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Critiche e considerazioni in merito alle norme nazionali ed internazional

Dopo aver analizzato, i diversi documenti legislativi nazionali ed internazionali della Federazione Russa, a cui le vittime di violenza di genere, domestica e discriminazione possono appellarsi per ottenere giustizia in tribunale, si evidenziano i difetti e le mancanze del sistema legislativo russo, analizzando nello specifico nei capitoli successivi la situazione della discriminazione e violenza di genere interne alla Federazione.

Oltre alla mancanza di una legge specifica che regoli i diversi casi di violenze, discriminazioni ed azioni contro le donne, all’interno della Federazione emerge come manchi un interesse vero e proprio a legiferare in materia di tutela e protezione delle donne, senza l’adozione di un approccio olistico, obiettivo chiaramente esplicitato in diverse Convenzioni a livello internazionale che trattano del delicato argomento, sopra citate, prima tra tutte le Convezione di Istanbul.

Quindi nel dettaglio, all’interno della Federazione Russa manca una legge che definisca illegale la violenza domestica e la discriminazione di genere contro le donne484, e manca l’adesione da parte della Federazione alla Convenzione del Consiglio d’Europa riguardante la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e violenza domestica, pur avendo partecipato ai lavori preparatori insieme agli altri membri del Consiglio. La ratifica alla Convenzione avrebbe potuto essere un passo iniziale verso la promulgazione di una legge a livello domestico, ma, purtroppo, ad oggi non è ancora stata adottata. Inoltre, ad aggravare la situazione, si aggiunge il fatto che nella legislazione russa non sia ancora presente una legge atta a garantire e provvedere una sorta di protezione e supporto almeno per le vittime di violenze485.

Inoltre, all’interno della Federazione non è presente alcuna legge che vieti chiaramente le molestie sessuali, ed oltre a ciò, come evidenziato dalla Commissione CEDAW non sono presenti clausole riguardanti le molestie sessuali all’interno del Codice del lavoro russo486. Nonostante sia un problema ampiamente diffuso all’interno della Federazione, soprattutto nel posto di lavoro, tra le forze dell’ordine, nelle istituzioni educative, e per

484 COMMITTEE ON ECONOMIC, SOCIAL AND CULTURAL RIGHTS, Violence against women in

Russia, 2003, p. 9

485 OECD, Social Institution Gender Index, Russian Federation, 2011, p.1 486 OECD, Social Institution Gender Index, Russian Federation, 2011, p. 4

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strada, e purtroppo considerato come ‘normale’, la polizia e i pubblici ministeri, oltretutto, si rifiutano di affrontare seriamente le denunce di molestie sessuali. Si ricorda, infatti, il caso del giudice di S. Pietroburgo che nel 2008 ha chiuso il caso di una donna che denunciava molestie sessuali da parte del datore di lavoro, affermando che nel caso in cui in Russia non ci fossero molestie sessuali non nascerebbero più bambini487. E nonostante il fatto che a Settembre 2012 una nuova bozza di legge riguardante le molestie sessuali sia stata proposta al Parlamento russo, prevedendo multe fino a 50.000 rubli (equivalenti a 650 euro circa488), questa non è stata emanata489.

Oltre a questo, all’interno dei Codici della Federazione non si trova traccia e definizione dello stupro coniugale nell’articolo che vieta lo stupro o in altri, motivo per cui l’atto non può essere utilizzato come aggravante da parte delle vittime in casi di divorzio o denuncia per violenza domestica, sessuale o altro490.

Inoltre, anche i crimini ‘in nome dell’onore’, non sono regolati all’interno del Codice Penale russo come un crimine separato, e i tentativi di modificare il codice per riconoscere il rapimento con lo scopo di attuare matrimoni forzati, è fallito nel 2008491.

Ulteriormente, non si trovano all’interno del Codice Penale russo clausole riguardanti la possibilità del matrimonio tra violentatore e vittima che evitino la condanna, come invece si trova in altri Paesi, anche se come notato dalla Commissione CEDAW, gli emendamenti all’articolo 134 del Codice Penale, sembrano giustificare il primo caso di relazione sessuale con un minore, nel caso in cui i due si sposino492.

Secondo il Codice del lavoro russo la discriminazione in base al genere sul luogo di lavoro è proibita493, ma allo stesso tempo, delinea una lunga lista di professioni (456) che le donne non possono seguire perché potrebbero causare loro problemi di salute o di sicurezza per la gravidanza, definendo quindi nello specifico orari di lavoro minori

487 V. Supra alla nota 254, p. 5

488 Consultabile al sito

https://convertitorevaluta.com/?gclid=Cj0KEQiAqemzBRDh2vGKmMnqoegBEiQAqJPuyBxy0x1RMR6d Fq_QZ-DdkvCCe904_sHX0CwSbl5J33AaAlQA8P8HAQ

489 V. Supra alla nota 486, p. 4 490 V. Supra alla nota 486, p.1 491 V. Supra alla nota 486, p. 5 492 V. Supra alla nota 486, p. 3

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rispetto agli uomini, solo in alcuni settori e precisando le posizioni che le donne possono occupare, a conseguenza della quale può essere facilitata la discriminazione lavorativa494. Si ricorda, tuttavia, uno sforzo da parte del governo per ridurre la discriminazione lavorativa, in una legge del 2013 che vieta la discriminazione di assunzione negli annunci di lavoro, nella specificazione di sesso, età, razza, nazionalità e altri fattori collegati alle competenze e apparenze della persona, un’usanza molto diffusa all’interno della Federazione. Tuttavia, gli annunci continuano a essere discriminatori, specificando età, genere, bellezza, e apertura a nuove relazioni con i propri superiori495.

Inoltre, secondo Human Rights Watch la discriminazione contro le minoranze è ancora molto diffusa in Russia, in particolare nei confronti delle donne e perlopiù nelle regioni della Cecenia, del Caucaso e contro le persone Rom, questo motivato dalla mancanza di una vera e propria legislazione che vieti la discriminazione delle minoranze, soprattutto nelle assunzioni a livello lavorativo, nella sanità, nell’assistenza sociale e nell’educazione, che coinvolge perlopiù le donne496.

In mancanza quindi, di una legislazione specifica che regoli le violenze contro le donne, le accuse vengono dimostrate dalle vittime rifacendosi agli articoli 112, 115, 116, 117, 119, 131, 132 del Codice Penale della Federazione analizzati in precedenza, a cui però, non si può nemmeno aggiungere l’aggravante della relazione tra vittima e l’autore delle violenze, cosa importante soprattutto nei casi di violenza domestica. Inoltre, come per le molestie sessuali, le donne che vogliono proseguire il percorso giudiziario in caso di violenza domestica, devono iniziare le indagini privatamente, poiché sono esse stesse responsabili della ricerca delle prove e dell’intera ricostruzione del caso, cosa che rende difficile punire questi crimini per la complessità della procedura, motivando spesso la chiusura dei casi per banali errori procedurali commessi dalle vittime a causa delle loro scarse conoscenze giuridiche497.

494 V. Supra alla nota 485, p. 8

495 UNITED STATES DEPARTMENT OF STATE, Country Reports on Human Rights Practices for 2014:

Russia 2014 Human Rights Report, Bureau of Democracy, Human Rights and Labor, 2014, p. 59 496 V. Supra alla nota 486, p. 7

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Si nota anche, che nonostante una formale equa distribuzione di diritti e doveri tra i genitori a livello legislativo, all’interno della Federazione è presente una distinzione dei ruoli molto forte, non alla pari, caratterizzata da precise caratteristiche, in cui le donne si occupano della crescita e sviluppo dei figli, delle faccende di casa e delle relazioni familiari, mentre gli uomini lavorano e ‘portano a casa il pane’, nel ruolo predefinito di

breadwinner, controllore e capo di moglie e figli, recentemente riproposti anche nelle

politiche statali a sostegno dei valori familiari tradizionali498.

In Russia, inoltre, fino al 2005 era presente un Piano Nazionale di Azione contro la violenza sulle donne, che includeva anche la violenza domestica, ma, come evidenziato nelle conclusioni finali della Commissione della CEDAW, manca un approccio olistico al tema indirizzato alla lotta contro le violenza sulle donne in Russia, sottolineando l’importanza che lo Stato intervenga promuovendo lo sviluppo di un piano multi- settoriale e coerente499. Infatti, anche negli Shadow Report provvisti alla Commissione CEDAW da parte dell’ONG ANNA e il centro di prevenzione dalla violenza ANNA, si evidenzia la mancanza di chiare linee guida nell’applicazione e produzione di leggi in materia, e la mancanza di sostegno e preparazione dello staff nei centri di accoglienza e supporto delle vittime500.

Si constata, quindi, come la questione della violenza contro le donne nella Federazione Russa sia ancora considerata come una questione privata interna alla famiglia, per la quale non è necessaria una legislazione poiché deve essere discussa e trattata solo all’interno della propria famiglia, motivo per cui nel caso si sappia al di fuori delle mura domestiche è motivo di sdegno e derisione, in particolare nei confronti delle vittime, in quanto non sarebbero in grado di gestire ed accontentare i propri mariti nel caso subiscano violenze, ragioni che solitamente, giustificano l’inazione da parte delle forze dell’ordine501. Infatti, la polizia in alcuni casi si rifiuta di intervenire, consigliando alle vittime di tornare a casa e riconciliarsi con il proprio partner, scusando le violenze a conseguenza di qualcosa commesso dalla vittima. Proprio a causa di questo, è presente una sorta di stigma nei

498 V. Supra alla nota 497, p. 2

499 AMERICAN BAR ASSOCIATION, Central European and Eurasian Law Initiative, Cedaw Assessment tool report for the Russian Federation, 2006, p. 16

500 V. Supra alla nota 497, p. 3

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confronti delle vittime di abusi, che vengono considerate come esse stesse colpevoli delle violenze che le colpiscono, a conseguenza di determinati atteggiamenti, modi di vestire, mancanze ecc., e che di conseguenza, causa la scarsissima percentuale di denunce di abusi subiti, agli organi competenti502. Oltre a ciò, anche la mancanza di fiducia negli organi e negli ufficiali giudiziari determina la scarsità di denunce e dati in materia di violenza contro le donne, soprattutto in zone come a Nord del Caucaso, dove la brutalità della polizia ha generato una mancanza di fiducia in tutte le forze dell’ordine da parte delle popolazioni locali.

In aggiunta, nei pochi casi in cui la vittima riesca effettivamente a raccogliere privatamente delle prove a sostegno degli abusi subiti, la maggior parte delle volte, il caso viene successivamente abbandonato per la raccolta insufficiente di prove o a conseguenza della riconciliazione della coppia o per il ritiro della denuncia, i quali sono tutti elementi previsti per la prosecuzione delle indagini all’interno della Convenzione di Istanbul503. Spesso, purtroppo, all’interno della Federazione si trovano anche casi in cui le vittime sono state persuase dalle autorità di polizia a non denunciare le violenze o le molestie subite, inducendole a credere di esserne colpevoli, come anticipato in precedenza. Questo aggrava la situazione riguardante la violenza contro le donne, poiché le vittime di abusi per avere la certificazione da parte del medico delle ferite e degli abusi subiti, devono avere la denuncia registrata da parte delle forze dell’ordine ed il permesso all’autorizzazione alla visita medica da parte degli organi di polizia, per l’esaminazione da parte del medico all’ospedale, senza la quale non si hanno le prove dei maltrattamenti subiti504. Quindi, se le vittime seguendo i consigli delle forze dell’ordine non denunciano la violenza, non è possibile avere la prova medica certificata di abusi, senza la quale, non è possibile avere né statistiche affidabili, né azioni penali contro i trasgressori. Secondo le statistiche delle linee telefoniche di aiuto e assistenza di Organizzazioni Non Governative nei confronti di vittime di abusi sessuali e violenze, infatti, solo il 10-14%

502 V. Supra alla nota 501, p. 3 503 V. Supra alla nota 501, p. 3 504 V. Supra alla nota 501, p.4

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di donne che hanno subito violenze sessuali ed hanno contattato le ONG, hanno contattato anche la polizia505.

Considerando ancora le carenze della situazione giuridica russa, si nota che l’aborto è legale, infatti, è stato uno dei primi paesi a riconoscerne il diritto già in epoca sovietica, ma, essendo utilizzato come metodo di gestione della nascite, mette spesso a repentaglio le vita delle donne che lo effettuano in situazioni igienico-sanitarie pessime, soprattutto in seguito alle restrizioni attuali, rischiando lesioni e nei casi più gravi la morte, cosa che invece potrebbe essere risolta con una maggior informazione riguardante i metodi anti- concezionali ed una educazione maggiore, senza rischiare la sicurezza delle donne russe506.

All’interno dei documenti della Federazione, inoltre, non è garantita in alcun modo l’uguale rappresentanza femminile e maschile a livello politico, ed in parlamento, diversamente da quanto avveniva in epoca sovietica con la quota di partecipazione femminile al 33%507. Ciò nonostante, nel 2013 la partecipazione femminile ai consigli municipali e altri organi locali era del 52.3%, quando quella maschile era pari al 47.7%, secondo i dati UNECE (United Nations Economic Commission for Europe) del 2013508. Quindi, si può affermare che nonostante fosse presente un Piano di Azione Nazionale contro la violenza sulle donne, oltre a mancare un approccio olistico a tutto tondo nei confronti del tema, manca anche la preparazione delle forze dell’ordine e i mezzi fisici per affrontare i diversi casi di violenza domestica, sessuale, molestie sul lavoro, di genere, ecc., da parte degli ufficiali e dei centri di crisi statali, soprattutto nell’inefficacia della raccolta di prove per proseguire le indagini dei casi denunciati509.

Il miglioramento della situazione femminile all’interno della Federazione Russa, quindi, è ostacolato dalla mancanza di un sistema a livello nazionale atto all’avanzamento della condizione femminile, che sia strategicamente installato all’interno della struttura statale e legislativa, dotato del potere e delle risorse necessarie. Oltre a questo, è necessaria la

505 V. Supra alla nota 501, p.4

506 COMMITTEE ON ECONOMIC, SOCIAL AND CULTURAL RIGHTS, Violence against women in

Russia, 2003, p. 5

507 OECD, Social Institution Gender Index, Russian Federation, 2011, p. 7 508 V. Supra alla nota 507, p. 7

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presenza di una società civile forte che funga da pressione e lobby nei confronti del governo per lo sviluppo di un piano d’azione a livello nazionale510, che coordini anche ad esempio, la partecipazione alle campagne pubblicitarie riguardanti il tema, e non rischi, come è accaduto nel 2006, di essere l’unico paese membro del Consiglio d’Europa che non ha partecipato all’attività propagandistica contro la violenza domestica511.

Quindi, la violenza contro le donne all’interno della Federazione Russa rappresenta una grande sfida nei confronti del governo, in merito ai suoi obblighi e al rispetto dei diritti umani e alla sicurezza. Il governo, attraverso il suo apparato sviluppato e agli impegni assunti nei confronti dei trattati sui diritti umani, sarebbe ben equipaggiato a mobilitare la società e concludere questo tipo di violenze, prioritarizzando il tema. Per questo è evidente come nonostante vi sarebbero i mezzi per migliorare la situazione nei confronti delle donne, uno dei problemi più difficili da risolvere è rappresentato dall’implementazione concreta dei trattati ratificati e delle leggi esistenti, poiché nessun mezzo reale esiste per monitorare l’esecuzione di determinate misure poste per raggiungere l’obiettivo, e nonostante ci si possa rivolgere all’Ombudsman della Federazione Russa per denunciare atti di violenza e discriminazione, sono atti comunque difficili da provare nel sistema corrente delle cose512.

Si nota, quindi, come la maggior parte delle carenze del sistema russo siano già previste e risolte all’interno della Convenzione di Istanbul, motivo per cui diventa sempre più vitale la ratifica come primo passo verso l’implementazione totale delle norme a sostegno del genere femminile, contribuendo a migliorare: la prevenzione delle violenze, al momento praticamente inesistente all’interno della Federazione, attraverso campagne d’informazione e centri di riferimento; la punizione certa dei crimini attraverso una migliore preparazione delle forze dell’ordine, avvocati, psicologi ecc., che aiutino le vittime a sviluppare indagini serie che vadano a buon fine e fornendo loro metodi e rifugi di protezione; ed instaurando politiche integrate come già avviene in piccola parte tra i

510 V. supra, alla nota 396

511 AMNESTY INTERNATIONAL, Briefing to the Committee on the elimination of discrimination against women, 2010, p.13

512 COMMITTEE ON ECONOMIC, SOCIAL AND CULTURAL RIGHTS, Violence against women in

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diversi centri di crisi del territorio, organizzazioni ecc., ed il governo, che permettano lo sviluppo di strategie risolutive a partire dal territorio.

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CAPITOLO 3

LA DISCRIMINAZIONE DI GENERE IN RUSSIA

SOMMARIO: 1. La discriminazione di genere nella Federazione Russa. - 2. Alcuni dati