AL PROBLEMA EDUCATIVO
6. La missione dei Cooperatori Salesiani
Oltre che ai genitori, Don Bosco si rivolgeva in modo particolare ai suoi Cooperatori perchè s’interessassero della buona educazione della gio
ventù: anzitutto nell’àmbito parrocchiale.
« I Cooperatori salesiani non debbono sola
mente raccogliere elemosine per i nostri ospizi, ma anche adoperarsi con ogni mezzo possibile per cooperare alla salvezza dei loro fratelli, e in par- ticolar modo della gioventù. Cerchino pertanto di mandare i ragazzi al catechismo, aiutino per
sonalmente i parroci a farlo, preparino i fanciulli alla Comunione e vedano che abbiano anche gli abiti convenienti; diffondano buoni libri e si op pongano energicamente alla lettura della stampa irreligiosa e immorale » (52).
Voleva che si prendessero cura specialmente dei ragazzi più poveri ed abbandonati: « Volete che vi suggerisca un lavoro relativamente facile, molto vantaggioso, e fecondo dei più ambiti risul
tati? Ebbene, lavorate intorno alla buona
educa-I
zione della gioventù, di quella specialmente più povera ed abbandonata, che è in maggior numero, e voi riuscirete agevolmente a dar gloria a Dio, a procurare il bene della Religione, a salvare mol
te anime, e a cooperare efficacemente alla riforma, al benessere della civile società; imperocché la ra
gione, la Religione, la storia, l’esperienza, dimo
strano che la società religiosa e civile sarà buona o cattiva, secondo che buona o cattiva è la gio
ventù che ora ci fa corona » (53).
Insegnava quindi la maniera di occuparsi di loro, di allontanarli dai pericoli, di preservarli dal vizio, di procurare loro una sana educazione:
« Anzitutto fatevi uno studio di instillare in bel modo l’amore della virtù e l’orrore del vizio nel cuore dei fanciulli e delle fanciulle delle vostre famiglie, vicini, parenti, conoscenti ed amici. Se mai venite a conoscere che qualche giovanetta inesperta corre pericolo dell’onestà, voi datevi sollecitudine di allontanamela e strapparla per tempo dagli artigli dei lupi rapaci. Quando ave
ste, o sapeste che qualche famiglia ha, giovanetti e giovanette da mettere in educazione al lavoro, aprite bene gli occhi e fate, suggerite, consigliate, esortate che siauo collocati in collegi, in educa
tori!, in botteghe, in laboratori, dove, con la scien
za e con l’arte, si insegna anche il timore di D io, e dove sono in fiore i buoni costumi. Fate pene
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trar nelle vostre case libri e fogli cattolici, e dopo averli fatti leggere in famiglia, fateli correre nel
le mani di quanti più potete, regalandoli come per premio ai ragazzi e alle ragazze più assidui al catechismo. Soprattutto poi quando venite a conoscere che qualche giovanetta non si può al
trimenti salvare dai pericoli se non collocandola in qualche ritiro,, voi datevi premura di metterla al sicuro » (54).
« Quante belle occasioni si presentano! Si può dare un buon consiglio a un fanciullo o ad una ragazza per indirizzarli alla virtù e allontanarli dal vizio; si può suggerire qualche buon mezzo ai genitori, perchè allevino cristianamente i loro figliuoli, li mandino alla chiesa, o, dovendoli col
locare allo studio o al lavoro, scelgano buoni col
legi, maestri virtuosi, onesti padroni; si può fare in modo da avere buoni maestri e buone maestre nelle scuole; si può prestare aiuto nel fare il ca
techismo in parrocchia; si può regalare, impresta
re, diffondere un libro, un foglio cattolico o le
varne di mezzo uno cattivo» (55).
Per rendere più persuasive ed efficaci le sue parole, metteva loro dinanzi il lavoro dei nemici:
« I protestanti, gli increduli, i settari di ogni fat
ta — diceva — niente lasciano di intentato a danno deH’incauta gioventù, e come lupi affamati si aggirano a far scempio degli agnelli di Cristo.
Stampe, fotografìe, scuole, asili, collegi, sussidi, promesse, minacce, calunnie, tutto mettono in opera a fine di pervertire le tenere anime, strap
parle dal seno materno della Chiesa, adescarle, tirarle a sè e gettarle in braccio a Satana. E quello che più addolora si è che i maestri, istitu
tori, e persino certi genitori, prestano la mano a questa opera di desolazione. Ora, a spettacolo così straziante, ce ne staremo noi indifferenti e fred
di? Non sia mai, o anime cortesi; no, non si av
veri che siano più accorti, più animosi nel fare il male i figli delle tenebre, che non siano nell’o- perare il bene i figli della luce. Laonde ciascuno di noi si faccia guida, maestro, salvatore di fan
ciulli.
« Alle arti ingannatrici della malignità con
trapponiamo le industrie amorose della carità no
stra, stampe a stampe, scuola' a scuola, collegi a collegi; vigiliamo attenti sui bimbi delle nostre famiglie, parrocchie ed istituti; e poiché una tur
ba immensa di poveri ragazzi e ragazze si trova in ogni luogo esposta ai più grandi pericoli di pervertimento, o per incuria dei parenti, o per estrema miseria, noi, secondo le forze e la posi
zione nostra, facciam oci loro padri e nutrizi, met
tendoli in luogo sicuro, e al riparo dalle lusinghe del vizio, e dagli attentati degli scandalosi. A sti
molarci poi e a rinfrancarci ogni dì più ad opera 84
sì bella ricordiamoci sovente delle cure e amo
revolezze prodigate dal Figliuolo di D io ai pargoli durante la sua mortai carriera; rammentiamo an
che l’alto premio da lui promesso a chi, coll’e
sempio, colla parola e colla mano, farà del bene ad un fanciullo. Il centuplo Egli ci assicurò in questa vita, e una corona eterna nell’altra » (56).
Infine metteva in risalto lo scopo, il valore, i frutti benefìci delle offerte da loro fatte alla sua opera: « A dare ricovero ad un maggior numero di giovani, i quali erano in pericolo di divenire la desolazione dei parenti e il flagello della so
cietà, furono le vostre limosine, che, provvedendo loro vitto e vestito, diedero ad un tempo un mezzo di rendersi buoni cristiani ed onesti cittadini e di riuscire il sostegno della famiglia ed il decoro della Religione » (57).
« Ormai sapete a che cosa serve la vostra ca
rità, la vostra limosina nelle mani di Don Bosco.
Essa serve a raccogliere dalle vie tanti giovanetti, e dar loro col pane della vita il cibo dell’anima, istruirli nella Religione, avviarli ad un mestiere o a qualche carriera onorata, a formare dei buoni figliuoli di famiglia e dei savi cittadini; serve a dare alla civile società dei membri utili, alla Chiesa dei cattolici virtuosi, al Cielo dei fortuna
ti abitatori » (58).
7. Ardore di Don Bosco per l’educazione della gioventù.
Don Bosco adunque non nascondeva la sete e la brama sua ardente di raccogliere la gioventù per educarla cristianamente, e darle la possibilità di guadagnarsi onestamente il pane. Egli sentiva di essere investito d’una missione speciale per la salvezza della parte più eletta del genere umano:
« Sono in Torino da vent’anni ed ho consumato ogni momento di mia vita nel ministero sacerdota
le per le carceri, per gli ospedali, scorrendo talo
ra le piazze, le contrade, per togliere dai pericoli i fanciulli abbandonati, ed avviarli alla moralità, al lavoro ed allo studio, secondo la rispettiva ca
pacità ed inclinazione » (59).
« È mio fermo proposito — affermava — di at
tenermi all’unico scopo di fare del bene morale ai poveri giovanetti, per mezzo delFistruzione e del lavoro, senza ingombrare loro il capo di idee che non sono da essi. Col raccogliere giovanetti ab
bandonati e coll’adoprarmi di renderli alla fami
glia ed alla società buoni figli ed istruiti citta
dini, io fo ’ vedere abbastanza chiaramente che l’opera mia, lungi dall’essere contraria alle mo
derne istituzioni, è anzi tutta affatto conforme ed utile alle medesime » (60).
Spinto da zelo e brama sempre più ardenti,
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si rammaricava di aver troppo pochi aiutanti:
« Quanto bene di più potremmo fare se aves
simo tanti uomini, quanti ne richiede il bisogno!
Noi potremmo allora raccogliere più migliaia di poveri giovanetti, educarli, istruirli nella religio
ne, nella scienza, nelle arti, e, dopo alcuni anni, restituirli alla famiglia, alla società, alla Chiesa, buoni figliuoli, savi cittadini, esemplari cristia
ni » (61).
Molte altre citazioni potremmo addurre, le quali tutte metterebbero in evidenza sempre più luminosa quanto stesse a cuore la gioventù a Don Bosco e quanto egli abbia fatto per raccoglierla, educarla, salvarla. Pensiamo però siano sufficien
ti allo scopo nostro quelle già elencate.
C a p i t o l o IL
IL C O N C E TTO D I EDU CAZIONE SECO N D O D O N BOSCO