FOCUS ITALIA
1.3.6 Consumi pro capite
Tabella 1.8: I dieci Paesi consumatori pro capite più importanti; fonte “ENI, World Oil & Gas Review, 2013”
E’ interessante guardare ai consumi pro capite, anche attraverso l’immagine soprastante per
eliminare l’effetto dimensionale e di popolosità dei Paesi che abbiamo analizzato e
analizzeremo. Vediamo che gli USA passano dal primo al quarto posto, considerando il 2012. La Russia invece sale al primo posto, con un consumo pro capite di quasi 3,5 metri cubici per persona. Dato molto simile anche per l’Arabia Saudita, con un importante aumento nell’ultimo anno a disposizione, dal 2011 al 2012. Si nota anche la presenza dell’Italia nella top ten di consumatori pro capite, con valori simili a Germania e UK, ma molto al di sotto dei primi due. Grande aumento della Cina, che nel giro di dieci anni ha incrementato l’utilizzo pro capite di più di cinque volte. Si vedano gli stessi dati con l’ausilio di una cartina geografica:
Immagine 1.9: I dieci Paesi consumatori pro capite più importanti; fonte “ENI, World Oil & Gas Review, 2013”
FOCUS ITALIA
Nella tabella successiva, si riportano i consumi pro capite e il consumo domestico di gas della famiglia media italiana, utilizzando come ipotesi che sia composta da 2,4 componenti.
Tabella 1.9: Consumo pro capite regionale; fonte “www.sostariffe.it”
Come si può vedere nelle Regioni del Nord Italia si consuma molto più gas rispetto che al Sud. L’Emilia Romagna, Regione con i consumi più alti, ha un consumo pro-‐capite sei volte più alto rispetto a Sicilia e Calabria.
1.3.7 Riserve
Tabella 1.10: I dieci Paesi con riserve più importanti; fonte “ENI, World Oil & Gas Review, 2013”
Innanzitutto va detto che la trattazione verte su riserve provate; la riserva è definita provata se la quantità di gas naturale può essere recuperata da un giacimento in modo economicamente sostenibile. La riserva è quindi solo una frazione degli idrocarburi presenti in un giacimento. La Russia, come mostra l’immagine sopra, è ovviamente il Paese con più riserve al mondo. Inoltre il trend crescente ci fa capire che, nonostante lo sfruttamento dei giacimenti esistenti, le scoperte di nuove riserve fanno sì che si possa continuare a produrre con un buon ritmo. Infine si nota come le riserve dei primi dieci Paesi del Mondo superano il 75% delle riserve mondiali. Si vedano gli stessi valori con l’ausilio di una cartina geografica:
Immagine 1.10: I dieci Paesi con riserve più importanti; fonte “ENI, World Oil & Gas Review, 2013”
FOCUS ITALIA
La parte relativa alle riserve italiane verrà trattata nel dettaglio nel paragrafo 2.3.2
1.3.8 Esportazioni
Tabella 1.11: I dieci Paesi esportatori più importanti; fonte “ENI, World Oil & Gas Review, 2013”
L’immagine precedente mostra i principali esportatori. La Russia rimane il principale esportatore, ma con un calo nell’ultimo anno, forse a causa della riduzione degli import degli USA. Gli stessi USA grazie allo shale gas sono diventati un buon esportatore (vedi paragrafo 1.6 per il dettaglio), anche se con valori notevolmente sotto le prime tre. Al secondo posto vi è il Qatar, con un netto incremento nel corso degli ultimi anni dovuto essenzialmente allo sviluppo della tecnologia GNL (la quasi totalità delle sue esportazioni avviene infatti via navi metanifere), come verrà approfondito nel paragrafo 1.4; di seguito la Norvegia, storico fornitore di gas naturale dei paesi europei, il Canada e l’Algeria, da cui l’Italia importa molto gas. Si vedano gli stessi dati con l’ausilio di una cartina geografica:
Immagine 1.11: I dieci Paesi esportatori più importanti; fonte “ENI, World Oil & Gas Review, 2013”
FOCUS ITALIA
L’Italia non è un Paese esportatore, infatti negli ultimi anni o non ha affatto esportato o si è esportata una quota bassissima, circa 0,1 miliardi di metri cubi l’anno. Il valore è più o meno costante negli anni, dal 2000 al 2012, come si vede dall’immagine seguente:
Tabella 1.12: Le esportazioni dell’Italia; fonte “CDP gas naturale, 2013”
1.3.9 Importazioni
Tabella 1.13: I dieci Paesi importatori più importanti; fonte “ENI, World Oil & Gas Review, 2013”
La precedente immagine mostra quali sono i Paesi che importano di più. Il dato più interessante è la variazione degli import degli USA: avendo scoperto di avere grandi giacimenti di shale gas, possono ridurre le importazioni, e addirittura, come verrà spiegato nel paragrafo 1.6, diventare esportatori. Il Giappone importa tantissimo, e il dato è in continuo aumento, tanto che, se si esclude l’anomalo caso della Cina, anche in percentuale è il valore che è cresciuto maggiormente. Comunque nonostante i notevoli incrementi dei consumi energetici registrati negli ultimi anni, i Paesi in forte sviluppo come Cina e India non sono grandi importatori di gas naturale, poiché basano i propri fabbisogni principalmente su carbone e petrolio. Guardando al dato mondiale si assiste ad un continuo aumento delle importazioni di gas naturale, tendenza interrotta solo l’ultimo anno registrato. Si vedano gli stessi dati con l’ausilio di una cartina geografica :
Immagine 1.12: I dieci Paesi importatori più importanti; fonte “ENI, World Oil & Gas Review, 2013”
FOCUS ITALIA
Continua anche per il 2013 la diminuzione delle importazioni nette di gas in Italia, passate dai 67.586 del 61.966 a M(m3), con una contrazione quindi dell’8,5%. Il grado di dipendenza dell’Italia dalle forniture estere è sceso rispetto al 2012 passando da 90,4% all’88,4%.
Immagine 1.13: Immissione in rete nel 2012 e nel 2013; fonte “AEEG, 2014”
Come mostra l’immagine precedente, l’Italia importa principalmente dalla Russia e dall’Algeria, con le importazioni in aumento dai primi e in forte diminuzione dai secondi.
Immagine 1.14: Importazioni lorde di gas naturale; fonte “AEEG, 2014”
Le importazioni italiane verranno trattate nel dettaglio nel paragrafo 2.3.1.
1.4 GNL
In questa sezione si porrà l’attenzione su un’altra modalità di intendere il gas naturale: il GNL. Si partirà analizzandone le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi, per poi passare allo studio dei principali importatori ed esportatori; l’analisi verrà terminata con un focus sull’Italia e sui probabili scenari futuri.
1.4.1 Descrizione
Il GNL (gas naturale liquefatto) è costituito per il 90%-‐99% da metano, mentre, per la restante parte, da altri gas come il Butano e l’Etano. Il grande vantaggio del GNL è che per farne un litro in forma liquida servono 600 litri di gas metano, consentendo quindi a costi competitivi lo stoccaggio ed il trasporto (soprattutto per le grandi distanze) di notevoli quantità di energia in spazi considerevolmente ridotti. La liquefazione è un processo non semplicissimo, normalmente fatto nei paesi produttori, che avviene per compressione e raffreddamento del metano, fino a portarlo a -‐161 gradi, perciò viene normalmente conservato in serbatoi criogenici per mantenerlo a bassa temperatura per lungo tempo. Nell’immagine sottostante è presentata dettagliatamente la catena del valore del GNL.
Immagine 1.15: La catena del valore del GNL; fonte “La giornata del metano e dei trasporti, Verona, 28/5/2014”