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Egidiu Condac

6. Conclusioni generali

In base all’obiettivo generale previsto dalla ricerca di dottorato, sono state tratte alcune conclusioni significative che riporto schematicamente qui di seguito.

Nascita, funzionamento ed effetti delle reti

– Le reti sono emerse spontaneamente come una necessità, rispondendo ai bisogni dei migranti e nel contesto di una mancanza di fiducia nelle istitu-zioni statali che si sono dimostrate poco efficaci.

– I più funzionali tipi di reti sono quelle costituite da familiari, da parenti, amici e conoscenti, e quelle nate all’interno di comunità ecclesiali.

– Gli effetti delle reti di migranti sono valutati dagli intervistati sulla base del loro successo nell’integrazione di coloro che vinfanno ricorso.

Contributo delle istituzioni e delle reti di migrazione all’integrazione dei rumeni in Italia

– Le reti familiari, di amici e conoscenti forniscono ai migranti posti di lavoro, alloggi e altri servizi necessari.

– Le reti e le parrocchie all’interno della Chiesa offrono luoghi di culto, sedi per vari tipi di incontri, servizi di distribuzione di abbigliamento e cibo per i nuovi arrivati, organizzazione di corsi di lingua italiana, organizzazione di programmi culturali per promuovere la specificità nazionale dei migranti. – Le associazioni ecclesiali e altre associazioni e fondazioni private, sono di

supporto attraverso la creazione di centri medici e sociali di consulenza e trattamento, la pubblicazione e distribuzione nelle comunità locali italiane di alcune pubblicazioni parrocchiali o di informazioni e pubblicazioni dell’Ufficio migrazione, allo scopo di promuovere i valori culturali e spiri-tuali degli immigrati.

Per quanto riguarda il sostegno all’adattamento dei migranti, le reti hanno il ruolo di preservare l’equilibrio psicologico ed emotivo e di mantenere i mecca-nismi attraverso i quali vengono trasmesse le informazioni circa il reperimento di lavoro, di alloggio o circa l’acquisto di altri beni e risorse. Allo stesso tempo, le reti offrono opportunità per promuovere lo stile di vita transnazionale. – Le reti familiari dimostrano di avere la massima efficienza nell’identificare

un alloggio e un lavoro, attraverso relazioni create nel tempo, basate sul principio di base della fiducia.

– Le reti sono garanti della conservazione della specificità culturale e religiosa rumena. Esse forniscono un quadro per la promozione e il mantenimento delle proprie tradizioni e dell’identità nazionale.

– Le reti svolgono la funzione di facilitare l’accesso ai servizi attraverso la loro caratteristica di conservare un patrimonio di informazioni e di esperienze accumulate nel tempo.

I rapporti necessari per la nuova vita in Italia sono stabiliti soprattutto all’in-terno del contesto della Chiesa, delle comunità parrocchiali, ma anche attraver-so le asattraver-sociazioni ecclesiali, quali la Caritas e le varie congregazioni religiose.

Il primo obiettivo specifico è stato quello di identificare i servizi offerti dalla società e dalla Chiesa al fine di facilitare l’integrazione dei migranti rumeni nella regione italiana del Lazio.

A questo proposito, nella ricerca ci si è concentrati sui servizi di cui benefi-ciano i migranti per il successo dell’integrazione.

– Rispetto allo Stato rumeno, il Ministero del Lavoro, della Famiglia e della Protezione Sociale, tramite le proprie agenzie, fornisce agli immigrati rume-ni servizi di informazione per coloro interessati all’ambiente sociale, politico e giuridico dei Paesi di destinazione, e servizi di mediazione per trovare la-voro. Tuttavia, è stata notata una scarsa efficienza di queste agenzie, a causa di una scarsa informazione della popolazione rispetto ai servizi forniti da queste agenzie e in seguito all’eccessiva e ingombrante burocrazia per otte-nere un lavoro o altri diritti come migranti.

– La letteratura e i dialoghi con gli intervistati hanno rivelato l’esistenza di varie organizzazioni civili private, gestite da italiani o da rumeni, che forni-scono servizi di consulenza, formazione, orientamento sociale e relativi al mercato del lavoro, attivi in vari settori importanti (sociale, amministrativo, medico, politico e culturale).

– Le reti familiari costituiscono un’importante risorsa di servizi quali: soste-gno materiale; mediazione dei servizi di assistenza per gli anziani, malati, disabili e bambini; mantenimento della socializzazione, della conservazione e della promozione del capitale culturale e del sostegno morale.

– Le reti all’interno della Chiesa italiana (associazioni e congregazioni religio-se), in particolare, e delle parrocchie cattoliche e ortodosse rumene d’Italia hanno rappresentato per gli immigrati la risorsa principale di sostegno, in-sieme alle reti familiari che hanno fatto il possibile per essere quanto più vicine ai bisogni di chi arriva in Italia, avendo alla base motivazioni umane e cristiane. Si è individuata una vasta gamma di servizi per l’assistenza socia-le, legislativa, per l’integrazione linguistica, per completare i documenti ri-chiesti per l’inclusione nel sistema sanitario e sociale pubblico, per l’assi-stenza residenziale, l’offerta di cibo, vestiti, servizi di supporto per la

forma-zione e promoforma-zione multiculturale, l’assistenza psicologica e religiosa; oltre a conferenze, festival culturali per la conoscenza e la promozione dei valori dei migranti.

Il secondo obiettivo specifico della ricerca si riferisce all’identificazione di meccanismi per l’integrazione nel mercato del lavoro e nella comunità. Per quanto riguarda questo obiettivo, i risultati dello studio ci permettono di con-cludere quanto segue.

I meccanismi di integrazione nel mercato del lavoro e nella comunità sono principalmente strutturati attraverso le relazioni informali che si creano all’in-terno di reti familiari, di amici e conoscenti, ma anche all’inall’in-terno delle comu-nità ecclesiali.

– I datori di lavoro spesso contattano i leader delle comunità religiose che annunciano in chiesa i posti di lavoro disponibili e i dettagli di contatto necessari.

– Le reti accettano di assumere personale per il mercato del lavoro da una destinazione a loro nota, formulare raccomandazioni ai datori di lavoro e spesso si occupano di completare i documenti necessari per l’integrazione. – Nel caso delle donne che lavorano e vivono nella casa della famiglia del

datore di lavoro, l’integrazione è strettamente condizionata dall’ambiente domestico in cui lavorano, essendo le possibilità di una reale integrazione nella comunità molto più ridotte.

– Nel corso della ricerca, sono state identificate anche associazioni rumene in Italia che mirano a formare i leader delle comunità.

– I valori morali e religiosi sono fattori che facilitano l’integrazione, coltivan-do relazioni basate sull’onestà, l’umanità, la fiducia, la sincerità, la solidarie-tà, ovvero gli atteggiamenti necessari per una buona convivenza tra le per-sone, sia nel lavoro che nella comunità.

– Nel caso degli immigrati rumeni, i meccanismi di integrazione nel mercato del lavoro e nella comunità assumono forme legali specialmente dopo il 2007, regolando il quadro contrattuale in materia di occupazione, alloggi e servizi.

– La Chiesa d’Italia ha offerto un contributo essenziale per l’integrazione delle comunità rumene, fornendo luoghi di culto e intervenendo presso i servizi sociali per aiutare la reciproca comprensione e accettazione.

– Le reti delle chiese hanno avuto anche il ruolo di creare eventi con e sui migranti, promuovendo, nel nostro caso, l’interscambio di valori culturali che contribuisce ad una buona integrazione dei rumeni.

– È riconosciuto dagli intervistati che i mass media, quando compiono una funzione positiva, contribuiscono in grande misura allo sforzo di integrazio-ne integrazio-nella comunità ospitante.

– Le relazioni delle persone intervistate rivelano che la conoscenza diretta e il contatto personale con le persone della comunità ospitante possono portare all’integrazione.

In base al terzo obiettivo – l’identificazione dei benefici e dei rischi dell’uti-lizzo delle reti per migrare – si è concluso come segue.

Benefici:

– le reti di migranti conoscono i passi da compiere, le persone chiave, i percor-si, le regioni, il potenziale economico e comunitario di cui possono godere; – esse conoscono anche la lingua del Paese di immigrazione, i meccanismi

legislativi, le politiche nei vari settori, la situazione del mercato del lavoro, i regolamenti relativi all’assicurazione sociale e medica;

– le reti sono più vicine ai bisogni specifici dei migranti; – si pongono in una ottica di complementarità dei servizi;

– sono consapevoli dell’esistenza di meccanismi per una più rapida trasmis-sione di informazioni di stretta necessità per l’integrazione.

Rischi:

– a livello delle strutture di rete, può esistere una mancanza di obiettività e onestà, che può indurre in errore nascondendo la verità delle situazioni e delle risorse; tale situazione si verifica quando un rappresentante della rete, al fine di attirare clienti, presenta una prospettiva favorevole che garantisce un lavoro immediato a destinazione, ma ciò non accade in realtà; inoltre, nella moltitudine di offerte che possono essere identificate da una persona che vuole migrare, in mancanza di una buona informazione, è possibile di-ventare vittima di trafficanti o sfruttatori;

– vi è incertezza durante il percorso verso la destinazione scelta;

– sono presenti sfiducia o scarsa fiducia nell’approccio adottato dalle reti che, a loro volta, non sono in grado di garantire la massima sicurezza e una per-centuale massima di successo;

– si notano mancanza di esperienza e professionalità da parte di gruppi e reti, soprattutto nelle prime fasi.

Per chiudere, insieme agli intervistati, possiamo confermare che, valutando i benefici e i rischi, è facile capire il motivo per cui le reti preferite sono quelle familiari o della Chiesa, in quanto presentano i rischi più bassi.

Personalmente, ritengo che la ricerca fornisca una buona opportunità di conoscere più in dettaglio la complessa situazione creata dall’approccio migra-torio. Questo potrebbe influenzare in primo luogo gli stessi migranti rumeni a capitalizzare in modo più rigoroso il potenziale che può essere disponibile per

realizzare l’integrazione, utilizzando le reti e le istituzioni più competenti, an-che tramite informazioni più approfondite sulle misure legislative applicabili. In secondo luogo, i risultati della ricerca possono fornire un quadro obiettivo per valutare le reti attraverso il confronto diretto sia con i dati scientifici che con le opinioni di coloro che sono critici nei loro confronti (persone che hanno beneficiato del supporto di tali reti ed esperti del fenomeno della migrazione). Infine, le conclusioni che si possono trarre da questo materiale, evidenziano la necessità che le autorità statali ed europee compiano alcuni sforzi per migliora-re l’efficienza del loro ruolo nella vita delle persone che fanno l’esperienza della mobilità e, quindi, cerchino di recuperare credibilità. È auspicabile, allo stesso tempo, che gli immigrati si informino e si organizzino meglio per essere in grado di esprimere gli aspetti positivi e negativi delle loro esperienze e, allo stesso tempo, siano in grado di presentare proposte di miglioramento in tutti i settori connessi alla migrazione.

Questa ricerca ha dunque potuto ricostruire il profilo e il percorso del mi-grante rumeno verso l’Italia, soprattutto verso quel centro di attrazione che è Roma con i suoi dintorni: non solo come meta turistica, ma anche per trovare una via sicura nella vita, che fornisca un soddisfacente grado di benessere. Nell’ambito di questo approccio scientifico, sono state sottoposte all’analisi e alla ricerca le reti sociali che hanno contribuito all’integrazione di persone, fa-miglie o gruppi di rumeni, con lo spirito di avventura e l’entusiasmo specifico per l’inizio di una nuova vita, e insieme con le preoccupazioni e le sfide incon-trate sia sul percorso che a destinazione.