I CLIENTI IDONEI
REGIONE FATTURATO (K€) EBITDA (K€) EBITDA/ FATTURATO
3.5 Analisi del mercato al dettaglio
3.7.2 Contratti Take or Pay e Spot
Esistono due tipologie di contratti con cui si commercializza il gas naturale:
Take or Pay
Questa tipologia di contratti contiene una clausola che obbliga l’acquirente a pagare comunque, completamente o parzialmente, una quantità minima di gas prestabilita e fissata nel contratto stesso, anche nel caso in cui non venga ritirato. Sono, tuttavia, previsti meccanismi di flessibilità per recuperare l’eventuale divario registrato in un periodo nel successivo e mitigare i rischi connessi alle fluttuazioni della domanda. Le altre caratteristiche di questi rapporti negoziali sono la durata (normalmente 20-‐30 anni) e la determinazione del prezzo del gas naturale sulla base dell’andamento dei corsi petroliferi, con aggiornamento in genere su base semestrale. In questo contesto, quindi, nonostante il mercato del gas e quello del petrolio abbiano dimensioni, caratteristiche e dinamiche differenti, in Europa il prezzo del gas ha un andamento simile a quello del greggio.
Spot
I contratti Spot hanno una durata annuale o inferiore e i prezzi sottoscritti non sono legati al petrolio, a differenza dei ToP, ma si basano sulla dinamica domanda-‐offerta, in un contesto globale in cui il gas sta acquisendo sempre più potere di mercato. Tali contratti sono nati di recente e occupano quindi uno spazio ancora ridotto nel mercato, anche se crescente, e si sottoscrivono negli hub. Ovviamente questa tipologia di contratti è più conveniente per l’acquirente.
Attualmente i contratti ToP rappresentano la quota parte maggiore sul totale delle importazioni di gas nel nostro Paese, intorno al 75%, mentre i contratti indicizzati a prezzi
Spot, nonostante influenzino la rinegoziazione dei ToP, occupano ancora una minoranza sul
totale, tuttavia il loro peso è destinato ad aumentare nel corso dei prossimi anni. Il seguente grafico a torta, basato su dati forniti da operatori del settore, mostra il possibile trend di evoluzione al 2030: in futuro, la scadenza di molti contratti di importazione basati sulla logica
Take or Pay sarà seguita da un loro rimpiazzo basato su logiche Spot, e perciò
economicamente più convenienti per gli importatori.
Immagine 3.7: Indicizzazione delle importazioni ad oggi e al 2030; fonte “Elaborazione propria"
A causa dell’incidenza dei contratti di tipo Take or Pay, l’Italia mostra prezzi più alti
delle altre Regioni europee, nonostante nell’ultimo periodo si stia riallineando al prezzo degli altri mercati. Nel grafico seguente, mostriamo i prezzi del gas in Europa.
Immagine 3.8: Prezzo del gas nei principali Paesi UE; fonte “CDP gas naturale”
Ora si darà una spiegazione sulle motivazioni che hanno portato nel tempo alla diminuzione dei prezzi in Europa e poi ci concentreremo sul caso italiano, spiegando i motivi del gap di prezzo avvenuto nei primi anni e all’allineamento che si sta invece verificando recentemente. In Europa il percorso verso una riduzione dei prezzi del gas a favore di una maggiore competitività e di un affrancamento dal dualismo tra produttori e importatori di gas ha cercato strade alternative a quella della maggiore produzione interna di gas naturale e dello
shale gas (le cui motivazioni sono spiegate nel paragrafo apposito 1.6). I Paesi comunitari
hanno quindi puntato sul rafforzamento e l’estensione delle interconnessioni, sia tradizionali, sia in grado di accogliere il gas liquefatto, tramite i rigassificatori, con l’obiettivo di contenere il peso dei vincoli contrattuali Take or Pay imposti da maggiori fornitori (Russia, Algeria, Norvegia, Libia) nei confronti dei principali importatori. Offerta che, a causa della debolezza della situazione economica attuale, non è stata compensata dalla domanda, e ha spinto verso il basso i prezzi spot sulle Borse europee. La disparità che si è generata tra i contratti Take or Pay e i prezzi Spot ha portato i tradizionali importatori a esercitare pressioni volte a rinegoziare le condizioni di fornitura a lungo termine, soprattutto da parte dei paesi meglio collegati agli hub europei, consentendo, in molti casi, la riformulazione delle tariffe con l’inclusione di una componente legata ai prezzi Spot, fino al caso estremo del Belgio in cui le tariffe sono completamente indicizzate ai prezzi di mercato. Ora si tratterà il caso italiano, partiamo riportando un grafico dal quale si può osservare l’andamento dei prezzi dei contratti Top in Italia, Top in Europa e il prezzo al PSV:
Immagine 3.9: Prezzi del gas naturale in Italia ed in Europa; fonte “www.prometeia.it”
Nel 2010 con l’entrata a regime del Punto Scambio virtuale, vedi la sezione 3.8, anche l’Italia si è dotata di un mercato Spot del gas naturale. I prezzi generati in un mercato di questo tipo dovrebbero essere collegati all’andamento dei fondamentali economici, piuttosto che, come avviene nel caso dei contratti Take or Pay, alle quotazioni dei prezzi internazionali dei prodotti petroliferi. Tuttavia, fino ai primi mesi del 2012, il PSV non sembra avere
funzionato in maniera efficiente: perché ci sia l’allineamento con i mercati internazionali
sono infatti necessari collegamenti con i principali mercati di scambio che la debolezza delle
infrastrutture e della normativa in Italia non hanno permesso, creando dei blocchi
all’import tra Italia e Austria e di fatto isolando il mercato italiano da quello europeo, con il prezzo del PSV che ha mantenuto un andamento scollegato da quello delle principali borse Ue e invece una dinamica molto più aderente ai contratti Take or Pay. In questo contesto, le possibilità per poter ricontrattare le clausole di fornitura di gas naturale sono state piuttosto limitate, dal momento che il PSV non offriva una vera alternativa ai contratti di lungo termine. Ma nei primi mesi del 2012 c’è stato un punto di svolta grazie all’aumento della capacità di
scambio tra Italia e Austria, attraverso un nuovo meccanismo di allocazione delle quote di
trasporto al passo del Tarvisio da parte dell’AEEG. Il gap tra PSV e l’hub di Baumgarten in Austria ha così iniziato a ridursi e a sua volta quello con le altre Borse europee.
L’introduzione di una componente Spot nella formulazione dei prezzi pagati da famiglie e
piccole e medie imprese, che ha raggiunto l’indicizzazione completa a Ottobre 2013 è una delle novità più importanti introdotte nello scenario energetico italiano negli ultimi tempi, ed è attesa portare un contenimento dei prezzi del gas nel prossimo futuro. Una riduzione del prezzo del gas giocherebbe un ruolo fondamentale per la ripresa economica e la crescita di competitività del paese Italia, fortemente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento di gas naturale.
Attualmente, tuttavia, il prezzo del gas naturale nel nostro paese reso disponibile all’ultimo stadio della filiera è ancora in larga parte legato al costo dei contratti Take or Pay, che sono indicizzati al prezzo dei derivati del petrolio, e di conseguenza presenta dei costi superiori rispetto a quello dei principali paesi europei; a questo proposito, si propone un’immagine, tratta da uno studio di settore che mostra il confronto dei prezzi del gas naturale, differenziati per mercato (USA più alcuni europei significativi) e formula contrattuale (Spot e ToP). I prezzi sono espressi in €/MWh di modo da essere confrontabili, e
mostrano come l‘Italia presenti un differenziale sconveniente nei confronti di tutti gli altri Stati presi in considerazione nell’analisi.
Immagine 3.10: Prezzi nei principali Hub; fonte “www.prometeia.it”
Il valore dei prezzi Spot nel mercato italiano al PSV sta ormai raggiungendo i valori degli altri hub europei, allineandosi in maniera strutturale ad un prezzo sempre più analogo
a quello disponibile all’interno degli altri paesi comunitari. Tuttavia il prezzo medio del gas naturale nel nostro paese si ottiene effettuando una media pesata con il costo dei contratti
Take or Pay, onerosi e che innalzano il costo medio ad un valore superiore. Ma quali sarebbero
i benefici di una completa convergenza dei prezzi del gas pagati dalle imprese italiane con quelli europei? Nel primo trimestre del 2013, un ipotetico acquirente generico di gas al PSV italiano avrebbe pagato un prezzo sostanzialmente allineato a quello delle principali borse europee. Un risparmio considerevole e pari a circa il 25% in meno rispetto al prezzo di un contratto Take or Pay tradizionale, di cui beneficerebbero principalmente i settori industriali
energy intensive (siderurgie, acciaierie, vetro, carta). Per questi ultimi, un risparmio dei costi
di acquisto del gas si tradurrebbe in un guadagno competitivo fondamentale per garantirsi la sopravvivenza in primis e un aumento di competitività in seguito nei confronti dei concorrenti stranieri, specialmente in un periodo di crisi economica forte e apparentemente senza fine come quello che si sta vivendo nel corso del presente e del recente passato. Perciò una riduzione del prezzo del gas giocherebbe un ruolo significativo per la competitività di un paese, come l’Italia, fortemente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento di gas naturale, e più in generale di materie prime energetiche.
3.7.3 Distribuzione
La nuova regolazione, approvata nel Dicembre 2013, è caratterizzata dal fatto che le società di distribuzione debbano applicare una tariffa obbligatoria, costituita da quote fisse e
variabili, differenziate per ambito tariffario. I sei ambiti tariffari sono:
• Nord-‐occidentale, comprendente le regioni Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria.
• Nord-‐orientale, comprendente le regioni Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
• Centrale, comprendente le regioni Toscana, Umbria e Marche.
• Centro-‐sud-‐orientale, comprendente le regioni Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata. • Centro-‐sud-‐occidentale, comprendente le regioni Lazio e Campania.
• Meridionale, comprendente le regioni Calabria e Sicilia.
La quota fissa è composta da tre elementi, relativi a distribuzione, misura e commercializzazione. La quota variabile è articolata per scaglione di consumo. A partire dal 2015, è prevista una diversificazione dell’elemento τ1dis in funzione della classe del gruppo di misura, al fine di rispecchiare maggiormente le differenze di costo associate alla dimensione del cliente. Vi sono poi delle componenti aggiuntive, espresse in c€/m3 e aggiornate trimestralmente:
• UG1, a copertura di eventuali squilibri dei sistemi di perequazione e a copertura di eventuali conguagli (1,2510 c€/ m3).
• UG2, di modulazione dei costi di commercializzazione al dettaglio per contenere la spesa dei clienti finali caratterizzati da bassi consumi.
• UG3, a copertura degli oneri relativi al Conto oneri connessi con l’intervento di interruzione, nonché al Conto per i servizi di ultima istanza e al Conto oneri per il servizio dei fornitori transitori sulla rete di trasporto (0,1652 c€/m3).
• GS, a copertura del sistema di compensazione tariffaria per i clienti economicamente disagiati (0,1135 c€/m3).
• RE, a copertura degli oneri che gravano sul Fondo per misure e interventi per il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore del gas naturale, nonché sul Fondo di garanzia a sostegno della realizzazione di reti di teleriscaldamento e sul Conto per lo sviluppo tecnologico e industriale (0,4343 c€/m3).
• RS, a copertura degli oneri per la qualità dei servizi gas (0,1402 c€/m3).
Di seguito si riportano nel dettaglio le componenti delle quote fisse e variabili differenziate per ambito tariffario nelle tabelle successive:
Tabella 3.29: Articolazione della quota fissa per il prezzo nella distribuzione; fonte “AEEG, 2014”
Tabella 3.30: Articolazione della quota variabile per il prezzo nella distribuzione; fonte “AEEG, 2014”
3.7.4 Vendita
Per quanto riguarda la vendita è bene distinguere tra vendita all’ingrosso e al dettaglio.
Nel caso della vendita all’ingrosso, nel 2013 il prezzo richiesto ad altri intermediari è risultato pari a 32,67 c€/m3 a differenza di quello praticato ai clienti finali che è risultato di
41,07 c€/m3. Il differenziale tra le due clientele (ingrosso e finale), pari a 8,35 c€/m3, è quindi diminuito rispetto al differenziale di 8,9 c€/m3 rilevati nel 2012.
Ora si analizzerà il prezzo del mercato al dettaglio: in tutta questa sezione verranno fatti confronti con i principali Paesi europei per rapportare la competitività del nostro Paese con il resto d’Europa. Si comincia con un’introduzione sui prezzi e sulla tassazione, passando poi per le differenze tra mercato libero e tutelato, a cui segue lo studio delle utenze industriali e concludendo l’analisi con l’andamento del prezzo nel tempo. Le utenze domestiche invece verranno trattate nel paragrafo successivo 3.7.5, denominato “Bolletta Gas” .