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La funzione di astrazione nel processo di costruzione di narrazioni finzionali

Nel documento Ai miei genitori (pagine 37-40)

3. LA SIMULAZIONE INCARNATA COME MEDIATORE IMMERSIVO

3.2 La funzione di astrazione nel processo di costruzione di narrazioni finzionali

La seconda funzione dell'esperienza finzionale fa riferimento alla capacità di «understand, and to some extent predict, the behavior of systems made up of many processes in interaction» (Mar & Oatley, 2008, p. 175). In altri termini, attraverso i processi attivati durante la lettura e l'ascolto narrativo è possibile non solo comprendere, ma anche prevedere l'evoluzione del sistema relazione rappresentato, individuare le intenzioni che guidano le azioni dei personaggi, ricostruire i legami causali tra di esse, riconoscere gli effetti. Se l'essere umano, per Mar e Oatley, è in grado nell'esperienza quotidiana di discernere e prevedere una situazione sociale con una certa efficacia, ciò tuttavia non avviene quando la situazione presenta un altro grado di complessità relazionale e allorché tale situazione è in corso di svolgimento. È proprio in relazione a questi due aspetti limitativi della cognizione umana che entra in gioco la simulazione narrativa nel consentire la comprensione di «intricate relazioni interpersonali», di discernere, ancora, la rete di intenzionalità in cui le situazioni hanno luogo, di individuare fattori causali ed effetti nel momento stesso in cui essi accadono finzionalmente.8

Per esaminare più a fondo tale meccanismo di comprensione, occorre mettere a fuoco la nozione di 'astrazione', che i due studiosi recuperano, per un verso, dalle ricerche di ambito psicologico relative alla teoria dell'azione e, per un altro, dagli studi di teoria della narrazione 8 Su questo tema si segnala l'interessante lavoro di Calabrese intorno al valore delle esperienze controfattuali nella 

di area cognitivista. Il primo elemento utile da osservare riguarda la pervasività dell'astrazione nei meccanismi conoscitivi umani e dunque la sua presenza in altri processi simulativi: se, facendo riferimento un breve richiamo alla tipologia dei mediatori iconici di (Damiano, 2013), le schematizzazioni di eventi storici (si pensi al caso della riforma luterana e della contro‐riforma cattolica) o di conoscenze di anatomia e fisiologica (la composizione dell'apparato digerente e le funzioni degli organi) hanno come riferimento categorie e concetti eminentemente astratti, la simulazione narrativa, al contrario, ha come oggetto referenziale l'azione umana, ovvero l'agire umano nella sua struttura intenzionale e la modalità referenziale è di tipo simulativo. La centratura della finzione narrativa sull'azione umana e sullo schema intenzionale ad essa correlata differenzia il processo di astrazione dei due mediatori considerati; se si osservano la modalità conoscitiva con cui sono interpretati i due meccanismi di astrazione, si può osservare che le schematizzazioni presuppongono un processo di decodifica di tipo logico‐linguistico attraverso l'interpretazione degli elementi verbali e dei legami presenti nello schema, mentre la simulazione narrativa attiva una relazione con le azioni del racconto di tipo percettivo e senso‐motorio.

Mar e Oatley, seguendo una ricca tradizione di studi sul legame tra lettura narrativa e comprensione dell'azione, affermano che l'esperienza interpretativa della finzione è da far dipendere da strutture cognitive attivate anche nell'interazione di azioni appartenenti alla quotidianità reale. Queste strutture cognitive, definite con i termini di 'script' e 'schema' e teorizzati dagli studi di teoria dell'azione (Schank e Abelson furono i primi ad elaborare tali nozioni in un noto saggio del 1977), fanno riferimento a sequenze prototipiche il cui riconoscimento consentirebbe la gestione e interazione di situazioni quotidiane e di situazioni finzionali per certi aspetti analoghi (entrare in un luogo sconosciuto, scendere le scale, andare in un ristorante, prendere un treno). Nel particolare caso dell'esperienza finzionale, il riconoscimento di script e schema favorisce l'attivazione di meccanismi non solo di comprensione immediata degli scenari e delle situazioni narrative che occorrono e che costituiscono la trama del racconto, ma anche di processi inferenziali maggiormente articolati e caratterizzati dal fatto di essere virtuali, ovvero non ancora attualizzati nel racconto: alcuni di questi processi sono la prefigurazione degli effetti di una data azione, l'anticipazione di scenari successivi a quelli in corso di svolgimento, la riconsiderazione di situazioni narrative antecedenti a partire da elementi raccolti in un determinato passaggio narrativo.9

9 È interessante osservare che la centralità attribuita all'azione da parte dell'esperienza narrativa è stata tematizzata fin dagli albori della riflessione sui processi conoscitivi della finzione. Si pensi alla Poetica e alla definizione di tragedia proposta del noto capitolo sesto in cui si afferma essa “è imitazione di un'azione, seria e compiuta (…) eseguita da agenti e non raccontata, tale che mediante la pietà e la paura porta a compimento

È proprio in relazione all'attivazione di processi interpretativi di tipo prefigurativo che la nozione di 'astrazione' dischiude il proprio valore euristico e mette in evidenza la particolare correlazione tra i processi messi in atto dall'esperienza della simulazione incarnata e le trasformazioni proprie della trasposizione didattica. Il meccanismo di astrazione attivata dalla narrativa finzionale è ora descrivibile sia in relazione alla configurazione dell'oggetto discorsivo, sia rispetto all'esperienza compiuta del lettore/ascoltatore: rispetto al primo ambito si può affermare che i caratteri di coerenza e finitezza spazio‐temporale della finzione narrativa conferiscono all'oggetto del discorso narrativo – l'agire umano – una struttura astratta di base che, nel momento in cui entra in contatto con un lettore/ascoltatore, ne consente l'interpretazione secondo una modalità esperienziale di tipo simulativo; riguardo al secondo ambito – l'esperienza finzionale del lettore/ascoltatore – si nota che essa è configurata a partire dal riconoscimento delle sequenze prototipiche presenti nel discorso narrativo e dai processi inferenziali attivati.

Posti questi tratti, l'astrazione finzionale può essere definita nei termini di un processo di selezione, semplificazione e ricostruzione di situazioni, scenari ed esperienze sociali finalizzato a massimizzare la comprensione durante la lettura. Tale processo di astrazione, a differenza di quelli accennati rispetto alla schematizzazione, si caratterizza per un duplice effetto che è in grado di generare nell'attività di costruzione narrativa (e dunque di messa in atto dell'astrazione) e nell'attività di lettura (e dunque dell'esperienza di simulazione degli scenari e delle azioni che hanno subito un processo di astrazione). Si provi ora a mettere in relazioni questi due ambiti con il lavoro empirico che sarà oggetto di descrizione del capitolo terzo: 1. Analogamente all'astrazione messa in atto nella costruzione di un racconto, il lavoro di progettazione e trasposizione del sapere degli insegnanti è basato su meccanismi di selezione, semplificazione e ricostruzione di scenari e azioni propri del sapere sapiente che assumono un carattere finzionale e narrativo nel sapere da insegnare. Come si è detto, la specificità di tale processo di astrazione risiede nell'oggetto e nella modalità conoscitiva che promuove. Nel prossimo capitolo tale meccanismo di astrazione del sapere, che in questa ricerca è possibile definire dei termini di un'”astrazione finzionale di tipo narrativo”, verrà ulteriormente suddiviso in tre sottoprocessi: la messa in azione del sapere; la messa in situazione del sapere; la messa in prospettiva del sapere. Verrà

così esplorata la valenza didattica che possiede la centratura nella fase di progettazione sull'azione e sulla ricostruzione della rete intenzionale ad essa correlata. Inoltre, rispetto alla modalità conoscitiva favorita nel lavoro degli insegnante, si proverà a mettere in connessione quanto sostenuto rispetto all'attività di prefigurazione, anticipazione dell'azione che qualifica la modalità conoscitiva propria della simulazione incarnata con i processi di previsione e anticipazione messi in atto dagli insegnanti nella progettazione e trasposizione didattica.

2. In relazione con quanto appena affermato rispetto ai processi di previsione e anticipazione, è possibile affermare – e lo si vedrà più nel dettaglio di seguito – che l'esperienza di simulazione messa in atto dagli studenti consente una comprensione dell'azione e delle intenzioni di tipo complesso e articolato. I processi interpretativi attivati dalla simulazione dell'esperienza favoriscono infatti un continuo raccordo tra ipotesi riguardanti l'esito e le conseguenze delle azioni e quelle relative alle intenzioni che le hanno mosse, in una dinamica di continua messa in relazione di dimensioni temporali passate, presenti e future. In questo modo, se da un lato si è sostenuto che l'astrazione è resa possibile da meccanismi di semplificazione dell'azione, dall'altro lato occorre rilevare che tale semplificazione non produce processi interpretativi ridotti, ma al contrario favorisce un'amplificazione della capacità di comprensione dell'azione e delle intenzioni.

3.3 Conoscenza sociale, intenzionalità e finzione: i tre tratti comuni della simulazione

Nel documento Ai miei genitori (pagine 37-40)