AL PROBLEMA EDUCATIVO
6. Il concetto di educazione secondo San Tommaso
Per noi Salesiani, che abbiamo ricevuto dal nostro santo Fondatore la parola d ’ordine: « Il no
stro Maestro sarà San Tommaso » (C o s t i t 166), è consolante notare come il pensiero di San Gio
vanni Ijìosco circa l’educazione collimi con quello dell’Angelico Dottore.
Anzi, giudichiamo bene indugiarci alquanto sopra questo punto, anche se a prima vista può sembrare troppo speculativo. È necessario fissar bene i princìpi e rafforzare le idee alla luce della dottrina di San Tommaso, contro errori pe
dagogici antichi e moderni che minacciano di compromettere, nella nostra mente e nel nostro operato, il sistema preventivo e la pedagogia cat
tolica.
Il Santo Dottore nella sua Somma Teologi- ca (80) dice che educare è condurre ed elevare
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fino alla perfezione, la quale per l’uomo consiste nella saldezza della virtù. Egli poi vuole che nel- · l’educare si abbia sempre presente tutto quanto l’uomo, di modo che nulla venga trascurato delle sue parti nel fatto dell’educazione. L ’uomo è ma
teria e spirito, anima e corpo, intelligenza e vo
lontà; è una creatura con dei doveri verso il suo Creatore; è un essere naturale, ma chiamato a uno stato soprannaturale. Non si può pertanto pensare a un’educazione monca, che prescinda da alcuno degli elementi dell’umana condizione, come vorrebbero certi moderni pedagogisti, che con opposti criteri orientano ogni attività educativa al solo intelletto (intellettualismo pedagogico) o alla volontà (volontarismo pedagogico). Peggio ancora fanno coloro che, preoccupandosi soltanto della parte materiale dell’uomo, riducono l’edu
cazione poco meno che a un allevamento selezio
nato di esseri senza ragione.
Su questi punti faremo, secondo la dottrina di San Tommaso, qualche breve considerazione, a conferma della necessità di quella educazione integrale che, come abbiamo visto, rappresenta il pensiero e l’opera pedagogica di San Giovanni Bosco.
a ) L ’a n i m a è s i g n o r a d e l c o r p o.
Secondo l’Angelico Dottore, l ’anima non è sol
tanto la parte principale dell’uomo, ma essa è che lo fa esistere ed essere unito in un sol tutto. Per questa ragione l ’anima deve averne la padronan
za, dominandone i sensi e regolandone tutti gli atti.
Cosicché l ’educazione dell’uomo avrà raggiun
to il suo scopo, quando sarà riuscita a far sì che sia pieno e stabile il dominio dell’anima sul cor
po e sui sensi. Solo allora l’armonia fra le atti
vità di ordine superiore e le attività di ordine in
feriore sarà tale, da rispecchiare l’armonia volu
ta da D io nella natura umana: si avrà insomma assicurata quella saldezza di virtù, che è la per
fezione dell’uomo in quanto tale.
Quando poi si pensi con San Tommaso alle misteriose dinamiche prerogative dell’anima spi
rituale e immortale, e alla sua capacità e aspi
razione a tutto conoscere, e a tutto volere oltre ogni bene particolare, — tanto da potersi dire che più grande dell’universo è ogni anima umana (81) — dobbiamo concludere che l’opera dell’e
ducazione acquista un valore pressoché infinito.
In questa luminosa dottrina vi è il contravve
leno per qualsiasi pedagogia materialistica, nega
trice delFanima; e al tempo stesso c’è un mirabile
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accordo col motto di Don Bosco Educatore: Da mihi animas (Dammi le anime).
b) I l p r i m a t o d e l l a v o l o n t à
L ’educazione della volontà ha un valore deci
sivo e definitivo nella sana pedagogia.
È bensì vero che, quando si tratta di cercare e conoscere la verità, deve predominare l’intelligen
za: la quale è pure la luce della volontà nella ri
cerca del bene.
Tuttavia, in ordine all’azione, il predominio spetta sempre alla volontà: se questa è buona, l’agire sarà buono e virtuoso; se è cattiva, l’agire sarà vizioso e cattivo.
Un uomo intelligente, per quanto ben illumi
nato dalla ragione e dalla Fede, e per quanto addentratosi nei misteri della filosofìa e della teologia, quando non abbia l ’aiuto e il sostegno di una volontà buona e ferma, è destinato a fa l
lire miseramente nel campo della virtù.
San Tommaso è molto esplicito a questo ri
guardo, poiché chiama « uomo buono in quanto ta le » colui che ha volontà buona (82).
Ecco allora che educare, e cioè condurre alla saldezza della virtù, significa specialmente for
mare una volontà buona, la sola che conferisca all’uomo la sua vera perfezione. I veri grandi uo~
mini, incominciando dai santi, sono prima di tut
to volontà buone.
Ed anche in questo il nostro Fondatore e Pa
dre concorda perfettamente con San Tommaso:
tanto che insiste, e ripetutamente, sulla neces
sità che le varie parti (fìsica, intellettuale, so
ciale, ecc.) dell’educazione rispettino la suprema
zia della moralità, e perciò della volontà buona, affinchè ne risultino azioni veramente educative.
c) D io e l a p e d a g o g i a .
N ell’insegnamento di San Tommaso la ragione e la Fede dimostrano che l’uomo è creato da D io:
il che vuol dire che l’uomo da D io dipende to
talmente, così nel suo esistere come nel suo ope
rare. ; :· ’
Una pedagogia che volesse prescindere dai rapporti che intercorrono tra Dio e l ’uomo, si ri
durrebbe all’assurdo, anche di fronte alla sem
plice ragione non ancora illuminata dalla Fede.
Qualsiasi parte della pedagogia trova la sua ultima ragione di essere e la sua piena spiegazio
ne nei rapporti dell’uomo con Dio, cioè nell’aspet
to religioso. Volere o no, come non vi è parte alcuna per quanto minuta della realtà che non dipenda in tutto da Dio Creatore e Conservato
re, così non vi è pedagogia individuale o sociale
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che ragionevolmente possa trascurare le relazioni dell’uomo verso Dio e i doveri che ha verso di Lui.
Oggi abbondano, purtroppo, i fautori della pedagogia areligiosa o laica o atea: ma essi, pri
ma ancora che dalla Fede, son condannati dalla ragione e dal buon senso.
d) Na t u r a e g r a z i a.
La semplice ragione, abbandonata a se stessa, non basta a spiegare il mistero dell’uomo, e pre
cisamente gli ardui problemi della personalità, della libertà umana, del male, e simili. È neces
saria la Divina Rivelazione: essa ci fa conoscere le grandi verità del peccato originale e dei supre
mi destini della persona umana, dotata d ’intelli
genza e di libera volontà, e così pure ci assicura che la grazia soprannaturale è assolutamente ne
cessaria per osservare a lungo tutta la legge natu
rale (83).
Ora, se l’educazione ha per iscopo di condur
re l ’uomo sino alla vita stabilmente virtuosa, ecco che una pedagogia puramente naturale è errata, anzi assurda; e così la dottrina di San Tommaso rigetta quel naturalismo pedagogico, che sotto di
verse fornie ha imperversato, da Rousseau in poi, in tutta la pedagogia moderna.
Col grande genio della dottrina sacra, Tom
maso d ’Aquino, s’incontra il genio della educazio
ne cristiana, Giovanni Bosco. I due Santi dicono che, se è impossibile una pedagogia senza la ra
gione, non meno impossibile è una vera peda
gogia senza la religione. Ragione e Religione! pro
clama Don Bosco: e per religione intende, non una vaga religiosità qualunque, ma la Religione Cattolica con gli ineffabili aiuti della Grazia, della Confessione e Comunione, della Divozione alla Madonna. In questo il nostro Padre era in
transigente.
La pedagogia di Don Bosco è la condanna di ogni naturalismo pedagogico. E la storia sta con
fermando il pratico fallimento di quei sistemi educativi, che non fanno il debito posto alla Re
ligione e alla Grazia, quali intendeva e voleva il santo Educatore dei tempi moderni.
Per Don Bosco la pedagogia è e dev’essere essenzialmente sacra, cristiana, cattolica.
e) Il p r o c e d i m e n t o e d u c a t i v o .
Secondo San Tommaso, giova ripeterlo, educa
re significa condurre l ’uomo dallo stato d ’imper
fezione allo stato di perfezione, che è la soda vir
tù. Dunque l ’educazione è un lavorìo di perfe
zionamento: è passaggio da ciò che è ancora ru
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dimentale e imperfetto a quello che sarà, relati
vamente, perfetto e compiuto.
Ora possiamo dire, sempre seguendo la dot
trina dell'Angelico (84), che nel fanciullo vi è gu\
tutto l’uomo, con l’intera ricchezza dei suoi doni, sebbene in maniera germinale e imperfetta: come nel germe o nel seme si contiene imperfettamente tutto l’albero con radici, tronco, rami, foglie, fiori e frutti.
Abbiamo qui tracciata la giusta via di mezzo tra l’ottimismo e il pessimismo esagerati, entram
bi di marca naturalista.
L ’ottimismo pedagogico (tipo Rousseau) non trova nulla da fare nel fanciullo: come se nel
l’educando tutto già vi fosse in modo perfetto.
Invece il pessimismo pedagogico (di tinta lutera
na) suppone che nel fanciullo non vi sia nulla di buono e che ogni cosa lodevole debba inserirsi nell’educando col bastone o col premio, come se si trattasse di un animale da addomesticare.
La via di mezzo, rivelata dal sereno equilibrio di San Tommaso e dalla pratica degli educatori cristiani, come pure dal paterno sistema di San Giovanni Bosco, sta in questa affermazione: nel
l’educando vi è già tutto l’uomo, ma in modo p o
tenziale e imperfetto, cosicché è ufficio e missione dell’educatore il rendere attuale e perfetto l’eser
cizio delle facoltà e virtù umane.
f)
E d u c a t o r e e d e d u c a n d o .Il procedimento educativo, inteso da San Tom
maso quale sviluppo dal germe al frutto, implica l’intervento di due fattori essenziali: il primo è l’educatore, il quale con il suo lavoro agisce sul
l’educando per perfezionarlo: il secondo è l’edu
cando stesso, che usufruisce dell’opera e dei sa
crifìci dell’educatore. Questi infatti esercita un influsso attivo sull’educando e suscita in lui una perfezione, che l’educando non possedeva ancora in atto e che va acquistando mediante l’opera del
l’educatore.
Orbene, è legge universale, rilevata innumere
voli volte dall’Angelico Dottore (85), che chiunque agisca, non soltanto opera secondo la natura e la grandezza della perfezione da lui posseduta, ma tende a render simile a sè ciò che è oggetto delle sue azioni (86). L ’artista, ad esempio, imprime nel marmo e riproduce sulla tela quella perfezione ideale che egli con il suo genio ha concepito:
plasma quindi la materia in modo da renderla si
mile, nel modo più perfetto, alla forma che egli ha in mente.
Quanto succede nelle opere d’arte, avviene pu
re, in maniera analoga ma assai più profonda e grandiosa, nell’opera di educazione.
E si noti che l’educatore non può educare se 120
non secondo la misura della perfezione che egli stesso possiede; mentre l’educando non riceve 1 in
flusso educativo se non secondo la misura della sua docilità e delle sue buone disposizioni.
Quando poi, per felice congiuntura, una straor
dinaria perfezione e capacità educativa viene ad incontrarsi con non meno straordinarie disposizio
ni nell’educando, balzano fuori i capolavori di cristiana educazione della gioventù. Si pensi a San Giovanni Bosco e al Beato Domenico Savio: qui la perfezione del capolavoro educativo rivela in
sieme la grandezza dell’Educatore e la docilità dell’Educando, in modo che l’uno viene ad essere la gloria delFaltro.
E con questa magnifica visione concludiamo la prima parte di questo lavoro, nella quale abbia
mo considerato l ’atteggiamento teorico e pratico di Don Bosco di fronte al problema educativo:
atteggiamento pienamente conforme ai princìpi del grande Maestro San Tommaso.
Passiamo ora a esaminare quanto il nostro Fondatore e Padre ha scritto, ha detto e ha fatto, riguardo a ciascuno dei problemi educativi in particolare.
P A R T E S E C O N D A
IL S IST E M A P R E V E N T IV O
Premessa.
D opo aver esposto che cosa sia l ’educazione secondo il pensiero di Don Bosco, dobbiamo con
siderare il sistema o metodo del quale egli si ser
vì per svolgere l ’azione educativa salesiana. È appunto questo sistema che fa nascere e forma la caratteristica personalità dei suoi figli educatori, e cioè dei Salesiani e delle Figlie di Maria A u - siliatrice.
A queste due famiglie religiose egli affidò il delicato incarico di educare la gioventù secondo il suo sistema e le sue tradizioni, applicandolo alle opere suscitate dal suo zelo apostolico: agli Oratori Festivi, agli Ospizi, ai Collegi, alle Scuo
le Professionali ed Agricole, e ad altre opere di assistenza sociale di qualsiasi indole a vantaggio della gioventù. Le persone e le istituzioni poi, anche considerate nella loro forma materiale, so
no di fatto esse pure elementi costitutivi del si
stema e, benché siano diverse nella loro specifica
natura, convergono tutte allo stesso ideale: l’edu
cazione cristiana della gioventù.
Ma un sistema educativo, oltre alla parte ma
teriale o, se meglio piace, oltre al complesso delle norme e prescrizioni, ha anche la sua anima e il suo spirito: anima e spirito che costituiscono i princìpi ispiratori del sistema stesso, i quali lo perpetuano rendendolo ricco di vita rigogliosa e di risultati fecondi.
Diciamo chiaramente che sbaglierebbe chi rite
nesse cosa facile l ’individuare, scandagliare, ca
pire lo spirito del sistema educativo di Don Bosco:
di fronte a questo insigne Educatore ci si trova realmente in imbarazzo, per la difficoltà di pene
trarne l ’anima grande, i tesori del cuore, la mol
teplicità e magnificenza delle idee e dei princìpi che informano l ’azione e l ’opera sua multiforme.
È certo però che, anche da un primo esame della varietà dei princìpi immediati e subordinati, bal
za sempre fuori chiaro e distinto il principio su
premo dell’opera da lui svolta nel campo pedago
gico.
Questo è il compito che ora ci prefiggiamo:
cogliere, nel sistema di Don Bosco, detto prin
cipio supremo, dal quale derivano gli altri. Sta
bilito il principio, è più facile elencare i mezzi principali, che da quello scaturiscono logicamente come dalla propria fonte, pel compimento dell’a
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zione educativa, e così pure mostrare i requisiti indispensabili che deve possedere la persona del
l’educatore. Quindi resterà da vedere il modo, o, per dirla con parola scolastica, la metodologia dell’applicazione di detti mezzi.
Ci saremo in tal modo sforzati d’inquadrare, in un sistema logico di idee, tutta l’anima della pedagogia di Don Bosco: e dai princìpi enunziati scaturiranno le norme riguardanti sia l’azione edu
cativa sia il soggetto da educare sia la persona del
l’educatore, alla luce sempre del fine dell’educa
zione qual era dal Santo stesso inteso.
Per farci un’idea adeguata del sistema pre
ventivo gioverà ascoltare anzitutto la parola di Don Bosco attraverso quelle fonti della pedagogia salesiana da noi indicate nell’introduzione. Esse saranno sempre il mezzo più efficace per cono
scere il suo sistema.
A tale conoscenza pensiamo giovi pure qual
che brevissimo cenno riguardante l ’origine del
l ’opuscolo Il Sistema Preventivo, che è natural
mente la fonte principale: e che noi riprodurremo per intero fra le appendici.
SE Z IO N E I.
G LI E L E M E N T I F O N D A M E N T A L I D E L L ’ED U CAZIO N E
C a p i t o l o I.
IL S IS T E M A