Nel corso della ricerca, dai sopralluoghi sul campo, è stato possibile ricostruire un contesto piuttosto fedele che rappresentasse la distribuzione e la presenza di luoghi di culto e assistenza lungo gli itinerari considerati nell’intervallo scelto. Si sono censiti circa 440 edifici attraverso le fonti scritte e i resti archeologici e le presenze ancora oggi visibili e non censite. L’indagine di questi edifici è stata necessaria non solamente al fine di ricostruire il contesto più verosimile possibile all’interno del quale si collocano gli edifici contenenti graffiti, analizzati più nel dettaglio, ma anche, e soprattutto, al fine di percepire quale sia stata l’incidenza dello scorrere del tempo sugli edifici di culto che fanno da contesto a questa ricerca. I dati raccolti sono i seguenti:
G1: Situazione delle chiese lungo le aree di strada
Il grafico evidenzia la distribuzione delle costruzioni e la loro cronologia. Il primo dato che emerge è il maggior numero di edifici di culto presenti lungo la Francigena rispetto alle altre vie. Per ogni percorso, inoltre, è possibile osservare una differente proporzione tra edifici che conservano la struttura ante XIV secolo, quelli scomparsi e quelli di antica fondazione restaurati e ricostruiti post XIV secolo. Generalmente è possibile osservare come la maggior parte degli edifici di fondazione medievale abbiano subito modifiche nel corso dei secoli seguenti mentre solo un numero, piuttosto ridotto, è scomparso. La via che presenta la più grande differenza tra edifici conservati in originale e edifici ricostruiti è nuovamente la via Francigena. La ragione non è ben chiara ma una delle spiegazioni potrebbe essere individuata nella persistenza di questa come via di comunicazione e pellegrinaggio anche nel corso dei secoli successivi, quando si afferma la realtà dei santuari che dà un nuovo impulso a pellegrinaggi e alla religiosità di epoca moderna540. Questo fattore ha sicuramente contribuito al recupero di strutture esistenti a fianco delle quali ne sono sorte di nuove. Il vantaggio della
Francigena è, forse, stato quello di essere comunque la via più attrezzata di comunicazione e commercio tra l’Italia, l’Oltralpe ispano-francese e l’area nordica (gran Bretagna e Fiandre). Le altre vie non hanno mai, in quest’epoca, conosciuto commerci così attivi e a lungo raggio541 che nel caso della Francigena hanno certamente contribuito a tenere attiva la via nonostante il flusso non costante di pellegrini nei diversi secoli542. Altre vie, quali il Brennero, la Claudia Augusta e la Romea rimangono vie attive, ma solo a partire dalla fine del Medioevo acquistano un un’importanza quali vie di pellegrinaggio grazie al fiorire dei santuari, in primis quello di Loreto, lungo la Romea. I santuari attireranno un gran numero di fedeli, soprattutto dalle regioni e dalle aree circostanti.
Dalla ricognizione si sono raccolte informazioni anche sulla situazione delle strutture di accoglienza.
G2: Situazione delle strutture di accoglienza e assistenza lungo le aree di strada
Gli edifici qui considerati comprendono solamente le fondazioni già esistenti prima del 1300, conservate, modificate o scomparse nei secoli successivi. Ai fini della ricerca, infatti, non risultava utile inserire fondazioni nate oltre l’intervallo cronologico considerato.
Dal grafico spicca, anche in questo caso, il primato della Francigena riguardo al numero di fondazioni complessive, delle quali la quasi totalità risulta oggi scomparsa. Confrontando la consistenza numerica delle strutture ricettive della Francigena con le altre vie il rapporto appare sproporzionato e meglio evidenzia il primato che questa via aveva nel corso del Medioevo. Giuseppe Sergi543 ha ricostruito tutti gli interessi commerciali, politici e religiosi che si sono intrecciati soprattutto lungo il tratto più settentrionale della via. È proprio la mancanza di questo intreccio di interessi e di attori,
541 Per la Francigena sono noti gli studi di Sergi (Sergi 1981, Sergi 1994),per la via Romea si nota la netta
diminuzione dei commerci in epoca medievale rispetto all’antichità dovuta a diversi fattori, non da ultimo la preferenza per le vie d’acqua (si rimanda a II.6 La via Romea) per la via del Brennero e la Claudia Augusta sembra prevalere l’interesse politico militare legato al mantenimento dei tracciati piuttosto che quello commerciale (Brogiolo 2003, p. 17; Colecchia 2004, p. 117)
542
Birch 1998, pp. 4 e segg
presenti invece in gran numero lungo i territori della Francigena, che hanno creato questa vistosa differenza tra i cinque tracciati qui presi in considerazione. Le fondazioni assistenziali religiose, infatti, possono costituire un buon indice per comprendere la ricchezza e il prestigio che un ente ne poteva derivare. Si pensi, ad esempio, alle fondazioni degli antoniniani di Vienne544, dei cavalieri templari e gerosolimitani545, della stessa abbazia di Leno, di Matilde di Canossa546, tutte situate lungo la Francigena, con una distribuzione che spesso rispecchia gli interessi politico territoriali degli stessi lungo diversi tratti del percorso.
Come a quest’intreccio di interessi e figure politiche con interessi territoriali è da ricondurre la nascita e la fioritura di queste strutture, allo stesso modo a queste figure è imputabile anche la seguente scomparsa. Col mutare della situazione politica, degli attori e degli interessi territoriali nel passaggio all’epoca moderna queste fondazioni sono private dei loro principali sostenitori e solamente in limitati casi sopravvivono, per poi confluire nelle fondazioni ospedaliere moderne. Nella ricostruzione del contesto generale è stato possibile anche raccogliere dati sulla presenza-distribuzione e cronologia dei graffiti lungo gli itinerari considerati.
Si sono raccolti dati che attestano la presenza non solamente di testimonianze che rientrino nell’intervallo cronologico scelto, ma si sono segnalati, altresì, siti che conservano graffiti che fuoriescono da quest’intervallo, nel tentativo di osservare l’andamento del fenomeno anche nei secoli successivi e registrarne l’incidenza lungo gli stessi percorsi.
Di seguito sono rappresentati i dati raccolti:
G3: Presenza di edifici con graffiti ante e post 1300 lungo le aree di strada
544 Ruffino 1962, pp. 1087-1105
545 Casiraghi 1996, pp. 125-145; Pazè 1996, pp. 179-121
546
In due vie, la Francigena e la Via del lago di Como, le testimonianze databili entro il 1300 prevalgono sul rimanente materiale. Nelle altre vie, invece, la situazione si presenta all’opposto.
Confrontando questi dati con i grafici precedenti si possono proporre alcune riflessioni. Lungo la Francigena su un totale di 40 edifici conservati nella veste originale, ante XIV secolo, ben 17 conservano graffiti, lungo la via del lago di Como ben 5 edifici su 6 li conservano, mentre il rapporto per le altre vie è nettamente più basso: 2 edifici su 9 della Claudia Augusta, 2 su 13 della via del Brennero e solamente 1 su 23 della via Romea. Sicuramente questo dato deve tener conto degli interventi di restauro o ricostruzione degli edifici che in molti casi possono aver cancellato la presenza di graffiti. Se si confronta la distribuzione dei graffiti ante 1300 con quelli collocabili a partire dal XIV secolo è possibile osservare che su un totale di 32 chiese che conservano graffiti databili a partire dal XIV secolo547 15 edifici sono anteriori al XIV secolo mentre gli altri 17 sono stati ricostruiti o rimaneggiati in epoca successiva. Questo dato fornisce un ulteriore elemento che mostra come effettivamente la diffusione dei graffiti aumenti con l’aumentare dell’alfabetizzazione e l’avvento dell’età moderna.
Alla luce di queste osservazioni i dati riguardanti la via Francigena e la via del Lago di Como assumono un valore differente. Se, infatti, generalmente come si è osservato, i graffiti tendono ad aumentare nel corso degli anni finali del Medioevo per poi diffondersi in maniera più massiccia nell’età moderna, queste due vie vanno in controtendenza. Si sono, infatti registrati, nei due percorsi un maggior numero di edifici con graffiti databili entro il 1300. Questo dato non pare giustificato esclusivamente dal minor numero di interventi subiti dagli edifici in questi due percorsi, ma pare legato, piuttosto, al maggior flusso di viaggiatori che percorrevano queste due direttrici e alla presenza, soprattutto per la Francigena, di luoghi di culto di rilievo, quali la Chiusa di San Michele, Chiaravalle della Colomba, Sant’Andrea di Vercelli e altri, oltre alla presenza di importanti centri commerciali che, sicuramente, contribuivano alla presenza dei mercanti lungo queste vie. questi elementi sembrano assenti o poco sviluppati lungo gli altri percorsi. La via del Brennero e la Claudia Augusta non sembrano essere particolarmente attive dal punto di vista commerciale, almeno se confrontate con la Francigena. I commerci e gli spostamenti paiono essere più a scala locale che non di lungo raggio. Questo potrebbe spiegare l’assenza di un alto numero di graffiti, in generale, e la concentrazione, allo stesso tempo, in un sito quale quello di Castel Tirolo dove vi era un notevole passaggio attorno alla dimora dei conti. Un altro sito con un’alta concentrazione di graffiti di epoca moderna, lungo il tratto medio della Claudia Augusta, quello che da Bolzano scende verso Trento, è la chiesa di San Giacomo a Castelaz548. Già la titolazione dell’edificio appare inconsueta, ed è stata attribuita da molti all’evergetismo di un locale recatosi in pellegrinaggio a Santiago de Compostela che ha voluto, in questo modo, rendere omaggio all’apostolo e ricordare la sua impresa. La chiesa, infatti, non è situata lungo una delle vie che attraversavano l’Italia settentrionale per raggiungere la direttrice nel sud della Francia che conduceva alla città
547 Su 32 chiese che presentano graffiti post 1300 ve ne sono 3 che conservano anche graffiti precedenti. 548 L’edificio è descritto in II.4 La via Claudia Augusta
iacobea. Qui, inoltre, si concentrano, a partire dal XIV-XV secolo, a seguito dell’aggiunta della navata destra, una serie di graffiti attestanti il passaggio di devoti- pellegrini549. Se considerato nel suo complesso, l’insieme dei graffiti pare rappresentare più un’immagine della realtà locale piuttosto che la testimonianza di spostamenti a lungo raggio lungo quella direttrice, elemento, invece, riscontrabile per Castel Tirolo, tenuto conto della profonda diversità che intercorre tra i due contesti. Per quanto riguarda, invece, la via Romea, si nota come i centri più attivi dal punto di vista commerciale siano concentrati lungo la costa e siano collegati tra loro principalmente via mare o attraverso le vie d’acqua, soprattutto nella pianura550. In quest’area gli spostamenti via terra dovevano risultare più complessi a causa delle condizioni del territorio. Nelle città costiere interessate dai commerci è frequente ritrovare testimonianze graffite negli edifici di culto. Lungo la Romea i siti che hanno restituito il maggior numero di graffiti sono la basilica di Aquileia, Santa Maria Assunta di Torcello, San Marco a Venezia, l’abbazia di Pomposa. In tutti questi edifici i graffiti sono attestati con certezza non prima del XIII secolo, con un netto aumento nel corso dei secoli XV e XVI. Questo aumento può essere posto in relazione con la nascita del santuario mariano di Loreto e con il miglioramento delle vie di comunicazione terrestri in epoca moderna. Nel caso di Venezia, però, incide forse più l’affermazione commerciale della città nel Mediterraneo come attestano i graffiti presenti all’interno e all’esterno della basilica marciana, in diverse lingue551.
Dall’elaborazione di questi dati di contesto si possono ricavare due considerazioni: per il periodo considerato i graffiti si concentrano, soprattutto, lungo la via Francigena, con alcuni casi significativi anche lungo la direttrice del lago di Como-Milano e questo pare legato alla fervente attività economica che si sviluppa lungo questa direttrice e agli interessi politico territoriali dei poteri gravitanti attorno a quei territori. La seconda osservazione riguarda più da vicino il fenomeno dei graffiti. Come emerge dai dati raccolti la diversa distribuzione e concentrazione di queste testimonianze lungo le cinque direttrici indagate non è imputabile al rimaneggiamento, distruzione o restauro subito dagli edifici di culto. Queste attività possono aver cancellato la presenza di queste testimonianze non incidendo, però, in maniera significativa sul risultato finale. Il maggior numero, infatti, di chiese di antica fondazione restaurate o ricostruite a partire dal XIV secolo si trovano lungo la Francigena, itinerario che conserva, allo stesso tempo, il maggior numero di graffiti, mentre la via Romea, che, in proporzione ha una minor differenza tra edifici di antica fondazione integri e restaurati o ricostruiti, conserva un numero esiguo di testimonianze, almeno per i secoli considerati. La presenza di graffiti, dunque, dipende dalla maggior frequentazione religiosa, culturale e culturale delle vie e non dalle modifiche subite dagli edifici a partire dal XIV secolo.
549
La maggior parte dei graffiti è di tipo commemorativo, con il nome e la data della visita, ed è posta al di sotto delle scene raffiguranti la vita del santo. I nomi, principalmente germanici, confermerebbero una frequentazione locale o regionale del sito che si estende più probabilmente verso le aree d’oltralpe.
550 per i collegamenti via acqua si vedano gli itinerari tracciati in II.6 La via Romea 551Zorzi2007, pp. 50-58
I graffiti individuati appartengono sia alla popolazione locale che a viaggiatori di passaggio, rispecchiando quella devozione, già individuata da Sergi, “a lungo e breve raggio” che gravita attorno ai luoghi di culto a partire dall’Alto Medioevo552. Pare, dunque, che lo scambio di idee e il contatto culturale e sociale che si verificava lungo queste vie possa aver favorito la diffusione di questo fenomeno che spesso è frutto di emulazione.
In ultima analisi, dunque, il fenomeno dei graffiti legati agli edifici di culto appare più diffuso lungo vie attive dal punto di vista commerciale e culturale e pare, altresì, incentivato dall’incontro di locali e viaggiatori che depositano e scambiano la loro esperienza visiva sulle pareti degli edifici di culto.
552 Sergi 2000, pp. 3-12