La Convenzione di Istanbul è stata adottata in seno al Consiglio d’Europa 69, un’organizzazione internazionale con sede a Strasburgo, formatasi il 5 Maggio 1949 con il Trattato di Londra, da dieci Stati Europei, con lo scopo di realizzare una maggiore unione politica tra i suoi membri, promuovere la democrazia, i diritti dell’uomo e l’identità europea, attraverso la ricerca di soluzioni ai problemi sociali, politici, culturali, e giuridici in Europa70. È per questo quindi, la principale organizzazione europea a difesa dei diritti umani71.
Il Consiglio d’Europa prevede due organi costitutivi, quali il Comitato dei Ministri, composto dai Ministri degli Affari Esteri degli Stati membri, e l’Assemblea Parlamentare, composta dalle delegazioni dei parlamenti nazionali degli Stati Parte, ed in aggiunta ha come organo giudiziario competente nel rispondere alle violazioni dei diritti umani, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
66 Osservatorio di Politica Internazionale del Centro Studi di Politica Internazionale La convenzione del consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), Dicembre 2013, p. 23
67 PAROLARI P., La violenza contro le donne come questione (trans)culturale. Osservazioni sulla Convenzione di Istanbul, D&Q, n. 14/2014, Palermo, 2013, p. 12
68 V. supra, alla nota 67
69 Consiglio d’Europa consultabile al sito http://www.coe.int/it/ visitato il 21/10/2015 70 Consultabile al sito http://www.coe.int/en/web/about-us/who-we-are visitato il 21/10/2015
71 POPESCU I.- ENESCU C., The European Council and its role in promoting and defending human rights in the European Area, 2015, p. 2
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Ad oggi sono membri del Consiglio d’Europa 47 Stati, di cui alcuni non appartenenti all’Unione Europea, tra cui ad esempio la Federazione Russa, che ha partecipato ai lavori preparatori della Convenzione di Istanbul, senza poi ratificarla.
La Convenzione di Istanbul è stata promossa dal Consiglio d’Europa dopo una lunga serie di iniziative che ne hanno preceduto i lavori preparatori, tra cui anche alcune campagne per la protezione delle donne contro la violenza fin dal 1990. L’attenzione nei confronti del delicato argomento, ha portato all’adozione in passato da parte del Consiglio d’Europa, della Raccomandazione Rec(2002)572 nel 2002, da parte del Comitato dei Ministri degli Stati membri sulla protezione delle donne dalla violenza, e la diffusione di una campagna pubblicitaria73 a livello europeo dal 2006 al 2008, per combattere la violenza nei confronti delle donne, con l’introduzione del tema della violenza domestica. Infatti, come supervisore di tutta la campagna pubblicitaria era presente una Task Force
on Violence against Women, un gruppo di otto esperti nominati dal Segretario Generale
del Consiglio d’Europa dopo il terzo summit a Varsavia nel 200574, che alla fine ha adottato un Report conclusivo, suggerendo che le Raccomandazioni del Consiglio dei Ministri del Consiglio d’Europa non essendo legalmente vincolanti, non erano abbastanza forti da armonizzare l’intera area, proponendo per questo, l’adozione di una Convenzione vincolante in materia, prendendo spunto dalla CEDAW e dalla Convenzione Belém do Parà, mentre contemporaneamente un altro gruppo proponeva l’adozione di una convenzione per combattere la violenza domestica, e ancora l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, consigliava l’adozione di una convenzione contro la violenza di genere75.
Perciò, il Consiglio d’Europa ha unito le tre proposte in una sola, con la creazione di una gruppo CAHVIO (Committee Ad Hoc on Preventing and Combating Violence against
72 Rec(2002)5 consultabile al sito
https://wcd.coe.int/ViewDoc.jsp?Ref=Rec%282002%295&Language=lanEnglish&Ver=original&Site=C M&BackColorInternet=DBDCF2&BackColorIntranet=FDC864&BackColorLogged=FDC864 visitato il
20/10/2015
73 Campagna pubblicitaria consultabile al sito
http://www.coe.int/t/dg2/equality/DOMESTICVIOLENCECAMPAIGN/ visitato il 20/10/2015
74 Consiglio d’Europa, Explanatory Report to the Council of Europe Convention on preventing and combating violence against women, Preambolo p. 2
75 SIMONOVIC D., Global and regional standards on violence against women: The evolution and synergy of the CEDAW and Istanbul Convention, Human Rights Quarterly, vol. 36, n. 3, 2014, p. 15
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Women and Domestic Violence)76, affidando a questo il compito di creare una nuova Convenzione che unisse tutte e tre le proposte, risultando nella Convenzione di Istanbul nell’unione dell’approccio basato sia sul gender neutral che sul genere specifico, utilizzando la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani come fondamento, e rafforzando gli standard normativi in casi di violenza di genere77.
Il vivo interesse nei confronti dell’argomento della violenza contro le donne da parte del Consiglio si evidenzia, anche, negli sforzi compiuti alla ricerca di norme e risoluzioni giuridicamente vincolanti per la prevenzione e protezione delle forme più gravi e diffuse di violenza di genere. Attraverso le campagne e gli studi in merito, infatti, ci si è resi conto della necessità di un’azione comune, attraverso norme giuridiche armonizzate che garantiscano lo stesso livello di protezione da parte delle vittime di violenza, in ogni Stato a livello europeo. Di conseguenza, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha deciso che fosse necessario stabilire degli standard globali per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica, creando un gruppo apposito di esperti denominato CAHVIO ( Comitato ad hoc per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica) nel Dicembre 2008, incaricato di preparare il progetto di convenzione sul tema78. Il suddetto comitato nei due anni successivi ha elaborato un progetto di testo, con la collaborazione degli Stati membri del Consiglio d’Europa per la stesura, che ha condotto, poi, alla produzione della bozza finale del Dicembre 2010 e alla creazione della Convenzione di Istanbul.
4. Lo sviluppo progressivo dei diritti delle donne precedente alla Convenzione