• Non ci sono risultati.

In questo lavoro si è proposta un’applicazione del metodo della suscettività idraulica nella regione Puglia, ove il messo a punto dal Politecnico e precendentemente applicato era risultato ben poco efficace in diverse aree, in particolaere quella del Salento, spiccatamente caratterizzate dalla presenza di bacini endoreici. L’obiettivo del lavoro è stato comprendere a livello fenomenologico le ragioni di tale inefficienza e definire una metodologia per fornire adeguati fattori predisponenti al fine di aumentare le prestazioni del modello di suscettività. Il lavoro di tesi si colloca dunque in un contesto progettuale già avviato che ha visto la produzione di una prima mappa di suscettività dell’intera regione. L’approfondimento risulta comunque tutt’altro che marginale e anzi, viene a collocarsi in un’area relativamente inconsueta della idrologia e dell’idraulica. In una fase preliminare di inquadramento territoriale del caso di studio, si sono analizzate le singolarità che caratterizzano tali aree cratterizzate da fenomeni carsici che tutt’oggi risultano in evoluzione e continuano a condizionare la dinamica della rete idrografica superficiale. Si tratta di bacini endoreici che presentano recapiti di tipo carsico in grado di smaltire le portate formatesi a seguito di eventi di pioggia ordinari. Durante gli eventi più severi, quando l’intensità è tale da saturare la capacità dell’inghiottitoio, le portate, che non possono più essere smaltite dalle voragini o “vore”, rigurgitano nella campagna interessando inizialmente le modeste conche geomorfologiche che si sviluppano intorno al recapito finale e successivamente proseguendo lungo un percorso di drenaggio orientato verso altri recapiti sempre di tipo endoreico.

La seconda fase del lavoro si è incentrata sull’analisi di un caso studio specifico che riguarda la “vora” cosiddetta “del Genio Civile” e, naturalmente, il territorio contermine nel comune di Scorrano. Si sono studiate le dinamiche idrologiche che governano il bacino chiuso alla voragine, approfondite in loco attraverso sopralluoghi che si sono rilevati di cruciale importanza. Si sono poi acquisite le aree storicamente inondate presso gli uffici regionali della ex Autorità di bacino. Attraverso un confronto è emerso che il reticolo fotointerpretato estratto dalla Carta Tecnica Regionale 1:5000 non rappresentava un tratto di incisione fluviale effettivamente osservato e che è risaputo essere interessato da importanti volumi d’acqua durante le precipitazioni particolarmente intense. Questo aspetto si è rivelato, in qualche modo, l’elemento chiave del

Analisi di suscettività da alluvione in bacini endoreici:

un caso di studio sulla pianificazione di protezione civile in Puglia

- 120 -

lavoro: risultava difatti evidente che il difetto di rappresentazione delle aree inondate da parte dell’analisi di suscettività derivasse proprio dal difetto nella descrizione del reticolo. L’analisi di suscettività si basa difatti sulla corretta interpretazione dei fattori predisponenti tra i quali la distanza dal reticolo costituisce uno degli elementi chiave.

Nella terza parte del lavoro dunque si è proceduto alla produzione di due mappe di suscettività. Nella prima si è utilizzato il reticolo effettivamente derivato dalla CTR. Nella seconda si è utilizzato invece un reticolo sintetico ottenuto da elaborazioni GIS basate sulla funzione di flow accumulation. Da osservare che si è scelto di operare, attraverso gli usuali strumenti, il depitting del modello digitale del terreno: così facendo si è certamente compiuta da un lato una artificiosa modifica colmando sink non certo dovuti ad errori di modellazione ma a una effettiva caratterisitica morfologica del terreno. Attraverso tale artificio si è tuttavia riprodotta la situazione che si riscontra effettivamente in campo quando, nel corso delle precipitazioni intense, la voragine è satura e non costituisce più un efficace recapito per le portate di piena che, di conseguenza, si incanalano per altre strade determinando una nuova morfologia del drenaggio superficiale.

L’analisi di suscettività basata sul reticolo della CTR in scala 1:5000 giustifica nella fascia di suscettività elevata non più del 13% dei pixel caratterizzati da inondazioni storiche. Attraverso la generazione del reticolo sintetico tale percentuale passa al 70%, mostrando così la efficacia dell’approccio seguito.

Il lavoro di tesi ribadisce innanzitutto l’importanza della corretta descrizione del reticolo di drenaggio nella individuazione della suscettività da alluvione: per questo è estremamente opportuno conservare, ovunque possibile, una descrizione omogenea sul dominio in studio. I bacini endoreici, allorché gli inghiottitoi si saturano, tendono a riconfigurare i pattern di drenaggio superficiale, attivando un vero e proprio reticolo alternativo (spesso verosimilmente legato a forme fluviali relitte) che sorpassa gli spartiacque locali, convogliando le portate verso diversi recapiti.

Il lavoro di tesi mostra come il reticolo “di saturazione” che si attiva appunto con la saturazione della voragine, possa essere individuato applicando la funzione di depitting sull’area endoreica e utilizzando la funzione di accumulo di deflusso per individuarne le linee. La soglia sulla quale filtrare il reticolo sintetico sul pattern complessivo dell’accumulo è fissata generando reticoli coerenti con la stessa CTR in aree non endoreiche.

Dal lavoro di tesi emerge dunque l’importanza di specifiche analisi mirate a valutare la stabilità del reticolo di drenaggio durante gli eventi intensi e a individuare il reticolo più critico ai fini della mappatura di suscettività da alluvione. In questo senso è necessaria la disponibilità e una attenta valutazione dei dati storici e uno studio approfondito della morfologia dell’area. Tali considerazioni sono peraltro alla base di qualunque valutazione di scenario e, in particolare, della applicazione del metodo della suscettività.

Grazie al lavoro svolto è stato possibile integrare positivamente la mappa di suscettività della Puglia da impiegare nell’attività di pianificazione comunale di protezione civile. Il lavoro non è certamente esaustivo nel descrivere la complessità dei fenomeni che governano tali aree. Le esigenze di sviluppo, peraltro avviato

Tesi di laurea di Sara Brizzi

con questo modello, portano verso la più decisa individuazione di aree territoriali omogenee sulle quali suddividere la valutazione dei fattori predisponenti. Tale attività è, d’altro canto, condizionata dalla disponibilità di dati di osservazioni di eventi storici. Questo aspetto, in particolare per quanto attiene alle alluvioni, ha costituito fino a tempi relativamente recenti un elemento di sistematica sottovalutazione nel nostro Paese.

Tesi di laurea di Sara Brizzi