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2. Principali problemi derivanti dal turismo

2.10 Conclusioni

Si può sostenere che, nel complesso, lo sviluppo del turismo non ha portato alla riduzione della povertà a Zanzibar: gli hotel di lusso sono costruiti vicino a villaggi di estrema povertà mentre la maggior parte della popolazione vive con meno di 1 dollaro USA al giorno. Mentre il governo ha introdotto una serie di iniziative per la riduzione della povertà con il turismo al centro, sembra che l'industria del turismo abbia apportato pochi benefici alle comunità locali. Al contrario, il turismo a Zanzibar ha creato una "enclave economy" o "isole di sviluppo" che dipendono dal capitale straniero e dal lavoro non locale60. Tenendo conto dell'importanza del turismo per l'economia di Zanzibar, sono necessarie misure per proteggere l'ambiente e mantenere l'attrattiva turistica delle isole. Se una politica di protezione ambientale più severa non viene intrapresa e applicata, si prevede che i danni ambientali determinino una diminuzione significativa del numero di turisti, che preferiranno altre destinazioni in grado di offrire prodotti e esperienze simili (come ad esempio altre isole nel Oceano Indiano, come Maldive, Seychelles e Mauritius). Va anche notato che l'industria del turismo non è minacciata solo dal degrado ambientale e dalla perdita di ecosistemi. Il settore affronta molte sfide che possono seriamente ostacolare il suo ulteriore sviluppo, come infrastrutture carenti (ad esempio strade e aeroporti), carenza di personale qualificato, mancanza di elettricità e acqua, gravi incidenti che colpiscono i turisti (ad esempio, l'affondamento di due traghetti di Zanzibar nel 2011 e 2012), e il recente caos vissuto nelle isole (proteste violente da parte di islamisti che chiedono l'indipendenza di Zanzibar dalla Tanzania continentale). Tuttavia, risolvere problemi ambientali dovrebbe essere una delle priorità del governo di Zanzibar e delle comunità locali: se nessuno se ne assume la responsabilità si rischia di andare incontro ad un peggioramento della qualità della vita delle comunità, privandole di una

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principale fonte di sostentamento quale la pesca e colpendo l’industria del turismo che è molto promettente.61

Sebbene il turismo offra opportunità di lavoro, la maggior parte dei posti di lavoro è a basso reddito. Inoltre, i benefici economici per le comunità locali non sono equamente distribuiti e dipendono in larga misura dall'area. Secondo dati ufficiali, il turismo contribuisce solo per l'1,5% al reddito pro capite62.

Le sfide per il turismo a favore dei poveri a Zanzibar sono le seguenti: a) l'ambiente imprenditoriale non favorisce le PMI;

b) gli zanzibaresi hanno scarso accesso all'occupazione nell'industria del turismo a causa di poche opportunità di formazione;

c) la maggior parte degli hotel è di proprietà straniera;

d) i fornitori locali non sono in grado di soddisfare le esigenze delle imprese del settore turistico;

e) l'esistenza di molti hotel di proprietà straniera porta ad un alto grado di perdita63.

Inoltre, la corruzione diffusa tra i funzionari governativi ha dato origine a una cultura di "protezione" dei proprietari di hotel ricchi che approfitta della mancanza di monitoraggio e di applicazione della legge, al fine di promuovere i loro interessi e ridurre i costi. Nel complesso, il settore del turismo a Zanzibar affronta molte sfide che possono seriamente ostacolare il suo ulteriore sviluppo, come infrastrutture carenti, mancanza di personale qualificato, mancanza di elettricità e acqua, gravi incidenti. Pertanto, sono urgentemente necessarie politiche turistiche a favore dei poveri che si concentrino sull'incremento dell'istruzione e delle competenze dei poveri, sul miglioramento della loro accessibilità al credito e sull'informazione e aumentino il sostegno degli hotel di proprietà straniera all'economia locale, attraverso assunzioni locali, infrastrutture sviluppo e acquisto di prodotti locali. È necessaria un'azione a tutti i livelli dell'industria del turismo, compresi il governo, il settore privato e gli stessi poveri, in modo che

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RIAT: Revista Interamericana de Ambiente y Turismo Rotarou.

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Fonte: http://www.africamilele.org/ Africa Milele ONLUS

Zanzibar continui ad essere una destinazione turistica attraente, ma anche che gli standard di vita degli Zanzibaresi siano migliorati.

2.11 Masai: sfratti e violenze contro le tribù per fare spazio a safari di lusso

Da anni , il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, documenta la condizione dei Masai, i cosiddetti figli della Savana, che vivono nella regione di Loliondo, nel nord della Tanzania e in Kenya, che ciclicamente subiscono violenze e sfratti. I Masai sono sempre più sfrattati dalle loro terre ancestrali per far favorire il turismo dei safari. I villaggi sono ridotti in cenere e gli indigeni rischiano di morire di fame e di sete. E’ quanto emerge da un nuovo rapporto dell’Oakland Institute64, un centro studi americano.

Secondo il rapporto, i Masai sono sotto attacco: ricevono intimidazioni, arresti, pestaggi, soffrono la fame perché viene impedito loro l’accesso ai pascoli e alle pozze d’acque. I villaggi sono stati bruciati e le mandrie disperse per ordine del governo, in accordo con alcune compagnie di safari che operano nel paese. In particolare, si parla di due compagnie straniere che stanno avendo un impatto devastante sui Masai. La prima è la “Tanzania Conservation Ltd” , un'azienda di safari gestita dai proprietari del Boston Outfitter Thomson Safari, l’altra la “Ortello Business Corporation” con base negli Emirati Arabi che organizza escursioni di caccia per le famiglie reali del paese e i loro ospiti. Secondo gli abitanti dei villaggi locali, la TCL ha reso le loro vite impossibili negando l'accesso all'acqua e ai villaggi, mentre l'OBC ha avuto per 25 anni una licenza di caccia esclusiva, e

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L'Oakland Institute è un think tank politico indipendente, che porta nuove idee e azioni audaci ai problemi sociali, economici e ambientali più urgenti del nostro tempo.

anche se attualmente il ministero delle risorse naturali l’ha annullato, la società rimane nell’area, mentre i Masai vivono nella paura.

Gli allevatori per causa loro devono affrontare intimidazioni, arresti e attacchi fisici a causa di due società straniere. Negli ultimi anni, migliaia di animali rari sono stati uccisi e per fare spazio alle società capi di comunità, insegnanti e organizzatori di proteste sono stati arrestati anche solo per aver parlato delle difficoltà cui vanno incontro. “Losing the Serengeti: The Maasai Land that was to Run Forever”, rivela la complicità tra i funzionari del governo e le compagnie straniere che usano leggi di come espediente per sfrattare i Masai e confinarli in aree sempre più piccole.

“Ma non si tratta di un singolo caso, ma un dramma che riguarda molte comunità indigene in tutto il mondo. In troppi luoghi, governi, cooperazioni e perfino gruppi di conservazione, costringono gli indigeni a lasciare la loro terra”, dice Anuradha Mittal65

, autrice del rapporto. Questo processo era iniziato negli anni Cinquanta, quando una serie di leggi sulla conservazione della natura hanno portato al declino delle tribù indigene. Il risultato è la diffusione di fame e malattie fra i Masai, specialmente fra i bambini. 66

2.12 Sconnessione tra turismo e popolazione locale: foresta Kakamega