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Considerazioni sulla sequenza strutturale di Porta Appia ricostruita da Richmond

Osservazioni sulle tecniche di esecuzione 2.1 Introduzione

Capitolo 3 Porta Appia

3.3. Considerazioni sulla sequenza strutturale di Porta Appia ricostruita da Richmond

Richmond attribuì a Massenzio il secondo periodo costruttivo delle Mura, con la loro grande sopraelevazione, e allo stesso imperatore riferì la contestuale fondazione delle torri a fronte circolare di Porta Appia. Inserì invece in epoca onoriana il terzo periodo, durante il quale il circuito ricevette qualche restauro e la monumentalizzazione di alcune porte (tra cui l'Appia) con paramenti lapidei, in marmo o in travertino. Nella sua periodizzazione quindi le basi delle torri circolari di Porta Appia sarebbero state inglobate nei bastioni quadrangolari all’epoca di Arcadio e Onorio, e tale ricostruzione viene argomentata anche in riferimento alle fonti letterarie ed epigrafiche e all’analisi storico-artistica. Nel 1944 però Colini riconobbe in Onorio, e non in Massenzio, l’artefice della grande soprelevazione delle mura317,. Ciò comporta una necessaria correzione nella cronologia della porta, implicando, a fronte dell'accertata contemporaneità tra l’innalzamento del circuito e la costruzione delle torri cilindriche, un meccanico slittamento della concatenata cronologia relativa. Se infatti si assegna ad Onorio la sopraelevazione delle mura, e

313 RICHMOND 1930, p. 264. 314 RICHMOND 1930, p. 142. 315 RICHMOND 1930, p. 133. 316 RICHMOND 1930, p. 264.

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quindi la realizzazione delle torri a fronte circolare, allora la monumentalizzazione della porta e la costruzione dei bastioni quadrangolari vanno conseguentemente riferiti a un momento successivo318. Si tratta però di una soluzione che sembra scontrarsi con alcune contraddizioni tecniche e con una contestualizzazione storica non facile da sostenere, soprattutto considerando che un’analisi più approfondita delle strutture murarie suggerisce valutazioni meno drastiche nell’individuazione delle periodizzazioni.

I motivi che hanno indotto Richmond a ritenere che le fasi costruttive delle torri circolari e dei bastioni quadrangolari corrispondessero a due periodi distinti e distanti tra loro sono essenzialmente due. Il primo riguarda il fatto che delle nove finestre o feritoie costruite in fase con la muratura della prima sala della torre est, nessuna, secondo lui, prevedeva un affaccio all’esterno della cortina laterizia del bastione quadrangolare e che quando quest'ultimo fu realizzato, di fatto, si trovò a chiuderle o a doverle adattare319. Di conseguenza Richmond afferma che queste finestre non avevano nulla a che fare con la pianta quadrangolare e appartenevano alla torre cilindrica costruita, come si è visto, in un momento intermedio tra l’originaria torre

semicircolare di Aureliano e l’attuale struttura quadrangolare che sembra avvolgerla. In effetti le 7 feritoie del primo piano, i cui architravi sono composti, nello spessore della muratura, da più lastre di travertino giustapposte (figura 3.4), sono ancora più o meno visibili lungo i tre lati esterni del bastione320. Due di esse, si riconoscono anche in una foto dell’Istituto Luce scattata probabilmente tra il 1870 e il 1911321. Essa inquadra la parete est della torre orientale, sulla quale

318 Già precedentemente (D’IPPOLITO 2004, pp. 9-10) è stata rilevata la difficoltà, tenendo conto delle interpretazioni

di Colini, di correlare i dati stratigrafici di Richmond con la datazione dei bastioni quadrangolari all’epoca di Onorio.

319RICHMOND 1930. A pagina 125 Richmond, oltre a specificare nella nota 1 che di queste 9 finestre almeno 3, se

non 7, erano feritoie, afferma che 3 di esse furono adattate per raggiungere la nuova facciata del bastione quadrangolare. A p. 131 però, sembra indicare che solo le finestre del II piano furono riadattate, mentre al I piano la muratura del bastione «masked all the windows of the round-fronted tower». In realtà tutte e sette le feritoie del I piano hanno uno sbocco esterno.

320 La più occidentale di quelle sulla fronte sud è riconoscibile solo dal travertino dell'architrave.

321 La foto L00007859 figura nel catalogo senza data. La forchetta cronologica indicata è desunta dalle informazioni

contenute nella stessa immagine, perché nella torre si riscontrano i segni dei cannoneggiamenti del 1870 e perché non risultano ancora compiuti i lavori per il cerchiaggio della torre circolare che saranno eseguiti nel 1911. Una foto di Ashby (pubblicata in MARCELLI 2003, p. 42) che riproduce la stessa inquadratura con un analogo stato dei luoghi

viene datata a dopo il 1904.

Figura 3.4 Riproduzione del sistema costruttivo di una feritoia del primo piano della torre orientale. Disegno D’Ippolito.

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si individua perfettamente (figura 3.5) la presenza dei due blocchi di travertino a coronare le feritoie tamponate. L’avanzata perdita di materiale della cortina limitrofa causata del degrado sottolinea con maggiore evidenza il profilo dei mattoni posti ortogonalmente. Ad essere obliterate per sempre furono invece le due finestre (in questo caso finestre vere e proprie) che vennero a trovarsi in corrispondenza degli spigoli del lato sud del bastione.

La seconda ragione per cui Richmond ritiene le torri a fronte circolare precedenti alle strutture quadrangolari sta nel fatto che la cortina laterizia della galleria della porta (che Richmond sembra mettere in fase con il sottostante paramento marmoreo, a sua volta identico a quello dei bastioni322) si appoggia alla muratura della torre a U323.

Si è posta tanta attenzione sui passaggi che hanno fatto emergere la successione di fasi proposta da Richmond perché è proprio partendo da una loro diversa interpretazione che, pur concordando quasi interamente sulla progressione della sequenza relativa, si è spesso giunti a conclusioni molto differenti circa la periodizzazione e la datazione assoluta delle fasi costruttive di Porta Appia. In altri termini, che strutturalmente si sia avuta prima la costruzione della torre a fronte circolare e successivamente l’addossamento della struttura laterizia che ne oblitera due finestre, è cosa innegabile e riscontrabile con estrema facilità. Oltre alle considerazioni già espresse da Richmond, una ulteriore conferma è offerta da una fotografia (figura 3.6) della torre

322 Sebbene la cortina centrale e i bastioni alle basi delle torri siano costituiti da blocchi di marmo di riuso, un pezzo

speciale della cornice che li corona in sommità (all’angolo tra la cortina e il bastione occidentale) raccordandone un dislivello formale dimostra secondo Richmond che tale partitura è stata appositamente lavorata, ma soprattutto che i due paramenti sono contemporanei (RICHMOND 1930, p. 131).

323RICHMOND 1930, p. 125. Si fa presente però che all'epoca in cui Richmond osservò la cortina laterizia della porta,

essa aveva già subito la radicale risistemazione riferibile a Pio IX.

Figura 3.5 Porta Appia, torre orientale, bastione quadrangolare, lato est, primo piano

(particolare della foto in figura 3.12). La foto evidenzia la presenza di feritoie sormontate da architravi lapidei. Foto Istituto Luce L00007859 (1870-1911).

98 orientale conservata nell’archivio della Sovrintendenza Capitolina324. Essa inquadra una stretta apertura nel muro del lato sud del bastione quadrangolare, appena sopra la cornice di coronamento del paramento lapideo, dalla quale è ben visibile una muratura laterizia perfettamente conclusa, che non può essere stata eretta che in un momento precedente alla costruzione del bastione laterizio. Il modulo di tale muratura, per di più, è confrontabile con quello della torre circolare interna, e la posa in opera dei laterizi potrebbe essere addirittura più serrata e regolare325.

Lungo il lato est del bastione orientale anche la fila verticale di buche pontaie più prossima al lato sud sembra indicare l’addossamento a una struttura circolare: il loro fondo infatti risulta obliquo, con una pendenza che aumenta da nord verso sud326. Ciò che rimane in effetti non verificabile è l'ampiezza del lasso

di tempo intercorso tra la costruzione della torre circolare e quella della struttura laterizia che le si addossa. Ma un’altra domanda diventa a questo punto fondamentale: come è possibile che gli architravi in lastre di travertino delle feritoie, che dall’interno appaiono certamente in fase con la costruzione della torre circolare, siano visibili anche all’esterno?

Abbiamo visto che secondo Richmond la costruzione delle torri risalirebbe all'epoca di Massenzio, mentre i bastioni sarebbero onoriani. Anche Lucos Cozza, che dopo Richmond può considerarsi il massimo esperto delle Mura Aureliane, ritiene i bastioni certamente onoriani. Egli termina un suo noto saggio sulle mura scrivendo: «Le porte Flaminia ed Appia furono foderate di splendente marmo bianco e destano ancora oggi la nostra ammirazione. Le nuove mura erano pronte per il trionfale ingresso di Onorio nel 404 (…)»327. Pochi anni più tardi egli afferma che le due fasi corrispondenti alla costruzione delle torri circolari e dei bastioni quadrangolari, attribuite da Richmond a due distinti periodi, vanno unificate in un solo periodo, quello di Onorio328. A collocare il rifacimento della porta e i bastioni marmorei in epoca onoriana è anche Coates-

324Queste foto sono state scattate dalla dottoressa Ceccherelli nell’ambito dei lavori di restauro della porta per il

Giubileo del 2000.

325 Il tratto a vista è davvero esiguo e quindi la valutazione sul tipo di tessitura non è del tutto attendibile. 326 E' stato possibile rilevare tale caratteristica nel corso dei lavori di restauro eseguiti per il Giubileo del 2000. 327 Cfr. COZZA 1987, pp. 46-49.

328 COZZA 1990, p 171.

Figura 3.6 Porta Appia, torre orientale, bastione quadrangolare, lato sud, estremità ovest, primo piano. Foto SBCAF MSe 15124 scattata durante i lavori per il Giubileo del 2000.

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Stephens, che in un recente lavoro scrive: «It is above all at the gates where we see the

monument almost entirely in its early 5th –century guise. The round Aurelianic towers were sheathed in new, square facings of marble and travertine and doubled in height[ …]»329. Di

contro Dey concorda sull'attribuzione delle torri circolari ad Onorio, ma, in conseguenza della posteriorità dei bastioni, propone per essi (e per la versione marmorea della porta), in via ipotetica, una datazione all'epoca di Narsete, e quindi circa 150 anni dopo l'erezione delle torri330.

Ricapitolando, l'ipotesi di Richmond mette in relazione la costruzione delle torri cilindriche e l'imponente rialzamento del circuito murario con l'opera di Massenzio, e contrasta quindi con l'ormai accertata attribuzione di tale rialzamento ad Onorio. La proposta di Cozza, potrebbe essere plausibile se si ipotizzasse una doppia fase nel periodo onoriano, con la costruzione della torre a fronte circolare e, successivamente, l'addossamento della struttura quadrangolare che ne oblitera due finestre. Il cambio di struttura alla base della torre potrebbe essere imputabile, per esempio, ad un ripensamento in corso d'opera o a un intervento strutturale resosi necessario per motivi statici già pochi anni dopo la costruzione della torre331, ma ciò non spiegherebbe comunque la presenza dei travertini delle feritoie interne sul nuovo paramento, a mano che non si immagini che, nel prolungare le aperture nella cortina aggiunta, si sia avuta l’accortezza di reperire e mettere in opera anche dei nuovi blocchi lapidei conformi ai precedenti. Dey invece definisce una sorta di locus communis332 l’assegnazione dei bastioni e della cortina della porta a Onorio. Egli ritiene che tale ipotesi sia sostenuta seguendo la posizione di Richmond senza il necessario adeguamento di cronologia assoluta suggerito dalle nuove interpretazioni introdotte da Colini. Nel criticare tali interpretazioni, Dey inizia le sue osservazioni tecniche sulla porta proprio dal punto del primo piano della torre orientale in cui egli ritiene, condividendo Richmond, che sia manifesto che l’addossamento del bastione quadrangolare in laterizi occulti le finestre interne (vedi figura 3.7)333. Tali finestre secondo Dey sono indiscutibilmente riferibili ad Onorio, in quanto la muratura a cui sono legate e la loro stessa tipologia sono conformi ai caratteri delle strutture della generale sopraelevazione del circuito. Tra i dati costruttivi che egli richiama ci sono in primo luogo il modulo, ben superiore a

329 COATES-STEPHENS 2012, p. 86.

330RICHMOND 1930, pp. 140-141 e 251-262;COZZA 1990, p. 171; DEY 2011, p. 293. 331 Cfr. D'IPPOLITO 2004, pp. 9-10.

332 Cfr. DEY 2011, pp. 52-53 e n. 80. A questo proposito Dey cita il testo CECCHERELLI - D’IPPOLITO 2006

ritenendolo basato sull’assunzione non esaminata criticamente che i bastioni quadrati siano di Onorio di contro a quanto asserito precedentemente dalla stessa Ceccherelli (cfr. CAMBEDDA - CECCHERELLI 1990, pp. 47-48), che riconosceva una fase intermedia onoriana con le inevitabili implicazioni per la cronologia relativa delle ulteriori aggiunte.

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30 cm, e poi l’imposta degli archi delle finestre lievemente arretrata rispetto ai piedritti; egli precisa che entrambe queste caratteristiche sono in generale comuni alle murature del V secolo, e in particolare a quelle onoriane del circuito334, in accordo con gli studi di Heres335 (cfr. anche il paragrafo 2.4 e l’allegato 2, scheda tipologica n. 2). Con la stessa logica stringente suggerita da Richmond336, anche Dey giunge allora alla determinazione che se la struttura quadrangolare si addossa alla torre circolare deve certamente risalire a un periodo posteriore a quello di Onorio.

La ricostruzione di Dey, non presenta, in effetti, problematiche di successione stratigrafica. Esiste tuttavia un'altra ipotesi, presentata in questa sede, da tenere in considerazione, anche perché, ad un attento esame delle murature, la cortina laterizia della struttura squadrata che si addossa alla torre est, laddove conservata nel suo aspetto originario, presenta caratteristiche molto simili a quelle delle cortine onoriane. Tale proposta, come si vedrà a breve, spiegherebbe anche il motivo per cui i travertini delle feritoie interne si ritrovano all’esterno dei lati rettilinei della torre.

Le torri di Aureliano, come già riconosciuto, furono rimpiazzate dalle nuove torri a fronte circolare contestualmente all'innalzamento delle mura voluto da Onorio. Sembra ben adattarsi a questi consistenti lavori anche la trasformazione della porta, con la creazione di un grande fornice unico centrale in marmo al posto dei due fornici in travertino precedenti. Del resto anche le iscrizioni di Porta Portuense, Porta Labicana e Porta Tiburtina confermano l'attenzione che questo imperatore rivolse alla monumentalizzazione delle porte337. Le nuove torri, costituite da un cilindro affiancato a nord da un corpo scale a pianta rettangolare, all’esterno rispecchiavano questa conformazione solo a partire dal terzo piano, mentre i primi due piani avevano una pianta

334 Cfr. DEY 2011, pp. 52-53 e n.81. 335 Cfr. HERES 1982, p. 104.

336RICHMOND 1930, p. 125: «Evidently, then, these windows have nothing to do with the quadrangular plan (...)». 337Cozza afferma addirittura che «l'analisi dei restauri mostra che anche le altre porte, oltre a quelle con iscrizione,

furono restaurate in questo periodo», datando quindi senza dubbi ad Onorio i rivestimenti marmorei di Porta Appia (COZZA 1955, cap. I, p. 9).

Figura 3.7 Porta Appia, torre orientale, primo piano, camera circolare, da nord. La foto inquadra sei delle nove finestre originarie verso sud-est. Foto da Google maps.

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Figura 3.8 Ricostruzione della sequenza strutturale delle torri di Porta Appia.. L’immagine a sinistra rappresenta il primo periodo di Aureliano, quella al centro il II periodo, fase 1 (Onorio) e quella a destra il II periodo, fase 2 (Valentiniano III). Elaborazione D’Ippolito.

a U (vedi figura 3.8). Sembra possibile ipotizzare che il piano terra delle torri sia stato realizzato fin dall’origine in forma quadrangolare e già corredato di rivestimento lapideo.Innegabilmente, il paramento marmoreo della porta si lega a quello dei cosiddetti bastioni che costituiscono la base delle torri circolari338, e si avrebbe quindi un periodo onoriano che comprenderebbe la realizzazione delle nuove torri con base marmorea, l’innalzamento delle mura e la monumentalizzazione della porta. Inoltre l’ipotesi di una base già così conformata permette di non cadere nella contraddizione, già rilevata da Richmond, di ipotizzare l’aggiunta di un bastione di rinforzo alla torre asportando però parte della sua base per riuscire ad inserire i nuovi blocchi marmorei a filo con la precedente cortina.

Sembra che finora non sia stata considerata la possibilità che la parte superiore della base quadrangolare laterizia che si addossa al secondo piano della torre possa essere stata aggiunta alla struttura quadrangolare sottostante solo in un secondo momento. Come già ampiamente sottolineato, questa muratura laterizia ostruisce le due finestre del primo piano della torre (quelle che si troverebbero in corrispondenza degli angoli sud-ovest e sud-est), a cui pertanto deve

338 In realtà non si tratta di un vero bastione, perché la torre, esternamente conformata a U, presentava già 2 lati

rettilinei che la raccordavano alle mura. La costruzione del bastione laterizio è quindi limitata alla parte meridionale della torre che, tramite la realizzazione di due triangoli angolari, assume alla sua base una forma quadrangolare. Se invece anche il bastione lapideo fosse stato costruito quando la nuova torre era già conclusa, per applicare il rivestimento marmoreo a filo con la muratura dei piani superiori della torre, parte della cortina (e non solo) alla base dei lati della torre stessa avrebbe dovuto essere scalpellata via, a differenza di quanto proposto da Dey, che immagina una «solid mass of concrete poured into the interstices between the backs of the marble blocks and the

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essere posteriore, ma essa potrebbe essere posteriore anche alla base marmorea. E’ altresì necessario tenere presente che a quest’altezza le pareti esterne est e ovest della torre onoriana si presentavano già rettilinee, e quindi per creare la base quadrangolare sarebbe stato sufficiente rettificare il fronte sud. La nuova muratura quindi, dovrebbe essersi configurata più che come un bastione vero e proprio, come l’aggiunta di due “triangoli” di muratura innestati sulla semicirconferenza della torre. Secondo questa ricostruzione, Onorio avrebbe costruito le torri a fronte semicircolare con una base quadrangolare rivestita, così come la porta, in marmo, in accordo con quanto desumibile dalle fonti epigrafiche e letterarie, dalla sequenza stratigrafica e dai numerosi resti di murature onoriane individuabili nelle torri. L'esistenza di un basamento quadrangolare pieno presente già dall'inizio può inoltre ben spiegare quanto affermato da Richmond quando racconta di essere penetrato tramite un’apertura nell’angolo nord-ovest del bastione orientale in marmo col fine di esaminare il conglomerato esistente tra la torre semicircolare e il retro del rivestimento in marmo. Così Richmond scrive «[t]his was found to be

all of one build» – un dato che però interpreta come prova del fatto che il paramento circolare

della torre fosse stato distrutto per inserire i blocchi di marmo339. Sembra però più plausibile che egli non abbia trovato il paramento della torre circolare, e che gli sia sembrato tutto riferibile ad un’unica costruzione perché, in effetti, proprio di un'unica costruzione si trattava: base quadrangolare con paramento in marmo da cui svettava una torre semicircolare che, nei due piani inferiori, presentava due pareti laterali rettilinee che la raccordavano al circuito. In una fase successiva il lato sud delle torri fu rettificato addossandogli i due triangoli di muratura laterizia, ma le feritoie dei lati est e ovest rimasero in vita come quelle a sud, mentre le due finestre che si trovarono in corrispondenza degli angoli furono chiuse o, come nel caso della finestra sud-est del secondo piano della torre ovest, adattate per sfondare sulla parete laterale, così come indicato dalla pianta di Richmond340 e dai resti di finestra (EA 45) ancora visibili in questo punto.

E’ necessario a questo punto fare alcune considerazioni sul momento in cui alle torri fu aggiunta questa nuova struttura laterizia che ne alterò l’aspetto. Dopo la sua realizzazione, la torre est subì un importante crollo che interessò gran parte del fabbricato e che almeno lungo i lati sud ed est lasciò intatti solo il primo piano e il piano terra. Quando fu ricostruita le volte al suo interno non furono ripristinate per non gravare le pareti, ed esternamente si decise di rinforzare la struttura aggiungendo alla parete circolare i due speroni che la rendevano rettilinea, creando quindi quello che potremmo definire come pseudo-bastione. Per ovvie ragioni di

339 RICHMOND 1930, p. 128. 340 RICHMOND 1930, fig. 21.

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simmetria della porta, un’analoga struttura fu realizzata anche per la torre ovest. Poiché la muratura della ricostruzione della torre est e della “mascherina” addossata al lato circolare della torre ovest presenta caratteristiche inequivocabilmente onoriane, si può legittimamente supporre che essa fu realizzata a non molti anni di distanza dalla fondazione delle torri. Il terremoto del 443341 potrebbe quindi essere facilmente messo in relazione con il crollo della torre est e con i conseguenti lavori, che avrebbero quindi il loro committente in Valentiniano III, a circa 20 anni di distanza dalla morte di Onorio, quando certamente ancora perduravano la memoria e la pratica di precedenti consuetudini esecutive. Si tratta di due diverse fasi della storia costruttiva della porta, che per la loro vicinanza e per la comunanza di caratteristiche sono state qui considerate come afferenti a un unico periodo.