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La missione dei Cooperatori Salesiani

Nel documento DON BOSCO EDUCATORE (pagine 105-112)

AL PROBLEMA EDUCATIVO

6. La missione dei Cooperatori Salesiani

Oltre che ai genitori, Don Bosco si rivolgeva in modo particolare ai suoi Cooperatori perchè s’interessassero della buona educazione della gio­

ventù: anzitutto nell’àmbito parrocchiale.

« I Cooperatori salesiani non debbono sola­

mente raccogliere elemosine per i nostri ospizi, ma anche adoperarsi con ogni mezzo possibile per cooperare alla salvezza dei loro fratelli, e in par- ticolar modo della gioventù. Cerchino pertanto di mandare i ragazzi al catechismo, aiutino per­

sonalmente i parroci a farlo, preparino i fanciulli alla Comunione e vedano che abbiano anche gli abiti convenienti; diffondano buoni libri e si op ­ pongano energicamente alla lettura della stampa irreligiosa e immorale » (52).

Voleva che si prendessero cura specialmente dei ragazzi più poveri ed abbandonati: « Volete che vi suggerisca un lavoro relativamente facile, molto vantaggioso, e fecondo dei più ambiti risul­

tati? Ebbene, lavorate intorno alla buona

educa-I

zione della gioventù, di quella specialmente più povera ed abbandonata, che è in maggior numero, e voi riuscirete agevolmente a dar gloria a Dio, a procurare il bene della Religione, a salvare mol­

te anime, e a cooperare efficacemente alla riforma, al benessere della civile società; imperocché la ra­

gione, la Religione, la storia, l’esperienza, dimo­

strano che la società religiosa e civile sarà buona o cattiva, secondo che buona o cattiva è la gio­

ventù che ora ci fa corona » (53).

Insegnava quindi la maniera di occuparsi di loro, di allontanarli dai pericoli, di preservarli dal vizio, di procurare loro una sana educazione:

« Anzitutto fatevi uno studio di instillare in bel modo l’amore della virtù e l’orrore del vizio nel cuore dei fanciulli e delle fanciulle delle vostre famiglie, vicini, parenti, conoscenti ed amici. Se mai venite a conoscere che qualche giovanetta inesperta corre pericolo dell’onestà, voi datevi sollecitudine di allontanamela e strapparla per tempo dagli artigli dei lupi rapaci. Quando ave­

ste, o sapeste che qualche famiglia ha, giovanetti e giovanette da mettere in educazione al lavoro, aprite bene gli occhi e fate, suggerite, consigliate, esortate che siauo collocati in collegi, in educa­

tori!, in botteghe, in laboratori, dove, con la scien­

za e con l’arte, si insegna anche il timore di D io, e dove sono in fiore i buoni costumi. Fate pene­

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trar nelle vostre case libri e fogli cattolici, e dopo averli fatti leggere in famiglia, fateli correre nel­

le mani di quanti più potete, regalandoli come per premio ai ragazzi e alle ragazze più assidui al catechismo. Soprattutto poi quando venite a conoscere che qualche giovanetta non si può al­

trimenti salvare dai pericoli se non collocandola in qualche ritiro,, voi datevi premura di metterla al sicuro » (54).

« Quante belle occasioni si presentano! Si può dare un buon consiglio a un fanciullo o ad una ragazza per indirizzarli alla virtù e allontanarli dal vizio; si può suggerire qualche buon mezzo ai genitori, perchè allevino cristianamente i loro figliuoli, li mandino alla chiesa, o, dovendoli col­

locare allo studio o al lavoro, scelgano buoni col­

legi, maestri virtuosi, onesti padroni; si può fare in modo da avere buoni maestri e buone maestre nelle scuole; si può prestare aiuto nel fare il ca­

techismo in parrocchia; si può regalare, impresta­

re, diffondere un libro, un foglio cattolico o le­

varne di mezzo uno cattivo» (55).

Per rendere più persuasive ed efficaci le sue parole, metteva loro dinanzi il lavoro dei nemici:

« I protestanti, gli increduli, i settari di ogni fat­

ta — diceva — niente lasciano di intentato a danno deH’incauta gioventù, e come lupi affamati si aggirano a far scempio degli agnelli di Cristo.

Stampe, fotografìe, scuole, asili, collegi, sussidi, promesse, minacce, calunnie, tutto mettono in opera a fine di pervertire le tenere anime, strap­

parle dal seno materno della Chiesa, adescarle, tirarle a sè e gettarle in braccio a Satana. E quello che più addolora si è che i maestri, istitu­

tori, e persino certi genitori, prestano la mano a questa opera di desolazione. Ora, a spettacolo così straziante, ce ne staremo noi indifferenti e fred­

di? Non sia mai, o anime cortesi; no, non si av­

veri che siano più accorti, più animosi nel fare il male i figli delle tenebre, che non siano nell’o- perare il bene i figli della luce. Laonde ciascuno di noi si faccia guida, maestro, salvatore di fan­

ciulli.

« Alle arti ingannatrici della malignità con­

trapponiamo le industrie amorose della carità no­

stra, stampe a stampe, scuola' a scuola, collegi a collegi; vigiliamo attenti sui bimbi delle nostre famiglie, parrocchie ed istituti; e poiché una tur­

ba immensa di poveri ragazzi e ragazze si trova in ogni luogo esposta ai più grandi pericoli di pervertimento, o per incuria dei parenti, o per estrema miseria, noi, secondo le forze e la posi­

zione nostra, facciam oci loro padri e nutrizi, met­

tendoli in luogo sicuro, e al riparo dalle lusinghe del vizio, e dagli attentati degli scandalosi. A sti­

molarci poi e a rinfrancarci ogni dì più ad opera 84

sì bella ricordiamoci sovente delle cure e amo­

revolezze prodigate dal Figliuolo di D io ai pargoli durante la sua mortai carriera; rammentiamo an­

che l’alto premio da lui promesso a chi, coll’e­

sempio, colla parola e colla mano, farà del bene ad un fanciullo. Il centuplo Egli ci assicurò in questa vita, e una corona eterna nell’altra » (56).

Infine metteva in risalto lo scopo, il valore, i frutti benefìci delle offerte da loro fatte alla sua opera: « A dare ricovero ad un maggior numero di giovani, i quali erano in pericolo di divenire la desolazione dei parenti e il flagello della so­

cietà, furono le vostre limosine, che, provvedendo loro vitto e vestito, diedero ad un tempo un mezzo di rendersi buoni cristiani ed onesti cittadini e di riuscire il sostegno della famiglia ed il decoro della Religione » (57).

« Ormai sapete a che cosa serve la vostra ca­

rità, la vostra limosina nelle mani di Don Bosco.

Essa serve a raccogliere dalle vie tanti giovanetti, e dar loro col pane della vita il cibo dell’anima, istruirli nella Religione, avviarli ad un mestiere o a qualche carriera onorata, a formare dei buoni figliuoli di famiglia e dei savi cittadini; serve a dare alla civile società dei membri utili, alla Chiesa dei cattolici virtuosi, al Cielo dei fortuna­

ti abitatori » (58).

7. Ardore di Don Bosco per l’educazione della gioventù.

Don Bosco adunque non nascondeva la sete e la brama sua ardente di raccogliere la gioventù per educarla cristianamente, e darle la possibilità di guadagnarsi onestamente il pane. Egli sentiva di essere investito d’una missione speciale per la salvezza della parte più eletta del genere umano:

« Sono in Torino da vent’anni ed ho consumato ogni momento di mia vita nel ministero sacerdota­

le per le carceri, per gli ospedali, scorrendo talo­

ra le piazze, le contrade, per togliere dai pericoli i fanciulli abbandonati, ed avviarli alla moralità, al lavoro ed allo studio, secondo la rispettiva ca­

pacità ed inclinazione » (59).

« È mio fermo proposito — affermava — di at­

tenermi all’unico scopo di fare del bene morale ai poveri giovanetti, per mezzo delFistruzione e del lavoro, senza ingombrare loro il capo di idee che non sono da essi. Col raccogliere giovanetti ab­

bandonati e coll’adoprarmi di renderli alla fami­

glia ed alla società buoni figli ed istruiti citta­

dini, io fo ’ vedere abbastanza chiaramente che l’opera mia, lungi dall’essere contraria alle mo­

derne istituzioni, è anzi tutta affatto conforme ed utile alle medesime » (60).

Spinto da zelo e brama sempre più ardenti,

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si rammaricava di aver troppo pochi aiutanti:

« Quanto bene di più potremmo fare se aves­

simo tanti uomini, quanti ne richiede il bisogno!

Noi potremmo allora raccogliere più migliaia di poveri giovanetti, educarli, istruirli nella religio­

ne, nella scienza, nelle arti, e, dopo alcuni anni, restituirli alla famiglia, alla società, alla Chiesa, buoni figliuoli, savi cittadini, esemplari cristia­

ni » (61).

Molte altre citazioni potremmo addurre, le quali tutte metterebbero in evidenza sempre più luminosa quanto stesse a cuore la gioventù a Don Bosco e quanto egli abbia fatto per raccoglierla, educarla, salvarla. Pensiamo però siano sufficien­

ti allo scopo nostro quelle già elencate.

C a p i t o l o IL

IL C O N C E TTO D I EDU CAZIONE SECO N D O D O N BOSCO

Nel documento DON BOSCO EDUCATORE (pagine 105-112)