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Esterno del braccio ovest della controporta

Descrizione del paramento lapideo e delle strutture d’ingresso alla torre occidentale

5.3 Esterno del braccio ovest della controporta

La parete che oggi costituisce il fianco orientale del braccio ovest della controporta (cfr.

figure 5.8 e 5.12) mostra all‟esterno un evidente

addossamento alla cortina in travertino che ne sancisce la posteriorità rispetto ad essa, ma i chiari interventi di reintegrazione della muratura in laterizi potrebbero corrispondere ad un risarcimento superficiale, della sola cortina, così come potrebbero invece rappresentare una integrale ricostruzione. Il muro sul quale si apre il portone, che introduce a quel che rimane dell‟ambiente della controporta, si addossa al margine verticale ovest del travertino, residuo della facciata di Aureliano, per tutta la sua altezza di circa 7 metri, arrestandosi prima che questo venga coronato col marmo dei due ultimi filari e della cornice aggettante della fase successiva (figura 5.26).

Tutta la parte inferiore della muratura fino al culmine dell‟arco del portale è al 95% coperta di strati discontinui di malta, mentre la parte superiore mostra una muratura in mattoni molto eterogenea, e la cresta sommitale sembra più uniforme e riferibile ad un intervento di regolarizzazione recente. La parte dell‟estremità della muratura che prosegue verso nord sembra molto risarcita per concludersi con una interruzione accidentale regolarizzata in tempi recenti con la collocazione nel prospetto nord di una finestra ad arco delle stesse dimensioni del corridoio con volta a botte che occupa l‟interno464 (cfr. figura 5.12, finestra sulla parete Dz). A circa tre quarti dell‟altezza complessiva del muro si nota un filare particolare, con mattoni di spessore più alto alternati

464

Il paramento dell‟imbotte e degli stipiti di questa alta finestra mostra l‟avvicendarsi di diversi interventi.

Figura 5.26 Porta Appia, addossamento della parete

esterna del braccio occidentale della controporta alla parete nord della porta. Foto D‟Ippolito.

Figura 5.27 Porta Appia, estremità nord del braccio ovest della controporta. Foto D‟Ippolito. Cfr. anche figura 5.12, pareti esterne Dx e Dz.

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a blocchetti di tufo e peperino e tegoloni. Nella fascia centrale della parete si concentrano alcune buche quadrangolari di piccole dimensioni che per la loro distribuzione parziale e disordinata sembrano riferirsi, più che a buche pontaie in fase con la muratura, a sistemi provvisori di aggancio alla parete successivi alla sua costruzione. A parte isolati risarcimenti ben distinguibili, nell‟insieme si percepisce una ripetuta attività di manutenzione che con la ripresa dei giunti con malta anche debordante sui mattoni annulla l‟evidenza degli accostamenti eterogenei, mentre le patine biologiche e le incrostazioni di varia natura contribuiscono ad alterare le caratteristiche specifiche dei diversi brani murari.

A sinistra del portale in peperino, creato con blocchi di recente lavorazione (cfr. figure 5.8 e

5.12), è a vista uno strato di malta violacea e chiara che mostra attraverso alcune discontinuità

tratti sottostanti in malta e sporadiche tracce di frammenti di tufo, mentre più in alto, dopo la sua interruzione, si nota un primo tratto con blocchetti di tufo e peperino dalla forma di tufelli montati con regolarità e al di sopra mattoni di diversa misura. Anche sulla destra del portale campeggia una grande stesura eterogenea di malta violacea del tutto simile a quella incontrata a sinistra, che però qui si estende per un‟altezza lievemente maggiore, fino a lambire la quota della sommità dell‟arco per arrestarsi verso nord, in corrispondenza della struttura muraria informe che si sviluppa quasi ortogonalmente al braccio occidentale della controporta con andamento ovest-est (figura 5.27).

Una fotografia datata al 1920 (figura 5.28b) mostra, in uno scorcio della zona di non facile interpretazione, una lacuna nella cortina muraria proprio nell‟area che dalla destra del portone si estende verso nord, ma la visione risulta parziale a causa del sovrapporsi nell‟immagine dell‟aggettante muro di confine della proprietà Casali. Per quel che oggi è visibile si nota che questa area coperta da intonaco grossolano ha verso nord un margine curvilineo dettato dall‟emergere della suddetta struttura informe che, nonostante la regolarizzazione dei volumi impressa da risarcimenti in malta e l‟alterazione indotta dal degrado naturale, dà l‟impressione di essere un nucleo di calcestruzzo sagomato a posteriori per sottrazione di materiale (figura 5.27). All‟altezza dell‟estremità superiore di questa area con stesura di malta ad intonaco verso nord spicca l‟aggetto dal filo della parete di un elemento lapideo che espone una superficie irregolare, che si accosta ad una lastra in marmo sottostante di cui si vede solo il sottile fianco, e che si trova nelle vicinanze di un altro grosso frammento di travertino che emerge dal conglomerato retrostante. Il fatto che in corrispondenza nella parte interna del muro ci sia il culmine della volta del corridoio potrebbe essere connesso a ciò.

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La massa in conglomerato che conclude lo spigolo della parete esterna del braccio ovest della controporta, a nord e nella parte inferiore, sopravanza alla base correggendone il profilo e imprimendo ai volumi del braccio un più deciso andamento a tenaglia. Esigui brani di muratura in laterizi chiudono la superficie in zone funzionali all‟ultima sistemazione a rudere tranne forse che nella fascia in basso nell‟estremità verso nord dove oltre ai mattoni recenti si direbbero presenti frammenti di mattoni antichi.

Nel corso delle indagini di Gatti (figura 5.16) è stato messo in luce il punto di attacco di questo muro con i blocchi della fondazione in tufo e travertino (probabilmente di un monumento preesistente e riutilizzati) in corrispondenza del fornice occidentale della controporta a due varchi (Museo di Roma, album 12.1, p. 84, XC 1185). Come si è detto l‟irregolare faccia nord di questo corridoio (cfr. figura 5.12, Dz) è stata conclusa con una finestra ad arco che ha la soglia a circa 130 cm dal piano di campagna. Una fitta vegetazione rampicante particolarmente sviluppata in questa zona impedisce di osservare bene le murature ma sembrerebbe che un lacerto della muratura riferibile alla parete ovest del corridoio prosegua verso nord oltre l‟apertura della finestra. La sua attuale forma irregolare in effetti è determinata dall‟incorniciatura della muratura del Canina del 1838 (figura 5.27). Considerando l‟altezza complessiva di tutto questo corpo sporgente dalla parete nord del circuito in corrispondenza della torre ovest si può dire che attualmente la sua metà superiore risulti inutilizzata perché il culmine

Figura 5.28 Confronto fra una foto del 2016 (a, foto D‟Ippolito) e una del 1920 (b, dal sito web Roma Ieri Oggi,

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della volta più alta al suo interno raggiunge 3,74 metri, destinando al solo scopo di copertura l‟altezza rimanente che nel punto più alto, fino all‟estradosso, è di 3 metri (figura 5.29).

Di fatto i lucernai si trovano ad attraversare uno spessore davvero considerevole sebbene per i due più a nord leggermente inferiore dato il degradare della sommità. Osservando dall‟alto la struttura affacciandosi dal piano di campagna del terrapieno compreso tra questa e il camminamento, ci si rende conto che una profonda intercapedine la attraversa al centro, proprio per dar modo ad una apertura a bocca di lupo di convogliare la luce al di sotto. Si tratta dell‟area

di intersezione tra la parete nord della porta, che si trova in continuità con il fronte interno del circuito, e il corpo di fabbrica ad essa perpendicolare. In questo punto la volta a botte che ricopre il corridoio in piano fa un salto di quota per impostarsi, circa un metro più in alto, nelle pareti che affiancano la prima rampa di accesso alla torre. Forse a causa di questo passaggio nodale in cui lo stesso lucernaio si trova a servire due volte è stato scelto di mantenere integra la ghiera di testata della volta più bassa.

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