Bruno Cerrato
Il « miracolo economico » italiano è du-rato 10-15 anni ed è ormai un lontano ricordo. Quello giapponese invece con-tinua ancora, anche adesso, dopo la cri-si generale dell'intera economia mon-diale susseguente all'esplodere della que-stione petrolifera. Perché? Essenzial-mente per la perdurante volontà di tutto il corpo sociale nipponico ad impegnarsi attivamente per adeguare tempestiva-mente e con serietà la propria capacità operativa alla mutata realtà internazio-nale, alla nuova era caratterizzata da « energia e risorse limitate ».
Merito dunque di tutti i giapponesi, che non scopriamo però oggi grandissimi lavoratori (cosi fedeli alla propria ditta da cominciare e finire la giornata di la-voro con inni come « Per un nuovo Giappone uniam cervelli e braccia, fa-cendo l'impossibilie per aumentare la produzione, mandando le nostre merci a popoli del mondo, senza interruzione senza fine, come l'acqua che sprizza dalla fonte, cresci industria, cresci,
cre-sci, cresci »), ma merito anche della clas-se politica che in ogni circostanza ha saputo con buona determinazione e co-raggio prendere misure precise e pro-ficue.
Un esempio, il più recente, le « Compo-site Economie Measures » adottate dal Governo in settembre. Avvalendosi del-la documentazione fornita dall'Istituto
italo-giapponese per gli affari economici
attraverso il proprio Bollettino di infor-mazioni dello scorso ottobre, eccone una breve esposizione. Partendo dalla con-statazione che l'economia nazionale si mostra in una fase di espansione piutto-sto moderata, con quepiutto-sto pacchetto di interventi il primo ministro Takeo Fu-kuda ha assicurato che la crescita del prodotto lordo giapponese dovrebbe ar-rivare almeno al 6-7% in termini reali per l'esercizio finanziario in corso (il più alto fra quelli dei paesi industria-lizzati e addirittura il doppio e forse più di quello italiano), mentre l'aumen-to dei prezzi al consumo dovrebbe
es-sere contenuto entro il 7% (molto me-no della metà del me-nostro, sicuramente non lontano dal 16%).
INTERVENTI STATALI CALIBRATI
Per la promozione degli investimenti pubblici sono stati stanziati 2000 mi-liardi di yen (di cui circa la metà per lavori pubblici atti a consolidare il glioramento del livello di vita), 870 mi-liardi per la corporazione che cura i prestiti per l'edilizia, il complemento al totale per progetti di regolamentazione dei fiumi, costruzione di fognature e me-tropolitane.
Oltre ad intervenire per ridurre il costo del denaro per le aziende e diminuire i tassi di interesse per l'edilizia privata, al fine di stimolare la domanda si è de-ciso: a) di accelerare le misure che pro-muovano impianti per l'energia elettrica;
b) di promuovere la costruzione di sta-zioni di riserva di petrolio ed accelerare quella di stazioni consociate; c) di incen-tivare investimenti per lo sviluppo tecno-logico e la conservazione dell'energia. Sforzi notevoli anche per sviluppare gli investimenti all'estero (per i loro ampi effetti di moltiplicazione sulla pro-duzione) e per migliorare i termini per il credito al consumo (esempio per ac-quisto di automobili ed elettrodome-stici).
A favore del settore industriale la lista degli interventi prevede: 1) misure per l'allineamento della produzione e dei prezzi in modo adeguato alle situazioni dei vari comparti e il miglioramento del finanziamento degli stocks per le limi-tazioni alla produzione, mediante la for-mazione di cartelli autorizzati dalla leg-ge anti-monopolio sulla struttura orga-nizzativa delle piccole e medie imprese; 2) indicazioni per la diminuzione e il blocco delle attrezzature eccedenti le necessità produttive; 3) prestiti a favore delle piccole aziende congiuntamente al-l'eliminazione delle attrezzature super-flue; 4) suggerimenti, a norma di legge, per la riconversione delle imprese me-die e piccole; 5) utilizzazione dei mezzi della Japan Development Bank e degli istituti finanziari minori; 6) una politica
flessibile per l'espansione dell'importa-zione di nafta; 7) creadell'importa-zione di una fa-cilitazione finanziaria di emergenza per piccole imprese, tale da far fronte alle fluttuazioni dei cambi delle valute este-re; 8) estensione delle facilitazioni fi-nanziarie di emergenza già esistenti per evitare fallimenti di piccole e medie in-dustrie. Le facilitazioni per finanziare i fondi operativi indispensabili ad evita-re una evita-reazione a catena nei fallimenti verranno estese fino al 31 marzo 1978; 9) utilizzazione della definizione di in-dustrie depresse basata sulla Legge di assicurazione per il credito alle piccole e medie industrie.
Relativamente all'occupazione, gli inter-venti più significativi si concretizzano in aiuti ad alcune industrie per la for-mazione professionale e a datori di lavoro che assumano lavoratori resisi disponibili per la depressione struttu-rale di certi settori merceologici. Sono stati inoltre previsti studi per l'espan-sione delle offerte di lavoro, soprattut-to negli uffici pubblici e, per agevolare chi cambia lavoro (la tanto vanamente da noi discussa mobilità), interventi ra-pidi per la costruzione di nuovi quar-tieri residenziali.
Per quanto riguarda la lotta all'inflazio-ne, innanzi tutto stretta sorveglianza su-gli aumenti di prezzo e interventi di sta-bilizzazione per quelli dei prodotti di uso corrente, accuratamente studiati, poi misure per far sentire nel mercato in-terno gli effetti delle diminuzioni nei prezzi dei prodotti importati dovute al-la tendenza al rialzo dello yen.
A commento di questa rapida carrellata sulle ultime iniziative assunte dal gover-no nipponico per sostenere il continuo sviluppo del paese si può dire che esse risultano ancora in linea con le regole dell'economia di mercato. La cosa più importante resta comunque che esse sa-ranno puntualmente realizzate. Ciò è possibile, come si è detto, solo per quella particolare carica spirituale che dà ad ogni giapponese la coscienza di essere leva indispensabile della forza dello sta-to e che può suonare ingenuità e austa-to- auto-sfruttamento? Forse sì: noi con la nostra filosofia della furbizia e del disimpegno, senso del dovere in flessione e basso,bas-sissimo concetto della solidarietà nazio-nale, ci troviamo tutti quanti, grandi e
Import-export delle province piemontesi con il Giappone nel 1976
ALESSANDRIA ASTI CUNEO
Capitolo tariffa doganale Merci Importazioni (lit X 1.000) Esportazioni (lit X 1 000) Importazioni (lit x 1.000) Esportazioni (lit X 1.000) Importazioni (lit X 1.000) Esportazioni (lit X 1.000) Importazioni (lit X 1.000) 1 Animali vivi — — — —
2 Carni e frattaglie commestibili — — —
3 Pesci, crostacei e molluschi — — —
4 Latte e derivati: uova di volatili, ecc. — — — —
5 Altri prodotti di origine animale, ecc. — — — —
6 Piante e prodotti della floricoltura — — —
7 Legumi, ortaggi, piante, radici, ecc. — — —
33.387
8 Frutta commestibili; scorze di agrumi, ecc. — — —
9 Caffè, tè, mate e spezie — — —
10 Cereali — — — —
-11 Prodotti della macinazione; malto, ecc. — — — —
12 Semi e frutti oleosi; semi, ecc. — — — —
13 Materie prime vegetali per tinta, ecc. — — — —
14 Materie da intreccio e da intaglio, ecc. — — — —
15 Grassi e oli (animali e vegetali), ecc. — — — —
16 Preparazioni di carni, pesci, ecc. — — — —
17.588
17 Zuccheri e prodotti a base di zuccheri — — — 17.588
18 Cacao e sue preparazioni — — — —
19 Preparazioni a base di cereali, ecc. — — — —
20 Preparazioni di ortaggi, ecc. — 1.930 — —
21 Preparazioni alimentari diverse — — — —
22 Bevande, liquidi alcolici, aceti — — — 13.875
23 Residui, cascami delle industrie alim., ecc. — — — —
24 Tabacchi — — — —
25 Sale, zolfo, terre e pietre, gessi, ecc. — — — —
26 Minerali metallurgici; scorie, ceneri — — — —
27 Combustibili minerali; oli minerali, ecc. — — — —
28 Prodotti chimici inorganici, ecc. — — — —
217.955 17.280
29 Prodotti chimici organici 7.871 76.278 — — 217.955
30 Prodotti farmaceutici — — — —
31 Concimi — — — — 7.487
32 Estratti per concia e per tinta; tannini — — — —
4.551
33 Oli essenziali e resinoidi, ecc. — — — — 4.551
34 Saponi, prodotti organici tensioattivi, ecc. — — — —
35 Sostanze albuminoidi e colle — — — —
36 Polveri ed esplosivi, ecc. — — 23.059 —
37 Prodotti per fotografia e cinematografia — — — —
16.998 134.595
38 Prodotti vari delle industrie chimiche — — — — 16.998
134.595 26.188
2.200
39 Materie plastiche artificiali, ecc. — — — 2.205
16.998
134.595 26.188
2.200
40 Gomma naturale o sintetica, ecc. 19.560 — — —
41 Pelli e cuoio 76.034 8.456 — —
42 Lavori di cuoio o di pelli, ecc. — 5.582 — —
43 Pelli da pellicceria e loro lavori, ecc. — — —
44 Legno, carbone di legna, lavori di legno 120.406 — 482.337 586
45 Sughero e suoi lavori — — — —
46 Lavori di intreccio, da panieraio, ecc. — — — —
47 Materie occ. per la fabbricaz. della carta — — — —
48 Carta e cartoni, ecc. 22.771 — — —
49 Prodotti delle arti librarie e grafiche — — — —
50 Seta e cascami di seta — — — — 153.802 176.643
51 Materie tessili sint. e artif. continue — — — — 153.802
52 Filati metallici — — — —
10.862
53 Lana, pelli e crini — — — —
54 55 Lino e ramie Cotone — — — 276.928 6.903 17.945 5.553
56 Materie tessili sint. e artif. in fiocco — — — —
6.903 17.945
57 Altre fibre tessili vegetali, ecc. — — — —
58 Tappeti, arazzi, velluti, felpe, ecc. — — — —
39.479
59 Ovatta e feltri, corde e manufatti, ecc. — — — — 39.479
298.374 3.031
60 Maglierie — 135.501 — 164.540 298.374
3.031
61 Oggetti di vestiario ed accessori, ecc. — 34.451 — 2.126
298.374 3.031
62 Altri manufatti confez. di tessuti 36.996 — — —
63 Oggetti da rigattiere, cenci e stracci — — — —
64 Calzature, ghette e oggetti simili, ecc. — 172.476 — —
65 Cappelli, copricapi e acconciature — 18.119 — —
66 Ombrelli, bastoni, fruste, ecc. — — — —
67 Piume e calugine preparate, ecc. — — — —
68 Lavori di pietre, gesso, cemento, ecc. — 18.119 J
ARA TORINO VERCELLI PIEMONTE Esportazioni
(lit x 1.000) Importazioni (lit x 1.000)
Esportazioni (lit X 1.000)
Importazioni (lit X 1.000)
Esportazioni
(lit x 1.000) Importazioni (lit X 1.000)
Esportazioni (lit X 1.000) — — 576 — — — 576 — — — — _ — — — — — — — — — — — — 107.484 — — 140.871 — — — 15.139 — 15.139 — — — — 32.614 191.502 72.772 57.886 18.323 2.950 8.331 4.433 1.469 19.346 29.648 409.138 17.702 42.964 9.700 184.188 355.205 72.310 2.218 23.136 256.314 7.660 799 2.845 1.060 1.333 14.027 45.588 228.075 27.059 35.859 5.325 6.180 12.022 2.546 2.885 1.469 19.346 29.642 652.244 4.551 17.702 23.059 42.964 26.698 330.805 374.765 148.344 604.961 17.588 32.614 231.366 1.930 270.189 7.660 799 267.780 2.845 8.547 1.333 14.027 76.457 230.275 35.515 117.098 5.325 6.766 432.869 — 455.640 263.671 63.950 — — 263.671 63.950 — 2.924 — 91.701 94.625 52.994 277.632 — 21.183 229.637 452.617 295.930 2.931 — — 295.930 2.931 — 376.265 5.598 7.780.392 5.598 8.167.519 — — — 21.959 21.959 4.649 251.046 6.738 53.457 293.868 369.292 82.067 285.799 2.066.323 86.066 2.148.390 408.133 42.021 — — 42.021 55.359 266.986 — 3.056 55.359 270.042 155.077 9.802 — — 194.556 9.802 9.204 90.762 — 130.004 9.204 819.181 1.015 502.625 — 479.000 1.015 2.805.842 — — — — 36.996 — — • — 112.757 5.732 112.757 5.732 — 7.171 — — — 182.597 — — — 2.865 — 20.984 — — — 5.614 — 13.945 — 594 — 2.945 3.539 528.382 2.561 — - — 528.382 25.113
piccini ad avere almeno un mezzo mi-lione di debiti con l'estero! Tra paren-tesi: la bilancia dei pagamenti del Giap-pone ha chiuso il '76 con un attivo di 2,9 miliardi di dollari, di cui 2,5 per la parte commerciale. Nei primi 6 mesi del '77 il solo attivo con la CEE ha toc-cato i 2,5 miliardi e quello con gli Stati Uniti i 5 miliardi.
SCAMBI CON L'ITALIA
Nel 1976 il monte globale dell'inter-scambio italo-nipponico ha raggiunto i 756miliardi di lire (pari all'1,2 per cento dell'intero commercio mondiale nazio-nale), nettamente a vantaggio del Giap-pone, in quanto le sue esportazioni ver-so l'Italia ver-sono state di 490 miliardi contro importazioni di soli 266. Le vo-ci più importanti sono,'per le prime, i natanti (80 miliardi), le apparecchia-ture meccaniche di precisione (48), fer-ro e acciai laminati (41), apparecchi elettrici (32), motocicli (21), macchine tessili (21), macchine contabili (18), pe-sce fresco congelato (17), altre macchi-ne (13), orologi (12). Le nostre vendite più consistenti hanno riguardato: pro-dotti metallurgici e meccanici (55 mi-liardi), capi di abbigliamento (39,9), tessuti e filati (39,3), calzature e lavori in pelle (16,2), mobili (4,1), prodotti alimentari e alcoolici (3,5).
Come valutazione di queste cifre si ri-portano alcuni frammenti della relazio-ne di Francesco Manzella, tenuta in oc-casione della giornata del Giappone al-la fiera internazionale di Trieste dello scorso 21 giugno:
« È indispensabile che da parte dei no-stri operatori, al fine di bilanciare in ge-nerale le due correnti, si intensifichino le iniziative per penetrare in profondità e più capillarmente sul mercato che stia-mo trattando. C'è da sottolineare infatti che l'espansione verificatasi negli ultimi anni è sempre scaturita, tranne in qual-che caso particolare, come quello delle macchine da scrivere o dei prodotti far-maceutici, dalla costante opera promo-zionale degli Organismi statali e del-l'Istituto per il commercio estero i qua-li hanno quasi condotto per mano,
pas-Segue: Import-export delle province piemontesi con il Giappone nel 1976
Capitolo tariffa doganale
ALESSANDRIA ASTI CUNEO
Mere/ Importazioni Esportazioni (lit X 1 000) (lit X 1.000) Importazioni (lit X 1.000) Esportazioni (lit X 1.000) Importazioni (lit X 1.000) Esportazioni Importazion (lit X 1.000) (lit X 1.000 69 Prodotti ceramici
70 Vetro e lavori di vetro
71 Perle fini, pietre preziose, ecc. 72 Monete
73 Ghisa, ferro, acciaio 74 Rame
75 Nichelio 76 Alluminio
77 Magnesio, berillio (glucinio) 78 Piombo
79 Zinco 80 Stagno
81 Altri metalli comuni
82 Utensileria, oggetti di coltelleria, ecc. 83 Lavori diversi di metalli comuni 84 Caldaie, macchine, app., congegni mecc. 85 Macchine ed apparecchi elettrici, ecc. 86 Veicoli e mater. per strade ferrate, ecc. 87 Vetture automobili, trattori, ecc. 88 Navigazione aerea
89 Navigazione marittima e fluviale 90 Strumenti e app. d'ottica, per fotogr., ecc. 91 Orologeria
92 Strumenti musicali, app. per registr., ecc. 93 Armi e munizioni
94 Mobilia, mobili medico chirurgici, ecc. 95 Materie da intagliare, ecc.
96 Spazzole, spazzolini, pennelli, ecc. 97 Giocattoli, giuochi, ecc.
98 Lavori diversi
99 Oggetti d'arte da collezione, ecc. 100 M e r c i non classificate 61.893 193.390 2.329 1.003.483 3.196 3.267 5.850 189.605 2.318 4.404 3.245 1.422.548 1.496 39.190 2.192 1.495 11.335 3.749 253.165 39.329 5.530 11.360 75.452 3.481 8.123 216.529 17.550 27.252 136.081 ( Con il Giappone 735.238 2.945.395 516.731 190.677 1.003.639 898.832 376.180 Totale circoscrizione { _ . „ . Generale 90.022.177 160.274.185 31.212.708 81.190.444 199.317.087 224.206.481 90.848.028
,RA TORINO VERCELLI PIEMONTE spoliazioni Importazioni Esportazioni Importazioni Esportazioni Importazioni Esportazioni
it x 1.000) (lit X 1.000) (lit x 1.000) (lit X 1.000) (lit X 1.000) (lit X 1.000) (lit X 1.000)
6.130 52.905 _ 52.905 8.459 — 56.521 11.862 — — 56.521 11.862 — — 8.220 — — 61.893 1.011.703 82.697 1.639.679 26.269 1.642.875 108.966 — 4.632 — — — 201.289 — 13.315 — 1.023 — — — 20.188 — 9.637 — — — 9.637 — 13.255 8.301 71.460 6.331 1.824 45.633 86.539 14.671 — — 1.173 — 1.173 17.916 63.403 3.101.592 10.648.191 440.982 20.568 4.121.425 12.231.657 3.348 573.474 1.570.782 878 11.886 625.016 1.586.016 — 1.492 5.315 — — 1.492 5.315 11.168 1.749.604 2.391.041 9.470 — 1.761.392 2.407.186 — 1.277 1.277 3.916 2.279.993 63.846 10.735 — 2.296.258 67.762 289.425 — — — — — 289.425 — 9.273 7.357 — — 13.677 54.670 — 9.152 — — — 9.152 — — 3.011 4.501 1.851 — 4.862 6.693 — — — — 2.763 — 2.763 — — — — — 6.908 — — 665.204 71.910 — 27.624 676.564 99.534 — 95.596 200.428 — — 95.596 416.957 — — 58.387 1.459 — 1.459 58.387 3.743 10.569 3.777 — 11.455 10.569 36.525 2.678.491 13.338.061 18.048.738 2.692.733 8.765.525 18.662.286 33.527.658 13.493.984 1.804.683.998 3.547.460.117 291.213.143 230.357.471 2.507.297.142 4.456.982.682
L
so passo, moltissime ditte medie e pic-cole dei diversi settori merceologici, por-tandoli a prendere contatto con il con-sumatore nipponico.
Inoltre — e ritorniamo alla insoddisfa-zione — all'ainsoddisfa-zione degli Enti di cui so-pra non sempre ha fatto riscontro pari dinamismo e adeguata organizzazione commerciale delle singole ditte. Sono stati, poi, commessi errori di valutazio-ne e di indirizzo e il tutto ha, in defini-tiva, impedito che il successo ottenuto fosse più lusinghiero.
La partecipazione alle Fiere Internazio-nali di Tokyo e Osaka, le Settimane e Quindicine del prodotto italiano pres-so i Department Stores, le Mostre di moda nei grandi alberghi, le degusta-zioni di alimentari e vini, le missioni di operatori guidati e consigliati, gli strumenti, in una parola, che hanno ori-ginato l'incremento delle nostre vendi-te, avrebbero meritato di essere mag-giormente considerati e seguiti, onde trarre, almeno, dagli stessi, validi ele-menti di orientamento.
È da tener presente, al riguardo, che il Giappone costituisce, tuttora, per i beni di consumo un mercato molto ben di-sposto verso il "Made in Italy". A chi, considerato lo sviluppo indu-striale del Giappone, si mostra scettico, ribadiamo che è ancora e sempre pos-sibile esportare su quel mercato pro-dotti della meccanica, come peraltro già facciamo verso altre nazioni industria-lizzate. Infatti è chiaro che non esiste Paese che produca tutto e tutto bene: si tratta quindi di reperire ed attaccare i punti di minore resistenza (ecco an-cora la funzione dell'organizzazione commerciale).
Per i tessili e gli articoli di abbiglia-mento, validi sono, quali canali di di-stribuzione, i Department Stores, cui si può arrivare direttamente o, meglio, tra-mite agenti specializzati. Questi ultimi potrebbero anche curare — essendo in tal caso quasi impossibile il contatto diretto — l'approccio con i famosi Chain Stores, grandi catene di negozi al dettaglio, riservati in genere, ma non sempre, alla produzione nazionale. Stes-sa strada può seguirsi per i mobili e gli articoli di abbigliamento.
Nel settore degli alimenti, infine, che, con l'evoluzione della dieta locale,
di-venta sempre più interessante, come le cifre dimostrano, ottimo lancio possono dare i supermarkets o i negozi grandi e medi. Qui esiste però il problema del-la continuità dei rifornimenti in pic-cole partite, poiché gli importatori non intendono correre il rischio dell'inven-duto.
Soluzione ideale — che i giapponesi per conto loro adottano con i ben noti risultati — sarebbe quella di una o più Trading Co. italiane, che stabilis-sero preventivamente contatti adeguati, si da essere sempre in condizione di con-segnare, a richiesta, qualsiasi genere di prodotto. Tale tipo di soluzione, da più parti auspicato, sembra incontrare, da sempre, difficoltà di realizzazione. Que-sta origina forse in una nostra partico-lare mentalità.
Per concludere non si può non ricorda-re una sfera nella quale, per motivi che spesso trascendono il fatto commerciale e che trovano movente in atteggiamenti negativi di natura psicologica, ancora molto poco si è fatto. Intendo la sfera della collaborazione tecnica ed econo-mica.
Mentre in altri campi, ad esempio quel-lo dell'industria tessile e dell'abbiglia-mento, non sono poche le ditte nippo-niche che fabbricano su disegni e mo-delli di ditte italiane, come francesi o americane, e mentre lo stesso fenome-no si verifica per alcuni prodotti alimen-tari e, ancora, mentre nel settore della chimica lo scambio di know-how è fre-quente, in molti altri, della meccanica, ad esempio, mal riposto orgoglio e dif-fidenze reciproche rendono di norma difficile la cooperazione tecnica ed an-che quella soltanto economica ».
RAPPORTI C O N IL PIEMONTE
Dalla lettura della tabella riportante i dati dei movimenti valutari per ognu-na delle 100 voci della tariffa dogaognu-nale emerge che in complesso il commercio delle imprese della regione con il Giap-pone, pur essendo attivo grosso modo nella stessa misura che per l'intera bi-lancia commerciale piemontese (il rap-porto tra le importazioni e le esporta-zioni è uguale a 55,7 nei confronti del
paese asiatico e a 56,2 relativamente a tutto il mondo), è ben poca cosa in ter-mini percentuali sul totale generale, ar-rivando a coprire appena lo 0,74% del-le importazioni e lo 0,75 deldel-le vendite globali oltre confine.
Quanto alle 10 voci più significative su entrambi i fronti, esse sono rappresen-tate: a) per gli arrivi, da macchine e congegni meccanici, strumenti ed appa-recchi d'ottica e fotografia, materie tes-sili sintetiche, automobili, prodotti si-derurgici, giocattoli, prodotti chimici organici, apparecchi elettrici, legno e lavori di legno, carta e cartoni; b) per le partenze dal Piemonte, da apparec-chi e congegni meccanici, lana e pelli, oggetti di vestiario, automobili, macchi-ne e apparecchi elettrici, perle fini e pie-tre preziose, maglierie, materie tessili sintetiche e artificiali continue e in fioc-co, orologeria.
A livello di articolazione provinciale si può osservare che tutte quante le circoscrizioni sono in attivo, eccetto quelle di Asti e Cuneo (ossia le due aree più agricole). Avuto riguardo alla ripartizione percentuale per provincia, sono Torino e Vercelli a dominare il mercato sia con riferimento agli acqui-sti (85% assieme, 71% solo Torino) che relativamente alle vendite (79% con-giuntamente, 53% Torino). Molto lon-tane seguono Alessandria e Novara, poi con quote ancora inferiori Cuneo ed Asti.
Considerazione finale: anche per i pro-dotti piemontesi esistono ampi margini di espansione delle vendite. Le recenti intese tra la Comunità europea e una delegazione giapponese, secondo la qua-le il Giappone accetta di limitare per il 1978 la crescita delle sue esportazio-ni nel mercato comune e di lasciare au-mentare le importazioni, devono essere un incentivo per le nostre autorità che si occupano di commercio estero, ad ogni livello, a ricercare l'equilibrio del-la bidel-lancia commerciale tra i due paesi, non già attraverso la contrazione degli scambi o il ritorno a pericolose forme di protezionismo, bensì mediante una più incisiva opera di promozione e pe-netrazione delle nostre merci, specie per quanto si riferisce al settore calza-turiero ed ai prodotti dell'industria ali-mentare.