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Considerazioni di sintes

produzione 34.696 100% 35.393 100% 34.859 100% Teatro Regio

11.3. Considerazioni di sintes

I bilanci analizzati delle tre Fondazioni lirico-sinfoniche dimostrano alcune situazioni critiche comuni che possono essere ricondotte a ricavi propri di gran lunga inferiori alle ingenti spese necessarie per la produzione artistica, ed in particolare quella delle opere liriche. Di conseguenza i Teatri per la loro continuità dipendono dai contributi “esterni” che sono risultati

156 essere altalenanti, imprevedibili, ed in diminuzione.

a. Alto livello di costi

La produzione artistica dei Teatri Lirici è caratterizzata da componenti di costo estremamente ingenti, derivanti principalmente da un consistente impiego del personale artistico e tecnico. Nonostante le realtà teatrali analizzate siano fra loro diverse per dimensione e storia, l’incidenza in termini percentuali di tale voce di costo è risultata molto simile, come analiticamente esposto nei precedenti paragrafi 11.2.4.1. e 11.2.4.2. in cui, considerando tutte le componenti, è stato evidenziato che il costo per il personale nel 2014 è stato pari al 71% dei costi totali nel Teatro Regio, e al 73% sia nel Teatro La Fenice che nel Teatro Alla Scala.

Il problema dei costi è ben noto, e diversi sono stati nel tempo gli interventi a livello legislativo che hanno tentato per lo meno di controllare il livello del costo del personale, imponendo limiti sia alle nuove assunzioni, che all’utilizzo di contratti di lavoro.

Se da un lato appare corretto monitorare tale componente di costo, sembra difficoltoso poter dar corso a drastiche riduzioni dello stesso, se non a discapito della qualità che da sempre caratterizza gli spettacoli dei nostri Teatri Lirici.

b. Ricavi propri limitati

A fronte degli ingenti costi evidenziati, i ricavi propri delle Fondazioni, ossia quelli generati dalla vendita di biglietti ed abbonamenti e dalle attività commerciali accessorie, appaiono modesti: tali da coprire una percentuale variata tra il 36% ed il 43% dei costi della produzione nel Teatro Alla Scala, e tra il 25% ed il 28% nei Teatri La Fenice e Regio.

Questo comporta il necessario apporto di risorse ulteriori, e più precisamente di contributi da parte dello Stato, di Regioni e Comuni, nonché di donazioni e sponsorizzazioni da privati.

Come già evidenziato analizzando le singole Fondazioni, esiste una netta prevalenza dei contributi erogati da terzi (sia pubblici che privati), rispetto alle entrate proprie di ciascuna e i numeri esposti esprimono compiutamente lo stato delle cose: nessun Teatro Lirico potrebbe sopravvivere in mancanza degli ingenti contributi percepiti in ogni esercizio.

Al di là dell’importanza che deriva dal mantenimento di preziose testimonianze culturali del nostro Paese quali sono appunto i Teatri Lirici, sarebbe interessante poter calcolare anche il ritorno economico di tali interventi, sia per il gettito fiscale derivante dalle trattenute sui corrispettivi/stipendi pagati al personale scritturato/dipendente, che per l’indotto economico che gli stessi producono nel settore turistico, alberghiero e della ristorazione.

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modo più efficiente possibile, ad esempio aumentando il numero delle produzioni per ammortizzare i costi fissi e limitando l’aumento di quelli variabili, ma anche per riuscire, attraverso le offerte artistiche e le attività accessorie che sono state evidenziate nelle analisi delle performance dei capitoli precedenti, a suscitare l’interesse del pubblico e quello dei soggetti finanziatori.

c. Risorse indisponibili

I patrimoni dei Teatri analizzati presentano delle strutture molto particolari, in quanto sono composti principalmente da attivo immobilizzato e, a differenza di quanto si riscontra nella maggior parte dei bilanci delle società commerciali, la parte più consistente delle immobilizzazioni è rappresentata dalle immobilizzazioni immateriali, di gran lunga superiori a quelle materiali: esse hanno infatti registrato un valore tra il 29% ed il 34% del totale dell’attivo per il Teatro Alla Scala, tra il 51% ed il 56% per il Teatro La Fenice, e tra il 48% ed il 51% per il Teatro Regio.

Tali immobilizzazioni immateriali sono inoltre costituite principalmente dal diritto all’uso del teatro e dei locali occorrenti per lo svolgimento dell’attività che vengono messi a disposizione da parte del Comune nel quale l’Ente Lirico ha la sede, come disposto dall’art. 23 della legge 14 agosto 1967, n. 800.

Ne deriva che, pur se contabilizzate -in base a valori di stima derivanti da specifiche perizie elaborate nel momento della trasformazione in fondazioni di diritto privato- nella sostanza tali asset sono privi di alcun valore commerciale e in caso di default, dagli stessi non si potrebbe ritrarre alcunché.

Tale circostanza è evidente anche nella composizione del Patrimonio netto, che in tutti i casi analizzati è risultato essere composto prevalentemente da patrimonio indisponibile: per il Teatro La Fenice ed il Teatro Regio la consistenza di quest’ultimo nel 2014 è stata pari rispettivamente all’87% e all’89% del patrimonio netto, e nel Teatro Alla Scala ha inciso per il 66%.

Ad aggravare la situazione, le immobilizzazioni materiali -che consistono in una parte dell’attivo di effettiva proprietà delle Fondazioni- sono costituite sia da fabbricati che da beni/attrezzature impiegati per le produzioni e gli allestimenti, che sono soggetti a svalutazioni e sono divenuti oggetto di cessione o noleggio solo a partire dagli ultimi anni e non per tutti i Teatri -come nel caso del Teatro La Fenice, per il quale non sono state riscontrate dismissioni di proprie sceneggiature-.

158 d. Ritardi nella riscossione dei contributi

La rimanente parte di effettivo patrimonio delle Fondazioni è l’attivo circolante, risultato essere nettamente inferiore all’attivo immobilizzato -con le considerazioni negative che si sono già svolte-.

L’attivo circolante è composto principalmente da crediti, dei quali i principali sono quelli derivanti dalla mancata riscossione a fine esercizio dei Contributi erogati a favore della Fondazione dai soggetti sostenitori, le cui tempistiche di erogazione sono peggiorate nel corso degli anni analizzati (da due a tre mesi per il Teatro Alla Scala, da tre a cinque per il Teatro La Fenice e da otto a dieci, successivamente ridotte a sette nel 2014, per il Teatro Regio).

Per rispondere alla carenza di liquidità generata dal ritardo nella riscossione dei contributi, le Fondazioni, con l’eccezione del Teatro Alla Scala le cui particolarità sono state evidenziate analizzando i bilanci della stessa, sono state costrette a ricorrere ai finanziamenti bancari, aumentati nel corso degli anni osservati con un andamento parallelo a quello dei crediti per contributi.

e. Risposte gestionali

Ogni Fondazione ha cercato di attuare strategie relative alla gestione delle risorse interne e allo sviluppo dell’offerta produttiva.

Gli orientamenti seguiti rispecchiano quanto e stato disposto dal nuovo decreto “Valore cultura”, l. 112/2013 e di rimando al decreto emanato dal Ministero dei Beni e delle Attivita Culturali e del Turismo a febbraio 2014 che stabilisce le modalita di ripartizione del Fondo unico per lo spettacolo -FUS-, nel quale sono stati definiti una serie precisa di criteri ed elementi qualitativi per individuare la qualita artistica dei programmi.

Come evidenziato piu approfonditamente nei capitoli relativi alle analisi delle performance, tutte le Fondazioni hanno incrementato le collaborazioni con altri Enti Lirici che da un lato ha permesso di “condividere” i costi della produzione, dall’altro ha permesso una maggior diffusione del nome e del prestigio del Teatro.

E stata inoltre implementata l’attivita rivolta alle scuole e all’educazione, che ha permesso di ricevere nuovi fondi dedicati alle proposte particolari e soprattutto di svolgere un’importante lavoro di sensibilizzazione e di “costruzione” del pubblico futuro.

Una via seguita soprattutto dal Teatro La Fenice e dal Teatro Alla Scala e stata quella della sperimentazione. La prima ha riservato uno degli spazi forniti dal Comune di Venezia -il Teatro Malibran- per presentare gli spettacoli maggiormente all’avanguardia, servendosi per questo della forza -sicuramente meno onerosa e piu “giovane”- degli studenti dei principali Istituti di

159 formazione artistica di Venezia -Accademia delle belle arti, Conservatorio Benedetto Marcello, Universita Iuav e Universita Ca Foscari-. La seconda, la cui offerta si e da sempre contraddistinta per i livelli di eccellenza raggiunti, ha operato negli ultimi anni una vera e propria trasformazione della produzione artistica, unendo i diversi tipi di arte scenica come la danza e l’opera in produzioni uniche, suscitando l’interesse di un pubblico nuovo e giovane.

Infine, tutti i Teatri hanno proposto dei cicli di produzione legati ad un tema comune; ad esempio a Venezia e stato dedicato un intero Festival avente come tematica la musica veneziana, che si e tenuto nelle piu importanti venues della citta .

Tale ultimo aspetto e stato evidenziato come il piu importante dallo stesso Ministero, per la capacita che produzioni di questo genere, soprattutto se di grande rilievo come quella scaligera dell’intero ciclo Wagneriano Der Ring des Nibelungen, hanno nell’attirare il pubblico, ed in particolare il turismo.

f. Livello delle informazioni

Interessante e stato infine osservare come le indicazioni riportate nei bilanci delle Fondazioni, pur non discostando da quelle richieste dal codice civile, sono state diverse per alcuni Teatri, che hanno offerto un maggiore livello di dettaglio e di precisione, con particolare riguardo ai costi e ai ricavi.

Questo ha permesso di svolgere delle analisi piu approfondite in taluni casi, come emerso dai dati esposti, ma ha complicato il confronto per altri.

I bilanci e gli allegati agli stessi sono strumenti estremamente utili per comprendere le dinamiche interne delle gestioni e per diffondere gli obiettivi. In particolare, analizzando quanto riportato nelle Relazioni sulla Gestione e risultato che alcuni Teatri sembra le abbiano predisposte quasi per intrattenere il lettore, portandolo nella dimensione di quella che e stata la produzione artistica attraverso foto e descrizioni dettagliate -come nel Teatro La Fenice, che a commento della propria produzione riporta la storia degli spettacoli dalla loro origine e messa in scena, nonche nozioni biografiche dei compositori-, o schemi e grafici per permettere una maggiore comprensione dei dati, utile anche per coloro che sono meno esperti nella lettura dei documenti. Simili attenzioni potrebbero essere utili sia per suscitare l’interesse agli spettacoli, che per attrarre nuove contribuzioni, soprattutto dal settore privato, per il sostentamento delle Fondazioni.

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