• Non ci sono risultati.

I consorzi

Nel documento Reti di contratti e reti di imprese (pagine 83-87)

Sezione I- La prospettiva societaria: reti e contratti plurilateral

3. I consorzi

Per altra via, si tende a ricondurre il fenomeno delle reti alla categoria del consorzio, impostando i problema sotto il profilo del diritto commerciale. Il consorzio come forma organizzativa tipica, volta alla istituzione di “un' organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese” ai sensi dell’ art. 2602 c.c. . La forma organizzativa del consorzio è adottata per una molteplicità di fenomeni associativi che coordinano attività che vanno dalle fasi iniziali dell'attività innovativa alla gestione delle attività di commercializzazione di prodotti rispetto ai quali l'attività di ricerca è limitata se non inesistente. Nell’ ambito dei consorzi occorre, per quel che rileva in relazione alle reti, distinguere tra:

a) consorzi a composizione puramente pubblica; b) consorzi a composizione mista: pubblico-privato; c) consorzi puramente privati.

I primi consorzi sono connessi all'industria per mezzo di organizzazioni di collegamento, vale a dire piattaforme industriali dotate di un accesso privilegiato al know how da essi stessi prodotta.

Il tratto caratterizzante rispetto a questa forma di consorzio rispetto ai consorzi a composizione mista risiede nella deliberata strategia di ampia divulgazione dei risultati scientifici in essa perseguita, rispondente all'obiettivo proprio della «comunità scientifica» di espandere i confini della conoscenza appartenente al pubblico dominio.

Secondo una parte della dottrina, nei casi ambigui circa la provenienza dei risultati scientifici ottenuti mediante la collaborazione, il ricorso ad un sistema di proprietà collettiva permette non soltanto di preservare l'apertura del sistema di ricerca, ma anche di evitare una eccessiva frammentazione delle conoscenze e facilitare l'accesso ad esse da parte degli utilizzatori potenziali.

Il riferimento va, in termini di paragone, alle epistemic communities - in particolare il perseguimento dell'obiettivo condiviso deli'aumento dello stock di conoscenza in un determinato ambito scientifico e la libera circolazione delle conoscenze e dei risultati cha a questo obiettivo è funzionale - con la differenza che il consorzio rappresenta una modalità organizzativa formalizzata, mentre le epistemic communities operano largamente nell' ambito dell' informale e trascendono i confini di singole organizzazioni.

A partire dal quinto e più recente programma-quadro europeo, la forma prevalente di consorzio è divenuta la forma mista, anche in conseguenza del fatto che il programma-quadro esplicitamente prevede la partecipazione di imprese private al consorzio come condizione di esistenza del consorzio stesso. Se, da un lato, l'inclusione di soggetti privati nei consorzi di R&S permette una più efficace diffusione delle conoscenze al di là dell'ambito accademico e, di conseguenza, aumenta le probabilità di una rapida applicazione industriale dei risultati scientifici raggiunti, dall'altro rende cruciale il problema dell'allocazione dei diritti di proprietà intellettuale ed induce all'adozione di strategie di protezione della conoscenza prodotta che possono ridurne la libera circolazione.

Quanto poi agli accordi di collaborazione fra istituzioni accademiche ed industria, sebbene si tratti di accordi che possono in linea di principio ridurre la diffusione dei risultati della ricerca scientifica, l'uso di licenze esclusive è prevalentemente associato a circostanze in cui l'invenzione in oggetto è in una fase embrionale di sviluppo.

In questi casi facilitano la realizzazione, da parte delle imprese coinvolte, degli ingenti investimenti necessari alla commercializzazione.

Sono prospettabili almeno cinque modalità di attribuzione dei diritti sui risultati della ricerca congiunta.

1) Attribuzione separata: in relazione alla proprietà delle tecnologie e dei materiali originali utilizzati.

E‘ la forma di ripartizione dei diritti più comune nel caso in cui la collaborazione consista nel trasferimento all'interno del laboratorio di ricerca pubblico di materiali di proprietà dei partner industriali del consorzio e nell' applicazione a tali materiali delle tecnologie (sia brevettate che non brevettate) e del know-how appartenenti al laboratorio. La proprietà dell' invenzione finale è generalmente attribuita al proprietario dei materiali originali, mentre al laboratorio è attribuita sia la proprietà dei miglioramenti apportati alle sue tecnologie che tutti gli eventuali materiali da esso creati per realizzare il prodotto finale.

2) Proprietà congiunta ma temporanea: si riferisce al caso in cui vengono attribuiti ai membri del consorzio sia il diritto di proprietà sui materiali utilizzati nel corso della collaborazione che il diritto di pubblicare o resettare dati ottenuti sulla base di tali materiali, ma esclusivamente per la durata della collaborazione.

3) Proprietà congiunta: è una opzione cui sempre più frequentemente si fa ricorso, in marcata controtendenza rispetto alle modalità di attribuzione dei risultati prevalenti negli anni '80 e agli inizi degli anni '90 che consistevano generalmente nell' attribuzione delia totalità dei diritti sui risultati della collaborazione alIai partner privati. Spesso, a fronte della

contitolarità del diritto, si ha comunque il conferimento della gestione lla componente privata del consorzio, cosicché a quest'ultima è accorata la possibilità di sfruttamento estensivo dei risultati della ricerca ed l laboratorio pubblico rimane la possibilità di sfruttare il brevetto in ampi non di interesse per l'impresa e di ottenere un compenso.

4) Attribuzione alla sola componente industriale del consorzio: è l'opzione scelta qualora a) i risultati della cooperazione siano di minima

entità rispetto allo stock di conoscenze specifiche possedute in uno specifico campo di ricerca dal partner industriale; b) la collaborazione rappresenta una fonte cii finanziamento consistente per il laboratorio pubblico; c) il laboratorio pubblico non è sufficientemente attrezzato per la gestione della proprietà intellettuale risultante dalla collaborazione. 5) divisione in relazione alla divisione del lavoro: si tratta di una modalità di allocazione frequentemente utilizzata nel caso in cui fra i membri del consorzio vi sia più di un soggetto privato. In questo caso la collaborazione si articola generalmente in una serie di sottoprogetti, e ciascun partecipante conserva la proprietà dei materiali, delle tecnologie e del know-how che apporta alla collaborazione ed ha diritto a depositare brevetti inerenti lo specifico obiettivo di ricerca perseguito.

Oltre alle ovvie funzioni transattiva e incentivante, i diritti di proprietà intellettuale possono svolgere all'interno del consorzio varie altre funzioni. In primo luogo, una funzione di segnalazione. di possesso di un portafoglio di brevetti rappresenta infatti in molti casi per un laboratorio di ricerca pubblico un mezzo per segnalare ai potenziali partner privati la qualità della ricerca scientifica effettuata in precedenza e quindi il possesso di competenze know-how scientifico-tecnologico.

Allo stesso tempo, esso permette anche di rendere più equilibrati i termini della collaborazione, poichè aumenta il potere contrattuale dei partner pubblici.

La prima funzione riguarda la creazione di start-up da parte di laboratori pubblici di ricerca che, grazie alla detenzione di brevetti sono in grado di riservare un mercato per la costituenda start-up ed ottenere eventualmente fondi da investitori privati.

In secondo luogo, viene in rilievo una funzione di segnalazione. di possesso di un portafoglio di brevetti rappresenta infatti in molti casi per un laboratorio di ricerca pubblico un mezzo per segnalare ai potenziali partner privati la qualità della ricerca scientifica effettuata in precedenza e quindi il possesso di competenze know-how scientifico-tecnologico. Allo stesso tempo, esso permette anche di rendere più equilibrati i termini della collaborazione, poichè aumenta il potere contrattuale dei partner pubblici.

Sia tanto la frequenza che la rilevanza del ricorso ai diritti di proprietà intellettuale nell' ambito dei consorzi a composizione mista variano fortemente di settore in settore.

In particolare si rivelano laddove il grado di appropriabilità che i diritti di proprietà intellettuale garantiscono è più elevato, come nei settori farmaceutico, chimico e biotecnologico.

Nel documento Reti di contratti e reti di imprese (pagine 83-87)