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Il prezzo del latte alla stalla in Austria, Francia e Germania Comprendere ed analizzare l’evoluzione del prezzo del latte alla stalla nel

Nel documento L'industria di trasformazione (pagine 166-172)

6. IL PREZZO DEL LATTE ALLA STALLA

6.3. Il prezzo del latte alla stalla in Austria, Francia e Germania Comprendere ed analizzare l’evoluzione del prezzo del latte alla stalla nel

nostro Paese è certamente più agevole, se essa si confronta con ciò che accade nei principali paesi da cui importiamo materia prima per l’industria lattiero- casearia, ossia in Austria, in Germania ed in Francia (fig. 6.4). La serie impie- gata per l’Austria deriva dalle rilevazioni effettuate da Agrarmarkt-Austria, l’agenzia del Ministero dell’Agricoltura che si occupa di raccogliere, analiz- zare e diffondere informazioni sui mercati agricoli e sono riferite alla media nazionale. Per la Germania, date le forti differenze nel livello e nella stagio- nalità del latte che si riscontrano tra le diverse aree produttive (a loro volta Fig. 6.3 - Coefficienti percentuali di stagionalità per l'indice del prezzo interpro- fessionale in Lombardia, media 2012-2016

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati Accordi inter- professionali, contratti aziendali, CCIAA, Il Sole 24 Ore, ZMB-AMI.

legate a differenze sensibili nella struttura degli allevamenti), si è scelto di im- piegare le rilevazioni effettuate fino al maggio 2009 dall’agenzia semi-pub- blica ZMP, e successivamente dalle sue “filiazioni” private ZMB (specifica- mente per il latte) e AMI (per l’insieme dei mercati agricoli), relativamente alle quotazioni in Baviera, regione dalla quale provengono essenzialmente le importazioni tedesche delle nostre imprese. Anche per la Francia, in base ad analoghe considerazioni, le rilevazioni sono regionalizzate e quelle prese in considerazione si riferiscono alla regione Rhône-Alpes (ossia la zona avente come capoluogo Lione), da cui in prevalenza provengono i flussi diretti verso il nostro Paese; esse erano curate fino a tre-quattro anni fa dall’ufficio inter- professionale per il latte (Onilait) sulla base di propri sondaggi, mentre oggi rientrano nelle attività dell’ufficio di prodotto unificato per tutti i prodotti dell’agricoltura, allevamento e pesca, FranceAgriMer.

Per le ragioni anzidette, in mancanza non solo di un prezzo di mercato rappresentativo per l’Italia, ma anche, per lunghi anni, di una quotazione con- cordata tra le parti, anche in questo caso si è fatto ricorso al prezzo simulato Fig. 6.4 - Confronto tra il prezzo del latte alla stalla in Lombardia, in Austria, in Baviera e nel Rhône-Alpes1, gennaio 2008-dicembre 2018 (euro per 100 litri, IVA inclusa)

1. Prezzi ricondotti allo standard di 37 g/l di grasso e 34 g/litro di proteine. Lombardia: prezzo interprofessionale simulato.

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati Accordi inter- professionali, contratti aziendali, CCIAA, Il Sole-24 Ore, Agrar-markt-Austria, ZMB-AMI, FranceAgriMer.

per la Lombardia dal sistema di indicizzazione realizzato dall’Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici. Al fine di rendere comparabili le quota- zioni dei diversi paesi, tutti i prezzi, riportati allo standard comune di 37 grammi di grasso e 34 grammi di proteine per litro, sono espressi in centesimi per litro di latte e sono comprensivi di IVA; per questo i dati illustrati nella figura 6.4 e riportati nella tabella 6.2 non coincidono, per la Lombardia, con Tab. 6.2 - Prezzo del latte alla stalla in Lombardia, in Austria, in Baviera e nel Rhône-Alpes, 2016-20181 Prezzo latte Lombardia, IVA inclusa cents/litro Prezzo latte Austria, IVA inclusa cents/litro Scarto Austria/ Lombardia % Prezzo latte Baviera, IVA inclusa cents/litro Scarto Baviera/ Lombardia % Prezzo latte Rhône-Alpes IVA inclusa cents/litro Scarto Rhône-Al- pes/ Lom- bardia % gen-16 33,41 33,34 -0,2 29,41 -12,0 33,09 -1,0 feb-16 33,00 32,45 -1,6 28,77 -12,8 32,78 -0,7 mar-16 33,66 30,98 -8,0 27,83 -17,3 32,09 -4,7 apr-16 33,36 30,28 -9,2 26,62 -20,2 31,59 -5,3 mag-16 33,35 29,42 -11,8 25,49 -23,6 30,95 -7,2 giu-16 33,55 29,15 -13,1 25,26 -24,7 31,64 -5,7 lug-16 33,63 29,30 -12,9 25,36 -24,6 32,55 -3,2 ago-16 33,91 29,38 -13,4 25,99 -23,4 33,45 -1,4 set-16 34,31 29,58 -13,8 27,14 -20,9 33,56 -2,2 ott-16 35,61 30,52 -14,3 29,02 -18,5 33,89 -4,8 nov-16 36,75 31,75 -13,6 30,66 -16,6 33,38 -9,2 dic-16 37,65 32,80 -12,9 31,40 -16,6 34,32 -8,9 gen-17 38,46 33,50 -12,9 32,80 -14,7 36,34 -5,5 feb-17 38,54 34,11 -11,5 33,03 -14,3 35,61 -7,6 mar-17 38,33 34,55 -9,9 33,19 -13,4 34,72 -9,4 apr-17 37,99 34,52 -9,1 33,33 -12,3 30,57 -19,5 mag-17 37,84 34,70 -8,3 33,70 -10,9 34,12 -9,8 giu-17 37,90 36,31 -4,2 34,59 -8,7 35,33 -6,8 lug-17 39,22 37,33 -4,8 36,10 -8,0 37,56 -4,2 ago-17 39,53 38,18 -3,4 36,88 -6,7 38,50 -2,6 set-17 39,58 39,52 -0,1 37,74 -4,6 38,71 -2,2 ott-17 39,99 40,35 +0,9 38,65 -3,4 38,31 -4,2 nov-17 40,15 40,38 +0,6 38,74 -3,5 37,51 -6,6 dic-17 39,46 40,67 +3,1 38,50 -2,4 37,88 -4,0 gen-18 38,91 39,66 +1,9 37,48 -3,7 37,36 -4,0 feb-18 38,60 37,52 -2,8 36,51 -5,4 37,04 -4,1 mar-18 38,76 36,12 -6,8 35,37 -8,8 35,59 -8,2 apr-18 38,87 35,61 -8,4 34,12 -12,2 34,53 -11,2 mag-18 39,27 35,19 -10,4 34,01 -13,4 34,64 -11,8 giu-18 37,56 34,95 -6,9 34,26 -8,8 36,05 -4,0 lug-18 38,22 35,62 -6,8 34,55 -9,6 38,05 -0,5 ago-18 38,78 35,60 -8,2 34,78 -10,3 39,43 +1,7 set-18 38,82 36,36 -6,3 35,29 -9,1 39,55 +1,9 ott-18 38,95 37,09 -4,8 35,76 -8,2 39,65 +1,8 nov-18 39,17 37,60 -4,0 n.d. - 37,69 -3,8 dic-18 39,45 n.d. - n.d. - n.d. -

1. Prezzi ricondotti allo standard di 37 g/l di grasso e 34 g/l di proteine. Lombardia: prezzo interprofessionale simulato.

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati Accordi inter- professionali, CCIAA, Il Sole-24 Ore, Agrarmarkt-Austria, ZMB-AMI, FranceAgriMer.

quelli discussi nel precedente paragrafo.

Nel comparare questi prezzi si deve ricordare che questo confronto non riflette appieno la convenienza per le imprese trasformatrici ad usare l’una o l’altra fonte di approvvigionamento. In realtà, quando queste importano latte, lo pagano ad un prezzo che è legato al prezzo alla produzione (al quale co- munque va aggiunto il costo di trasporto, che per carichi provenienti da Au- stria o Baviera può oggi essere valutato a circa quattro-cinque euro per 100 litri), ma se ne può discostare, anche in misura piuttosto ampia, a seconda di condizioni commerciali momentanee: si tratta infatti di un tipico mercato spot. Ne consegue che anche la misura dello scostamento percentuale tra i diversi prezzi, non va tanto considerata in termini assoluti, ma piuttosto studiata nella sua evoluzione e nei movimenti di breve termine.

Lo scostamento tra il prezzo lombardo e quello rilevato in Austria, dopo essersi notevolmente ampliato negli anni precedenti aveva mostrato valori nel complesso stabili per tutto il biennio 2014-15, salvo poi ampliarsi decisamente nel 2016, poiché per tutta la prima metà dell’anno i due indicatori avevano avuto andamenti divergenti: in crescita il prezzo italiano, in calo quello au- striaco. Così lo scarto tra le due valutazioni, che aveva iniziato l’anno pratica- mente a zero, è arrivato a superare il 14% in ottobre ed è rientrato di poco più di un punto percentuale nei due mesi successivi. Nel 2017, al contrario, ad un’accelerazione della ripresa in Austria ha corrisposto una frenata e poi una minor crescita da noi. Il prezzo austriaco è infatti cresciuto del 10,7% nel primo semestre, contro lo 0,7% di quello lombardo, e del 12% nel secondo semestre contro un +4,1% al di qua delle Alpi. Di conseguenza, si arrivava in dicembre, ad un prezzo austriaco superiore del 3% rispetto a quello di casa nostra. Il con- fronto per il 2018 è influenzato dalla ben più marcata componente stagionale che si osserva nel prezzo oltre il Brennero: entrambe le serie mostrano il mi- nimo a giugno, ma nel caso lombardo esso comporta un calo rispetto a dicem- bre 2017 del 4,8%, contro il 14,1% per l’Austria. Di lì fino a novembre, ultimo dato disponibile per la serie austriaca, si ha in entrambe i casi un recupero, ma anche qui asimmetrico: +4,3% per il latte lombardo, che così lascia sul terreno in undici mesi lo 0,7%, +7,6% per la serie austriaca, con un deficit tra dicembre 2017 e novembre 2018 del 7,5%. A questo punto, quindi, lo scarto tra i due prezzi, che aveva superato il 10% a maggio, è del 4%.

Il prezzo bavarese, che si mantiene al di sopra della media tedesca, in ge- nere non si discosta molto da quello austriaco, ma il 2015 e il 2016 hanno prima scavato e poi mantenuto un fossato tra le due quotazioni: la differenza era favorevole all’Austria di 2,2 euro per 100 litri in gennaio 2015, ma di ben 4,2 euro alla fine dello stesso anno, e si manteneva oscillando quasi costante- mente tra 3,7 e 3,9 euro fino ad agosto 2016, salvo poi smorzarsi e chiudere

l’anno a 1,4 euro. Chiaramente in questo quadro la competitività del latte ba- varese nei confronti di quello italiano veniva accentuata: il differenziale tra i due prezzi arrivava anche a sfiorare il 25% in giugno e luglio 2016. Ma come più rapida era stata la discesa del prezzo in Baviera, così più repentino è stato poi il successivo recupero rispetto a quanto osservabile in Italia: tra giugno 2016 e novembre 2017, con una serie ininterrotta di variazioni positive, il prezzo bavarese guadagnava il 53,4%, quello lombardo solo il 19,7%. Così il 2017 si chiudeva con una distanza tra i due prezzi ridotta a meno di un cente- simo per litro. In seguito il prezzo bavarese seguiva un’evoluzione analoga a quella del prezzo austriaco, con un divario a favore di quest’ultimo che tra gennaio e ottobre 2018 ha oscillato tra un minimo di 0,7 e un massimo di 1,5 euro per 100 litri, con una media di 1,16. Lo scostamento rispetto al latte lom- bardo, di conseguenza, è stato costantemente negativo ed è passato dal -2,4% di dicembre 2017 al -13,4% di maggio, per poi attestarsi in ottobre al -8,2%.

Nel passato il prezzo francese rilevato nella regione di Lione presentava in genere valori inferiori a quelli austriaco e bavarese, almeno fino a tutto il 2014 e parte del 2015. Da allora però si è manifestato un cambiamento strutturale, legato tra l’altro al fatto della relativa rarefazione dell’offerta di latte in questa parte della Francia più prossima ai nostri confini, a vantaggio delle più lontane pianure bretoni e normanne. La sua competitività rispetto al latte lombardo ne è quindi in parte venuta meno, anche se essa rimane forte nei momenti di mag- gior afflusso di latte sul mercato. Infatti una caratteristica peculiare che il prezzo francese presenta, rispetto a quelli con cui lo compariamo, è una stagio- nalità molto più accentuata, con un calo nella fine dell’inverno e per tutta la primavera, una ripresa poi nel corso dell’estate e sovente un’ulteriore flessione nei 3-4 mesi di chiusura dell’anno. Questo è stato il caso anche del 2016, quando il divario rispetto al prezzo lombardo è passato da 0,32 euro per 100 litri in gennaio a 2,40 in maggio, tornando poi a 0,47 in agosto ma di nuovo aumentando fino a 3,30-3,40 in novembre e dicembre. Nel 2017 è stato soprat- tutto il periodo primaverile che ha visto crescere il gap, che ha toccato i 7,4 euro per 100 litri in aprile, mentre nello scorcio finale dell’anno lo scarto non si è ampliato oltre i 2,65 euro di novembre. Infine, nel 2018 si osserva che la quotazione transalpina, inferiore a quella lombarda di circa 1,5 euro per 100 litri in gennaio, se ne è allontanata raggiungendo lo scarto di 4,6 euro in mag- gio, poi ha invertito la tendenza e ha addirittura superato il prezzo lombardo in agosto, settembre e ottobre, per poi scenderne al di sotto in novembre. Si con- ferma così che il latte che passa le Alpi provenendo da Nord-Ovest, benché oggi rappresenti una quota ridotta rispetto a quello che arriva da Nord-Est, co- stituisce un fattore rilevante di destabilizzazione del prezzo di casa nostra, so- prattutto nei momenti in cui quest’ultimo è più debole.

Nel documento L'industria di trasformazione (pagine 166-172)