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Il fallimento economico-sociale delle politiche di sviluppo turistico nell'area Sub-Sahariana: il caso di Kenya e Zanzibar

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Academic year: 2021

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U N I V E R S I T À D E G L I S T U D I D I P I S A

F O N D A Z I O N E C A M P U S

Corso di Laurea Magistrale in

Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici Mediterranei

TESI DI LAUREA

Il fallimento economico-sociale della politica di sviluppo turistico nell’area Sub-Sahariana: il caso di Kenya e Zanzibar.

Relatore Chiar.mo Prof. ALBERTO BIANCHI

Candidato

MARTINA ESPOSITO

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Sommario

1. Turismo in Africa - quadro generale. ... 7

1.2 Fenomeni turistici diffusi in Africa: nascita ed evoluzione: il safari . 13 1.2.1 Missionari, schiavisti e avventurieri… ... 14

1.2.2 I primi turisti del Kruger National Park. ... 14

1.2.3 Come cambiano i Safari africani , cosa ci aspetta nel futuro. ... 15

1.2.4 Eco safari: il lato responsabile del turismo in Africa. ... 17

1.2.5 Una tendenza in continua crescita: i viaggi di lusso. ... 18

1.3 Focus: Kenya e Zanzibar. ... 21

1.4 Il Kenya uno sguardo d’insieme. ... 22

1.4.1 Popolazione. ... 23

1.4.2 Condizioni economiche. ... 24

1.4.3 Il turismo come engine of growth in Kenya. ... 26

1.4.4 Analisi dell’ impatto economico di viaggi e turismo in Kenya nell’anno 2017. ... 32

Fonte: Yearbook of Tourism Statistics, 2017 Edition – UNWTO. ... 34

1.5 Isola di Zanzibar: uno sguardo d’insieme. ... 35

1.5.1 Il turismo come engine of growth: il caso di Zanzibar. ... 37

Fonte: RIAT: Revista Interamericana de Ambiente y Turismo Rotarou. Environmental Impacts of Tourism on Zanzibar ... 39

1.5.2 Quadro turistico attuale sull’isola di Zanzibar. ... 40

Capitolo secondo ... 44

2. Principali problemi derivanti dal turismo. ... 44

2.2 Analisi degli impatti negativi del turismo a Zanzibar. ... 44

2.3 Conseguenze negative per la popolazione locale. ... 46

2.4 Caso studio: le conseguenze dell’arrivo del turismo sull’educazione dei ragazzi. ... 49

2.5 Turismo sessuale. ... 52

2.6 Effetti socio-culturali sulla popolazione locale. ... 53

2.7 Aumento della criminalità. ... 55

2.8 Danni ambientali procurati a causa di un turismo poco responsabile. .... 55

2.9 Impatti del turismo sull’economia. ... 60

(3)

2.11 Masai: sfratti e violenze contro le tribù per fare spazio a safari di lusso.

... 65

2.12 Sconnessione tra turismo e popolazione locale: foresta Kakamega Kenya. ... 66

2.13 Un fenomeno in espansione: il turismo sessuale in Kenya. ... 68

2. 14 Safari, i pericoli reali e i danni possibili ... 70

2.15 Mombasa: il caso dei resort turistici. ... 72

2.16 Kenya: Impatti negativi sull’economia locale. ... 74

2.17 Conclusioni. ... 76

Capitolo terzo ... 78

3. Come si agisce per risolvere le problematiche del turismo nei due paesi sub-sahariani. ... 78

3.3 Il Kenya: un’eccellenza. ... 78

3.4 Progetti del governo Keniota. ... 79

3.5 Best practice:il progetto con gli operatori sulle spiagge e Severin Sea Lodge per un turismo responsabile. ... 82

3.6 Il Kenya Tourism Board racconta la storia del Kenya. ... 87

3.7 Ecotourism Kenya. ... 91

3.8 Ecotourism Kenya impegnata sul fronte del coinvolgimento della comunità locale. ... 95

3.9 Ecotourism Kenya: programma di sviluppo aziendale. ... 96

3.10 I Masaai hanno diritto a conservare le loro terre? ... 97

3.11 Scontro culturale: combattere il turismo del sesso. ... 101

3.12 Zanzibar, come si agisce? ... 101

3.13 Il turismo come fattore strategico per la riduzione della povertà. ... 105

3.14 Come ridurre la povertà attraverso il turismo. ... 109

Capitolo quarto. ... 112

4. Consigli e strategie per incrementare e praticare turismo etico in Africa: i punti fondamentali. ... 112

4.2 Perché ora? ... 114

4.3 Perché il turismo? ... 115

4.4 Il turismo domanda lavoro ai giovani. ... 116

(4)

4.6 Rischi socio-culturali. ... 118

4.7 Rischi economici. ... 118

4.8 Le opportunità derivanti dallo sviluppo turistico. ... 118

4.9 Il ruolo strategico del turismo nel continente africano. ... 122

4.9.1 Istituzioni. ... 123

4.10 Fare turismo funziona... 129

4.11 Come il turismo può aiutare i poveri. ... 129

4.12 Stati fragili e post-conflittuali. ... 130

4.13 C’è bisogno di ricostruire. ... 131

4.14 Miglioramento della raccolta dei dati. ... 131

4.15 Partnership pubblico-privato: un meccanismo emergente nello sviluppo del turismo... 132

4.16 Partnership pubblico-privato. ... 133

4.17 Turismo e cambiamenti climatici. ... 134

4.18 La sfida. ... 135

4.19 L’opportunità. ... 136

4.20 Istituzioni per la gestione della crescita turistica. ... 137

4.21 Promozione degli investimenti nel turismo. ... 139

4.21.1 Strategia di promozione degli investimenti. ... 141

4.22 Fai volare i turisti dentro e fuori. ... 141

4.23 Combattere la corruzione. ... 142

4.23.1 La corruzione in Kenya. ... 145

5. Conclusioni ... 150

6. Bibliografia ... 152

(5)

Introduzione.

Questo elaborato nasce da una passione per il continente africano che ho avuto la fortuna di visitare cinque anni fa e con il quale ho stabilito un legame indissolubile che mi ha segnato per sempre. Il turismo può essere per l’Africa un’opportunità grandissima in quanto questo continente vanta una storia, una cultura, un ambiente naturale senza eguali. Lo sviluppo economico del turismo è un obiettivo perseguibile perché esso avrebbe la capacità, non solo di influire sull’economia ed incrementare il PIL nazionale, ma anche di migliorare le condizioni di vita della popolazione locale, solo se praticato correttamente secondo valori di sostenibilità e rispetto delle civiltà locali. Con questo elaborato si vuole indagare, sull’efficienza delle politiche di sviluppo turistiche nell’area Sub-Sahariana dell’Africa, in particolare in Kenya e sull’isola di Zanzibar, per capire se questo fenomeno, come viene gestito attualmente, apporta effettivamente benefici. In questa sede, viene dimostrato come il turismo possa aggravare le problematiche economiche, giuridiche e sociali che sono già presenti nei paesi presi in esame, se non vengono seguite le best practice nella programmazione del settore. Nei capitoli che seguono, inizialmente viene presentato il continente africano dal punto di vista geografico, economico e sociale e poi viene evidenziata la vocazione turistica dei due paesi esaminati prendendo in considerazione le principali attrazioni, il target di riferimento, gli arrivi, le presenze e le strutture turistiche maggiormente presenti. Successivamente lo studio prende in considerazione i principali problemi che derivano dallo sviluppo turistico che affliggono l’ecosistema, il sistema economico ma soprattutto le condizioni economico-sociali della popolazione locale; in seguito vengono segnalate le azioni intraprese nei rispettivi paesi per migliorare questo approccio al turismo, i cui maggiori fautori sono associazioni senza scopo di lucro, organizzazioni, fondazioni, enti e operatori privati come agenzie e tour operator; in misura minore gli apparati statali dei paesi stessi. Come vedremo, tali soggetti cercano di promuovere attraverso progetti ambientali,

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d’istruzione e di collaborazione, pratiche turistiche rispettose e tentano di ridurre l’impatto negativo del turismo in Kenya e a Zanzibar. Nell’ultimo capitolo viene presentata una strategia che mira a individuare una serie di manovre correttive a pratiche sbagliate e vengono suggerite azioni che potrebbero migliorare la valorizzazione del turismo tenendo presente sempre le questioni etiche e il rispetto delle culture e delle tradizioni autoctone. All’interno dell’elaborato si affronta anche l’importante tema della riduzione della povertà attraverso il turismo in quanto questo settore potrebbe generare possibilità di inserimento nel mondo del lavoro a favore della popolazione locale.

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Capitolo primo

1. Turismo in Africa - quadro generale

Siamo abituati a pensare all’Africa come ad una realtà povera, pericolosa e difficile da visitare. In verità questo continente offre moltissime meraviglie a partire dal suo popolo variegato e ricco di cultura, ai colori, i paesaggi, le tradizioni e la fauna. Sicuramente visitare l’Africa richiede un impegno di energie maggiore e la consapevolezza di ritrovarsi in un mondo totalmente diverso da quello europeo. Le difficoltà ci sono, non stiamo parlando di un continente con una ricchezza economica equiparabile a quella del mondo occidentale, ma bisogna guardare oltre quello che ci viene presentato dai media, andare a fondo, per scoprire una realtà assolutamente sorprendente. Questo elaborato nasce per indagare in che modo il turismo partecipa al PIL dei paesi trattati e soprattutto se esso viene praticato nel rispetto dell’ecosistema e delle popolazioni locali. Verranno analizzati due paesi in particolare cioè il Kenya e l’isola di Zanzibar. Si potrà osservare che il fenomeno turistico presenta tutte le caratteristiche per diventare una risorsa su cui puntare ma porta con sé ancora svariate problematiche che in molti casi analizzati, finiscono per aggravare la situazione dei suddetti paesi.

L'Africa è uno dei continenti ad aver fatto registrare a livello mondiale una rapida crescita delle aree a vocazione turistica. Da soli 14,7 milioni di visitatori nel 1990, si è passati a 26 milioni di visitatori internazionali nel 2000 e 56 milioni nel 2014. Gli arrivi turistici internazionali in Africa sono aumentati del 2% nel 2014. Le entrate del turismo internazionale sono aumentate dai $ 1 miliardo per raggiungere $ 36 miliardi. Il continente ha mantenuto una quota del 5% negli arrivi mondiali nell’anno 2015. In Nord Africa, nello stesso anno la principale destinazione a crescere è il

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Marocco che registra però un modesto 2% a causa degli attacchi terroristici, dopo una buona performance dell'anno precedente. In Tunisia si registra una diminuzione del 3%. L'Africa sub-sahariana è cresciuta del 3% circa nel 2014. Vale la pena menzionare tra le altre destinazioni per le quali sono riportati i dati, la Costa d'Avorio (+ 24%), il Madagascar (+ 13%),le Mauritius (+ 5%), li Zimbabwe (+ 3%) e le Seychelles (+ 1%).1 Molti paesi in Africa hanno beneficiato di una forte crescita economica nel settore turistico, questo crea posti di lavoro e stimola le PMI (piccole medie imprese). Nel 2014 il turismo rappresentava il 9% del PIL mondiale diretto, indiretto e indotto. Esso è uno dei settori in più rapida crescita dell'economia mondiale. Il turismo internazionale ha dimostrato una crescita quasi ininterrotta dagli anni '50 e ha quasi raddoppiato negli ultimi dieci anni. Esso sta crescendo più velocemente nelle regioni emergenti e in via di sviluppo rispetto al resto del mondo.

Nell’anno 2016 il contributo del turismo al PIL africano è stato del 2,6 %.2

1 Fonte: WTO World Trade Organization 2017

2 Fonte: TRAVEL & TOURISM ECONOMIC IMPACT 2017 SUB SAHARAN AFRICA – World

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Fig.1 Arrivi int.li in Africa

Fonte: WTO 2015

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Fig.2 Performance turistica dell’Africa nel 2014

Fonte: WTO 2015

L’importanza del turismo per l’economia di un territorio si può facilmente rilevare dal peso che esso esercita sulla bilancia commerciale dello stesso. Tale rilevazione avviene attraverso un’analisi della bilancia dei pagamenti, ovvero uno schema contabile che registra le transazioni commerciali, tra residenti e non residenti di un dato paese con il resto del mondo. All’interno della bilancia dei pagamenti si trova una sezione relativa alla bilancia commerciale, nella quale vengono registrate le importazione e le esportazioni di merci e servizi: tale bilancia è in attivo quando il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni, e un risultato positivo significa una discreta solidità economica. Da uno schema come la bilancia commerciale è possibile capire effettivamente quanto il comparto turistico riesca a coprire i debiti commerciali esteri e quindi, qual è il reale contributo del turismo internazionale.

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Fig. 3 Contributo del turismo al PIL africano

Fonte WTO 2015

Tuttavia, il potenziale è elevato e prodotti come il safari, turismo balneare, viaggi d'affari, turismo della diaspora, turismo naturalistico /di avventura, turismo del patrimonio culturale, viaggi nazionali e turismo intraregionale sono solo alcuni degli esempi forniti dalla Banca mondiale come principali opportunità di sviluppo3

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Fig. 4 Opportunità di prodotti turistici in Africa

Fonte: World bank 2011

Il turismo apporta senza dubbio un valore aggiunto all’ economia, non solo di una nazione, ma anche di una singola regione o provincia, proprio perché uno sviluppo di questo settore porta ad un concreto miglioramento delle condizioni di vita della popolazione il cui territorio è in grado di attrarre un certo numero di visitatori. Il turismo è un fenomeno importantissimo sotto numerosi aspetti, come quello sociologico e antropologico, il che è confermato dai molteplici studi al riguardo.4

Citando la tesi “Turismo come engine of growth:il caso del Kenya” ” di Francesca Garzella 2015, Università degli studi di Pisa «Sostanzialmente ogni paese del mondo ha un potenziale turistico: ognuno infatti è caratterizzato da elementi di attrazione, magari differenti tra loro, ma in grado

3 Fonte: World Bank 2011

4 UNWTO Affiliate Members Regional Reports, Volume four – Tourism in Africa: A Tool for

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di inserire il paese a cui appartengono in un mercato turistico internazionale. Bisogna essere in grado di sviluppare quel potenziale che se curato e valorizzato porterebbe a un aumento della produttività, dei posti di lavoro e, quindi, del reddito.

In conclusione, il turismo è un fenomeno che, se anticipato da una corretta programmazione per uno sviluppo economico sostenibile, in modo da evitare la natura negativa di impatti sociali e ambientali, può apportare benessere in una località in termini di posti di lavoro, investimenti sul territorio, di una maggiore disponibilità di valuta straniera, una più ampia diversificazione produttiva dell’economia, e conseguentemente, un aumento del reddito delle destinazioni finali. »

1.2 Fenomeni turistici diffusi in Africa: nascita ed evoluzione: il safari

Un safari africano è un sogno che dura tutta la vita per molte persone in tutto il mondo e coloro che hanno il privilegio di viverlo non sono mai più gli stessi. Una volta chiamato Dark Continent l’ Africa ha ancora oggi molti problemi, ma questo sembra solo aggiungere del romanticismo alla destinazione. Sappiamo che il termine safari, dalla parola araba safar che significa viaggio, era usato per descrivere tutti i viaggi in Africa e oltre. Questi viaggi includevano spedizioni mercantili ma il termine oggi viene usato per descrivere un tour in Africa per vivere la vita selvaggia e la cultura del continente.

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1.2.1 Missionari, schiavisti e avventurieri…

Dalla metà del XIX secolo i missionari, esploratori e avventurieri hanno riferito delle loro peregrinazioni attraverso l'Africa e una maggiore consapevolezza della ricchezza del continente africano è venuta alla ribalta. Con la colonizzazione, alcune parti dell'Africa si sono aperte al mondo come mai prima d'ora e la leggenda dei grandi cacciatori bianchi e degli esploratori africani ha preso piede. È questa parte della storia africana che è stata immortalata da Hollywood.

Il safari africano moderno, un concetto nato nell'Africa orientale, è ben lontano dagli elaborati safari del passato in cui centinaia di esploratori portavano ogni lusso immaginabile attraverso il paesaggio africano. I primi safari turistici erano battute di caccia dove i cacciatori pagavano ingenti somme di denaro per trascorrere fino a tre mesi in loco, facendosi trasportare e coccolare da un enorme contingente di locali.

L'etica della conservazione è sorta durante questo periodo in cui individui lungimiranti videro la necessità di proteggere la fauna selvatica dallo sterminio di massa. Sebbene la caccia fosse ancora l'obiettivo principale della maggior parte dei frequentatori di safari, il safari fotografico si stava molto lentamente radicando.

1.2.2 I primi turisti del Kruger National Park

La storia del Kruger National Park in Sudafrica mostra i primi turisti in veicoli privati che sono stati ammessi nel parco a metà degli anni '20. Il campo di ristoro di Pretoriuskop è stato aperto al pubblico in questo momento per fornire un pernottamento per questi primi visitatori.

Il safari africano è stato in costante trasformazione nel corso del 1900, per poi assumere una nuova declinazione inaspettata negli anni '70 e '80,

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quando il concetto di safari di lusso è nato in Sud Africa. Le riserve private ai confini del Kruger National Park si sono impegnate a fornire alloggi di lusso.

Questa costosa forma di safari è diventata lentamente la norma e oggi la maggior parte delle persone riconosce i safari di lusso come il simbolo dell' African Safari. Anche i critici del passato ora giustificano pedissequamente il passaggio al lusso.

1.2.3 Come cambiano i Safari africani , cosa ci aspetta nel futuro

Ci sono segnali di uno spostamento verso altri safari basati sulla natura selvaggia e molti turisti in cerca di safari ora stanno cercando qualcosa di diverso in Africa. Quello che riserva il futuro per i safari africani non è certo, ma quello che è sicuro è che l’ amore del safari africani sarà sempre presente perché come ogni viaggio è parte della psiche umana. I Safari in Kenya per esempio offrono una vasta gamma di attrazioni, dalle vaste pianure brulicanti di esperienze di gioco e culturali con le persone Maasai e Samburu, alla felicità costiera sulle spiagge orlate di palme dell'Oceano Indiano dove è possibile allontanarsi in un sogno tropicale. La magnificenza e la diversità della fauna e del paesaggio sono insuperate.

Si può avere la fortuna di assistere alla spettacolare Grande Migrazione in un safari Masai Mara in Kenya. È considerato uno dei più grandi fenomeni naturali sul pianeta terra dove circa 1,4 milioni di gnu, 200 000 zebre e 500 mila gazzelle di Thompson sono costantemente in movimento in una ricerca per tutto l'anno di pascolo e acqua. Oggi un safari coinvolge la natura, ma a parte questo il termine è stato riproposto per significare qualcosa di completamente nuovo. I safari ora sono organizzati per ammirare la fauna selvatica e gli uccelli, insieme a una miriade di altre avventure. Sono stati in gran parte trasformati in viaggi di vacanza che in realtà avvantaggiano la vita selvaggia dell'Africa, sostenendo gli sforzi di conservazione locali e i santuari della fauna selvatica. Al contrario della

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caccia agli animali, i visitatori li incontrano, mantenendo un comportamento corretto e spesso attraverso donazioni, aiutano a fare la differenza nella protezione delle specie. Le compagnie di safari contribuiscono attivamente a progetti di conservazione o contribuiscono a generare entrate turistiche che vengono utilizzate per gestire i progetti di fauna selvatica e le riserve di caccia. L'ecoturismo è un settore in rapida crescita che vede un ampio spostamento verso uno sviluppo a basso impatto e viaggi safari rispettosi dell'ambiente. I safari spesso alloggiano in eco-lodge, dove l'impronta ecologica è ridotta al minimo.5

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1.2.4 Eco safari: il lato responsabile del turismo in Africa

Scoprire la bellezza dell’Africa rispettandone ambiente: viaggi intrapresi con la volontà di immergersi davvero nello spirito e nella bellezza dell’Africa, preoccupandosi di aiutare lo sviluppo delle popolazioni locali e di tutelare l’ambiente e gli animali. Spesso gli alloggi sono capanne dotate di diversi comfort, ma costruite secondo le tecniche della tradizione, con i materiali che la natura del luogo offre (dalla terra cruda alla pietra galana, passano per il legno e la canapa di cocco). Volendo, si può partecipare in prima persona alle attività della comunità, come la raccolta del tè e del mais. E al contempo si aiuta la comunità stessa a prendere coscienza delle proprie risorse naturali. Il safari moderno è anche un viaggio socialmente responsabile progettato per interagire eticamente con le comunità locali e avere un impatto positivo sulle economie locali. Le interazioni culturali offerte da operatori di safari affidabili non sfruttano la gente del posto. Le comunità locali beneficiano del turismo sostenibile attraverso l'occupazione e guadagni finanziari dalla vendita di beni e servizi (spettacoli di danza, viaggi guidati e gestione delle risorse, ecc.). Alcune compagnie di safari sostengono direttamente i progetti di potenziamento sociale, mentre altri fanno uso di lodge, riserve e altre strutture che assistono le comunità6

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1.2.5 Una tendenza in continua crescita: i viaggi di lusso

Gli esperti del settore dicono che è in atto un cambiamento, con più viaggiatori che rivedono la loro definizione di "viaggio di lusso". Quanto più un viaggiatore è abituato al lusso, più alte sono le sue aspettative. Le richieste dei VIP sono limitate a un piccolo gruppo, abituato al lusso nella vita quotidiana.

I viaggiatori di lusso sono generalmente alla ricerca di cose come: servizio personalizzato (preferibilmente individuale), letti di buona qualità con biancheria da letto di buona qualità, design sofisticato, trasporto affidabile, posti comodi (con molto spazio per le gambe) quando si viaggia, cibo e vino di standard eccezionali, esclusività, interazione positiva e professionale con il personale (come i saluti dei portieri) per citarne solo alcuni. Il viaggio di lusso non è più un settore di nicchia.

Secondo l'ultimo rapporto di Amadeus "Modellare il futuro dei viaggi di lusso", non c’è stato un rallentamento: tra il 2011 e il 2015, i viaggi di lusso sono cresciuti del 4,5% rispetto a una crescita del 4,2% per i viaggi a livello mondiale. Il tasso di crescita dei viaggi di lusso in uscita nei prossimi 10 anni è previsto al 6,2%.7 Si dice che la crescita globale del mercato dell'ospitalità di lusso sia alimentata dal cambiamento degli stili di vita delle nuove classi medie benestanti in tutto il mondo. Questo è anche il motivo per cui gli hotel di lusso hanno notato un aumento della domanda da parte delle classi medie in crescita nei mercati in via di sviluppo.

African Travel Inc., il tour operator di Glendale in Canada8, è tra i fornitori di safari che hanno introdotto itinerari più convenienti, pur mantenendo standard di lusso e dichiarano: "Quando i nostri ospiti e i loro agenti raccomandano ulteriori destinazioni ed esperienze per i safari, ascoltiamo e facciamo in modo che avvengano", ha affermato Sherwin Banda, presidente della compagnia, fondata 40 anni fa e ora parte di The Travel Corp. La compagnia ha implementato nuovi pacchetti vacanza safari, in cui i safari

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selvaggi della fauna selvatica sono abbinati a cibo, servizi e alloggi eccezionali, oltre a interazioni indimenticabili con la gente del posto per dare uno sguardo all'Africa nella sua forma più autentica.

La crescita dell'Africa nel settore dei viaggi di lusso è piuttosto impressionante. La recente crescita economica in paesi africani come la Nigeria e il Ghana danno a viaggi e turismo un forte impulso. Mentre i mercati della classe media si sviluppano e maturano in tutto il mondo, il mercato dell'ospitalità di lusso si sta espandendo per soddisfare le loro esigenze. Un recente rapporto di Transparency Market Research9 ha rilevato che il mercato globale degli hotel di lusso continuerà a espandersi del 4% dal 2015-2021. L'aumento della ricchezza e le raffinate aspirazioni di viaggio di queste nuove classi medie costringerà le compagnie aeree ad investire in viaggi di lungo raggio verso nuove destinazioni, incoraggiando così i loro pari a seguire l'esempio ed esplorare altri angoli del globo. Viaggiatori di recente prosperità stanno emergendo da diverse regioni del mondo, compresa l'Africa.10

A livello pratico, il passato coloniale del continente africano potrebbe aver effettivamente preparato questi paesi per offrire esperienze di viaggio premium. Si tratta semplicemente di mantenere lo standard elevato già esistente. Qualsiasi gestore di un hotel a cinque stelle, indipendentemente da dove si trova e indipendentemente da chi lo possiede, dirà che l'obiettivo principale è dare alle persone una sorta di fantasia di vacanza. I camerieri, i concierge e persino i baristi svolgono tutti un ruolo nei sogni di viaggio degli ospiti. Essere in grado di "fare la loro parte", proprio come farebbero gli attori, è parte di ciò che dà valore al viaggio di lusso

La natura e l'ambiente possono beneficiare dei suddetti viaggi, anzi dovrebbero sempre di più. I critici affermano che viaggiare nei paesi in via di

8https://africantravelinc.com/ 9

Trasparency Market Research:leader nel settore dell'analisi, della ricerca e dei servizi di consulenza per le aziende di Fortune 500, decine di startup ad alto potenziale e istituzioni finanziarie.

10 Affiliate Members Regional Reports, Volume four – Tourism in Africa: A Tool for

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sviluppo non significa acquisire una comprensione di un luogo o anche di visite turistiche, ma di trovare una sensazione di avventura viaggiando attraverso un luogo sottosviluppato e povero. È difficile generalizzare le motivazioni delle persone, ma finché i soldi che spendono sono a vantaggio dell’economia locale, non si può obiettare questa scelta. E’ vero che ormai organizzando un viaggio di lusso si può godere si del lusso, ma essere allo stesso tempo caritatevoli: alcun aziende stanno effettivamente utilizzando la beneficenza come tema per i loro pacchetti di viaggio di lusso. In posti come l'Africa, gli ospiti sono viziati in hotel di lusso o tende da safari sontuosi ma tuttavia, i loro itinerari comprendono anche soste in orfanotrofi o anche poche ore di aiuto in un progetto di conservazione. I viaggi di lusso rimarranno un'importante fonte di reddito per i paesi in via di sviluppo. Spetta in parte ai singoli viaggiatori che intraprendono questo tipo di viaggi saper decidere qual è la loro motivazione e se vogliono essere coinvolti ulteriormente nel paese, ma spetta soprattutto agli operatori turistici come agenzie di viaggio e tour operator organizzare viaggi etici e rispettosi. Nel capitolo terzo sarà presente un riferimento ad agenzie di viaggio che lavorano in armonia con l’ambiente e la popolazione.

Secondo il portale “Statista” 11

la destinazioni di lusso con la più grande crescita di viaggi in tutto il mondo a partire da agosto 2016 è proprio il Kenya.

11

Fonte: Statista è un portale webtedesco per la statistica, che rende disponibili dati raccolti da istituzioni che si occupano di ricerca di mercato e di opinioni, così come statistiche riguardanti l'ambito economico e statale. L'azienda afferma che sulla sua piattaforma sono presenti statistiche riguardanti più di 80.000 temi e provenienti da più di 18.000 fonti. www.statista.com

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Fig.5 destinazioni di lusso mondiali in crescita da Agosto 2016

Fonte: Portale web “Statista”

Questa statistica mostra le destinazioni di viaggio di lusso con la maggiore crescita dei viaggi in tutto il mondo a partire da agosto 2016. I viaggi di lusso in Kenya sono cresciuti del 59% nel 2016 rispetto all'anno precedente.

1.3 Focus: Kenya e Zanzibar.

Dopo aver dato il quadro generale del continente africano, in questa parte del capitolo, si mettono a confronto due regioni importanti dell’Africa su cui punterò i riflettori. Mi focalizzerò sul Kenya e sull’isola di Zanzibar che politicamente appartiene alla Tanzania. Sono due regioni in cui il turismo è molto sviluppato, entrambi i paesi stanno subendo trasformazioni e si trovano a dover fare i conti con flussi turistici non indifferenti. Analizzerò la loro

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situazione economica e turistica attuale e studierò gli impatti del turismo su queste regioni per capire se è stato maggiormente un fenomeno di crescita e sviluppo oppure un fenomeno deleterio e svantaggioso per l’economia, soprattutto per la popolazione locale.

1.4 Il Kenya uno sguardo d’insieme.

Il Kenya è un Paese dell'Africa centro-orientale, situato fra Etiopia e Tanzania e bagnato a sud-est dall'Oceano Indiano; il territorio di questo Stato africano fra i più ambiti come meta turistica è dato in prevalenza da altopiani sui 2.000 metri d'altezza, che si innalzano a nord della capitale Nairobi fino a ben oltre 5.000 metri; ad est verso le coste e la Somalia invece si estende una zona pianeggiante.

Fig. 6 carta geografica del Kenya

Fonte:https://www.tinkywinky.it/index.php?name=Destinations&op=destinations_details&cou nty_id=116

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L'area orientale e la fascia costiera sono pianeggianti, mentre procedendo verso ovest il territorio si innalza progressivamente, con la parte centro-occidentale del Paese occupata da una serie di altopiani e dalla Rift Valley, che attraversa da nord a sud il Paese ed è contornata da diverse catene montuose e montagne che raggiungono la massima elevazione nel Monte Kenya, seconda cima più alta dell'Africa dopo il Kilimangiaro.

La fascia costiera sull'Oceano Indiano si sviluppa per 536 chilometri e risulta generalmente piatta, risulta anche la presenza di diverse isole, tutte a poca distanza dalla costa, Pate quella maggiore; numerose anche le isole lacustri, specialmente nel Lago Vittoria, dove si trova la seconda isola

kenyana più estesa, Mfangano .

Il Kenya non è particolarmente ricco d'acque, i due fiumi principali sono il Tana, e l'Athi-Galana, entrambi nascono negli altopiani centrali e sfociano

nell'Oceano Indiano.

Il clima è influenzato dai venti alisei e monsoni, e presenta due stagioni umide: una maggiormente piovosa fra Marzo e Maggio, ed un'altra con precipitazioni minori rispetto alla prima fra Ottobre e Dicembre12. Il periodo migliore per visitare il Kenya è quello della stagione secca cioè da Gennaio a Marzo, mentre quello meno indicato è da Settembre a Novembre perché siamo in piena stagione delle piogge.

1.4.1 Popolazione

l Kenya è suddiviso amministrativamente in 47 contee ed ha un tasso di urbanizzazione del 26%; due i centri abitati che superano il milione di abitanti, la capitale Nairobi e Mombasa, città costiera sull'Oceano Indiano, seguono Nakuru Kisumu Eldoret e Ruiru , tutte ubicate nell'area più fertile del

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Paese, fra la capitale ed il Lago Vittoria.

Il Paese è popolato da una cinquantina di gruppi etnici diversi, di origine bantu per i 2/3 circa e nilotica nel 30% dei casi, con piccole minoranze europee, asiatiche ed araba a completare il quadro; Kikuyu, Luhya, Luo, Kalenjin e Kamba i cinque gruppi più numerosi. L'83% degli abitanti è cristiano, in maggioranza di fede protestante o cattolica, mentre l'11% professa la religione islamica.

1.4.2 Condizioni economiche

Ad ostacolare la formazione di un’economia equilibrata e solida hanno contribuito fattori quali la carenza di materie prime e di fonti energetiche, la dipendenza dal settore primario e i rischi climatici. Altri fattori di ritardo sono ravvisabili nell’incertezza della politica di riforme nei contrasti politici all’interno del governo, nella povertà diffusa e nelle ricorrenti emergenze alimentari.

Per quanto riguarda la situazione politica attuale, è necessario specificare che il Kenya è una Repubblica Presidenziale, si sono svolte le elezioni generali nell’ agosto 2017 per rinnovare i due rami del parlamento ed eleggere il presidente che resterà in carica per i prossimi 3 anni. Il partito vincitore è stato accusato dall’opposizione di aver acquistato dei voti e il caso è stato sottoposto alla Corte Suprema che ha deciso per l’annullamento delle elezioni. Ci sono stati scontri molto violenti finchè i kenioti non sono tornati alle urne nell’Ottobre 2017 quando il presidente Uhruru Kenyatta riesce a vincere ancora una volta col 98% delle preferenze e annuncia di voler sposare la via del dialogo con i propri oppositori. Dalle elezioni annullate di agosto, secondo l'opposizione, sarebbero morte più di cento persone a causa degli scontri politici13

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L’economia keniota poggia essenzialmente sul settore primario, ma negli ultimi tempi un apporto importante al PIL proviene dall’industria e soprattutto del terziario. L’agricoltura di piantagione, praticata con tecniche avanzate da grandi proprietari stranieri e da multinazionali, fornisce una gamma vasta di prodotti: soprattutto il caffè. Rilevante è la produzione di frutta tropicale e di piretro. Le colture di sussistenza più notevoli sono mais, manioca, grano e, nelle zone più aride, sorgo e miglio. Anche nell’allevamento, specie bovino (11,5 milioni di capi), si deve distinguere quello tradizionale indigeno, più numeroso ma in gran parte nomade e di scarso valore economico. Sul territorio non sono presenti importanti giacimenti minerari. Nel campo delle attività manifatturiere, le produzioni più importanti sono quelle alimentari, chimiche, petrolifere, petrolchimiche.

Piuttosto carente, con ovvie conseguenze per l’economia locale, è il sistema delle comunicazioni. Gli aeroporti principali sono quelli di Nairobi-Kenyatta, Mombasa-Moi, Malindi e Kisumu.

Il contributo del turismo (1,2 milioni di ingressi registrati nel 2005) alla bilancia commerciale dei pagamenti è diventato particolarmente consistente a partire dalla metà dell’ultimo decennio del Novecento e può contare su infrastrutture di buon livello e su uno straordinario patrimonio naturale: un vasto sistema di aree protette, che comprende una trentina di parchi nazionali, costituisce la principale attrattiva turistica.14

Il settore turistico è infatti in grande espansione e sta diventato sempre più importante in Kenya. Esso ormai pesa più delle esportazioni di Caffè e Tè. Il Kenya ogni anno riceve milioni di turisti. Attualmente le strutture ricettive, Hotels, Resorts, Safari Village e Villaggi Turistici hanno raggiunto una capacità ricettiva pari a nove Milioni di posti letto annui.

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1.4.3 Il turismo come engine of growth in Kenya

Citando la tesi “Turismo come engine of growth: il caso del Kenya” di Francesca Garzella 2015, Università degli studi di Pisa pp 81- 92/98

« Già in epoca coloniale era chiaro che i paesi sottomessi alla volontà economica dell’ occidente, avrebbero avuto numerose difficoltà a stare in piedi da soli sulla scena mondiale, ed era altrettanto chiara la loro necessità di iniziare relazioni economiche, politiche e militari con le potenze dell’ epoca. Per quanto riguarda il Kenya, malgrado il cambiamento costituzionale ed economico, le spaccature di partito, gli omicidi, la repressione, i tentativi di colpi di stato, i numerosi scontri etnici a sfondo politico e la disobbedienza civile di massa, il sistema politico ed economico ha resistito. Con più fortuna e una migliore governance, il Kenya avrebbe potuto intraprendere un percorso di crescita più stabile di quello mostrato storicamente. L’economia del paese, dopo il raggiungimento dell’indipendenza del 1963, è rimasta fortemente basata su quello che era modello coloniale: un settore agricolo orientato all’esportazione, costituito da piccoli proprietari e un settore industriale la cui crescita è sempre stata molto modesta.

Nonostante l‟urbanizzazione di massa, l‟educazione, il cambiamento sociale e la comunicazione globale, il sistema politico è stato costruito intorno alle stesse istituzioni antecedenti l‟indipendenza: il comando e il sistema di controllo è rimasto lo stesso, cosi come è rimasto presente il divario tra ricchi e poveri. Le stesse famiglie sembrano governare il paese e l’autorità presidenziale, l’intervento straniero e la corruzione sembrano continuare, decennio dopo decennio. Il coinvolgimento occidentale, infatti, ha avuto un grande ruolo: i grandi investimenti provenienti dall’estero e il numero di cittadini stranieri che si sono stabilizzati a vivere in Kenya dopo l‟indipendenza, hanno agito come forza di consolidamento. Nei primi anni 70 il paese ha acquisito fiducia in se stesso e nel decennio successivo l‟intervento straniero è stato meno evidente, ma migliaia di operatori umanitari, insegnanti e altri professionisti hanno continuato a lavorare in Kenya. Gli aiuti esteri hanno sostenuto l‟economia del paese, sin

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dall’indipendenza, fornendo un sostegno alla leadership e anche una rete di sicurezza che ha rappresentato una garanzia di orientamento filo-occidentale. In seguito al raggiungimento dell’indipendenza, il Kenya era meta di individui ricchi e potenti che visitavano il paese per la caccia e l‟osservazione della fauna selvatica, ma i numeri erano piccoli: solo 65.000 turisti hanno visitato la regione nel 1963. Questo perché lo sviluppo del turismo internazionale non era inizialmente la priorità più importante del governo, ma nel lungo termine si è rivelato un grande successo. Con le tensioni politiche interne risolte e il credito statale facilmente disponibile, il 1967 è stato l‟anno in cui il turismo di massa è decollato:

Fig. 7 Arrivi internazionali in Kenya dal 1962 al 1972

Di conseguenza anche le entrate di valuta straniera triplicarono tra il 1963 e il 1972 e il turismo divenne ben presto la seconda fonte di approvvigionamento di moneta estera, dopo il caffè. La “caccia grossa” agli

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animali selvatici continuava, in quanto rappresentava il motivo principale che spingeva i ricchi turisti europei a recarsi in Kenya a trascorrere il proprio tempo libero. Grazie alle “facili” licenze i cacciatori europei potevano sparare ad animali come elefanti, rinoceronti, leoni, leopardi e bufali.

Questo è un esempio della diffusa corruzione delle autorità preposte alla gestione della fauna keniota. A questo proposito il tema merita una digressione. Il presidente di Transparency International15, José Ugaz, in occasione della pubblicazione, del rapporto annuale 2016 sul livello della corruzione pubblica percepita nel mondo, mette in evidenza, sulla base dell'opinione degli esperti di tutto il mondo, come questo fenomeno sia ormai più che consolidato. Il Kenya si trova infatti ancora alla posizione numero 145 su 176 paesi analizzati.

Sul finire degli anni ‟60 la bilancia commerciale e il suo deficit è rimasto gestibile, ma il divario tra importazioni ed esportazioni è cresciuto. il trasporto aereo di massa e lo sviluppo di un pacchetto vacanze coincidono con il clima favorevole agli investimenti del Kenya, e il numero di visitatori aumentò del 75%, tra il 1969 e il 1976.

Fig. 8 visitatori internazionali in Kenya tra il 1969 e 1979

15 Transparency International è la più grande organizzazione a livello globale che si occupa

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Tuttavia, le cifre del turismo si appiattirono durante la recessione mondiale che si accompagnò alla crisi del petrolio di primi anni 70: la visita ai parchi rappresenta un indicatore chiave della spesa turistica in Kenya e questo fenomeno diminuì molto tra il 1975 e il 1976. In virtù dello sviluppo del turismo balneare, diverse compagnie straniere hanno stabilito grandi alberghi sulle coste, in alleanza con le élite del Kenya cioè la classe superiore composta da ingegneri, avvocati, commercialisti, medici, politici, dirigenti aziendali, capitalisti, amministratori delegati, celebrità, intrattenitori, imprenditori ed eredi che hanno redditi che ammontano a diverse migliaia di dollari. Questo gruppo ha una storia di organizzazioni e attività di influenze politiche che lo distingue dalle altre classi all'interno della comunità nera e dalla classe superiore bianca, viene infatti definito “black upper class”. Mentre il turismo balneare cresceva, c’era una minore attenzione per la vita selvaggia: il Kenya doveva necessariamente proteggere la fauna, dal bracconaggio e dai viaggiatori improvvisati. Altre sfide al turismo di massa riguardavano la proprietà straniera di molti alberghi e il fatto che i vantaggi ricadessero nelle mani dei ceti più abbienti; bisogna considerare, inoltre, gli effetti sociali distruttivi dei turisti stranieri ricchi, il costo opportunità dei fondi

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e della manodopera investiti nel business turistico piuttosto che altrove. Tuttavia il turismo rimaneva una componente essenziale della strategia economica. Nei primi anni 80 il paese si era trovato in una situazione di insicurezza a causa della nuova situazione economica che era il risultato della crisi del debito. La situazione generale ha reso più rischiosi i prestiti esteri, di conseguenza si è registrato un calo degli investimenti privati nazionali, al quale si è accompagnata una riduzione degli investimenti proveniente dalle potenze occidentali, colpiti da un crollo di prezzi che limitavano la redditività, tra il 1981 e il 1983 c’è stata una flessione come risultato del tentativo del colpo di stato e della carenza di valuta estera, per poi vedere il numero di turisti e di visitatori dei parchi aumentare verso a fine degli anni 80, nel momento in cui il Kenya ha vissuto il suo secondo boom.

Fig. 9 Arrivi internazionali in Kenya tra il 1979 e il 1991

Un orientamento filo-occidentale del governo, la disponibilità di beni di consumo, un tasso di cambio realistico e prezzi competitivi, hanno contribuito alla crescita del turismo di massa. I ricavi del turismo sono aumentati a tal punto che gli utili hanno superato quelli di tè e caffè. Anche se l‟economia del Kenya era in difficoltà, aveva vissuto un mini boom tra il 1985 e il 1987: gli investimenti diretti esteri hanno raggiunto, in termini numerici, il più alto livello del decennio.

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In particolare il picco di visitatori si è registrato nel 1996 con 924.000 persone, ma l‟industria turistica non era del tutto sana, a causa del cambiamento del mercato mondiale, per cui le entrate derivanti dal turismo si abbassarono dal 1994. In particolare, le motivazioni di questo decremento, sono da ricercare nella minore sicurezza, nel degrado ambientale e nel cattivo stato delle strade.

Il turismo del Kenya dipendeva ancora molto dalla sua fauna, tant’è che le riforme dei primi anni 90 hanno raggiunto spettacolari successi nella riduzione del fenomeno del bracconaggio: in una delle sue poche posizioni politiche coerenti, il governo si oppose a qualsiasi allentamento del divieto internazionale sulle vendite di avorio e ha rifiutato tutti gli incentivi stranieri diretti ad ammorbidirne la posizione.

Nonostante prudenti politiche macroeconomiche, l‟economia del Kenya era la più lenta in termine di crescita dell‟Africa Orientale: dal punto di vista procapite i kenioti si stavano sempre più impoverendo, man a mano che la popolazione cresceva. Quindi il Kenya, cosi come molti altri paesi africani, a dispetto delle previsioni delle istituzioni finanziarie internazionali, non ha avuto una crescita rapida.

L‟immagine del paese è migliorata nel 2004, quando il numero di visitatori e gli arrivi crebbero e c’erano notevoli investimenti nella commercializzazione del turismo. I guadagni crebbero velocemente, fino al punto in cui il turismo divenne la più importante fonte di valuta straniera del paese e il numero di visitatori ha raggiunto il suo massimo storico. »16

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1.4.4 Analisi dell’ impatto economico di viaggi e turismo in Kenya nell’anno 2017

Il contributo diretto del turismo al PIL nel 2016 è stato di 257,4 miliardi di KES (scellini keniani) e cioè il 3,7% del PIL. Ciò riflette principalmente l'attività economica generata da industrie come alberghi, agenzie di viaggio, compagnie aeree e altri mezzi di trasporto passeggeri

Fig. 10 il contributo diretto del turismo al PIL del Kenya anno 2016

Fonte: World Travel and Tourism Council – Ecomonic Impact 2017 Kenya

Le esportazioni di visitatori sono una componente chiave del contributo diretto del turismo. Nel 2016, il Kenya ha generato 173,1 miliardi di KES rappresentati da esportazioni di visitatori.17

17 World travel and tourism council – travel e tourism economic impact Kenya 2017

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Fig. 11 visitatori internazionali in Kenya dal 2007 al 2017

Fonte: World travel and tourism council – travel e tourism economic impact Kenya 2017

Il contributo totale di viaggi e turismo al PIL è stato nel 2017 del 9,8% sul totale.

Si prevede un aumento del 5,6% annuo entro il 2027 per arrivare ad un 9,5% del PIL totale che nel 2017 è stato di 163,4 miliardi di dollari.

Fig.12 contributo totale del turismo al PIL 2016

Fonte: WTTO – Travel e Tourism Economic Impact 2017 Kenya.

Qui riportati i pernottamenti in Kenya dall’anno 2009 all’anno 2013 da parte di turisti alloggiati in hotel e strutture simili, per paese di residenza.

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2009 2010 2011 2012 2013

TOTALE 4.062.400 4.260.100 4.535.400 4.027.000 3.840.100

AFRICA 485.700 451.700 479.400 475.600 499.900

TUTTI I PAESI DELL' AFRICA DELL'EST 174.100 129.400 144.700 151.000 174.700 TUTTI I PAESI DELL' AFRICA DEL NORD 25.400 28.300 30.900 23.900 29.000 TUTTI I PAESI DELL'AFRICA DEL SUD 87.800 88.100 88.400 88.200 91.000 TUTTI I PAESI DELL'AFRICA DELL'OVEST 45.400 55.100 63.100 55.900 63.300 ALTRI PAESI DELL'AFRICA 153.000 150.800 152.300 156.600 141.800

NORD AMERICA 292.300 314.000 348.500 347.500 356.400

Canada 58.500 59.800 64.700 55.900 61.800

Stati Uniti d'America 233.800 254.200 283.800 291.500 294.600 ALTRI PAESI D'AMERICA 33.400 33.100 38.400 40.100 36.800

NORD - EST ASIA 71.000 91.500 132.600 155.900 154.000

Cina 33.200 50.700 89.600 114.000 105.900

Giappone 37.800 40.800 43.000 41.900 48.100

Australia, Nuova Zelanda 54.900 60.200 63.000 56.900 62.300 EUROPA 2.798.100 2.933.400 2.870.700 2.547.200 2.320.700 NORD EUROPA 1.007.000 1.048.800 879.100 676.100 641.800 SUD EUROPA 383.200 651.000 495.300 415.500 432.800 OVEST EUROPA 1.044.900 869.000 1.012.300 1.007.100 961.900 Francia 231.800 222.700 239.500 160.000 113.900 Germania 685.600 536.200 677.000 748.900 751.100 Svizzera 127.500 83.100 95.800 98.200 96.900

ALTRI PAESI EUROPEI 363.000 364.600 484.000 448.500 482.200

India 83.300 91.100 110.100 110.300 101.100

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Fig. 13 PIL Kenya dal 1999 al 2017

Fonte: Index Mundi, portale che ospita statistiche dettagliate del paese, grafici e mappe compilati da più fonti. https://www.indexmundi.com/

1.5 Isola di Zanzibar: uno sguardo d’insieme

Citando l’Enciclopedia Treccani: « Zanzibar Isola dell’Oceano Indiano, presso la costa dell’Africa centro-orientale, da cui la separa il canale omonimo , politicamente compresa nella Tanzania. Di natura granitica, è percorsa da lievi ondulazioni collinari. La popolazione è costituita in prevalenza da Bantu e Swahili, con significative minoranze indiana e araba. Il clima monsonico ha favorito una svariata gamma di colture, che si sono da tempo imposte sulla vegetazione naturale. Tuttavia, le vecchie piantagioni di spezie di ogni tipo sono ormai in crisi, sia perché i metodi di conduzione e le tecniche agronomiche non si sono modernizzate, sia perché i suoli mostrano segni di esaurimento. Anche le piantagioni di chiodi di garofano, che costituivano la specialità dell’isola, sono in difficoltà. Insieme all’agricoltura, la pesca rappresenta un’altra importante fonte di reddito. L’economia tradizionale è stata affiancata negli ultimi decenni dal turismo, in continua espansione. Zanzibar è ormai diventata un vivace centro commerciale e culturale.

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Suddivisa amministrativamente in tre regioni (meridionale, occidentale, settentrionale), l’isola è dotata di ampia autonomia nell’ambito della Tanzania.

Nei sec. IX – X si stabilirono a Zanzibar elementi arabi musulmani, provenienti dall’Egitto, dall’Arabia e dalle coste meridionali della Persia. Zanzibar nel XVI secolo è stata nelle mani degli Arabi e dell’Oman, in seguito dei portoghesi e infine dell’Oman ancora, fino a diventare una protetta della Gran Bretagna. E’ arrivata ad ottenere la repubblica negli anni 60 del Novecento, tra svariate lotte e guerre civili. Nel 1964 venne costituita la Tanzania e Zanzibar più avanti divenne territorio tanzaniano. Ancora oggi la Costituzione federale della Tanzania riconosce ampia autonomia alla Repubblica di Zanzibar, che è dotata di proprio Presidente, Parlamento, Costituzione, sistema giudiziario e bandiera. Inoltre, il presidente di Zanzibar è anche vice presidente della Tanzania e gli unici limiti imposti dall’'Unione sono che la Costituzione di Zanzibar deve essere subordinata a quella dell'’Unione, che l'’isola può avere solo consolati e non ambasciate, e che i ministri degli Esteri, dell'’Economia e della Difesa devono essere in comune

con l'’Unione.

L'’organo governativo responsabile per la promozione del turismo è lo Zanzibar Commission for Tuorism» 18

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Fig.14 cartina geografica di Zanzibar

Fonte:http://www.fabiovstamps.com/forum113.html

Zanzibar è chiamata “l’isola delle spezie” e il nome calza a pennello. Oltre alle piantagioni di banane, ananas, alberi di mango, papaya e ortaggi locali, le spezie la fanno da padrona. Assolutamente caratteristici gli enormi “giardini” dove vengono coltivate insieme alle erbe aromatiche. Con una logica difficile da comprendere si mischiano alberi di cannella, piante di cocco, caffè, lemon grass, l’albero del pane, l’hennè, manioca, pepe, vaniglia, caffè, peperoncino, curcuma, noce moscata, chiodi di garofano (Zanzibar è la massima esportatrice mondiale), zafferano e zenzero. Tra l’altro qualcuno dice che sia stata quest’ultima spezia a dare il nome all’isola. 19

1.5.1 Il turismo come engine of growth: il caso di Zanzibar

Il turismo di Zanzibar ha iniziato ad emergere alla fine degli anni '80 e da allora ha registrato una crescita impressionante, dato che il governo della Tanzania e di Zanzibar ha aperto il paese agli investimenti sia interni che

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esteri. Nel 2003 il Tourism Master Plan20 per Zanzibar ha affermato che l’ isola si concentrerebbe sullo sviluppo della qualità culturale e ambientale, sulla protezione della ricchezza culturale e sul miglioramento delle infrastrutture per soddisfare le aspettative dei turisti e mantenere un profilo ecologico. Successivamente, il New Zanzibar Tourist Act del 2009 ha aggiunto che l'obiettivo della Commissione per il turismo che era la promozione dell'industria del turismo sostenibile e lo sviluppo dell'ecoturismo. Le principali attrazioni turistiche dell’isola sono le bianche spiagge sabbiose e le barriere coralline che circondano la costa orientale, ideali per lo snorkeling e le immersioni subacquee. Tra i luoghi che attraggono i turisti ci sono la storica Stone Town, il mercato degli schiavi, il Museo Nazionale, il Sultan Palace, i bagni persiani, l'isola della prigione, la foresta di Jozani, il vecchio forte, il palazzo Mtoni e il palazzo Dungan. I prodotti, le attività e le attrazioni che Zanzibar ha da offrire sono molto diversi e si rivolgono a vari tipi di turismo: balneare, naturalistico / ecoturismo, culturale, storico e archeologico, sportivo, viaggi di nozze, incentive, cucina (spezie) e medicina21

Con la decisione del governo di Zanzibar di aprire l'economia agli investitori stranieri, sono stati costruiti un gran numero di hotel e resort. Gli ultimi dati sul numero e sulla classe del turisti. La figura 14 presenta il numero di arrivi turistici a Zanzibar. Come si può osservare, negli ultimi venticinque anni è stato registrato un aumento di quasi 9 volte del turismo: da 20.000 turisti nel 1985 a quasi 180.000 nel 2011.

20 Un Piano Generale del Turismo è la roadmap per il successo della destinazione. È un primo passo

cruciale che affronterà tre domande importanti: "Dove siamo?" "Dove vogliamo andare?" "Come ci arriviamo?"

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Fig. 15 arrivi turistici a Zanzibar dal 1958 al 2011

Fonte: RIAT: Revista Interamericana de Ambiente y Turismo Rotarou. Environmental Impacts of Tourism on Zanzibar

Come si può notare nella Figura 14, nonostante il costante trend di crescita degli arrivi turistici, Zanzibar ha anche subito una serie di shock per la sua industria turistica, con picchi evidenti nel 1994, 2000, 2003 e 2008. Questi tuffi riflettono il precedente effetti delle violente elezioni del 1995 e del 2000, che non solo hanno rallentato il turismo, ma hanno anche danneggiato l'economia. I post-2000 riflettono l'insicurezza globale provocata dagli attacchi dell'11 settembre 2001, così come gli avvisi di viaggio emessi contro Zanzibar dal novembre 2002 al febbraio 2003, che hanno portato a una riduzione del 40% dei flussi turistici annuali. La crisi finanziaria globale ha colpito anche il turismo a Zanzibar: nel 2008 si è registrato un calo del 10,4% negli arrivi turistici rispetto al 2007, che ha colpito l'economia locale. Questo declino, tuttavia, non si è protratto nel 2009 e da allora gli arrivi turistici sono aumentati.

I turisti italiani costituiscono più di un quarto del numero totale di turisti che arrivano sull’ isola. Questo è stato il caso negli ultimi anni, principalmente a

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causa della nascita di hotel italiani e voli diretti e charter dall'Italia. I visitatori del Regno Unito hanno generalmente scelto Zanzibar come destinazione turistica, principalmente a causa del legame storico dei paesi. Allo stesso tempo, l'aumento dei turisti dal Sud Africa è in gran parte spiegato dal lancio di "One Time Air", che vola direttamente dal Sud Africa verso l'isola tre volte alla settimana22. Complessivamente, la stragrande maggioranza dei turisti è europea (oltre il 70%), seguita dagli africani - la cui percentuale di arrivi è aumentata dal 2% nel 1985 al 13% nel 2009 - e poi da nordamericani e asiatici, ciascuno con il 5% circa arrivi totali 23

1.5.2 Quadro turistico attuale sull’isola di Zanzibar

Secondo il Tourism Market Review 2017 in collaborazione con Hotelworks24, il governo punta a raddoppiare l'arrivo di turisti stranieri per il 2020. L’isola è caratterizzata da un patrimonio culturale unico, molte spiagge, la famosa Stone Town un gioiello storico. Nel 2000 Stone Town25 è stata dichiarata patrimonio dell’UNESCO, questo ha aumentato l’attenzione internazionale verso il settore turistico. Il turismo a Zanzibar continua a fornire un importante contributo al PIL nazionale con le indicazioni che questo contributo continuerà ad aumentare man mano che l'industria continuerà a crescere. Lo scorso anno questa destinazione ha registrato un totale di 376.242 di arrivi stranieri, con una crescita del 28%. Osservando la tendenza storica degli arrivi oltreoceano, l'isola ha ottenuto una crescita in 5 anni del 17%. questo è in gran parte attribuito all'aumento del ponte aereo dai voli internazionali diretti.

22

Ministero delle risorse naturali e del turismo, 2010. 23

RESEARCH Environmental Impacts of Tourism on Zanzibar RIAT: Revista

Interamericana de Ambiente y Turismo Rotarou. Vol. 9, N° 1, p. 2-17. - University of Chile - Elena S. Rotarou

24https://issuu.com/thephuketinsider/docs/zanzibar-tourism-market-2017-08 25

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In più tale destinazione ha una tendenza fortemente stagionalizzata, l’alta stagione inizia Luglio fino a Febbraio. Durante questo periodo nel 2016 Zanzibar ha vantato più di 30.000 presenze al mese.

Fig. 16 arrivi internazionali a Zanzibar dal 2012 al 2016

Fonte: Zanzibar Commission for tourism and Hotelwork market research 2017 – Tourism market review.

Attualmente ci sono 454 strutture ricettive registrate a Zanzibar col 79% appartenenti a grandi strutture e di media grandezza. Tuttavia è in corso lo sviluppo di grandi hotel di lusso. La destinazione si aspetta di ampliare la sua domanda turistica ad un target con alta possibilità di spesa.

Fig. 17 Contriuto del turismo al PIL anno 2016

Fonte: https://travel.jumia.com/en-gb/hospitality-report-tanzania

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Questa figura fa riferimento al PIL della Tanzania ma l’indotto turistico di Zanzibar rappresenta il 30% nell’anno 2016.

Trends:

 Nella top 5 arrivi stranieri del 2016 troviamo Italia, Germania, Regno Unito, USA e Sud Africa con una combinazione totale del 45% del traffico aereo.

 La permanenza media è di 7 notti di cui 1 o 2 a Stone Town e il resto fronte mare.

 La gran parte dei turisti che visita Zanzibar fa anche Safari, tour in Tanzania o Kenya

Nel 2016 ci sono stati 376.242 visitatori internazionali sull’isola, di cui l’81% arrivava via Aeroporto, il restante 19% via mare.

Fig.18 arrivi internazionali e interni a Zanzibar anno 2016

Fonte: Commission for tourism and Hotelwork market research

Il turismo - più che altro il turismo internazionale - offre l'opportunità di buone relazioni tra i paesi. Le principali interazioni governative portano a opportunità di business e partnership di sviluppo che sono vantaggiose per

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entrambi i paesi coinvolti, in particolare i paesi del terzo mondo economicamente meno capaci. 26

Mantenere buoni legami internazionali favorisce una parentela che consente al Kenya e a Zanzibar di svilupparsi in modi che altrimenti sarebbero stati difficili da raggiungere. Lo scambio culturale tra cittadini e turisti kenioti o africani aiuta anche a dipingere un'immagine positiva del paese oltreoceano, combattendo la stereotipata immagine africana affamata del bambino comunemente associata al nostro continente, oltre ad ampliare gli orizzonti del Kenya introducendoli a culture diverse dalla nostra.

Ripercorrendo la storia anche turistica dell’Africa e facendo un focus su due paesi turisticamente attivi ci si rende conto del fatto che esistono molte potenzialità intrinseche a questi territori cosi diversi dal nostro, che spesso non vengono valorizzate come meriterebbero. Sicuramente il turismo è stato ed è ancora importante per l’economia del Kenya e di Zanzibar, nonostante l’accettazione e lo sviluppo di questo siano stati rallentati dal contesto economico e politico. Il turismo porta tanti benefici ma allo stesso tempo se manca un’attenta pianificazione si rischia di indebolire paesi già provati che non riuscirebbero a reagire tempestivamente ai danni che esso procurerebbe.

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Capitolo secondo

2. Principali problemi derivanti dal turismo

In questo capitolo affronto le principali problematiche derivanti dallo sviluppo turistico che sono state riscontrate negli ultimi anni a Zanzibar ed in Kenya. Oltre ai danni ambientali ci sono innumerevoli problematiche che coinvolgono la popolazione locale e che sono evidenziati in modo particolare, in quanto è su questi che ho voluto porre maggiore attenzione. Per due paesi in via di sviluppo, già provati dalla povertà e l’arretratezza, il turismo non dovrebbe diventare un modo per infierire sulla popolazione locale ma bensì un mezzo per migliorare le condizioni di vita.

2.2 Analisi degli impatti negativi del turismo a Zanzibar

Sebbene il turismo a Zanzibar si sia espanso rapidamente nell'ultimo decennio, questo non è stato accompagnato da una crescita economica a favore dei poveri. Nonostante il turismo abbia portato benefici - come entrate, opportunità di lavoro e sviluppo delle infrastrutture - ha anche causato impatti negativi, incluso il degrado ambientale e sociale dei conflitti tra investitori e comunità locali rispetto allo sfruttamento delle risorse.

Zanzibar condivide i tratti comuni con altre aree e isole costiere caratterizzate da povertà, sottosviluppo e degrado ambientale. Ha caratteristiche socioeconomiche che appartengono a due estremi: da un lato, poche aree che mostrano un certo grado di sviluppo economico a causa dell'urbanizzazione e dell'industrializzazione (cioè in questo caso, le capitali delle due isole principali), e dall'altro , aree fortemente sottosviluppate prive anche di infrastrutture di base. Secondo l'ultimo rapporto dell'International Labour Office27 Il 13% della popolazione di Zanzibar - stimata in 1.211.000 persone - vive al di sotto della soglia di povertà alimentare e il 49% consuma

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meno del livello dei bisogni di base. La mortalità infantile è 54 su 1000 nati e il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni è di 73 su 1.000 nati. Le condizioni di vita generali - tipo di costruzione di case, accesso all'acqua potabile, servizi igienico-sanitari ed elettricità - sono abbastanza buone, specialmente per gli abitanti delle città.

Oltre a MKUZA28, il governo di Zanzibar nei suoi piani e strategie per il turismo - come la Strategia del 2005 per mezzo milione di turisti a Zanzibar del 2005-2014 e il Nuovo Zanzibar Tourist Act del 2009 - afferma la sua intenzione di promuovere lo sviluppo sostenibile, sviluppare infrastrutture e ridurre la povertà attraverso l'uso del turismo come principale meccanismo di crescita economica29. Al fine di raggiungere questi obiettivi, il governo inizialmente ha introdotto progetti volti a preservare l’isola dallo sviluppo del turismo scoordinato e coinvolgere le comunità locali nel processo decisionale. Tuttavia, questi piani furono presto abbandonati mentre il paese precipitava in disordini politici e violenze dopo le elezioni nazionali del 1995. Da allora, l'industria del turismo è stata tormentata da accuse di corruzione diffusa di alti funzionari governativi e leader locali che spesso stringono accordi lucrosi con investitori stranieri, in particolare per quanto riguarda le acquisizione di terreni . L'Autorità per la promozione degli investimenti di Zanzibar30, ad esempio, approva principalmente progetti relativi a hotel a quattro e cinque stelle, con un investimento minimo di 2,5 milioni di dollari, che generalmente hanno un impatto poco positivo sull'economia e sulla comunità locali.31

27 OLI Agenzia tripartita dal 1919, l'OIL riunisce governi, datori di lavoro e lavoratori di 187 Stati

membri, per stabilire standard di lavoro, sviluppare politiche e ideare programmi che promuovano un lavoro dignitoso per tutte le donne e gli uomini.

28Acronimo Swahili che sta per: ZANZIBAR STRATEGY FOR GROWTH AND REDUCTION OF

POVERTY – atto emanato dal governo nel 2007

29 Zanzibar Association Of Tourism Investors 30

Zanzibar Investment Promotion Authority

31 Tourism in Zanzibar: Challenges for pro-poor growth Elena Rotarou Postdoctoral Fellow,

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2.3 Conseguenze negative per la popolazione locale

La maggior parte delle persone pensa che il turismo abbia un impatto sul settore economico, compreso l’aumento di posti di lavoro e la riscossione di imposte da parte degli investitori. Tuttavia, la gamma di impatti del turismo è ampia e spesso influenza aree oltre quelle comunemente associate al turismo. Tuttavia, il settore del turismo diventa anche la fonte di diversi impatti negativi. Secondo lo studioso Kreag32, l'impatto del turismo può essere risolto in sette categorie generali:

 economico;  ambientale;  sociale e culturale;  affollamento e congestione;  servizi;  tasse;  atteggiamento comunitario.

Secondo Kreag ogni categoria include impatti positivi e negativi. Non tutti gli impatti sono applicabili a tutte le comunità perché le condizioni o le risorse differiscono. Le parti interessate della comunità e del turismo devono bilanciare una serie di impatti che possono migliorare o influenzare negativamente le comunità e i loro residenti. Le istituzioni devono essere sensibili e creative, e devono evitare la tentazione di sorvolare su determinate difficoltà nello sviluppo del turismo. I leader del turismo devono anche bilanciare opportunità e controindicazioni di tutti i settori coinvolti, cercando di gestire al meglio gli ambiti che portano impatti positivi a vantaggio di una parte della comunità (geografica o sociale).

Al contrario, Kreag ha spiegato che la sensibilità della comunità al turismo significa evitare oneri non dovuti per l'industria che potrebbero ostacolare il

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suo successo. Le istituzioni locali non dovrebbero aspettarsi che il turismo risolva tutti i problemi della comunità. Esso è solo un elemento di una comunità, mentre lo sviluppo strategico creativo di servizi turistici e i servizi stessi possono migliorare la comunità o correggere le carenze locali, il turismo, come tutte le attività che portano business, deve assicurare che i suoi prodotti (attrazioni e servizi) attraggono clienti. Regole e restrizioni prepotenti e tasse onerose possono rendere le imprese turistiche meno attraenti o competitive. Gli investitori a volte utilizzano il turismo per aiutare la popolazione locale in modo diretto e indiretto per risolvere problemi come l’accesso all’acqua, energia e sponsorizzazione di diversi progetti educativi. Il rovescio della medaglia è che, il turismo risulta essere fonte di “alterazione culturale” per gli studenti, come sarà approfondito più avanti.

La maggior parte dei genitori, insegnanti, funzionari educativi e osservatori della cultura stanno assistendo a comportamenti fuori dall’ordinario che gli studenti sviluppano. Anche i prodotti di questi impatti sull'educazione influenzano direttamente la società. Il Tourism Act di Zanzibar sostiene che lo sviluppo educativo dovrebbe combattere il livello generale di povertà nell'economia della società in modo che essa sia in grado di vivere una vita eccellente

Come spiegato da Kreag gli impatti del turismo sulle le comunità non sono ampiamente compresi laddove il turismo sta crescendo in modo sensibile e dovrebbero essere invece di grande interesse e preoccupazione. Il turismo in Tanzania svolge un ruolo vitale nello sviluppo economico del paese come spiegato sopra. È una delle principali fonti di cambio estero.

Gli studiosi Reeder and Brown nel loro studio, Recreation, Tourism and Rural Well-Being33, spiegano ulteriormente che il turismo stimola l'economia locale attraverso diversi mezzi, come lo sviluppo di infrastrutture, come aeroporti e autostrade e sistemi idrici. Lo studioso Sinha nel suo studio "Turismo internazionale in nazioni in via di sviluppo: uno studio empirico "34 sostiene

33

Recreation, Tourism, and Rural Well-Being/ERR-7 Economic Research Service/USDA

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