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PRESTO A TORINO UNA "BORSA RIFIUTI"

Nel documento Cronache Economiche. N.011-012, Anno 1977 (pagine 75-79)

Recupero d'altri tempi.

Nei paesi industrializzati il più sostan-zioso risparmio energetico sta in una nuova politica dei materiali. Una buo-na gestione dei materiali deve ormai ispirarsi sempre più all'obiettivo di « ot-tenere lo stesso risultato tecnologico con il minimo consumo energetico pos-sibile ».

Una buona gestione incomincia pertan-to dalla prima fase del processo pro-duttivo, cioè dal progetto, in quanto è in quella sede che si procede alla scelta dei materiali da usare.

I materiali hanno un costo: esso dipen-de soprattutto dalla loro maggiore e minore reperibilità in natura e dalla spesa energetica per ricavarli e trasfor-marli.

L'esempio dell'acciaio è illuminante: 1) si deve estrarre il minerale di ferro dalla miniera (spese energetiche di na-tura mineraria);

2) si deve portarlo alle acciaierie (spese energetiche di trasporto);

3) si deve fonderlo per ottenere l'ac-ciaio (spese energetiche di tipo siderur-gico);

4) si deve lavorarlo per ottenere i semi-lavorati ed i pezzi finiti (spese energe-tiche di natura meccanica).

Di queste quattro voci la più dispendio-sa, energeticamente parlando, è la vo-ce 3): per fondere una tonnellata di minerale di ferro e trasformarla in acciaio occorrono infatti mediamente 4720 kWh.

Cosi', se invece di partire dal minerale di ferro, si converte direttamente il rot-tame di ferro, per ottenere una tonnel-lata di acciaio occorrono soltanto più 1660 kWh.

Solo considerando la voce 3) del bi-lancio complessivo c'è già una grande differenza. Essa aumenterà ancora qua-lora si prendano in considerazione an-che le voci 1) e 2).

II discorso può estendersi ad infiniti al-tri casi, ognuno dei quali varrebbe a dimostrare la opportunità del riciclo dei materiali. A questi numerosi argomenti a favore, altri se ne aggiungono tutt'al-tro che trascurabili: quelli di natura ecologica.

Riccardo Fox - Franco Fox Leonardo Albonico

Infatti quasi sempre riciclando si ottie-ne anche un ulteriore risparmio eottie-nerge- energe-tico che deriva dal non ricorrere a me-todi distruttivi per eliminare materiale che se non riciclato risulterebbe inqui-nante.

Anche in questo caso, ecco un esempio: i reparti carrozzeria della FIAT produ-cono enormi quantità di fanghi di ver-nice. Sinora l'azienda spendeva somme considerevoli a stivare tali fanghi in co-stose vasche impermeabilizzate sotter-ranee o a farli bruciare dentro altret-tanti costosi forni di incenerimento. Oggi si può prevedere che nel prossimo futuro non solo non sarà più necessario ricorrere a questi dispendiosi rimedi per eliminare queste sostanze, ma anzi è auspicabile che siano impiegate come materie prime plastiche (essendo pregia-tissime resine), ottenendo risparmi in quel settore dei derivati del petrolio di cui è inutile qui ricordare la compo-nente energetica.

Inoltre le materie prime vanno esauren-dosi; i bilanci di molti Paesi sono a livello di guardia per un progressivo aumento dei costi delle materie prime, dei combustibili, dei processi produtti-vi: si stanno moltiplicando le iniziative finalizzate al risparmio ottenibile me-diante recuperi nei settori più svariati. Una di quelle più promettenti mira a trasformare il problema dello smalti-mento in un'opportunità di recupero. Esistono però, a livello generale, pro-blemi e difficoltà di varia natura che possono ostacolare l'applicazione orga-nizzata ed estesa del concetto di riciclo dei rifiuti. Le più importanti sono: — il fattore economico (forse il più importante): i materiali recuperati se-condari, possono competere con le ma-terie prime a condizione che il prezzo di mercato sia tale da giustificare i costi di raccolta, separazione e trasporto de-gli stessi. D'altra parte il grado di pu-rezza di quanto attualmente recuperato è spesso poco soddisfacente cosicché la riutilizzazione è possibile solo per pro-duzioni di limitata qualità e mercato; — i problemi tecnici: anche se notevoli progressi tecnologici sono stati compiu-ti, pur tuttavia per diversi materiali e sostanze recuperabili i sistemi di

estra-zione e di seleestra-zione sono ancora ad uno stadio di sperimentazione lontano dalla possibilità di applicazione su scala in-dustriale;

— la necessità, infine, di strumenti le-gislativi che possano favorire l'impiego di materiali di recupero ovvero di ren-dere il recupero e la riutilizzazione at-tuabili mediante incentivazioni econo-miche non solo in considerazione del ri-sparmio di materie prime ad esse cor-relato ma anche per l'effettiva riduzione degli effetti non desiderabili dei rifiuti sull'ambiente.

Particolare importanza deve essere at-tribuita, oltre che allo sviluppo delle metodologie e delle tecnologie in ma-teria di recupero e riutilizzo dei rifiuti solidi, anche alla possibilità di scambio di informazioni.

NEL M O N D O QUALCOSA SI È GIÀ FATTO

Uno scambio di rifiuti organizzato a livello industriale potrebbe rivelarsi mol-to utile al fine di mettere in contatmol-to chi possiede rifiuti da vendere e chi ha in-teresse ad acquistarli. Infatti in diversi settori dell'industria si producono e si smaltiscono, sostenendo costi anche ele-vati, notevoli quantitativi di rifiuti che potrebbero essere invece utilizzati da altre industrie.

Partendo da questo concetto è stato svi-luppato negli ultimi anni, in diverse nazioni europee, un servizio basato sul-lo scambio di informazioni che mira ad individuare un eventuale mercato per i rifiuti ed i prodotti da essi riciclati. In Germania — su incoraggiamento del Governo Federale — sono state istituite numerose ' borse dei rifiuti ', promosse dalle Camere di commercio locali che fungono da centri di informazione e svolgono una funzione di mediazione tra le esigenze degli operatori che di-spongono di rifiuti industriali e le indu-strie capaci di riciclarli o di ottenere comunque un'alternativa di impiego economicamente valida.

In concreto, le Camere di commercio, tramite i propri bollettini mensili, se-gnalano in una apposita rubrica le infor-mazioni relative ai rifiuti offerti e richie-sti, specificando: il tipo di rifiuto, la sua composizione, la quantità disponi-bile (regolare, saltuaria, settimanale, mensile, ecc.), il mezzo di trasporto, il tipo di imballo, il posto di prelievo ed il numero di codice (1 rifiuti chimici, 2 plastica, 3 carta e cartone, 4 legno, 5 gomma, 6 cuoio, 7 tessili, 8 vetro, 9 metalli, 10 altri).

La pubblicazione di offerte e richieste sui bollettini è gratuita ed è specificato che le informazioni riguardano in modo particolare quegli operatori i cui rifiuti non sono ancora utilizzati da ditte spe-cializzate nel riciclo; in altre parole, non è fra gli scopi della borsa trattare sostanze e materiali che il mercato spe-cializzato già assorbe o può facilmente assorbire. Le offerte e le richieste av-vengono inviando delle schede studiate allo scopo di avere la massima preci-sione nelle indicazioni.

La prima di queste borse è stata istituita ad Amburgo nel 1972 ed il suo bilan-cio, dopo un solo anno di attività, po-teva considerarsi soddisfacente: il 34% delle offerte di rifiuti industriali era sta-to accolsta-to ed il 60% delle specifiche ri-chieste delle aziende di riciclaggio era stato soddisfatto. In totale, sono state scambiate 3500 tonnellate di materiali, pari al 3% dei rifiuti annualmente pro-dotti nell'area di Amburgo.

Negli anni successivi l'iniziativa si è estesa a tutto il territorio e le ' Abfall-borse ' sono ormai uno strumento di scambio esteso e generalizzato.

Una analoga iniziativa per l'istituzione di una ' borsa dei rifiuti industriali ' è stata presa nel 1973 in Italia dalla As-sociazione nazionale dell'industria chi-mica.

Tale ' iniziativa ' è particolarmente in-tesa a favorire lo scambio dei rifiuti pro-dotti da aziende chimiche e farmaceuti-che ai fini di un loro ulteriore utilizzo. Il numero degli annunci fino ad oggi pubblicati riguardanti offerte o richie-ste di materiali residui è di circa 90 e pli stessi sono pubblicati, in forma ano-nima e gratuita, sul bollettino settima-nale della stessa Associazione.

L'INIZIATIVA DELLA C A M E R A DI C O M M E R C I O

Secondo un analogo principio, ma di-retto ad interessare un più vasto settore di industrie, si è mossa la Camera di commercio di Torino. Essa si avvale a questo scopo del contributo di cono-scenze che il Settore ricerche ecologi-che della FIAT Engineering può met-tere a disposizione, in considerazione della vasta ed approfondita attività da questo svolta nei problemi dello smalti-mento e trattasmalti-mento dei rifiuti indu-striali (fra cui basterà citare, a titolo di esempio, gli studi in corso per il CNR e per l'Unione industriale di Torino per la creazione di centri consortili a servi-zio di aree industriali per la depuraservi-zio- depurazio-ne e lo smaltimento degli scarichi). È stato elaborato un piano per stu-diare:

— come funzionano praticamente, con quali successi ed inconvenienti, le « bor-se dei rifiuti » in Germania ed in altri stati (Francia, ecc.) visitando le Came-re di commercio inteCame-ressate al pro-blema;

— quali rifiuti potrebbero essere scam-biati nell'area di Torino tenendo conto della tipologia dei rifiuti prodotti e del-le potenziali richieste dell'industria lo-cale: questa indagine verrà condotta a campione presso ditte significative lo-calizzate nell'area metropolitana: si pen-sa a un'indagine condotta presso 300 -f-500 aziende appartenenti principalmen-te alle 5 caprincipalmen-tegorie industriali prevalenti (mezzi trasporto, meccanica, metallur-gica, chimica, plastica);

— quali caratteristiche dovrebbero ave-re le principali classi di rifiuti ricicla-bili identificati in base all'indagine di cui prima, per poter essere commercia-lizzabili (grado purezza, caratteristiche fisiche e chimiche, ecc.);

— quale valore commerciale potrebbe-ro avere i principali tipi di rifiuti rici-clabili;

— quali iniziative sono già in corso ad opera di privati (recuperi di olii mine-rali, solventi, carta, ecc.).

Lo studio, in pratica, verrà svolto se-condo il seguente schema:

— esame funzionamento « borse » estere;

— esame potenziale mercato torinese; — indagine presso le ditte;

— esame caratteristiche commerciali e merceologiche prodotti riciclati.

Si ritiene che il lavoro possa essere ul-timato e la « Borsa rifiuti » entrare in funzione nella prossima primavera.

DUE PAROLE SU UN'ESPERIENZA CONCRETA

Ecco un esempio di come funzionano in Germania alcune di queste borse ri-fiuti:

а) Le industrie interessate compilano dei moduli che possono essere richiesti alle Camere di commercio, stilati nei termini seguenti:

Spett.le

Camera di commercio e industria Oggetto: « Borsa valori residui » 1) Offerta * / Richiesta *.

2) Tipo e composizione del materiale. 3) Fase.

4) Composizione chimica.

5) Quantità per mese o anno* (prodot-tasi regolarmente o irregolarmente). б) Tipo di imballaggio o del conteni-tore collettivo.

Possibilità di trasporto. 8) Luogo (comune o distretto). Desideriamo la pubblicazione dei sud-detti dati nel bollettino della Camera di commercio a livello nazionale e re-gionale sotto il numero di codice. Nome ed indirizzo della Ditta:

N o m e del riferente: Firma:

(* Cancellare le v o c i n o n corrispon-d e n t i ) .

b) I dati che pervengono sono quindi

pubblicati in forma tabellare sui bollet-tini delle Camere di commercio indi-cando:

1) la ditta che offre o richiede (in co-dice);

2) il materiale secondo la categoria (re-sidui chimici, materie sintetiche, carta-cartone, legno, gomma, cuoio, tessile, vetro, metalli, altri);

3) il quantitativo (indicando, con sigla, se all'anno, al mese, al giorno, regolar-mente, irregolarregolar-mente, una volta sola); 4) il luogo di produzione.

Le richieste o offerte pervenute vengo-no quindi trasmesse all'inserzionista. L'intera operazione viene svolta in mo-do completamente gratuito avenmo-do per obiettivo soltanto quello di facilitare il contatto fra eventuale acquirente e pro-duttore di un bene altrimenti inutilizza-bile se non addirittura di smaltimento diffìcile e costoso, con vantaggio sia economico che ecologico per la comu-nità.

CONFRONTO CON

Nel documento Cronache Economiche. N.011-012, Anno 1977 (pagine 75-79)