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CAPITOLO 9

LE PROSPETTIVE FUTURE

9.1. I risultati dell’analisi

Giunti alla fine di questa analisi della popolazione della Città Metropolitana di Padova, cerchiamo di sintetizzare quanto è emerso in questo lavoro, soffermandoci in particolare sulle differenze che si sono riscontrate tra Padova e i Comuni limitrofi. Il “dualismo” esistente tra Padova e la Prima Cintura non è in realtà inaspettato: è infatti tipico delle grandi aree metropolitane possedere un centro sofferente di malessere demografico e una zona limitrofa a questa caratterizzata a maggiore benessere e vitalità.

9.1.1. Le differenze Padova – Prima Cintura

Innanzitutto abbiamo visto come il Comune di Padova, al pari di altre grandi città d’Italia, sia caratterizzata dal malessere demografico di cui abbiamo discusso nella prima parte della relazione: quindi una popolazione molto anziana con i più bassi livelli di fecondità dell’are metropolitana, un incremento naturale negativo compensato, solo negli ultimi anni, da un saldo migratorio positivo.

Tutto questo può avere delle ripercussioni significative sulla vita demografica e sociale, nonché economica, della popolazione della Città Metropolitana di Padova, con un conseguente problema di organizzazione dello stato sociale: un terzo della popolazione, delle attività produttive e dei servizi di Padova dipende infatti dalla componente potenzialmente in età produttiva1, caratterizzata però, quest’ultima, dall’avere anch’essa una struttura demografica anziana. Nonostante il lieve aumento dei livelli di fecondità, occorre comunque un ringiovanimento della popolazione, solo in parte garantito per il momento dalla presenza di giovani

1 L’indice di dipendenza ci indicava che su ogni 100 persone in età attiva dipendono circa 50 individui in età “improduttiva”, largamente composti da anziani.

stranieri (fra l’altro disposti a svolgere lavori che i pochi giovani italiani si rifiutano di fare), soprattutto per ridurre il carico sociale e sostenere in generale il mercato del lavoro. Uno dei motivi che portano alla “fuga” dei giovani dalla città sono i prezzi troppo elevati delle abitazioni, che nella zona circostante Padova si presentano più abbordabili.

Al contrario, il tenore di vita più basso e le buone opportunità lavorative che la Prima Cintura è in grado di offrire sono tra le cause che garantiscono alla zona periurbana un afflusso sostenuto di giovani (spesso sono, si presume, giovani coppie con l’intenzione di metter su famiglia): questo pone le basi del benessere demografico, accompagnato da quello economico, di cui godono più o meno tutti i Comuni della Prima Cintura. Qui, quindi, la popolazione, in costante aumento, è caratterizzata dall’avere una struttura giovane, dei livelli di fecondità più elevati rispetto a Padova, Provincia e Regione, un saldo naturale positivo, una nutrita schiera di giovani stranieri per lo più in età attiva.

Le considerazioni comuni a cui si perviene per questo aggregato non escludono tuttavia la possibilità di trovare Comuni dal comportamento demografico diverso dalla media generale: abbiamo infatti visto che, oltre a quelli che si pongono in una situazione complessiva di particolare benessere (come ad esempio Maserà di Padova), ce ne sono altri che invece assumono le stesse peculiarità, seppure meno gravi, di Padova (emblematico è a tal proposito il caso di Abano Terme).

In definitiva, nonostante le condizioni di malessere moderato di Padova, la Città Metropolitana nel complesso “sopravvive” demograficamente grazie alla vitalità della Prima Cintura e agli stranieri che giungono per trovare lavoro. Ma attenzione: nel lungo periodo il benessere della zona periurbana rischia di trasformarsi in malessere, per quanto moderato; analizzando la dinamica delle componenti di struttura e i movimenti, si è rilevato infatti che il trend assunto negli ultimi anni è molto simile a quello di Padova, tendente cioè a un progressivo invecchiamento della popolazione.

Nel prossimo capitolo si discuterà proprio del possibile ruolo che la Conferenza Metropolitana potrebbe svolgere anche nel campo socio-demografico:

tenteremo pertanto di avanzare possibili proposte di intervento demografico attuabili per migliorare la situazione di malessere di Padova, e di riflesso della Città Metropolitana.

9.1.2. Cause del benessere demografico della Prima Cintura

Tra le cause che garantiscono ai Comuni di Prima Cintura di Padova il benessere demografico, e che stiamo per presentare, alcune rivestono peso maggiore, altre invece incidono solo in minima parte, ma comunque contribuiscono anch’esse nel loro piccolo a rendere la situazione ancor più vantaggiosa dal punto di vista socio-demografico.

In primo luogo, la vitalità economica, lo stile di vita meno dispendioso e il basso prezzo delle case favoriscono, come già anticipato precedentemente, un forte afflusso di immigrati, stranieri e non, attirando con tutta probabilità giovani: questo porta la popolazione ad aumentare, rende la struttura demografica non anziana e la natalità più elevata rispetto alla media della Città Metropolitana.

Inoltre, la stessa mentalità dei piccoli Comuni è diversa da quella delle grandi città. Indubbiamente tra Padova e la sua cintura non c’è un forte divario culturale, data la stretta prossimità geografica che c’è tra esse, tuttavia è ragionevole pensare che le piccole comunità siano più tradizionaliste rispetto alla città, dove invece si è più individualisti e votati all’ottenimento del successo personale2: ecco quindi forse spiegate, almeno in parte, le maggiori propensioni a mettere su famiglia, con livelli più elevati di fecondità e di nuzialità.

9.2. La situazione attuale

La Città Metropolitana di Padova (più propriamente definita Conferenza Metropolitana) che si sta cercando di configurare in questi ultimi anni si fonda su un centro urbano di maggiori dimensioni, collegato a centri minori, e per ottenere la massima funzionalità ed efficienza nonché efficacia dovrebbe presentare certi

2 Secondo De Sandre e altri (1997) anche la zona in cui si vive influisce sui comportamenti sugli atteggiamenti e sulle aspettative: ad esempio le persone che risiedono nelle grandi città tendono ad avere orientamenti più modernisti rispetto a chi abita nelle zone rurali.