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Le consistenze e la produzione di latte e derivat

Nel documento L'industria di trasformazione (pagine 33-41)

2. LO SCENARIO INTERNAZIONALE

2.2.1. Le consistenze e la produzione di latte e derivat

Dopo aver mostrato processi di netto ridimensionamento nella passata de- cade e nei primi anni di questa, con una perdita solo tra il 2005 e il 2011 di quasi 2 milioni di capi che la colloca ampiamente sotto i 23 milioni di unità, la consistenza della mandria lattiera comunitaria ha mostrato segnali di recu- pero, in particolare tra il 2012 e il 2014, tornando sopra quota 23 milioni e guadagnando in tre anni il 2,2%, praticamente più di 500 mila capi comples- sivamente (tab. 2.3). Questo fenomeno, da attribuire alla decisione di diversi produttori di prepararsi all’uscita dal regime delle quote potenziando la man- dria, si è poi esaurito, con un piccolissimo incremento nel 2015 e un regresso sia nel 2016 che nel 2017 vicino all’1%. La non perfetta coincidenza tra i dati sulle consistenze diffusi dall’Eurostat e quelli della tabella 2.2, di fonte USDA, sono probabilmente da attribuire al momento della rilevazione, che è il 1° dicembre per l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, mentre non è spe- cificato nel caso del Dipartimento Agricoltura degli USA; entrambe le fonti concordano peraltro sull’inversione di tendenza osservata a cavallo tra il 2011 e il 2012, così come sul ripiegamento dal 2016.

Un’analisi della dinamica di medio termine mostra esiti diversificati tra i 28 paesi dell’Unione, con 11 casi in cui la consistenza del 2017 supera quella del 2012. A crescere di più sia in termini relativi che assoluti è l’Irlanda, che amplia il sui patrimonio lattiero del 25%, con un aumento di oltre 280 mila vacche da latte in più. Al di là del caso irlandese, troviamo rilevanti incrementi della mandria nei Paesi Bassi, con 124 mila bovine in più, nel Regno Unito, con 116 mila, e con cifre più modeste si segnalano l’Italia, l’Austria e il Bel- gio.

Nell’insieme, gli incrementi sono da attribuire esclusivamente alla vecchia Unione a 15, che mostra un ampliamento della mandria di oltre 490 mila, mentre i nuovi Paesi hanno dato un contribuito negativo e, in valore assoluto, superiore a quello positivo dei primi, tanto che per l’Unione a 28 l’evoluzione del patrimonio lattiero per lo stesso periodo si rivela leggermente negativo. Perde capi in primo luogo la Polonia, che ne registra oltre 190 mila in meno nei 5 anni, seguono la Lituania, con circa 58 mila in meno, la Bulgaria e la Croazia, con un calo di oltre 30-40 mila lattifere a testa.

Nel 2017 le consegne di latte nei paesi della UE sono ammontate a 151 milioni di tonnellate, di cui 129 milioni nel gruppo dei 15 e i restanti 22 mi- lioni circa nei tredici nuovi paesi membri (tab. 2.4). Dopo due anni (il 2014 e soprattutto il 2015) di deciso aumento della produzione di latte consegnata, sia per l’allentamento del vincolo delle quote che per il contributo fornito dai nuovi paesi che via via stanno ristrutturando la loro zootecnia, ed un sucessivo anno di frenata a sua volta conseguenza della crescita precedente, i dati sulle Tab. 2.3 - Consistenza di vacche da latte nella UE, dal 2012 al 2017, rilevazione al 1° dicembre (.000 capi) 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Var. % 17/16 Var. % 17/12 Austria 523 530 538 534 540 543 +0,6 +3,8 Belgio 504 516 519 529 531 519 -2,3 +3,0 Bulgaria 294 313 302 283 279 260 -6,8 -11,6 Croazia 181 168 159 152 147 139 -5,4 -23,2 Cipro 24 25 25 26 28 30 +7,1 +25,0 Repubblica Ceca 367 375 372 369 367 365 -0,5 -0,5 Danimarca 579 567 547 570 565 575 +1,8 -0,7 Estonia 97 98 96 91 86 86 +0,0 -11,3 Finlandia 280 282 283 282 275 271 -1,5 -3,2 Francia 3.644 3.697 3.699 3.661 3.630 3.595 -1,0 -1,3 Germania 4.190 4.268 4.296 4.285 4.218 4.199 -0,5 +0,2 Grecia 132 130 135 111 106 103 -2,8 -22,0 Ungheria 255 250 255 251 244 244 +0,0 -4,3 Irlanda 1.060 1.082 1.128 1.240 1.295 1.343 +3,7 +26,7 Italia 2.009 2.075 2.069 2.057 2.060 2.040 -1,0 +1,5 Lettonia 165 165 166 162 154 150 -2,6 -9,1 Lituania 331 316 314 301 286 273 -4,5 -17,5 Lussemburgo 45 48 47 49 52 52 +0,0 +15,6 Malta 6 6 7 6 7 6 -14,3 +0,0 Paesi Bassi 1.541 1.597 1.610 1.717 1.794 1.665 -7,2 +8,0 Polonia 2.346 2.299 2.248 2.134 2.130 2.153 +1,1 -8,2 Portogallo 237 231 234 243 239 239 +0,0 +0,8 Romania 1.163 1.169 1.188 1.191 1.193 1.159 -2,8 -0,3 Slovacchia 150 145 143 139 133 130 -2,3 -13,3 Slovenia 111 110 108 113 108 109 +0,9 -1,8 Spagna 827 844 845 844 834 824 -1,2 -0,4 Svezia 346 346 344 337 326 323 -0,9 -6,6 Regno Unito 1.786 1.817 1.883 1.918 1.898 1.902 +0,2 +6,5 UE-15 17.703 18.030 18.177 18.377 18.364 18.194 -0,9 +2,8 UE-N13 5.490 5.439 5.383 5.218 21.906 21.741 -0,8 +296,0 UE-28 23.193 23.469 23.560 23.595 23.378 23.160 -0,9 -0,1

consegne del 2017 hanno segnalato un’ulteriore ripresa, che testimonia come il sistema produttivo sia in grado di reagire con buona tempestività all’anda- mento del mercato, reattività che trova conferma nel successivo rallentamento del 2018, specie nell’Europa dei 15, in un contesto di mercato fattosi compli- cato.

Rimarchevole è peraltro la crescita delle consegne nei 13 nuovi paesi, sia nel breve che nel medio periodo, che contrasta con il dato sulle consistenze in calo: questo sottolinea come la zootecnia da latte qui stia veramente facendo passi importanti verso la crescita della produttività, in una prospettiva di alli- Tab. 2.4 - Consegne di latte nella UE, dal 2012 al 2018 (.000 tonnellate)

2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018* Var. % 18/17 Var. % 18/12 Austria 2.879 2.849 2.979 3.013 3.002 3.107 3.100 -24,0 +7,7 Belgio 3.314 3.375 3.583 3.873 3.770 3.909 4.077 +4,3 +23,0 Bulgaria 483 480 495 491 515 575 627 +9,0 +29,9 Croazia 585 489 508 499 476 463 440 -5,0 -24,8 Cipro 149 152 159 158 192 210 223 +6,1 +49,5 Rep. Ceca 2.376 2.313 2.345 2.428 2.713 2.893 2.952 +2,0 +24,3 Danimarca 4.774 4.880 4.965 5.125 5.221 5.321 5.455 +2,5 +14,3 Estonia 630 669 709 700 694 706 727 +3,1 +15,4 Finlandia 2.189 2.221 2.289 2.325 2.321 2.298 2.286 -0,5 +4,4 Francia 23.828 23.297 24.579 24.643 23.748 23.918 23.964 +0,2 +0,6 Germania 28.845 29.428 30.470 30.960 31.051 31.016 31.624 +2,0 +9,6 Grecia 645 633 601 595 601 597 605 +1,5 -6,1 Ungheria 1.358 1.325 1.428 1.492 1.503 1.501 1.506 +0,4 +10,9 Irlanda 5.225 5.423 5.648 6.395 6.654 7.260 7.455 +2,7 +42,7 Italia 9.715 10.098 10.706 10.334 10.462 11.559 11.597 +0,3 +19,4 Lettonia 698 714 781 784 791 790 756 -4,4 +8,3 Lituania 1.321 1.301 1.394 1.397 1.375 1.363 1.319 -3,2 -0,2 Lussemburgo 269 279 297 323 352 364 384 +5,7 +42,7 Malta 3 0 31 40 42 40 39 -2,1 - Paesi Bassi 11.339 11.860 12.113 12.946 13.911 13.885 13.534 -2,5 +19,4 Polonia 9.560 9.635 10.276 10.556 10.809 11.311 11.589 +2,5 +21,2 Portogallo 1.801 1.725 1.810 1.872 1.790 1.797 1.812 +0,8 +0,6 Romania 858 854 967 890 926 999 1.071 +7,3 +24,8 Slovacchia 827 803 819 840 799 802 794 -1,0 -3,9 Slovenia 520 502 516 538 558 562 555 -1,2 +6,8 Spagna 5.824 6.118 6.411 6.674 6.666 6.812 6.904 +1,4 +18,5 Svezia 2.779 2.785 2.847 2.849 2.779 2.735 2.679 -2,1 -3,6 Regno Unito 13.199 13.293 14.401 14.753 14.123 14.708 14.707 -0,0 +11,4 UE-15 116.624 118.262 123.699 126.681 126.450 129.285 130.286 +0,8 +11,7 UE-N13 19.367 19.238 20.428 20.811 21.391 22.215 22.595 +1,7 +16,7 UE-28 135.990 137.501 144.127 147.492 147.842 151.500 152.882 +0,9 +12,4 * 2018, dati stimati.

neamento agli standard dell’Europa occidentale. In particolare, tra questi, sono state in aumento sopra la media nel periodo 2012-2018 per l’unione a 28 le consegne in Polonia, Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca; sono evolute in linea con il dato medio o poco sotto di esso le quantità raccolte in Estonia e Ungheria, mentre più lenta o nulla è stata la dinamica di Lettonia, Lituania, Slovenia e Slovacchia. La Croazia, per parte sua, sta mostrando i contraccolpi della recente adesione all’UE e, come era avvenuto alcuni anni prima per gli altri nuovi membri, subisce da ormai quattro anni una sequenza di cali pro- duttivi importanti.

A conferma del forte incremento delle consistenze si osserva per l’Irlanda la crescita relativamente più alta nel medio termine delle quantità consegnate tra l’Europa dei 15, con un +43% che corrisponde a oltre 2,2 milioni di ton- nellate; superiori al 12% in sei anni sono anche i tassi di crescita del Lussem- burgo (+42,7%), del Belgio (+23,0%), dei Paesi Bassi (+19,4%) e della Spa- gna (+18,5%); nel loro insieme quelli che un tempo componevano il Benelux mostrano nei sei anni un incremento di quasi 3,1 milioni di tonnellate (+20,6%). Più o meno in linea con la media comunitaria sono gli incrementi produttivi di altri “big”, come Germania e Regno Unito, oltre che della Dani- marca, mentre è altalenante la Francia, che comunque recupera lo 0,2% circa tra 2017 e 2018.

Se alla fine del decennio precedente si assisteva ad aumenti di produzione di latte fermentato e di formaggi a discapito del burro e della polvere grassa, questo decennio si caratterizza sinora principalmente per la ripresa produttiva della polvere di latte, sia scremato che intero, e del burro (tab. 2.5). Questo è in sintonia con il cambiamento delle condizioni di mercato, che in prospettiva dell’eliminazione del vincolo delle quote ha allentato il vincolo dei tetti pro- Tab. 2.5 - Produzione di lattiero-caseari nella UE (28) dal 2013 al 2019 (.000 ton- nellate)

2013 2014 2015 2016 2017 2018* 2019* 2018/17Var. % 2019/18 Var. % 2018/13 Var. %

Latte alimentare 31.790 31.366 31.275 30.703 30.585 30.340 30.098 -0,8 -0,8 -4,6 Latti fermentati 8.077 7.967 8.056 7.954 7.945 8.024 8.055 +1,0 +0,4 -0,7 Burro 2.124 2.239 2.309 2.339 2.331 2.332 2.353 +0,0 +0,9 +9,8 Formaggio 9.011 9.208 9.533 9.692 9.865 10.064 10.228 +2,0 +1,6 +11,7 Latte scremato in polvere 1.109 1.457 1.537 1.569 1.530 1.536 1.540 +0,4 +0,3 +38,5 Latte intero in polvere 724 756 676 730 776 727 723 -6,3 -0,6 +0,4 * 2018 e 2019: dati previsti.

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati Commissione Europea.

duttivi dei diversi paesi. In cinque anni, dal 2013 al 2018 la polvere di latte magra prodotta nella UE è aumentata di poco meno del 40%, il burro e i for- maggi del 10-12%.

Il mercato dei formaggi è, tra quelli dei derivati del latte in Europa, il più regolare. La produzione aumenta mediamente del 2% circa all’anno, sia perché vi sono ancora spazi di crescita sul mercato interno, sia per l’aumento dei flussi, specie verso destinazioni non tradizionali; così è accaduto nel 2017 e nel 2018, mentre per il 2019 si prevede un leggero rallentamento. Anche la produzione di latti fermentati, dopo alcuni anni in calo nella prima metà di questo decen- nio, ha avviato un recupero che ha portato vicina al pareggio la variazione nel periodo 2013-2018. Continua invece ininterrotto il ripiegamento del latte ali- mentare, legato ad una crisi dei consumi che pare irreversibile.

Per i singoli paesi le stime dell’andamento produttivo dei derivati del latte nel 2018 sono ovviamente suscettibili di più ampi margini di approssima- zione, ma contribuiscono comunque a delineare una situazione eterogenea all’interno dell’Unione. Il burro nella UE si produce per l’86% nei 15 paesi membri storici, e in particolare da cinque di questi, più la Polonia, esce il 77% del totale dei 28 (tab. 2.6). I due “pesi massimi”, Germania e Francia, che nell’insieme forniscono oltre il 40% del burro, hanno entrambe subito un calo già nel 2016, anno in cui il totale della UE è stato invece in aumento, che si è poi amplificato nel 2017; il 2018 ha visto un’ulteriore riduzione nel caso te- desco, dove il ridimensionamento nel triennio ha raggiunto nel complesso il 5,6%, mentre in quest’anno vi è stato un parziale recupero in Francia. Al con- trario Irlanda e Polonia, che aggiungono un ulteriore 20% della produzione UE, hanno segni positivi in tutti gli ultimi tre anni. Composito, e per questo più prossimo alla tendenza complessiva dell’Unione, è invece il comporta- mento dell’apparato produttivo del Regno Unito e dei Paesi Bassi, con segni alternativamente positivi e negativi: nel primo la produzione di burro, dopo aver guadagnato 16,7 migliaia di tonnellate nel 2016 e 2017, ne dovrebbe aver perse 5,7 mila nel 2018; nei secondi il calo si è concentrato nel 2017 con un -13,2 mila tonnellate rispetto al 2016, solo in piccola parte recuperate nel 2018 con un +400 tonnellate.

A confronto con gli sbalzi osservati per il burro, la produzione europea di formaggio è cresciuta abbastanza regolarmente negli ultimi dieci anni, con variazioni annue che si collocano intorno al tasso medio annuo di variazione, che dal 2008 al 2018 è pari all’1,3% per la UE-15 ma ben al 2,5% per i nuovi paesi membri (tab. 2.7). Negli anni a noi più vicini, un primo rallentamento si osserva nel 2014, anno in cui nel gruppo dei 13 la crescita è scesa al +1,2% portando il totale al +1,36%, mentre nel 2018 sono i 15 membri storici che frenano (+0,55%), facendo scendere l’evoluzione complessiva poco sotto

l’1% annuo.

Nel comparto caseario la produzione è un po’ più concentrata rispetto al burro: sono infatti solo cinque i paesi che hanno una quota produttiva supe- riore al 9%, ossia nell’ordine Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi e Polonia, arrivando nell’insieme quasi al 73%; Regno Unito e Danimarca seguono con quote appena sotto il 5%. Malgrado essi si collochino tutti, tranne la Polonia, nella parte occidentale dell’Unione, tra il 2012 e il 2018 la quota dei 15 si è comunque ridotta di quasi un punto e mezzo percentuale, dall’85,2% all’83,8%, e tra questi perdono soprattutto la Francia che dal 21,1% produce ora il 18,1%, e la Germania che passa dal 26,0% al 24,6%; dall’altro lato raf- Tab. 2.6 - Produzione di burro nella UE dal 2012 al 2018 (.000 tonnellate)

2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018* Var. % 17/16 Var. % 18/17 Austria 35,0 34,5 34,3 33,6 34,6 36,7 37,5 +5,8 +2,3 Belgio-Lussemburgo 58,4 35,8 44,1 48,9 57,6 62,3 67,4 +8,2 +8,2 Bulgaria 1,11 1,06 1,02 0,99 0,87 1,01 1,13 +16,1 +11,9 Croazia 4,35 3,94 4,00 4,06 4,13 4,68 4,43 +13,3 -5,3 Cipro 0,01 0,01 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 - - Rep. Ceca 28,2 27,4 28,6 28,7 28,0 25,8 23,7 -7,8 -8,1 Danimarca 38,5 42,8 42,9 44,2 56,3 57,0 67,3 +1,2 +18,0 Estonia 4,0 3,4 4,5 5,1 5,1 4,3 4,7 -15,7 +8,4 Finlandia 51,5 53,1 57,5 63,2 64,2 61,8 59,5 -3,8 -3,7 Francia 420,6 406,6 445,2 447,0 435,1 411,9 422,7 -5,3 +2,6 Germania 488,8 491,5 489,2 517,3 516,1 496,8 488,5 -3,7 -1,7 Grecia 0,9 0,8 0,6 0,7 1,0 0,9 1,0 -18,3 +17,8 Ungheria 8,8 9,4 9,7 9,5 8,2 9,0 11,4 +9,5 +26,0 Irlanda 145,0 152,1 166,4 187,5 198,7 223,7 236,9 +12,6 +5,9 Italia 93,7 98,4 100,5 94,1 93,1 91,2 90,2 -2,0 -1,1 Lettonia 5,6 6,6 7,5 6,9 7,2 4,7 3,5 -35,4 -25,1 Lituania 12,4 13,2 17,5 14,9 17,7 15,0 15,0 -15,4 +0,7 Malta - - 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 - - Paesi Bassi 133,2 133,2 140,5 147,5 153,1 139,9 140,3 -8,6 +0,3 Polonia 161,8 164,1 171,0 187,7 203,9 213,0 219,6 +4,5 +3,1 Portogallo 28,2 25,6 28,1 32,3 31,4 32,1 31,7 +2,1 -1,3 Romania 9,3 9,8 10,6 11,2 11,9 12,1 10,8 +1,8 -11,0 Slovacchia 8,5 9,1 8,6 8,9 9,0 9,3 9,8 +4,1 +4,4 Slovenia 2,59 2,29 2,32 2,25 2,37 2,74 2,62 +15,6 -4,3 Spagna 37,4 32,4 31,0 36,9 40,8 47,0 48,1 +15,1 +2,5 Svezia 21,9 21,6 21,7 21,8 21,7 17,3 15,2 -20,4 -12,1 Regno Unito 140,2 145,2 140,0 144,5 147,9 161,2 155,5 +9,0 -3,5 UE-15 1.693,3 1.673,4 1.741,9 1.819,5 1.851,7 1.839,6 1.861,8 -0,7 +1,2 UE-N13 246,8 250,2 265,4 280,2 298,4 301,6 306,6 +1,1 +1,7 UE-28 1.940,0 1.923,7 2.007,3 2.099,7 2.150,1 2.141,2 2.168,4 -0,4 +1,3 * 2018, dati stimati.

forzano la loro posizione, tra i grandi paesi caseari europei, la Polonia, non- ché, su quantitativi leggermente inferiori, Paesi Bassi, Regno Unito e Italia. Limitandoci al dato del 2017, ed alle stime per il 2018, non passa inosser- vata per il primo dei due anni la forte crescita dell’Italia, che da sola guadagna quasi 125 mila tonnellate, ossia quasi la metà dell’aumento complessivo; se- gni positivi importanti si hanno anche per Spagna, Polonia, Regno Unito e Danimarca, che nel loro insieme corrispondono ad un ulteriore aumento di 116 mila tonnellate. L’Italia non ha confermato la crescita nel 2018, segnando invece un calo dell’1,6%, a differenza della maggior parte dei paesi protago-

nisti della crescita nel 2017.

Tab. 2.7 - Produzione di formaggio nella UE dal 2012 al 2018 (.000 tonnellate)

2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018* Var. % 17/16 Var. % 18/17 Austria 165,4 163,1 173,7 185,1 194,6 200,6 206,4 +3,1 +2,9 Belgio-Lussemburgo 75,1 76,0 80,6 95,7 104,3 110,8 108,8 +6,2 -1,8 Bulgaria 52,9 60,1 64,8 66,9 68,4 75,8 78,1 +10,7 +3,1 Croazia 31,4 32,3 31,8 33,6 35,7 34,2 34,7 -4,1 +1,3 Cipro 0,8 1,0 1,1 0,6 0,7 0,4 1,4 -43,8 +234,1 Rep. Ceca 111,4 117,7 116,6 120,7 127,5 133,3 138,3 +4,6 +3,7 Danimarca 302,7 323,2 369,1 389,5 428,0 449,9 441,0 +5,1 -2,0 Estonia 42,6 43,8 40,5 43,1 43,3 44,4 44,9 +2,5 +1,1 Finlandia 102,2 102,2 99,1 88,4 83,8 86,0 87,9 +2,7 +2,2 Francia 1.817,3 1.831,3 1.795,9 1.783,4 1.736,2 1.723,4 1.729,0 -0,7 +0,3 Germania 2.240,2 2.258,3 2.298,0 2.320,4 2.285,3 2.303,7 2.348,1 +0,8 +1,9 Grecia 26,9 24,1 23,2 29,1 34,8 23,8 17,7 -31,6 -25,7 Ungheria 72,2 67,6 74,4 80,1 80,1 87,0 88,2 +8,7 +1,3 Irlanda 185,5 182,8 188,4 206,9 205,0 205,0 205,0 +0,0 +0,0 Italia 984,6 1.043,5 1.063,3 1.009,5 1.004,5 1.129,1 1.111,0 +12,4 -1,6 Lettonia 31,3 32,6 34,7 38,4 38,6 46,4 47,6 +20,0 +2,6 Lituania 111,4 113,1 102,7 101,0 97,5 99,6 101,4 +2,1 +1,8 Malta - - - - - - Paesi Bassi 764,1 793,4 772,0 845,0 888,8 866,2 879,8 -2,5 +1,6 Polonia 718,7 744,5 759,6 784,6 816,1 849,0 879,5 +4,0 +3,6 Portogallo 59,1 55,4 57,3 56,9 60,5 62,0 63,1 +2,4 +1,8 Romania 59,8 62,9 64,2 68,9 73,9 77,9 81,1 +5,5 +4,1 Slovacchia 27,9 28,3 28,6 31,0 33,4 35,6 38,4 +6,6 +7,8 Slovenia 18,0 16,3 17,0 15,5 15,5 16,9 16,8 +8,9 -1,1 Spagna 140,9 154,5 168,3 166,5 223,9 260,8 253,3 +16,5 -2,9 Svezia 101,2 89,1 87,7 90,2 87,2 82,6 81,2 -5,3 -1,6 Regno Unito 388,8 384,1 408,3 434,2 431,6 456,7 472,1 +5,8 +3,4 UE-15 7.353,9 7.481,0 7.585,0 7.700,8 7.768,5 7.960,5 8.004,2 +2,5 +0,5 UE-N13 1.278,3 1.320,2 1.336,0 1.384,3 1.430,7 1.500,5 1.550,1 +4,9 +3,3 UE-28 8.632,2 8.801,2 8.920,9 9.085,1 9.199,2 9.461,0 9.554,3 +2,8 +1,0 * 2018, dati stimati.

Ancora più concentrata dei prodotti precedenti è la produzione di latte scremato in polvere dell’Unione Europea, non essendo legata come nel caso di burro e formaggio a consuetudini e mercati locali, ma bensì unicamente a fattori quali il basso costo della materia prima, l’efficienza logistica e produt- tiva e l’accesso ai mercati di sbocco (tab. 2.8). In base ai dati stimati per il 2018, infatti, per l’87,5% essa viene effettuata nella UE a 15, e dalla Polonia provengono oltre i tre quarti del rimanente 12,5%, mentre oltre il 60% della produzione dei 15 si divide tra Francia e Germania, con un contributo risultato sempre maggiore per la prima rispetto alla seconda fino al 2015, ma una re- Tab. 2.8 - Produzione di latte scremato in polvere nella UE dal 2012 al 2018 (.000 tonnellate) 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018* Var. % 17/16 Var. % 18/17 Austria 5,1 3,9 8,0 8,8 4,1 6,1 6,4 +50,6 +5,5 Belgio-Lussemburgo 100,6 105,6 138,3 152,0 162,2 153,6 171,3 -5,3 +11,5 Bulgaria 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 - - Croazia - - 0,0 0,0 - - - Cipro 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 - - Repubblica Ceca 16,4 17,2 25,6 23,5 24,4 19,7 18,9 -19,4 -3,9 Danimarca 39,4 45,7 39,9 34,1 43,8 49,4 64,7 +12,8 +30,9 Estonia - - - 3,5 1,7 - - - - Finlandia 20,3 - - - - - Francia 352,8 334,7 443,2 457,1 426,6 408,6 390,3 -4,2 -4,5 Germania 313,9 316,3 357,4 400,3 435,6 430,4 414,4 -1,2 -3,7 Grecia 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 - - Ungheria - - - - - - Irlanda 60,0 - 70,6 - 117,7 119,8 121,6 - +1,6 Italia 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 - - Lettonia - - - - - - Lituania 18,5 22,6 32,4 30,5 35,8 21,4 15,3 -40,1 -28,8 Malta - - 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 - - Paesi Bassi 65,7 65,2 65,1 68,6 70,8 67,6 71,6 -4,5 +5,9 Polonia 105,2 98,3 147,4 141,3 142,7 144,6 153,2 +1,3 +6,0 Portogallo 9,4 - 11,3 19,0 19,0 20,7 20,2 +9,3 -2,8 Romania - - - 1,3 1,3 1,4 1,3 +12,6 -8,5 Slovacchia 1,7 - - - - - Slovenia - - - - - - Spagna 23,0 9,7 20,8 23,8 14,9 17,9 13,5 +20,3 -24,5 Svezia 25,8 31,3 38,5 38,4 44,3 55,1 44,4 +24,3 -19,4 Regno Unito - - - 126,5 - - - UE-15 1.016,2 912,5 1.193,1 1.328,6 1.338,9 1.329,1 1.318,4 -0,7 -0,8 UE-N13 141,8 138,1 205,3 200,0 205,9 187,1 188,7 -9,1 +0,8 UE-28 1.157,9 1.050,6 1.398,4 1.528,6 1.544,7 1.516,2 1.507,1 -1,8 -0,6 * 2018, dati stimati.

cente inversione di ruoli. Questa concentrazione si è peraltro recentemente ridimensionata, poiché solo cinque anni fa i due massimi produttori mettevano insieme circa il 70% dei quantitativi totali della UE a 15.

Il 2016, dopo due anni con aumenti rispettivamente del 33% e del 9%, aveva visto a livello complessivo una moderata crescita (+1,1%) che, a parte la compensazione tra Germania e Francia, si è suddiviso tra le due macro-aree interne all’Unione e pressoché tra tutti i principali paesi produttori. Al contra- rio, sia il 2017 che, per le stime preliminari, il 2018 hanno portato ad un calo di questa produzione; nel primo dei due anni esso è particolarmente sensibile nella parte orientale dell’Unione, particolarmente in Lituania e Repubblica Ceca, mentre nel secondo la riduzione, più contenuta, si concentra in termini assoluti in Francia e Germania, mentre in termini relativi spiccano i cali di Spagna, Svezia e nuovamente Lituania.

La produzione di latte intero in polvere, un prodotto relativamente più ricco rispetto a quello scremato e dotato di una più ampia gamma di utilizzi, è ancor più concentrata del precedente, localizzandosi per la quasi totalità (93,6% stimato nel 2018) nella UE a 15 (tab. 2.9). Va detto che in questo caso le statistiche disponibili sono inficiate dal fatto che in diversi paesi, anche di importanza non trascurabile, i dati non sono disponibili perché, dato l’esiguo numero di produttori, essi sono coperti dal segreto statistico. Con questa ri- serva, emerge che sono cinque i paesi realmente importanti, che formano un continuum spaziale: si tratta di Francia, Germania, Danimarca, Paesi Bassi e Belgio-Lussemburgo, che forniscono quasi l’86% della produzione del 2017 e l’82% di quella stimata per il 2018. Negli ultimi anni la produzione è altale- nante perché, benché vi sia una domanda internazionale vivace per questo prodotto, la produzione europea è relativamente poco competitiva in termini di prezzo, a causa dell’elevata valorizzazione che nell’Unione ha la materia butirrica.

Nel documento L'industria di trasformazione (pagine 33-41)