia e i correlati tassi di anticipazione sia arbitraria, essi rappresentano un utile strumento per comparare la prevedibilità di breve periodo tra le maggiori banche centrali.

Per il calcolo dei tassi di anticipazione sono stati utilizzati i tassi di interesse delle attività del mercato monetario su tre scadenze diverse (uno, tre e dodici mesi). Nella figura 2.3 i tassi di anticipazione della BCE, riferiti a scadenze e valori soglia differenti, hanno registrato valori elevati in termini assoluti compresi tra l'84 e il 96 per cento, collocandosi in prossimità del limite superiore degli intervalli del tasso di anticipazione di un gruppo di banche centrali importanti.

Sebbene le due misure del tasso di anticipazione forniscano informazioni analoghe, è il tasso di anticipazione 2 che permette una verifica più rigorosa della prevedibilità di breve periodo.

In sintesi, lo studio mostra che la prevedibilità di breve periodo della BCE rispetto ad altre importanti banche centrali è molto alta.

53 Figura 2.3 Tasso di anticipazione della BCE rispetto a quello di altre importanti banche centrali

Fonte: Bollettino mensile della BCE, Gennaio 2006.

Note: le barre indicano i tassi di anticipazione della BCE, le linee l’intervallo dei tassi di anticipazione di un gruppo di importanti banche centrali: il Federal Reserve System degli Stati Uniti, la Banca d’Inghilterra, la Banca del Canada, la Reserve Bank of Australia, la Banca nazionale svizzera e la Reserve Bank della Nuova Zelanda. Il periodo campionario va dall’1 gennaio 1999 al 12 dicembre 2005. I dati originali sono basati sui tassi interbancari a differenti scadenze.

Un’analisi più dettagliata su questi indicatori è fornita dallo studio svolto da Wilhelmesen e Zaghini (2005).58 Il loro studio distingue tra giornate in cui la Banca centrale decise di cambiare il tasso ufficiale e giornate in cui quest'ultimo fu lasciato invariato.

Considerando i due tassi di anticipazione e per tutte le scadenze dei tassi di interesse (1, 3 e 12 mesi), gli autori non riescono ad individuare la Banca centrale più prevedibile. Al contrario, prendendo in considerazione solo il tasso di anticipazione 1, l'Eurozona ottiene il miglior punteggio. I mercati finanziari sono stati in grado di anticipare le azioni della BCE 94 volte su 100. Seguono gli Stati Uniti e Australia con un

58 Le banche studiate sono: Australia, Canada, Repubblica Ceca, l'Eurozona, Ungheria, Nuova Zelanda,

Norvegia, Polonia, Sud Africa, Svezia, Svizzera, Tailandia, Regno Unito e Stati Uniti. I dati sono relativi al periodo Gennaio 1999- Aprile 2004.

54 tasso di anticipazione del 91%, mentre la Banca d'Inghilterra ottiene un tasso di anticipazione dell’84%.

In più, gli autori osservano che nell'Eurozona le anticipazioni delle decisioni “no change”, le quali lasciano invariati i tassi ufficiali, sono state corrette quasi al 100% indipendentemente dalla scadenza dei tassi di interesse considerati. In effetti, su un totale di 85 riunioni del Consiglio direttivo in cui si lasciarono invariati i tassi, solo in due occasioni i mercati finanziari furono sorpresi: una di queste misurata dal tasso di interesse a un mese; l'altra, dal tasso di interesse a 3 e 12 mesi. Solo nel caso della Svizzera si manifesta una previsione del 100% delle decisioni “no change” su tutte le scadenze dei tassi di interesse. Segue gli Stati Uniti con una sorpresa misurata dal tasso a 12 mesi. Anche il Regno Unito raggiunge una prevedibilità alta al 91%.

Percentuali di prevedibilità sotto il 90%, in almeno uno dei tassi di mercato, si manifestano sia in paesi industrializzati sia in paesi emergenti.

Il tasso di anticipazione diminuisce drasticamente quando si prendono in considerazione le giornate in cui si verificarono variazioni nei tassi ufficiali. Considerando solo il tasso di interesse a un mese e il tasso di anticipazione 1, quest'ultimo varia di 24% per Sud Africa e 85% per Canada. Nell'Eurozona, la corretta previsione del cambiamento dei tassi di interesse, è stato del 73 % in ogni mercato considerato. In aggiunta, comparando questo risultato con quello degli altri paesi industrializzati, gli autori trovano che il tasso di anticipazione dell'Eurozona è al di sopra di quello per Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia, Svizzera e Regno Unito, mentre è al di sotto di quello dell'Australia, Canada e gli Stati Uniti.

Analizzando la prevedibilità delle banche centrali in base al tasso di anticipazione 2, gli autori non osservano una rilevante variazione dai risultati trovati in base al tasso di anticipazione 1. Tuttavia, il grado di prevedibilità aumenta fortemente in quei paesi caratterizzati da un’elevata volatilità dei mercati quali Ungheria, Polonia, Sud Africa e Tailandia. Comparando L'Eurozona con gli Stati Uniti e Regno Unito, la prima raggiunge una maggiore prevedibilità, 87% contro 80% e 73% rispettivamente.

Una comparazione internazionale si trova anche in altri studi, Perez-Quiros e Sicilia (2002) e Coppel e Connolly (2003), i quali mostrano che la prevedibilità di breve periodo è molto simile tra le maggiori Banche centrali e con livelli alti; o in altre parole, si osserva una bassa reazione dei mercati nei giorni in cui le decisioni di politiche

55 monetarie vengono prese e annunciate al pubblico. Tale risultato potrebbe riflettere una similarità nelle strategie di comunicazione di queste Banche.