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7. STIMA DELLE CONSEGUENZE O DEGLI EFFETTI DELLE ESPLOSIONI

7.3 Conseguenze sulla continuità di Business (mancata produzione

Mancata erogazione del servizio

I costi di mancata erogazione del servizio si articolano in: a) costi di mancato utilizzo dell’entità

b) costi di mancato utilizzo della manodopera c) costi di mancata qualità

d) costi di inefficienza dell’esercizio e) costi di mancata sicurezza

a) Costi di mancato utilizzo dell’entità. Questi costi possono essere calcolati a partire dal valore del servizio erogato dall’entità, che unito alla quantità di servizio non erogato, in ragione dell’indisponibilità per cause legate alla manutenzione, permette di calcolare il costo totale di mancata erogazione del servizio, riferito alla consueta base annua. Il calcolo si sviluppa in maniera diversa secondo che si tratti di un impianto di produzione o di un impianto di servizio.

 Impianto produzione.

Nel caso in cui l’entità sia costituita da una risorsa di produzione (macchine, impianti, …), il costo di mancata erogazione del servizio è rappresentato dal valore della mancata produzione rispetto alla capacità produttiva CP massima di targa realizzabile dall’impianto di produzione (misurata, ad es. in pezzi/anno per un impianto manifatturiero o in t/anno per un impianto di processo). La mancata produzione è calcolata a partire dalla disponibilità operativa Ao dell’impianto, secondo la seguente modalità:

Mancata Produzione: Mp= (1-Ao)*CP dove CP= Tu*PPn CMp= Mancato Margine di Contribuzione = (p-cv)*(1-Ao)*CP Dove:

p= prezzo di vendita del prodotto ([euro/pezzo]; [euro/t]).

Cv= costo variabile unitario di produzione ([euro/pezzo]; [euro/t]). Ao= Disponibilità operativa dell’impianto.

CP= Capacita produttiva nominale dell’impianto ([pezzi/anno]; [t/anno]). Tu= Tempo di utilizzo richiesto dell’impianto ([ore/anno]).

PPn= Potenzialità produttiva nominale dell’impianto ([pezzi/ora]; [t/ora]). I costi variabili Cv comprendono tutti i costi evitati nel caso di mancata erogazione del servizio (fermo marcia) dell’impianto (es. il costo dell’energia necessaria per il funzionamento dell’impianto, che non viene spesa nel caso di fermo).

 Impianto servizio.

Nel caso in cui l’entità sia costituita da un impianto di servizio, il costo di mancata erogazione di servizio è speso riconducibile al costo di penale per l’indisponibilità del servizio. Il costo di penale e calcolato a partire dalla disponibilità operativa obbiettivo (contrattuale) Ac dell’impianto e la disponibilità operativa conseguita Ao.

Mancato esercizio Mc= (Ac-Ao)*CS dove CS= Tu*Psn) CMc= Penale per mancato esercizio = Pc* (Ac-Ao)*Cs Dove:

Pc= Costo unitario della penale per il disservizio da mancato servizio ([euro/unità di misura del servizio erogato]).

CS= Capacita d Servizio nominale dell’impianto ([unità di misura del servizio erogato/anno]).

PSn= Potenzialità Nominale di servizio nominale dell’impianto ([unità di misura del servizio erogato/h]).

Tu= Tempo di utilizzo richiesto del servizio ([h/anno).

Un altro tipo di formulazione, strutturalmente analoga, prevede che il costo di penale sia proporzionale al tempo di utilizzo programmato Tu per l’erogazione del servizio.

Penale per mancato esercizio = Pc* (Ac-Ao)*Tu.

b) Costi di mancato utilizzo della manodopera. È un costo indotto dal fermo di marcia dell’impianto (di produzione o di servizio), nel caso in cui la manodopera non possa essere impiegata in altre attività e quindi risulti inutilizzata per tutto il periodo di indisponibilità dell’impianto. Il valore del mancato impiego della manodopera è calcolabile a partire dalla disponibilità operativa Ao dell’impianto.

Costo di mancato utilizzo= Cmdo* Nmdo * (1-Ao)*Tu Dove:

Nmdo= Numero di addetti impiegati nell’esercizio dell’impianto Cmdo= Costo orario per addetto ([euro/(h*persona)])

Ao= Disponibilità operativa.

 Costi di mancata qualità. Per il calcolo dei costi indotti di mancata qualità, il driver più appropriato è costituito da un indicatore della qualità della produzione o del servizio. Valorizzando quindi economicamente ciascun punto percentuale in perdita dell’indicatore rispetto ad un valore convenzionalmente fisso come livello normale di riferimento.

Costo di mancata qualità= Cqua* (Qr-Qo) Dove:

Cqua= Costo del punto percentuale di mancata qualità (euro). Qr= Livello di qualità di riferimento (%).

Qo= Livello di qualità operativo conseguito (%).

 Costi di inefficienza dell’esercizio. Per il calcolo dei costi indotti di inefficienza dell’esercizio, il driver più appropriato è costituito da un indicatore dell’efficienza della produzione o del servizio. Anche in questo caso, valorizzando economicamente ciascun punto percentuale di perdita dell’indicatore rispetto ad un valore convenzionalmente fissato come livello normale di riferimento è possibile calcolare come segue il relativo costo indotto:

Csto di inefficienza dell’esercizio= Cineff* (Ir-Io) Dove:

Cineff = Costo del punto percentuale di inefficienza dell’esercizio (euro). Ir=Livello di inefficienza di riferimento (%).

Io= Livello di inefficienza operativo conseguito (%).

 Costi di mancata sicurezza. Per il calcolo dei costi indotti di mancata sicurezza, il driver più appropriato per il calcolo è costituito dal numero di eventi di guasto a cui si può associare un danno, poiché la maggior parte di condizioni di mancata sicurezza (immagine, risarcimenti, costi legali, costi di analisi dell’incidente, ecc.) si registra a seguito dell’evento di guasto.

Danno d’immagine

Il danno d’immagine dopo un incidente è possibile calcolarlo a partire dell’analisi su tutti gli stakeholders dell’azienda (azionisti, investitori, clienti e fornitori, manager, impiegati, ecc…). Con il termine stakeholder (o portatore di interesse) si indica genericamente un soggetto (o un gruppo di soggetti) influente nei confronti di un'iniziativa economica, che sia un'azienda o un progetto, il cui interesse è negativamente o positivamente influenzato dal risultato dell’esecuzione, o dall’andamento, dell’iniziativa e la cui azione o reazione a sua volta influenza le fasi o il completamento di un progetto o il destino di un’organizzazione.

Come risultati negativi esterni ci sono: la riduzione del numero di clienti, la riduzione delle vendite pei i singoli clienti, la riduzione delle vendite globali; come risultati negativi interni ci sono: il licenziamento di impiegati o manager che considerano che lavorare in quel impianto non è sicuro ed è molto rischioso; se l’azienda è quotata come s.p.a. si vedrà la riduzione degli azionisti e investitori.

Valutare le conseguenze di danno di immagine di un’esplosione richiede di fare delle analisi sui principali stakeholders. Quest’analisi principalmente valuterà la loro sensibilità nel tema, cioè quanto considerano importante l’accadimento di un evento del genere, in modo da capire in quale misura questo danneggi la loro immagine come fornitori individuali nei confronti dell’azienda.

Il posizionamento è il modo in cui un prodotto trova collocazione nella mente del potenziale consumatore. È considerato come il processo per creare un'immagine nella mente del target. Questa immagine viene creata per far sì che un potenziale cliente possa associare dei valori a un prodotto, un brand, un'organizzazione e differenziare i vantaggi offerti da altri prodotti della stessa categoria.

Il danno d’immagine è strettamente legato al posizionamento sul mercato dell’azienda o del prodotto. Se si tratta di un azienda che ha il monopolio di produzione di un prodotto o fornisce un prodotto a livello internazionale come le grande imprese multinazionali, il danno immagine sarà di dimensione internazionale, mentre se si tratta di un’azienda che offre un prodotto molto diversificato o che solo si trova in una località, il danno d’immagine sarà locale.

7.4. Conseguenze sull’ambiente esterno