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Consumo, risparmio energetico ed efficienza energetica 176

Dopo aver verificato utilità e requisiti di un sistema di regolazione per la sostenibilità, focalizziamo adesso l’attenzione sul caso studio di regolazione europea in materia di razionalizzazione dei consumi energetici. Il concetto di consumo è difficile da maneggiare, sfugge a una definizione univoca e solleva pareri spesso contrastanti. Come rilevato da Stern et al, la parola “consumo” sembra assumere tanti significati quanti sono i contesti nei quali viene usata.956 E’ così possibile distinguere un consumo nell’ambito della fisica, dove

il concetto è impossibile a causa della prima legge della termodinamica (l’energia non si distrugge, quindi non si consuma) e deve perciò essere sostituito dalla nozione di trasformazione dell’energia; un consumo in senso economico, come una parte dell’attività economica complessiva, cioè la spesa nei beni di consumo o nei servizi; un consumo

955 Il presente capitolo è tratto, con alcune integrazioni e modifiche, dalla ricerca condotta entro il percorso di

dottorato e confluita nei seguenti due articoli: F. Volpe, Risparmio energetico ed efficienza energetica

nell’Unione Europea: una confusione insostenibile, in Rivista Giuridica dell’Ambiente, 2012, anno XXVII,

fasc. 1, pp. 139-150 e F. Volpe, Energy Saving and Energy Efficiency: an Unsustainable Confusion, in V. Sancin (a cura di), International Environmental Law: Contemporary Concerns and Challenges, Zalozba, 2012, pp. 443-458.

* Commissione delle Comunità Europee, Comunicazione della Commissione – Efficienza energetica:

conseguire l’obiettivo del 20%, COM(2008)772, nota n. 18.

956 P. C. Stern, T. Dietz, V. W. Ruttan, R. H. Socolow e J. L. Sweeney (a cura di), Environmentally

Significant Consumption: Research Directions, Committee on the Human Dimensions of Global Change,

secondo l’ecologia, dove ogni organismo che ottiene energia cibandosi è un consumatore; un consumo nell’ambito della sociologia che connota ciò che gli individui fanno quando usano il reddito per aumentare lo status sociale attraverso certi tipi di acquisti.

Nel 1977 la Royal Society of London e la U.S. National Academy of Science hanno fornito una definizione “onnicomprensiva” di consumo come la trasformazione umana dei materiali e dell’energia. Entro tale definzione, il consumo diventa oggetto di preoccupazione nella misura in cui rende i materiali trasformati e l’energia meno disponibili per gli usi futuri o impatta negativamente i sistemi biofisici in modo tale da mettere a rischio la salute umana, il benessere o ciò a cui le persone riconoscono un valore.957 Nonostante il riferimento all’impatto sui sistemi biofisici, si tratta di una

definizione che possiamo caratterizzare come sostanzialmente antropocentrica, dove ogni considerazione è funzione dell’utilità umana. E’ inoltre una definizione del termine consumo in senso generale.958

Per quanto riguarda invece più specificatamente il consumo riferito all’energia, rileva la distinzione tra “risparmio energetico” ed “efficienza energetica”.959 Sembra pacifico che si

tratti di due concetti distinti, ma altrettanto pacifico è anche che nell’uso comune siano spesso scorrettamente usati in maniera intercambiabile come fossero sinonimi.960 Una

conferma di tale assimilazione si trova proprio entro l’ambito di interesse della presente analisi, cioè quello dell’Unione Europea. Si legge infatti nel Piano di Efficienza Energetica 2011 (non però nel corpo del testo ma in una nota), che “tecnicamente per ‘efficienza energetica’ si intende l’utilizzo di meno energia mantenendo un livello equivalente di attività o servizi economici; ‘risparmio energetico’ è un concetto più ampio che comprende anche la riduzione del consumo mediante cambiamenti di comportamento o una

957 The Royal Society, Towards Sustainable Consumption: a joint statement by the Royal Society and the

United States National Academy of Sciences, 1977, p. 2.

958 Per una ricognizione del dibattito politico e istituzionale in materia di “sustainable consumption” si veda

D. A. Fuchs e S. Lorek, Sustainable consumption. Political debate and actual impact, Sustainable Europe Research Institute (SERI) paper, n. 4-2004.

959 La “conservazione dell’energia” (energy conservation) è invece intesa, secondo Wilhite et al, come

“demand management supplemented by regulations and standards”. Si veda H. Wilhite, E. Shove, L. Lutzenhiser e W. Kempton, Twenty Years of Energy Demand Management: We Know More About Individual

Behavior But How Much Do We Really Know About Demand?, in Consumer Behavior and Non-energy

Effects, 2000, ACEEE Summer Study on Energy Efficiency in Buildings: Proceedings, p. 8.435.

960 In tal senso si vedano V. Oikonomou, F. Becchis, L. Steg e D. Russolillo, Energy saving and energy

efficiency concepts for policy making, in Energy Policy, 2009, vol. 37, pp. 4787-4796; H. Herring, Energy efficiency. A critical view, in Energy, 2006, vol. 31, pp. 10-20, p. 11; H. Herring, Is energy efficiency good for the environment: some conflicts and confusions, in G. MacKerron e P. Pearson (a cura di), The UK

diminuzione dell’attività economica. In pratica i due concetti sono difficili da distinguere e, come nella presente Comunicazione, i termini sono spesso usati in modo intercambiabile”. 961 Con efficienza energetica si intende quindi l’adozione di una specifica

tecnologia che riduce il consumo energetico, mentre con risparmio energetico si fa riferimento a un cambiamento a livello di comportamenti (in tal senso, nell’ambito della psicologia, si parla, rispettivamente, di efficiency e curtailment behaviour).962 Tale

definizione può essere ulteriormente precisata. A questo proposito è interessante la puntualizzazione di Madlner e Alcott secondo cui l’efficienza energetica può essere definita o come minore input per lo stesso output o come maggiore output per lo stesso input.963 Lo stesso concetto di efficienza energetica può cioè essere funzionale a una

connotazione più o meno produttivista a seconda della prospettiva dalla quale lo si osserva. Inoltre, l’efficienza energetica può essere correlata al cosiddetto engineering saving, cioè quella teorica quantità di energia che può essere risparmiata in seguito a un aumento dell’efficienza energetica se la quantità di prodotti e servizi richiesti o consumati è mantenuta costante.964 L’engineering saving sembra pertanto diverso dal real saving, che

potrebbe invece essere assimilato alla definizione di risparmio energetico fornita dall’Unione Europea, con un focus sui cambiamenti di comportamento e sulla possibilità di una riduzione dell’attività economica.