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Conoscenza sociale, intenzionalità e finzione: i tre tratti comuni della simulazione incarnata con il processo di trasposizone didattica

Nel documento Ai miei genitori (pagine 40-43)

3. LA SIMULAZIONE INCARNATA COME MEDIATORE IMMERSIVO

3.3 Conoscenza sociale, intenzionalità e finzione: i tre tratti comuni della simulazione incarnata con il processo di trasposizone didattica

Questo secondo ambito del processo di astrazione finzionale consente di giungere ad uno dei nuclei fondamentali dell'opera di accostamento tra esperienza finzionale e processo di insegnamento/apprendimento che si sta provando a tracciare in questa sede. Sono due, infatti, i fattori costitutivi dell'astrazione finzionale che occorre ancora osservare e che sono intimamente interconnessi: l'attivazione delle conoscenze e dei vissuti personali del lettore/ascoltatore nell'esperienza narrativa; la particolare modalità esperienziale in atto, sia durante la lettura o l'ascolto di un racconto, sia durante la fase di costruzione del racconto stesso (e che nel presente lavoro corrisponde al lavoro di trasposizione didattica del sapere da parte degli insegnanti).

sostenuto, è possibile compiere una prima sintesi e istituire una più accurata correlazione tra il processo di astrazione della finzione narrativa e la nozione di Martinand di 'pratiche sociali di riferimento osservata nei paragrafi precedenti. Il didatta francese, in uno studio in cui istituisce un confronto con il lavoro di Chevallard sulla trasposizione didattica, esamina tale nozione alla luce del concetto di 'sapere sapiente' e offre una definizione che intrattiene un'importante continuità con quanto si sta ora affermando. La nozione di 'pratiche sociali di riferimento', elaborata con il proposito di problematizzare il campo conoscitivo da considerare nell'opera di trasposizione del sapere originario in un contesto scolastico, è riferibile – in alcuni tratti specifici – ai caratteri che Mar e Oatley attribuiscono alla finzione narrativa. Si considerino tre passaggi conclusivi dello studio dei due ricercatori, che si sceglie in questa sede di riportare schematicamente. Mar e Oatley insistono sulla specificità dell'esperienza di finzione narrativa rispetto ad altri processi esperienziali, mettendo in luce tre effetti principali che discendono dal particolare carattere astrattivo della finzione narrativa: 3) L'oggetto conoscitivo della finzione narrativa è la conoscenza sociale e dunque il campo di relazioni, interazioni, intenzioni umane che costituiscono la condizione di possibilità dei nostri atti conoscitivi.10 4) L'astrazione narrativa, rispetto ai processi astrattivi non narrativi, non solo fornisce informazioni rispetto ad una determinata situazione sociale, ma consente di averne un esperienza diretta e di coglierne pertanto i livelli di intenzionalità, i dettagli significativi, gli aspetti relazionali, i fattori problematici e di ambiguità.11

5) La modalità conoscitiva di tali fattori sociali e relazioni sociale avviene in una cornice protetta e controllata, in cui le intenzioni, emozioni e i pensieri esperiti possono avere luogo senza le restrizioni ed inibizioni che i contesti relazionali e sociali reali impongono all'agire umano.12

10 Mar e Oatley (2008), p. 185 [We argue that the information communicated through fictional literature is primarily social knowledge rather than general world knowledge. It is just as important to note that literature possesses a number of advantages over the expository communication of social information—advantages afforded by both the abstraction and simulation of social experience]

11 Mar e Oatley (2008), p. 186. [Although literary narratives are abstractions of real‐world experiences, it is worth noting that they are also substantially less simple than other more explicitly didactic representations of social information that tend to be nonnarrative in structure. Whereas expository representations tell us information, literary narratives show us things by having us experience them first‐ hand. This simulated experience results from a number of factors, including a richness of information not typically found in nonnarrative expositions].

12 Mar e Oatley (2008), p. 189. [Simulation of social information literary fiction allows us to experience social situations vicariously, thus allowing for personal consideration of response and action. The simulation of interacting ideas and emotions evoked by a story simultaneously permits the exploration of our own ideas, feelings, and desires, and of our own potential reactions to the story’s plot. Constructing a complex simulation

Martinand, nel saggio La question de la référence en didactique du curriculum, si sofferma sui differenti livelli di interazione tra la nozione di 'sapere sapiente' e quella di 'pratica sociale di riferimento' e propone un principio finalizzato al raggiungimento dell'efficacia didattica dipendente da un'integrazione delle due nozioni. In questo modo, secondo lo studioso francese, si rende possibile riconsiderare alcuni fattori di criticità della teoria della trasposizione didattica. Si osservino ora gli elementi principali degli aspetti attraverso i quali lo studioso caratterizza la funzione traspositiva della pratica sociale di riferimento. 1. A differenza del sapere sapiente, la nozione di pratica sociale «prendre en compte non seulement les savoirs en jeu, mais les objets, les instruments, les problèmes et les tâches, les contextes et les rôles sociaux» (Martinand, 2003, p. 129) .Tale definizione intrattiene, per il suo riferimento non solo al piano oggettuale, ma anche ai ruoli, ai contesti, alle intenzionalità, un rapporto di somiglianza con la nozione di 'conoscenza sociale' elaborata da Mar e Oatley.

2. Rispetto al sapere sapiente, tale nozione consente di far emergere gli aspetti intenzionali e le scelte compiute nella costruzione del sapere, «leur sens politique et en tout cas social». L'effetto generato dalla messa in atto della nozione di pratica sociale di riferimento è analogo a ciò che avviene nel processo di astrazione della conoscenza sociale: la struttura intenzionale, i tratti sociali e la funzione politica del sapere sono conservati sia nel processo traspositivo didattico, sia in quello astrattivo della simulazione.

3. Les pratiques de références ne sont pas forcément actuelles: elles peuvent être virtuelles (…) Remarquons que, dans tous les cas, actuelles et évolutives, ou virtuelles, elles doivent être objectivées, et en vérité modélisées sur la base d’observations ou d’anticipations .13 La pertinenza della nozione di pratica di riferimento, analogamente a quella di astrazione, non risiede nella veridicità del contenuto rappresentazione, ma piuttosto nel suo carattere virtuale e finzionale che consente l'attivazione di processi Fiction is a laboratory (Hakemulder, 2000) that allows us to experiment in a controlled and safe manner with intentions, emotions, and emotion‐evoking situations that would be impossible and often highly undesirable in the real world. In narrative fiction, we can explore what it would be like to be a participant in war, for example, without the risk of injury or posttraumatic stress disorder]. 13 Il termine utilizzato da Martinand non è finzionale, ma virtuale. Tale scelta di traduzione, che risponde alla necessità di costruire una terminologia uniforme e semplificata, è giustificata dal fatto che i caratteri con cui Martinand definisce la virtualità – apertura di campi di possibilità, assenza di attualizzazione – sono i medesimi utilizzati in questa sede per descrivere la finzionalità.

inferenziali (anticipazioni, proiezioni, ipotesi).

I tre caratteri così descritti e messi in parallelo consentono di operare un avvicinamento tra la nozione di pratica sociale di riferimento e i fenomeni risultanti dal processo di astrazione nell'esperienza narrativa. In questo modo è possibile sostenere che l'attività di costruzione di racconti finalizzati a generare esperienze di simulazione incarnata, se usata con una funzione di trasposizione didattica, presenta un ruolo analogo a quello del termine proposto da Martinand nel rielaborare i fattori di debolezza relativi all'azione di depersonalizzazione e di decontestualizzazione presente nel passaggio da sapere sapiente a sapere da insegnare. Il suggerimento che deriva dall'esplorazione del valore traspositivo dell'esperienza di astrazione narrativa e che consente di ipotizzare una particolare efficacia all'attività di costruzione di racconti immersivi nel processo di progettazione didattica messo in atto da parte degli insegnanti, conserva un rapporto diretto con la questione didattica del senso – definiti in questa ricognizione teorica con la nozione di 'pertinenza'. In sintesi, la costruzione di racconti da parte degli insegnanti, per quanto sostenuto fino ad ora ad un livello meramente speculativo, pare essere in grado di assicurare alcune condizioni fondamentali della trasposizione didattica, messe in evidenza da Nigris quando afferma che la trasposizione ha come obiettivo «di avvicinare gli allievi alla disciplina che insegniamo, facendone apprezzare lo sguardo che apre sul mondo, facendoli appassionare allo studio degli strumenti, dei metodi e delle fonti utilizzate» per «avvicinarli all’idea che la natura dei saperi è polimorfica, storicamente situata e caratterizzata dall’alternarsi dei paradigmi».

3.4 Il ruolo delle esperienze nell'attivazione della simulazione incarnata: verso un

Nel documento Ai miei genitori (pagine 40-43)