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Le forti differenze di redditività

Nel documento L'industria di trasformazione (pagine 150-154)

5. I COSTI DI PRODUZIONE DEL LATTE

5.4. Le forti differenze di redditività

Attraverso le analisi svolte per gruppi di allevamenti sono state individuate le variabili che determinano la composizione dei costi di produzione ed il li- vello della redditività, variabili in parte di natura strutturale (localizzazione e dimensione delle aziende) ed in parte di natura tecnica (produttività della man- dria, rapporto tra capi allevati e superficie, produttività del lavoro). Tuttavia, la dotazione di fattori aziendali o le capacità tecniche da sole non appaiono sufficienti a determinare un risultato economico positivo, ma al massimo pos- sono rappresentare fattori predisponenti all’ottenimento di buoni risultati eco- nomici. Infatti, la variabilità dei costi attorno a quelli medi è generalmente piuttosto ampia ed anche nei gruppi dove il profitto medio si presenta positivo vi sono imprese che producono in perdita. A livello nazionale la percentuale di aziende che ha ottenuto un utile dalla produzione è pari nel 2018 al 35,1%, e rappresenta quasi due terzi del latte prodotto. Il paragone nell’ultimo trien- nio tra le percentuali di aziende che ottengono un profitto dalla produzione (tab. 5.13) consente di osservare un arretramento rispetto al 2017, ma soprat- tutto nettissime differenze in relazione alle variabili strutturali.

Osservando le percentuali di imprese in utile di ciascun gruppo nel 2018, associate con i dati sintetici relativi al valore del prodotto, ai premi ed ai costi espliciti, si può constatare come solo il 21,7% degli allevamenti montani re- muneri tutti i fattori della produzione a prezzo di mercato, mentre la percen-

tuale sale al 54% in pianura. Per quanto riguarda la dimensione dell’alleva- mento, si può constatare come solo dalla classe tra 50 e 69 vacche in poi al- meno la metà degli allevamenti ottenga un utile e come tale valore raggiunga Tab. 5.13 - Ricavi, costi e reddito del latte per gruppi di allevamenti nel 2018 e distribuzione percentuale delle aziende in utile nell'ultimo triennio

Valore prodotto Premi totali Costi espliciti Reddito netto Premi/ reddito netto Aziende in utile % euro per 100 kg % 2018 2017 2016 Totale aziende 49,94 4,43 40,58 13,79 32,14 35,14 39,04 27,22 A - Zona altimetrica Montagna 56,72 9,58 47,15 19,15 50,02 21,75 24,22 16,65 Collina 49,45 3,69 38,63 14,51 25,44 32,03 37,20 21,02 Pianura 48,93 3,75 39,93 12,75 29,40 54,00 59,10 45,49

B - Vacche per azienda

1-9 65,54 12,28 68,18 9,64 127,42 6,67 6,63 3,26 10-19 58,47 9,46 51,34 16,60 56,98 7,48 8,41 4,47 20-29 54,69 7,29 44,58 17,40 41,90 27,08 35,73 20,29 30-39 51,19 6,23 44,40 13,02 47,84 29,16 36,87 19,19 40-49 48,58 4,63 37,90 15,31 30,24 38,14 52,77 34,20 50-69 53,66 4,27 39,49 18,44 23,13 61,16 65,61 48,97 70-99 49,53 4,74 38,80 15,48 30,65 62,27 66,23 54,78 100-149 49,89 4,30 37,37 16,81 25,58 83,52 88,07 72,30 150 e oltre 47,94 3,49 40,24 11,20 31,20 74,70 79,87 67,47 C - Resa in t/vacca fino a 3,5 53,45 14,07 55,56 11,96 117,65 9,74 9,57 4,94 3,5-4,5 53,64 7,40 44,30 16,74 44,20 18,79 19,72 15,10 4,5-5,5 51,94 6,91 40,96 17,89 38,64 26,70 29,89 20,28 5,5-6,5 56,33 5,14 40,52 20,96 24,54 48,25 51,74 37,55 6,5-7,5 49,42 4,55 39,45 14,52 31,32 44,98 53,90 35,71 7,5-8,5 48,85 3,88 42,16 10,57 36,68 51,47 53,22 40,51 8,5-9,5 52,00 3,96 38,98 16,98 23,33 48,50 60,01 37,88 superiore a 9,5 46,76 3,25 38,78 11,23 28,91 47,05 53,68 43,60

D - Produzione aziendale in t/anno

fino a 20 58,23 22,77 105,01 -24,01 n.s. 0,00 0,00 0,00 20-50 65,41 17,61 67,07 15,95 110,39 8,43 8,40 4,03 50-100 59,84 8,95 54,28 14,51 61,70 11,58 11,60 7,32 100-200 54,04 7,73 44,78 17,00 45,50 23,32 30,77 16,47 200-500 50,42 4,61 38,29 16,75 27,56 52,83 63,35 42,67 500-1000 52,95 4,67 38,00 19,62 23,79 76,12 80,85 67,55 1000-2000 50,15 3,44 40,32 13,27 25,95 76,98 83,01 69,15 oltre 2000 45,57 3,41 40,01 8,98 38,02 66,44 66,34 60,50

E - Destinazione del latte

Consegne a non coop. 44,69 3,94 38,29 10,35 38,11 33,96 39,59 25,50

Consegna a cooperative 54,41 4,40 42,38 16,43 26,79 33,05 35,42 27,58

- di cui Parmigiano Reg. 73,14 4,28 41,75 35,67 12,01 79,91 79,20 63,54

- di cui altre cooperative 50,72 4,42 42,50 12,65 34,99 25,67 28,47 21,72

Trasformazione in proprio 92,96 22,24 64,39 50,80 43,77 57,33 57,43 38,09

l’84% negli allevamenti tra 100 e 149 vacche, per scendere al 75% nelle aziende di maggiore dimensione.

Analoga dinamica si può verificare a proposito delle rese: solo nel gruppo tra 7,5 e 8,5 t/vacca più della metà delle aziende ottiene profitti, mentre oltre metà degli allevamenti più produttivi chiude in perdita. Suddividendo le im- prese per volume produttivo, variabile che riassume le due ora esaminate, si conferma come il limite di passaggio da condizioni medie di perdita a quelle di profitto si collochi oltre le 400 t/anno.

Infine, relativamente alla destinazione del latte, si può apprezzare come i diversi livelli di prezzo (o valore) del prodotto possano contribuire a determi- nare la redditività: infatti, a fronte solo del 34% degli allevamenti che conse- gnano il latte ad imprese non cooperative, ottiene un utile l’80% di quelli che lo destinano a Parmigiano Reggiano, mentre il dato scende al 26% per quelli che lo conferiscono alle ‘altre cooperative’. Confrontando i dati con quelli analoghi degli anni scorsi, si rileva un significativo spostamento del punto di parità tra costi e ricavi verso livelli di dimensioni e di rese superiori al 2017 ma inferiori al 2016. Occorre comunque rilevare come le imprese di minore dimensione, o ubicate in aree difficili dal punto di vista geografico e climatico, continuino a manifestare maggiori difficoltà rispetto alle altre.

Il valore del latte prodotto non presenta una grande variabilità attorno al dato medio (49,94 euro/100 kg) se considerato in relazione ai parametri strut- turali, con livelli di poco superiori in montagna e nelle piccole aziende, mentre vi sono differenze significative, crescenti rispetto ad anni passati, in funzione della destinazione; i premi aumentano la loro importanza nella determina- zione del reddito e si presentano anch’essi più alti in montagna, negli alleva- menti piccoli ed in quelli meno produttivi, mentre appaiono meno significativi nelle imprese di maggiori dimensioni della pianura. I differenziali nei ricavi, dati dalle vendite e dai premi, sembrano tuttavia compensare solo in parte le differenze esistenti nei costi espliciti: osservando i livelli del reddito netto (che deriva proprio dalla differenza tra ricavi, premi compresi, e costi espliciti) si vede come, rispetto al dato medio (13,79 euro), non vi siano grandi differenze tra zone altimetriche o classi dimensionali (eccetto le più piccole), mentre esse appaiono nette in funzione della destinazione del latte, similmente al 2017.

I premi costituiscono sempre più una componente significativa del reddito, pari in media nazionale al 32,1%, ma la frazione ad essi attribuibile appare molto diversificata, salendo da valori del 20-25% per gli allevamenti di mag- giore dimensione e produttività a valori del 50% in montagna, e a livelli su- periori al 100% per gli allevamenti con meno di 10 bovine, con produzioni inferiori a 50 t/anno, con basse rese. Occorre, quindi, porre molta attenzione all’utilizzo dei contributi pubblici per sostenere l’attività zootecnica, conside-

rando anche la riduzione dei pagamenti diretti derivante dalla riforma PAC. Le differenze nell’ammontare dei costi espliciti nei diversi gruppi di alle- vamenti, anche se meno evidenti rispetto alle differenze dei costi totali, con- sigliano di analizzare la loro composizione per gruppi di aziende. Tale analisi, riportata nella tabella 5.14, si basa sulla suddivisione dei costi stessi in tre grandi categorie: costi specifici, costi generali, fattori esterni. I costi specifici comprendono: gli oneri per gli alimenti acquistati, i costi di produzione degli alimenti aziendali (esclusi gli oneri di meccanizzazione) e le spese varie per l’allevamento. I costi generali comprendono gli ammortamenti e la manuten- zione dei fabbricati e delle macchine, i prodotti energetici, il pagamento delle prestazioni svolte dai contoterzisti, gli altri costi generali aziendali, le imposte. I fattori esterni comprendono il lavoro salariato e gli oneri sociali della mano- Tab. 5.14 - Composizione dei costi espliciti di produzione del latte in Italia nel 2018 per gruppi di aziende (euro/100 kg)

Costi

specifici generali Costi Fattori esterni

Totale costi espliciti Totale aziende 23,84 11,30 5,44 40,58 A - Zona altimetrica Montagna 23,39 18,40 5,36 47,15 Collina 24,19 10,12 4,32 38,63 Pianura 23,84 10,40 5,70 39,93 B - Resa in t/vacca fino a 3,5 23,70 20,63 11,23 55,56 3,5-4,5 22,05 16,64 5,61 44,30 4,5-5,5 23,44 12,99 4,52 40,96 5,5-6,5 23,65 11,88 4,99 40,52 6,5-7,5 23,74 11,04 4,67 39,45 7,5-8,5 22,89 12,75 6,52 42,16 8,5-9,5 23,98 9,85 5,15 38,98 superiore a 9,5 25,02 8,99 4,77 38,78

C - Produzione aziendale in t/anno

fino a 20 30,70 57,67 16,64 105,01 20-50 23,94 31,76 11,37 67,07 50-100 24,17 23,24 6,87 54,28 100-200 22,93 16,76 5,10 44,78 200-500 22,87 10,93 4,48 38,29 500-1000 23,67 9,87 4,46 38,00 1000-2000 24,23 10,97 5,12 40,32 oltre 2000 24,13 9,55 6,33 40,01

D - Destinazione del latte

Consegne a imprese non cooperative 23,08 10,52 4,69 38,29

Consegna a Cooperative 24,51 11,82 6,04 42,38

- di cui Parmigiano Reggiano 25,63 9,50 6,62 41,75

- di cui altre cooperative 24,29 12,28 5,93 42,50

Trasformazione in proprio 29,39 22,27 12,73 64,39

dopera familiare, gli affitti e gli interessi pagati.

Nella tabella i costi espliciti, ripartiti fra le tre categorie, sono riportati se- condo alcune suddivisioni significative (zona altimetrica, resa per vacca, vo- lume produttivo, destinazione del latte). Per quanto riguarda il dato medio na- zionale i costi specifici pesano per il 59%, quelli generali per il 28% e i fattori esterni per il 13%. Rispetto alla media si osserva un minore valore unitario dei costi specifici negli allevamenti che vendono il latte alle industrie, mentre non vi sono differenze significative dipendenti dalla localizzazione o dalla di- mensione produttiva: ciò è logico, se si considera che tali costi sono composti prevalentemente dagli oneri di alimentazione. Viceversa i costi generali e quelli che si riferiscono ai fattori esterni, perlopiù di natura fissa, tendono a diminuire consistentemente passando dalla montagna alla pianura ed al cre- scere della resa e del volume produttivo aziendale. Tale dinamica appare quindi tipica di tutti i fenomeni che possono essere ricondotti alle economie di scala: la variabilità dei costi fissi appare, quindi, molto forte e determina il livello del reddito netto.

L’esame della composizione dei costi espliciti in relazione alla destina- zione del latte rende evidente come il minore costo del latte destinato all’in- dustria sia attribuibile a tutte le categorie di costo, ma in particolare ai costi specifici. Questi ultimi, invece, sono superiori nelle aziende che consegnano il latte alle cooperative e, ancor di più, nel gruppo che effettua la trasforma- zione in proprio.

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